Non solo, nel caso dell’abbattimento del Mystere Falcon (francese) con a bordo il presidente Habyarimana che fece da miccia per l’esplosione dei massacri in un’inchiesta ordinata dal parlamento Francese e in uno studio di Wayne Madsen si legge:
“La rivelazione più drammatica riguarda la scatola nera del “Mystere Falcon” (…) fù trasportata al quartirer generale delle O.n.u. a New York, dov’è tuttora conservata (…) secondo le fonti O.n.u. il governo degli U.s.a. ha fatto pressioni perché le informazioni contenute nella scatola nera non venissero divulgate (…) inoltre la Arbour (procuratore capo del tribunale internazionale) ordinò ai propri subordinati (…) di interrompere le indagini quando divenne evidente che stavano portando a una conclusione chiara: il Fronte Patriottico e i suoi sostenitori americani erano coinvolti nell’organizzazione dell’attentato (…) il fronte controllava le tre principali vie d’accesso all’aereoporto e mercenari europei al soldo dei servizi segreti americani usarono un magazzino vicino all’aereoporto per pianificare e lanciare il missile che abbattè il falcon. (…) inoltre negli anni 96-97 l’agenzia canadese CIDA aveva concesso aiuti umanitari di emergenza proprio al fronte, che li aveva usati per acquistare armi (…) “ W.Madsen “UN & Canada complicit in Randa Cover up: America and Rpf Planned and launched aircraft attack” da l’Observatoire del L’Afrique Centrale vol.3, ma anche “Tutzi informants killed rwandan president”
http: ONU: Ong chiedono indipendenza per il Tribunale del Rwanda
lunedì, 18 agosto, 2003
Cmq,
Quattro importanti organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani hanno inviato il 9 agosto scorso una lettera al Consiglio di Sicurezza dell'Onu chiedendo di assicurare "indipendenza e imparzialità" al Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda (ICTR). Si tratta di Human Right Watch (HRW), del Lawyers Committee for Human Rights (LCHR) con sede a New-York, della Fédération Internationale des Ligues des Droits de l'Homme (FIDH) di Parigi e di Rencontre Africaine pour la Défense des Droits de l'Homme (RADDHO) di Dakar, Senegal.
Dietro la motivazione ufficiale, però, vi sarebbero le pressioni di Usa e Gran Bretagna affinchè il Tribunale per il Rwanda non persegua per crimini di guerra e crimini contro l'umanità gli ufficiali militari del Rwandan Patriotic Army (RPA), la milizia del Rwandan Patriotic Front (RPF) a maggioranza Tutsi che ha preso il potere nel 1994 dopo il genocidio perpetrato sotto la direzione di ufficiali dell'esercito dell'allora governo di maggioranza Hutu.
La Del Ponte, infatti, ha a più riprese manifestato la sua intenzione di perseguire non solo i responsabili dei massacri operati in quegli anni dall'esercito Hutu, ma anche quelli commessi in rappresaglia dalle milizie Tutsi del Rwandan Patriotic Front, che attualmente ricopre un ruolo centrale nel governo di Kigali.
La Del Ponte che iniziava a indagare su tutti gli eccidi ha perso il mandato.
La risoluzione approvata giovedì è stata redatta dagli Stati Uniti: in essa
si chiede al segretario generale Kofi Annan (appoggiato dagli Usa nella
successione a Boutros Gali) di nominare un nuovo procuratore per il tribunale
incaricato di occuparsi dei genocidi del 1994 in Ruanda.
http://www.swissinfo.org/sit/Swissin...05&sid=4177021
A capo dei servizi segreti militari delle forze ugandesi c’era Paul Kagame addestrato al U.s.Army Command and Staff College di Leavenworth in Lansas.
Nel ‘90 tornò in patria a comandare l’esercito rwandese. (prima dello scoppio della guerra civile e dell’incvasione del Rwanda l’esercito patriottico rwandese faceva parte dell’esercito Ugandese)
E comunque è ampliamente dimostrato che i corpi speciali americani in particolar modo berretti verdi del 3° corpo di base a Fort Bragg e c’era la presenza di consulenti militari nella regione
(da L.Duke, Africans Use Us Military Training in Unexpected Ways scritto sul Washington Post il 14 07 1998)
Rimane il fatto che adesso a Kingali l’inglese ha preso il posto del francese sia al governo che nell’esercito, e anche nell’università di Kinyarwanda, e che il dollaro stà rapidamente rimpiazzando il franco…
neanche l'Onu è senza colpe (ma è sempre un' organizzazione di Nazioni di cui fanno la parte del leone Usa Gb Francia Germania ecc...e in cui esiste una cosa chiamata diritto di veto che blocca qualsiasi risoluzione avversa ad uno dei Grandi...)
