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Old 24-06-2002, 11:58   #6
satrax82
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La legge di Moore, formulata nel 1965 da Gordon Moore, uno dei fondatori della Intel, teorizza il raddoppio ogni dodici-diciotto mesi del numero di transistor ospitati in un chip, quindi delle sue prestazioni. Ha caratterizzato l'evoluzione dell'industria del personal computer ed è considerata valida ancora oggi. Seguendo il ritmo della legge, in un solo chip si è addensato un numero sempre crescente di componenti: nel 1964 un chip conteneva 32 elementi; nel 1974 65mila, oggi circa 28 milioni. Come conseguenza la potenza e la velocità dei calcolatori sono andate aumentando in modo esponenziale e allo stesso tempo le dimensioni dei singoli componenti sono diminuite: oggi la media è di 180 nanometri, in altre parole milionesimi di millimetro. Di questo passo si arriverà presto al di sotto dei 50 nanometri, una soglia considerata critica, oltre la quale valgono le leggi della fisica quantistica. Una simile svolta imporrebbe perciò di utilizzare un materiale diverso dal silicio per la costruzione dei chip. A tal proposito si stanno studiando varie tecnologie alternative: una delle più interessanti prevede l'utilizzo di molecole organiche come supporto per ospitare i transistor. Fra le applicazioni che necessitano di potenze di calcolo sempre più elevate c'è lo studio dei geni umani. Proprio a queste ricerche si applicherà il più potente computer mai costruito, trenta volte più potente rispetto alla macchina più evoluta attualmente in funzione, sarà costruito nei laboratori statunitensi del Sandia, grazie a una collaborazione fra Compaq e Celera Genomics, la società che ha realizzato la mappatura del Genoma umano.
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