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Bonino: rimetto mandato nelle mani di Prodi
«Decida il premier se io sono ancora compatibile con la sua proposta. Dibattito ricattatorio sulle pensioni»
ROMA - «Rimetto il mio mandato di ministro nelle mani del presidente del Consiglio». Il ministro del Commercio estero, la radicale Emma Bonino, si prepara a rinunciare all'incarico. «Prodi valuti se io sono compatibile con la sua proposta sulle pensioni. Non sono qui a minacciare alcunchè, tanto meno le dimissioni, ma puramente per rimettere nelle sue mani il mio incarico». Per il ministro della Rosa nel Pugno - che ha ribadito le sue critiche alla trattative in corso tra esecutivo e sindacati sulle pensioni - il governo è ostaggio delle sinistre radicali e ha perso qualsiasi spinta riformatrice. La dimostrazione sarebbe nella trattativa sulla previdenza, che sta portando all'abolizione dello scalone introdotto con la riforma Maroni. Una proposta «risolutiva» di Romano Prodi per chiudere l'accordo è attesa nelle prossime ore.
PRESSIONI A SINISTRA - «Il rischio è che, sulla spinta della sinistra comunista e dei leader sindacali, il nostro Paese, unico nel contesto europeo, operi persino per una riduzione dell'età pensionabile con un aggravamento dei costi complessivi della previdenza», ha affermato la Bonino. residente a decidere se il mio permanere al governo sia opportuno o compatibile con le ragioni stesse del suo compito e mandato o se lo siano le posizioni conservatrici o reazionarie della sinistra comunista e sindacale».
DIBATTITO RICATTATORIO - «Ho mandato una lettera al presidente del Consiglio e l'ho avvertito della mia decisione, deciderà lui se io sono ancora compatibile con le ragioni stesse del compito e mandato del governo o se lo siano le posizioni conservatrici o reazionarie della sinistra comunista e sindacale», ha detto Emma Bonino, nel tardo pomeriggio di martedì in una conferenza stampa organizzata a Roma nella sede dei Radicali. Una bordata che rischia di mandare a gambe all'aria il fragile equilibrio del governo e che arriva dalla Rosa nel Pugno, gruppo che peraltro aveva sempre garantito appoggio a Prodi. Il leader radicale Marco Pannella aveva più volte assicurato che sarebbe stato «l'ultimo dei giapponesi» per il premier. «Il dibattito sulle scelte di questo governo sta avvenendo in modo ricattatorio. E' in gioco il futuro di milioni di giovani, il debito pubblico senza freno, il processo di risanamento dei conti pubblici è stato interrotto - ha detto ancora il ministro - E in un momento cruciale riteniamo sia utile fare chiarezza. Siamo sempre stati convinti che Prodi debba fare scelte nell'interesse del Paese e del suo futuro. E ribadiamo questa richiesta anche oggi: il presidente del Consiglio faccia scelte responsabili».
NESSUNO SVILUPPO - «Sullo scalone - ha ribadito la Bonino - è stata concentrata troppa attenzione. Si tratta degli interessi di 120mila persone, che però incidono con un forte impatto sui conti pubblici. Se decidiamo di inasprire il peso delle pensioni sui conti del Paese significa che non esistono risorse per nessun'altra politica di sostegno e di sviluppo nel nostro Paese».
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"L'uomo Italiano è rimasto l'unico a "vestirsi" veramente. Non ha paura di mostrarsi vanitoso, non si vergogna a profumarsi né a pettinarsi in una certa maniera. (Tom Ford)
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