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DICO, economia e immigrazione
Oggi al lavoro (invece di lavorare) si è discusso di Dico, però non dal punto di vista cattolico o moralista (ovvero non dal punto di vista della sacralità dell'istituzione famiglia, o delle coppie gay) ma dal punto di vista economico.
Ovvero mi chiedo : ammesso che qualsiasi coppia di fatto sia riconosciuta legalmente, quindi abbia gli stessi diritti di una famiglia "old style" che succederebbe dal punto di vista della previdenza e dell'immigrazione?
Premetto che una mia amica avvocatessa mi ha detto che ci vorrebbe ben poco per proclamare una coppia di fatto, e vado con le mie domande :
1) se le coppie di fatto hanno gli stessi diritti delle coppie sposate, hanno anche il diritto alla pensione di reversibilità? Se sì, non si rischia il collasso economico dato che la facilità del riconoscimento della coppia sicuramente porterebbe ad una serie di truffe (già ci sono sulle pensioni di invalidità) e comunque anche senza truffe aumenterebbe il prelievo fiscale sul singolo lavoratore (al momento siamo 2 pensionati per 1 lavoratore, ipotizzo diventerebbero 4 a 1) ;
2) se le coppie di fatto sono così facili da riconoscere, non si rischia che un/a extracomunitario/a si proclami coppia di fatto con un'italiana/o solo per avere il diritto alla cittadinanza, cosa che si verifica già in misura minore con i falsi matrimoni o i matrimoni imposti, con una serie di ripercussioni economiche (un cittadino italiano ha diritto ad una serie di servizi) e di rischi ?
Chiedo scusa se il problema è già stato affrontato
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Cristian  ,il nOUS che invoglia 
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