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Old 18-04-2008, 12:07   #49
Kars
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Farmaci: studio GB, antidepressivi quasi come placebo
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LONDRA - I più popolari antidepressivi, come Prozac o Seroxat, prescritti a milioni di persone in tutto il mondo, non hanno un vero effetto contro la depressione, ma funzionano poco più che un placebo: è questa la conclusione potenzialmente esplosiva cui è giunto uno studio condotto dall'Università di Hull (Inghilterra).


"La differenza tra il miglioramento dei pazienti che prendono placebo e quelli che assumono antidepressivi non è significativa. Ciò significa che le persone che soffrono di depressione possono migliorare senza trattamenti chimici", spiega Irving Kirsch, del dipartimento di Psicologia dell'Università di Hull. Kirsch fa parte di un gruppo di specialisti che ha osservato i risultati di 47 studi - noti e riservati, cui hanno avuto accesso grazie alla legge sulla libertà di informazione - fatti da studiosi americani e britannici sugli effetti degli inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina (Isrs), ovvero i farmaci più diffusi al mondo contro la depressione: fluoxetina (Prozac), venlafaxina (Efexor) e paroxetina (Seroxat).


E i risultati, dicono gli studiosi sulla rivista PloS Medicine, parlano chiaro: i farmaci non sono più efficaci dei placebo nei casi leggeri e per la maggior parte dei casi gravi di depressione. Nei casi più gravi, in cui un effetto c'é, la differenza nei progressi ha più a che vedere con una minore reazione dei pazienti ai placebo, che non a una reazione positiva agli antidepressivi. "Visti i risultati - aggiunge Kirsch - sembra che non ci siano forti giustificazioni a prescrivere trattamenti antidepressivi nei casi più gravi, a meno che i trattamenti alternativi non abbiamo portato risultati". I ricercatori avvertono però i pazienti: questo non significa che si debba smettere di assumere questi farmaci senza consultare un medico.


Le reazioni non si sono fatte attendere: Marjorie Wallace, dell'organizzazione per la cura delle malattie Sane, ha detto che se queste conclusioni fossero confermate sarebbero "molto inquietanti". Per Andrew McCulloch, della Mental Health Foundation, "siamo diventati troppo dipendenti dagli antidepressivi, quando c'é una vasta gamma di alternative. Terapie in cui si parla, esercizio fisico e altri trattamenti sono efficaci contro la depressione. E' un problema che necessità una varietà di approcci che si adattino al singolo paziente".


Fonte: http://www.c-cube.it/?q=node/1999
Fonte: http://www.cdt.ch


"Gli antidepressivi? Sono inutili Meglio una chiacchiera del Prozac"
News

Uno studio inglese fa traballare il mito dello psicofarmaco

prescritto in Europa dal 1996. "Quasi nulla la sua efficacia"


Gli italiani: "No alle prescrizioni facili, ma è innegabile che funzioni"


di SARA FICOCELLI


ROMA - E' il farmaco che a metà degli anni Novanta ha sconvolto l'Europa e rivoluzionato il campo della terapia antidepressiva, una pasticca cui sono stati dedicati libri, canzoni, film, persino il nome di un gruppo punk. E' il Prozac, ovvero Fluoxetina cloridrato, comunemente detto Fluoxetina, e secondo un recente studio inglese la sua efficacia curativa sarebbe quasi completamente nulla. Stando a una ricerca dell'equipe del professor Irving Kirsch dell'Università di Hull, pubblicata sulla rivista on line "Public Library of Science (PLoS) Medicine", la pasticca usata in tutto il mondo per curare depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, bulimia nervosa e attacchi di panico avrebbe nella maggior parte dei casi un mero effetto placebo.


Lo studio, ha precisato Kirsch, è stato presentato alla FDA (l'ente americano per il controllo sui farmaci) e sarà sottoposto anche alle autorità regolatorie europee. Gli antidepressivi come Prozac and Seroxat, stando alla ricerca, indurrebbero miglioramenti minimi rispetto al placebo, valutabili in due punti sulla scala Hamilton della depressione, che si compone in tutto di 51 punti. Questo è stato sufficiente perché le molecole in questione ottenessero l'autorizzazione alla commercializzazione, ma, sottolinea la rivista, in Gran Bretagna non sarebbe dovuto bastare. L'Istituto nazionale per l'eccellenza clinica (Nice) stabilisce che sono necessari tre punti sulla scala Hamilton per stabilire una differenza clinica significativa.


