k=j( α+j β)
giacchè nel dominio del numero d'onda un'onda e.m. piana la puoi scrivere come E0exp(-j< k, r>), si deduce che α tiene conto dell'attenuazione che l'onda e.m. incontra durante la propagazione (infatti α è l'esponente del fattore exp(< α, r>) ), che è un esponenziale ad esponente reale negativo per r>0 ), mentre β tiene conto della propagazione (infatti β è l'esponente del fattore exp(-j< β, r>) )
nella propagazione guidata, si sottintende fissata la direzione di propagazione, che è quella dello sviluppo longitudinale della struttura: lungo tale direzione si orienta l'asse z del sistema di riferimento cartesiano, cosìcchè i prodotti scalari precedenti diventano < k, r>--> kz e < α, r>--> αz, < β, r>--> βz
(tipicamente, nella propagazione guidata la quantità α+jβ è indicata con γ (per cui risulta γ=jk), con il che un'onda e.m. piana si esprime anche come V 0exp(-γz) (se in tensione) o I 0exp(-γz) (se in corrente), che è sostanzialmente quanto precisato da Antonio23
ciao
ps k (modulo di k) lo puoi anche scrivere come 2π/λ (dalla relazione λf=c) e si dice "numero d'onda" ( k è il "vettore d'onda"). β è la sua parte reale (ovvero, se usi la nomenclatura della propagazione guidata, β è la parte immaginaria di γ)
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~ ~ ho concluso con: capzero, DarkSiDE, Iron10, 12379, Hyxshare, Gort84, kristian0, scrafti, as2k3, gegeg, Kyrandia, Feroz, asta, nyko683, mstella, 00700, WotanBN, [COLOR=]Warez[/color], sesshoumaru, ...
nel we potrei non essere davanti al pc
Ultima modifica di d@vid : 14-12-2007 alle 14:34.
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