Mea culpa dell'Onu sul Ruanda
da "Il Manifesto" del 16 Aprile 2000
NEW YORK
Dopo sei anni, il Consiglio di sicurezza riconosce le responsabilità sul GENOCIDIO SEI ANNI FA, TRA APRILE E MAGGIO, SI CONSUMAVA IL GENOCIDIO IN RUANDA: 800 MILA PERSONE, IN MAGGIORANZA TUTSI MA ANCHE HUTU MODERATI, VENIVANO MASSACRATE NEL MODO PIÙ ATROCE, SOPRATTUTTO A COLPI DI MACHETE, SOTTO GLI OCCHI DISATTENTI DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E DELL'ONU. Ci sono voluti ben sei anni ma ieri, finalmente, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha assunto esplicitamente le proprie responsabilità rispetto a quanto accaduto nel 1994. IN UN DIBATTITO ORGANIZZATO DAL CANADA, I MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA HANNO RISPOSTO A UN RAPPORTO SUL RUOLO DELLE NAZIONI UNITE IN RUANDA CHE ACCUSAVA L'ORGANIZZAZIONE DI ESSERE STATA TROPPO TIMIDA, DISORGANIZZATA E MALDIRETTA PRIMA DEL GENOCIDIO E RESPONSABILE PER IL MANCATO INTERVENTO DOPO CHE IL MASSACRO ERA INIZIATO. LO STESSO SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE, KOFI ANNAN, CHE HA COMMISSIONATO L'INCHIESTA, È FINITO SOTTO ACCUSA IN QUANTO ALLORA CAPO DELLA MISSIONE PEACEKEEPING DELL'ONU PER NON AVER PRESO SUL SERIO GLI AVVERTIMENTI DEL GENERALE CANADESE ROMEO DALLAIRE, CHE GUIDAVA LE FORZE ONU. NEL 1994 LE NAZIONI UNITE AVEVANO IN RUANDA 2.500 PEACEKEEPERS MA FURONO RITIRATI SUBITO DOPO L'UCCISIONE DI DIECI SOLDATI BELGI. Il ministro degli esteri canadese, Lloyd Axworthy, ha detto che nessuno può ora guardarsi indietro senza provare rimorso e tristezza per non aver aiutato il popolo ruandese quando ne aveva bisogno. "L'inaudita brutalità degli autori del genocidio si sono burlati, ancora una volta, della promessa che non sarebbe successo "mai più", impegno preso dopo l'Olocausto. L'AMBASCIATORE OLANDESE PETER VAN WALSUM, SOSTENENDO CHE L'ONU ERA AGGRAPPATA A UN PROCESSO DI PACE IRRILEVANTE, HA ALLARGATO IL DISCORSO ALLE RESPONSABILITÀ DELLA FRANCIA NELL'"OPERAZIONE TURQUOISE". Alla fine comunque i quindici del Consiglio di sicurezza hanno sottolineato che importante è la lezione da trarre da quanto successo per evitare che si ripeta, soprattutto in Africa, dove il pericolo è ancora presente. Per l'ambasciatore Usa, Richard Holbrooke, il miglior modo di dimostrare di aver appreso la lezione è quello di riportare la pace in Congo. L'ambasciatore ruandese all'Onu, Joseph Mutaboba, ha apprezzato il rapporto e le raccomandazioni espresse ma ha detto che il Consiglio di sicurezza deve fare di più: "non è mai troppo tardi per fare le cose giuste". Il riferimento era alla richiesta di un "mini piano Marshall" per la ricostruzione del suo paese. Peraltroin gennaio le famiglie di due vittime ruandesi avevano avviato un'azione legale contro le Nazioni unite per complicità negli omicidi. Ad avviare la denuncia erano stati due avvocati australiani sulla base delle accuse di due donne sopravvissute alle stragi: la hutu Anonciata Kavaruganda e la tutsi Louise Mushikiwabo. la Kavaruganda è vedova di un giudice hutu della Corte suprema ruandese, assassinato perché considerato "simpatizzante dei tutsi". Secondo le accuse i soldati Onu, del Ghana, avrebbero fatto amicizia con gli attentatori e invece di proteggere la famiglia del giudice avrebbero assistito, senza intervenire, alla tortura della moglie e dei figli. Louise Mushikiwabo, sorella di Lando Ndaswinga, l'unico ministro tutsi del governo ruandese all'epoca, avrebbe visto fuggire la scorta del fratello poco prima che questo fosse trucidato insieme con la madre
grazie a fabio69 per l'ultimo articolo