mercoledì 14 novembre 2007
Il festival dei banner infetti (pagina 2 di 2)

Roma - Un software truffa che sfianca gli utenti a colpi di pop-up. Finito sulle pagine web di
CNN e
The Economist, così come molti altri celebri siti. La colpa
sarebbe tutta di una serie di banner pubblicitari cattivelli, che
inoculavano malware sulle macchine di ignari navigatori.
Gli sfortunati che incappavano nei messaggi pubblicitari truffa, si ritrovavano di colpo tempestati di avvisi inquietanti: il computer è stato infettato da un virus di qua, il computer è stato infettato da un trojan di là. L'unico modo per fermare l'ondata di noiosi (e fasulli) avvisi era
pagare circa 25 euro per un sedicente programma di protezione.
Una faccenda che Alex Eckelberry - presidente di
Sunbelt Software, azienda che opera nel campo dell'anti-spyware -
liquida con parole pesanti: "Fondamentalmente è estorsione. Ti costringono a comprare il loro programma". Il problema dovrebbe essere in via di risoluzione,
spiegano da DoubleClick, ma i loro nuovi filtri avrebbero già
individuato almeno 100 diverse inserzioni pubblicitarie contenenti il trojan.
Non che la colpa sia di DoubleClick: secondo gli esperti, l'azienda
non fa altro che offrire una piattaforma software su cui i suoi acquirenti possono inserire i contenuti che preferiscono. Sta a loro comportarsi in maniera onesta e limitarsi a quanto è lecito. Vale a dire che DoubleClick è un po' come un produttore di fucili: se poi questi ultimi vengano usati per fare del bene o del male, non è questione che riguardi chi li costruisce.
La colpa, quindi, sarebbe di chi certe furbate le pensa. E
pure dei siti che le mostrano, colpevoli di stringere accordi con inserzionisti poco per bene. Che in questo caso sarebbero i tedeschi di
adtraff.com, che per il momento si trincerano dietro un solido "no comment".
Sia come sia, la faccenda
è un brutto colpo per l'immagine di DoubleClick. Il tutto proprio alla vigilia della chiusura
dell'accordo con Google per l'acquisizione da mille e una notte: ci sono oltre 3 miliardi di dollari sul piatto, più di 2 miliardi di euro.
Quello dei circuiti pubblicitari resta un problema, a prescindere da questa vicenda.
A inizio settimana molti importanti siti come
The Wall Street Journal si sono improvvisamente
ritrovati con un gran numero di banner erotici sulle rispettive pagine: il problema sarebbe stato una
toolbar che rimpiazzava le pubblicità originarie con altre più piccanti.
Un problema è che, ad oggi, non è ancora chiaro chi sia il vero colpevole, l'altro è che vi siano così pochi controlli sulle inserzioni che vengono pubblicate da alcuni siti.
Luca Annunziata
Fonte:
Punto Informatico
Pagina 2 di 2