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Originally posted by "buster"
il "debito" dei Paesi poveri freno allo sviluppo? Cosa è stato del condono dei debiti?
L'articolo è vecchio (2000), ma credo ancora attuale
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Qui trovi la posizione ufficiale italiana:
http://www.esteri.it/polestera/cooperaz/index.htm
La legge è la 209 del 25 luglio 2000, seguita dal regolamento d'attuazione.
Riporto un piccolo resoconto:
Con l’adozione del Regolamento di attuazione, è stata resa operativa l’applicazione della legge n.209/2000 per la cancellazione del debito dei paesi più poveri e indebitati (HIPC).
I crediti dei Paesi in via di sviluppo (PVS) a più basso reddito e maggiormente indebitati sono annullati, grazie alle intese raggiunte in sede multilaterale, a condizione che il paese rispetti i diritti umani e le libertà fondamentali, rinunci alla guerra come mezzo per la soluzione delle controversie, contribuisca a ridurre la povertà e si impegni a perseguire il benessere e lo sviluppo sociale.
Oggetto dell’annullamento totale o parziale sono i crediti in conto capitale e in conto interessi.
Il paese beneficiario del provvedimento si impegna a presentare un progetto di utilizzo a scopo sociale del “risparmio” conseguito.
Importante è l’inclusione delle catastrofi naturali e delle crisi umanitarie tra le situazioni di annullamento del credito.
Per i criteri e le modalità di attuazione dell’annullamento del debito, sono necessari accordi intergovernativi bilaterali con il Paese interessato.
La legge prevede non solo l’annullamento, ma anche la rinegoziazione, la riduzione e la conversione del debito.
I Paesi dell’ambito HIPC e IDA, per la stipula e l’efficacia degli accordi intergovernativi bilaterali, devono prima firmare un accordo con i Paesi debitori del Club di Parigi e rispettare le condizioni previste per l’attuazione di tale accordo.
Inoltre i paesi creditori, per raggiungere l’accordo, non devono essere destinatari di deliberazioni di Organizzazioni internazionali ( ONU o UE ) relative a violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e non devono essere in contrasto con il principio del rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie.