Se permettete, poi, facciamo attenzione anche agli
accenti ed al
plurale:
- l'accento grave ed acuto non sono uguali:
- perché - affinché - benché - giacché - né ... né - ed altri, vanno con l'accento acuto.
- università - il tempo futuro - ed altri, vanno con l'accento grave.
L'accento circonflesso (che non è mai obbligatorio) può indicare la contrazione di due vocali uguali (purché non toniche) che si seguono e può essere applicato solamente al caso della terminazione -ii, che contraddistingue il plurale delle parole terminanti nella
forma atona -io (es. serio → seri o serî ); in questo caso viene adoperato il grafema <
î >.
Non è viceversa consentito applicare l'accento circonflesso ai plurali femminili atoni in -ee (es. fulminea → fulminee e non *fulminê ), né tantomeno ai plurali tonici di qualunque genere (es. calpestio → calpestii e non *calpestî; ninfea → ninfee e non *ninfê ).
L'accento circonflesso sottostà a delle regole ben precise, riassumibili come segue:
-io preceduto da una consonante- salario - salarî
- simposio - simposî
- preludio - preludî
- microbio - microbî
- encomio - encomî
- demonio - demonî
- savio - savî
- brefotrofio - brefotrofî
- principio - principî
- monopolio - monopolî
- ozio - ozî
- emistichio - emistichî
Se però questa consonante è una gn, gl, sc, c dolce o g dolce, l'accento circonflesso non deve essere utilizzato in quanto la < i > che segue queste consonanti ha un valore puramente ortografico (indica rispettivamente la pronuncia palatale o dolce).
- foglio - fogli
- liscio - lisci
- imbroglio - imbrogli
- bacio - baci
- orologio - orologi
L'accento circonflesso non va segnato se la terminazione -io è preceduta da più consonanti, uguali o diverse:
-io preceduto da più consonanti- scoppio - scoppi
- scempio - scempi
- ovvio - ovvi
- cambio - cambi
- occhio - occhi
- gonfio - gonfi
- ghiaccio - ghiacci
- muschio - muschi
Può essere invece utilizzato in presenza dell'unione tra una consonante liquida (l, r) ed una occlusiva (t, d, p, b, c dura, g dura):
- patrio - patrî
- obbrobrio - obbrobrî
- proprio - proprî
- primordio - primordî
- sinedrio - sinedrî
- caparbio caparbî
-io preceduto da vocale
In questo caso l'accento circonflesso non è ammesso.
- vivaio - vivai
- vassoio - vassoi
Casi pratici
Se queste sono le possibilità teoriche di impiego dell'accento circonflesso, di fatto nessuno ne fa uso perché di norma non ci sono possibilità di fraintendimento. Vi sono però dei casi particolari di sostantivi divenuti, per uso comune, omografi al plurale:
- àrbitro e arbìtrio
- assassìno e assassìnio
- condòmino e condomìnio
- conservatóre e conservatòrio (lo stesso schema vale per direttore/direttorio, osservatore/osservatorio ecc.)
- dèmone e demònio
- mìcrobo e micròbio
- omicìda e omicìdio
- prèside e presìdio
- prìncipe e princìpio.
In tutti questi casi, l'uso dell'accento circonflesso può costituire un valido ausilio per suggerire l'esatta pronuncia. Se quindi "principi" crea dubbi in ordine alla pronuncia, scrivendo "principî " risulta assolutamente chiaro che la parola è piana (princìpi), in quanto plurale di "principio"; del pari, lo stesso accento può suggerire la corretta pronuncia del titolo del romanzo di Dostoevskij "I demonî ", che si pronuncia demòni e non dèmoni.
Ma neppure in questi casi di aperta ambiguità l'accento circonflesso è insostituibile, in quanto si può benissimo ricorrere al
digramma < ii > (presidii, principii), oppure segnare semplicemente l
'accento tonico (presìdi, princìpi). Completamente estinta è invece la forma in < j > (presidj, principj).
Scusatemi per il lungo messaggio ma, senza meriti, abbiamo la fortuna di parlare quella che, secondo gli esperti, è la lingua più bella e più completa al mondo; cerchiamo di preservarla.