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Originariamente inviato da lowenz
Scusa me queste sono parole umane per descrivere qualcosa di non umano (anzi l'Altro per eccellezza), di cui nessuno sa nulla con certezza (quindi è assolutamente improprio usare l'indicativo, se non appunto per atto di fede) e che non sappiamo nemmeno se abbia senso ponderare con criteri umani.
Quella che definisci Misericordia divina sei sicuro che sia misericordia come la intendiamo noi?
E così pure siamo sicuri che la Provvidenza divina si esplicita come noi la "codifichiamo" nella dottrina?
Ha senso "codificarla" dicendo quello che Dio "vuole" o "non vuole", "fa" o "non fa"?
Che io sappia l'agire di Dio (per definizione) è imperscrutabile e trascende tutto, e penso vada ben al di là di quello che ha rivelato agli uomini (per chi crede alla Rivelazione), altrimenti Dio sarebbe.....tutto lì! Il che è ovviamente assurdo!
Nessuno può dire con certezza nulla della volontà divina (del resto non avrebbe nemmeno senso fare atti di fede altrimenti) e mi pare che a volte ci si dimentichi che Dio non è semplicemente il "paparino buono" (nel solco dell'ottica cristiana), è prima di tutto qualcosa che trascende tutto e tutti.
Dare per scontato quello che si dà per scontato quando si parla di un uomo (anche solo il fatto di avere una "volontà" che funzioni secondo paradigmi di un uomo qualsiasi) non è certamente corretto quando si parla di Dio, perchè, anche credendo nell'Incarnazione di Dio nella persona di Gesù (con tutto quello che comporta, contenuti della predicazione compresi), resta cmq Dio.
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Caro Lowenz, sono tutti discorsi sicuramente interessanti i tuoi.
Il problema è che, mi pare di capire, per te una discussione ha valore solo nel momento in cui si seguono determinati criteri di scientificità, oggettività, dimostabilità, razionalità.
Quando mi chiedi "
sei sicuro che", cosa mi stai chiedendo?
Mi chiedi di dimostrartelo secondo tali criteri, o mi chiedi di dirti quello in cui credo, quello che secondo me è vero?
Forse il nodo sta nel credere/sentire che esiste una consapevolezza, una certezza che sta in un piano diverso da quello del "metodo scientifico", ma non per questo irrazionale.
Usare la ragione per me non significa limitarsi a quello che viene da determinati canali e con determinati criteri, ma significa porsi in maniera integrale e umana di fronte a delle domande e, nella consapevolezza della propria limitatezze e quindi nell'apertura all'eventuale cambio di direzione, rispondersi in coscienza con la propria verità.
IMHO qui può nascere un confronto molto più prolifico della solita "battaglia delle dimostrazioni".
Certo, un forum è molto limitante per questo