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Originariamente inviato da nomeutente
Bella forza: un aumento della popolazione (a meno che non siano tutte persone immacolate) porta inevitabilmente ad un aumento del crimine.Però se il tasso di criminalità è uguale a quello nazionale, avere un immigrato in più o un italiano in più non cambia assolutamente i termini finali del problema.
La gente prima di fare figli si preoccupa del probabile aumento di criminalità che potrebbe generare il nuovo individuo? Non mi pare...
Alla fine il discorso è: puoi essere contrario agli immigrati per ragioni culturali (non ti piace il meting pot) e questo può essere comprensibile ed è un'opinione legittima, ma piegare i dati per dimostrare che questa è anche la posizione migliore in relazione all'ordine pubblico non è corretto.
Se le statistiche fornite dalle forze di polizia dicono che i reati sono in diminuzione, i reati sono in diminuzione. Punto.
Il fatto che la gente sia insicura deriva da altri fattori, in particolare la sovraesposizione mediatica di certi eventi.
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non sono d'accordo, le statistiche non sono tutto, sono dei campionamenti che differiscono molto da zona a zona , poi bisogna vedere
quali reati sono in diminuzione e
che tipo di reati restano e quanto colpiscono la popolazione.
Mi dispiace ma non esistono solo le statistiche, la gente si guarda intorno e osserva fatti innegabili che gli succedono intorno . Ovviamente se aumenta la quota totale di poveri sbandati aumentano anche reati e insicurezza, e gli immigrati, che vi piaccia o no, contribuiscono notevolmente a questa quota.Oltre al reato grave in se' poi , anche il degrado urbano è aumentato di molto (strade trasformate in suk di bancarelle abusive, sporcizia, danneggiamento / furto di strutture pubbliche , occupazione abusiva del suolo pubblico - a Roma ci sono a bordo del tevere in pieno centro baraccopoli abusive e lo stesso nelle campagne limitrofe, stile favelas per farti capire -), ed è sicuramente un fattore aggravante e favorente il crimine e che ovviamente accresce il fastidio della popolazione.
Non desidero una chiusura delle frontiere a chiunque, ma solo una regolazione e una restrizione sensata del fenomeno per limitarne l'entità entro i limiti della vivibilità e del benessere di tutti.