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Old 30-07-2007, 10:19   #286
nomeutente
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Originariamente inviato da the_joe Guarda i messaggi
Già, nessuna discriminante, però visto che i servizi scarseggiano, resta da stabilire se sia giusto o meno che resti fuori proprio chi per quei servizi ha pagato per averli, è una questione spinosa, però in qualche modo deve essere affrontata altrimenti si tratta sempre di scatenare le solite guerre fra poveri, perchè naturalmente non parlo del commercialista col bambino vestito firmato che non può entrare in graduatoria, ma della semplice coppia di coniugi giovani entrambi lavoranti con un solo figlio e mutuo da pagare che secondo questi criteri molte volte risultano essere fra i "ricchi"......
Premesso che non è il punto centrale (imho, come detto, resta quello di garantire a tutti l'accesso), se proprio bisogna determinare la graduatoria bisogna prima di tutto capire se l'asilo è un diritto del bambino e o dei genitori.
Se è un diritto del bambino, allora quello italiano e quello marocchino sono di fatto uguali (perché nessuno di loro ha pagato le tasse).

Se invece parliamo di un servizio dato ai genitori, è palese che chi è sempre stato italiano ha finora contribuito in misura maggiore rispetto a chi è appena arrivato e quindi verrebbe da dire "ha più diritto l'italiano", ma visto che stiamo parlando di un servizio finalizzato alle coppie maggiormente disagiate, accade _sempre_ che chi fruisce del servizio ha pagato meno di chi invece non ne fruisce, quindi non cambia la situazione: uno che ha pagato di meno (perché è più povero o perché è appena arrivato) ha una facilitazione rispetto a chi ha versato di più.

Piuttosto il punto della discussione dovrebbe essere su ciò che succederà in futuro e cioè se il bambino che oggi è all'asilo diventerà italiano e quindi ripagherà (secondo le sue possibilità) il servizio che ha avuto. Quindi a mio avviso bisognerebbe dare la cittadinanza a tutti i bambini che nascono in Italia e dare loro pari diritti e doveri.

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Originariamente inviato da Northern Antarctica Guarda i messaggi
Una domanda da avvocato del diavolo:

Se nel paesino si stabilissero quindici famiglie di tecnici statunitensi (extracomunitari) con figli a carico, in trasferta in Italia presso una filiale di una multinazionale, lautamente stipendiati ma che hanno scelto di pagare le tasse in US e non in Italia (per la regolamentazione sulla doppia tassazione tra Italia e tutta una serie di paesi esteri si può fare), il loro reddito "italiano" risulterebbe pari a zero e con un criterio basato sul reddito passerebbero davanti a tutti in graduatoria, italiani ed immigrati "poveri"

In questo caso l'applicazione di un criterio basato sulla cittadinanza che eliminerebbe questa "anomalia" sarebbe ancora da considerarsi "razzista"???
Se uno paga le tasse in Usa o in Arabia Saudita, si faccia dare i servizi dagli Usa o dall'Arabia Saudita.
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