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Old 26-07-2007, 11:53   #1
PARSI
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Servizi segreti: tutti i poteri al premier

Non ho trovato discussioni in merito, nè tantomeno ne ho sentito parlare quindi, giusto per essere sicuro che l'ennesima porcheria non passi inosservata e senza fischi...

Dopo 30 anni, il Senato vara la riforma dei servizi segreti
TUTTI I POTERI AL PREMIER, ALL'UNANIMITA'
di Donatella Papi


Quote:
Hanno fatto la riforma dei servizi segreti.
Gli è uscita come un ruttino dopo un bicchiere di Coca Cola.
In un Paese in cui non si riesce a fare una riforma, una liberalizzazione senza polemiche, senza vedere il governo sull'orlo del baratro, appeso al voto di un vecchio senatore, la riforma dei servizi segreti l'hanno fatta d'un fiato e d'un colpo.
E in ordine totale. Se la sono votata all'unanimità.
Pensate. Tutti d'accordo. Tutti tranne l'ex ministro dell'Interno Pisanu, che non l'ha votata.
E non l'ha votata neppure Luigi Ramponi, di An. Partito che esprime una sorta di 'ni' a denti stretti stretti.

Mi vien da dire vergogna. E poi vergogna e ancora vergogna. Vorrei urlarlo. Quando ho letto che avevano fatto nel silenzio più assoluto la riforma, senza dibattito e tutti d'accordo, ho pensato di chiedervi una cosa che non mi sarei sognata neppure di pensare.

Perchè provo tanto disgusto? Perchè abbiamo detto cento e una volta che tanti mali dello Stato dipendono dalla conduzione dei servizi segreti.
E abbiamo detto che si potrà sperare in un cambiamento dell'Italia solo quando questo Paese sarà rovesciato proprio in quella concezione e gestione deviata delle intelligence civile e militare.
Apparati che, in un mondo più ampio e più complesso, dovrebbero proteggere lo Stato e prevenire le derive, invece lo hanno macchiato. Nell'impunità.

Dopo trent'anni, tanto ha atteso questa riforma, si sono messi d'accordo.
Ma su che cosa? Come può il premier e la compagine politica di governo che risponde al Paese non spiegare la riforma, non annunciare i cambiamenti. Perchè altrimenti il nemico ascolta? Suvvia, non siamo ebeti.
Lo stesso concetto di segretezza è la dimostrazione del cattivo funzionamento delle 'agenzie', come si chiamano ora.

Perchè non se n'è saputo nulla.
Perchè non c'è stato nessun dibattito.
Perchè nessun giornalista ha informato.
Quali trattive, quale partita si è svolta.
All'unanimità.

Ma un parlamento diviso su tutto come ha potuto in un battibaleno agostano trovare l'intesa più totale e più difficile.
Ve lo dico subito.
Perchè quella verità che è seppellita là dentro, negli uffici puzzolenti alla Pio Pompa e nel marciume dei retrobottega, non deve uscire.
Non c'è nessuno che vuole il contrario di questa maggioranza che ci ha rimbambito per anni contro la destra fascista.
Nessuno che ora si opponga, che dica quello che starebbe a loro urlare in parlamento.
Nessuno che porti rispetto alle parole disperate di tanti parenti delle vittime, nessuno che abbia a cuore l'appello lanciato dal fratello di Paolo Borsellino, nessuno che vuole sconfiggere la 'casta' dove la casta diventa cancrena, crimine e marciume.

Forse non c'era da dire? Leggo in striminzite agenzie, come fosse una notiziola, che la riforma prevede maggior margine di libertà sul segreto di Stato.
Non ci credo, un contentino con qualche raggiro.
Intanto premetto che in questa riforma vedevo il sole e la rinascita e la immaginavo un'operazione importante, che dovesse coinvolgere il Paese fin nelle fondamenta, la immaginavo un capovolgimento radicale che potesse ridare ruolo, impegno, fulgore e orgoglio a ciò che per lungo tempo è stato opaco, oscuro e indicibile agire.
Pensavo che l'Italia potesse ricominciare da qui. Da uno Stato protetto e sicuro, da apparati riformati secondo una logica che rispondesse a quei bisogni fondamentali per anni violati, offesi e colpiti.
I diritti dei cittadini a essere protetti e non spiati, a essere assicurati e non esposti, a essere sorvegliati per dare loro la migliore e più partecipe cittadinanza.
Servizi segreti amici, soprattutto dei deboli, dei soli, dei più poveri, dei bambini.
Servizi dello Stato sottratti per sempre ai poteri e a certi poteri.
Servizi garanti di fronte agli altri Paesi dell'impegno alla pace, alla collaborazione, alla salvaguardia dei principi universali delle civilità.
Servizi che assicurino i migliori, li valorizzino e li tutelino, rispetto alle mele marce, ai corrotti e corruttori. Come sono scongiurati questi pericoli?

Leggo che secondo la riforma, il prossimo presidente del Consiglio avrà a suo ordine e disposizione tutta la macchina dell'intelligence.
Ne potrà fare quello che gli pare.
Lui solo e in totale solitudine.
Lui sceglie, lui nomina, lui sposta e decide.
L'esatto contrario di ciò che si sarebbe dovuto fare trovando una formula per cui i servizi 'sono di tutti e di nessun potere'.
Tanto più del vincitore e premier.
Avrei voluto una intelligence che risponde al Paese, che finalmente entra nella vita dei cittadini nel modo giusto e garante (dobbiamo proteggerci noi dalla politica, non la politica da noi), che risponde a un complesso di istituzioni nei suoi organi più alti, imparziali e svincolati dalla lotta politica, in un equilibrio di contrappesi per cui davvero di doppifondi non se ne abbia più ad avere.
Una intelligence specialissima nei valori che fanno gli uomini, che tiene sotto controllo anche il potere.
Non che ne è diretta e fatalmente manipolata.
Altro che in mano al premier! Invece, toh!, gli si consegna una macchina da guerra e da tortura democratica.
Un potere d'altri tempi.

Modernità questa? Beh, sceglietelo bene il prossimo presidente del Consiglio. In queste condizioni c'è da affidargli la nostra vita.

http://www.comincialitalia.net/

Fate vobis, ogni commento è superfluo

Ultima modifica di PARSI : 26-07-2007 alle 14:15.
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