"Stando ai risultati - ha osservato il professor Kirsch - non sembrano esserci grandi motivi per prescrivere gli antidepressivi se non alle persone affette da depressione grave, qualora le terapie alternative non abbiano prodotto effetti. Questo studio solleva gravi interrogativi sul modo in cui vengono concesse le autorizzazioni per i farmaci e sulla divulgazione dei dati della sperimentazione".


Secondo il dottor Salvatore Di Salvo, psichiatra e presidente dell'Associazione per la ricerca contro la depressione, l'effetto farmacologico del Prozac è però innegabile: "Io lavoro con pazienti affetti da patologie gravi ogni giorno e credo che i farmaci antidepressivi debbano essere somministrati limitatamente ai casi che rispondono ai criteri diagnostici del DSM quarto, ovvero il manuale diagnostico di riferimento degli psichiatri americani. Al di là di questi casi un antidepressivo come il Prozac è fuori luogo, bisogna tentare strade alternative. Ma non possiamo negare la loro efficacia".


Secondo Di Salvo, gli antidepressivi non possono essere usati come farmaci di terapia preventiva. "Sarebbe un po' come dire che appena uno ha un po' di febbre prende subito l'antibiotico. E' importante prima diagnosticare la malattia". E, a proposito del famoso effetto placebo: "Anche questo fa parte della loro proprietà curativa, perché si parla di psiche, di cervello. Di un organo composto da circa cento miliardi di cellule e dal funzionamento estremamente complesso".


Lo studio inglese mette sotto accusa le multinazionali farmaceutiche, accusate, scrive il giornale, di aver manipolato i dati clinici. La popolarità degli antidepressivi, introdotti negli Usa alla fine degli anni ottanta e in Europa nel 1996, è schizzata alle stelle, scrive il quotidiano Independent, dopo le campagne in cui le industrie farmaceutiche assicuravano che si trattava di prodotti sicuri e con minori effetti collaterali rispetto ai vecchi antidepressivi triciclici. Il libro del 1994 "Listening to Prozac" (Ascoltare il Prozac), in cui si affermava che chi soffriva di "scarsa gioia di vivere" poteva curarsi con un farmaco che "ravviva l'umore", è diventato un best seller. La stessa comunità scientifica italiana continua a guardare con fiducia all'utilizzo di queste sostanze, che aumentano il tasso di serotonina nell'organismo e ridanno vita all'umore. Anche nei casi meno gravi, di cosiddetta "predisposizione alla depressione".


"Al di là delle strumentalizzazioni spiega il dottor Francesco Cro, psichiatra e dirigente medico del Servizio diagnosi e cura di Viterbo, - l'efficacia degli antidepressivi è comunque innegabile. L'utilizzo di questi farmaci ha fatto diminuire drasticamente il numero di suicidi negli ultimi 15 anni, e ci sono dati statistici che lo confermano". Questi antidepressivi sono noti come inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs); il più diffuso, prodotto dalla Eli Lilly, era il farmaco più venduto del mondo, prima di essere soppiantato dal Viagra. Lo studio, condotto su sei dei più noti antidepressivi, tra cui Prozac, Seroxat, prodotto dalla GlaxoSmithKline, ed Efexor, della Wyeth, mostra che sono efficaci solo su una parte minima dei depressi più gravi.


Dunque quale cura per chi è lievemente depresso? Per chi ancora, cioè, non ha varcato la terribile soglia di non ritorno che ti costringe a letto atterrito anche solo dall'idea di respirare? Il dottor Giuseppe Dell'Acqua, già allievo di Franco Basaglia e direttore del Dipartimento di Salute mentale di Trieste, spiega che la cosa migliore è "ascoltare il paziente, stargli vicino. La cura farmacologica è l'extrema ratio di un lavoro complesso e delicato, che lo psichiatra deve saper fare prima come essere umano che come medico. L'efficacia degli psicofarmaci è nulla, senza un accurato lavoro di assistenza al paziente. Credo che sia questo il senso profondo della ricerca effettuata in Gran Bretagna e credo che, più della serotonina e dell'illusione del Placebo, siano le affinità emotive tra medico e paziente a poter guarire davvero una persona".


(26 febbraio 2008)

Fonte: http://www.c-cube.it/?q=node/1998
Fonte: www.repubblica.it
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