17-12-2007, 15:37
|
#100
|
|
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: GROSSETO
Messaggi: 1633
|
Quote:
Gli «stipendi d'oro»
Nell'articolo «E alla fine la Camera tagliò i tagli» di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella {Corriere, 13 dicembre) si sosteneva che grazie alla Commissione Bilancio della Camera, da me presieduta, sarebbe stato cancellato il tetto agli «stipendi d'oro» fissato al Senato, cosicché «d'ora in avanti i "grand commis" pubblici potranno guadagnare anche di più». Tutto il lavoro svolto dalla Camera è stato sintetizzato in un «marameo» ai cittadini. Le cose non stanno così. A spiegarlo era un mio comunicato dello stesso giorno, del quale non ho trovato traccia nell'articolo.
Nelle modifiche introdotte in Commissione non solo veniva confermato il tetto previsto dal Senato, sia pure in regime transitorio dal 1° gennaio 2008, ma si eliminava l'eccezione che avrebbe privilegiato 25 figure di vertice non meglio determinate, la cui individuazione era rimessa discrezionalmente al governo senza alcuna possibilità di controllo del Parlamento e dell'opinione pubblica. La disciplina che nel testo della Camera era destinata a entrare in vigore dal prossimo anno era quindi più severa di quella del Senato.
Per il futuro si delegava il governo a superare la logica del tetto unico con l'adozione, entro il 31 luglio 2008, di una nuova e organica disciplina dei tetti. Quest'ultima avrebbe evitato problemi e incongruenze nel trattamento di situazioni del tutto diverse, mantenendo un criterio quantitativo preciso e ancorato a dati certi. Il limite fissato dal Senato è, infatti, riferito non alla «retribuzione» del primo presidente della Corte di Cassazione — 275.000 euro l'anno, come scritto nell'articolo — ma al «trattamento economico onnicomprensivo», che potrebbe essere soggettivo, variabile e ben superiore alla retribuzione.
Inoltre, l'assenza di qualunque elemento di flessibilità e diversificazione dei tetti rischiava di innescare una «rincorsa al tetto massimo» da parte di tutti i dirigenti, con l'effetto paradossale di provocare un incremento di spesa. La Commissione Bilancio della Camera non ha cancellato il tetto nell'immediato e neppure per il futuro, visto che nei criteri stabiliti per la normativa a regime quel tetto veniva agganciato a un valore certo. Si faceva riferimento a un multiplo (da decidere) della media delle retribuzioni dei dirigenti di prima fascia, pari a circa la metà della retribuzione del primo presidente della Cassazione. Infine si fissava il principio di tetti diversi per situazioni giuridiche e livelli di responsabilità differenziati.
Nessuna marcia indietro, quindi, o colpo spugna, ma solo l'intento di rendere coerente e applicabile la norma, senza eccezioni per alcuno e con la precisa delimitazione degli incrementi legati a incarichi aggiuntivi. L'intento della commissione era quello di perfezionare una disciplina introdotta dal Senato, non di eliminarla, secondo i principi e le finalità che ispirano il nostro sistema bicamerale. Il governo ha preferito non individuare fin d'ora una procedura e nuovi criteri, limitandosi a prevedere una «verifica» sul funzionamento della norma prima della prossima finanziaria. Convinti delle nostre buone ragioni, io e altri colleghi delle Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera abbiamo riproposto il nostro schema in un ordine del giorno destinato a orientare il lavoro istruttorio da compiere in vista della «verifica» sui problemi da noi segnalati.
on. Lino Duilio presidente Commissione Bilancio della Camera
|
Quote:
Sinceramente: della precisazione di Lino Duilio, certo per la nostra incapacità di penetrare nella limpidezza del ragionamento, non abbiamo capito molto. Ci limitiamo pertanto a ricordare che i quattro capigruppo della Sinistra hanno denunciato come la Camera avesse «completamente stravolto» il testo del Senato facendo «venir meno tutti i limiti introdotti», «consentendo emolumenti» anche «oltre 800 mila euro»; gettando «benzina sul fuoco dell'antipolitica» e dando «uno schiaffo a milioni di famiglie in difficoltà». Parole di quattro partiti della maggioranza.
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
|
CORRIERE DELLA SERA
17-12-2007
|
|
|