Ansa
ROMA - L'immobiliarista romano Danilo Coppola ha tentato il suicidio. Venerdì scorso, secondo quanto si è appreso, si è tagliato le vene nella sua cella nel carcere di Regina Coeli dove è detenuto dal primo marzo scorso per il crack da 130 milioni di euro del suo gruppo.
Coppola è stato subito soccorso dal personale penitenziario e condotto nell'infermeria. Quando le sue condizioni sono migliorate è stato riportato in cella dove, stando alle indiscrezioni, viene guardato a vista. Il gesto dell'immobiliarista sarebbe stato motivato con lo stato di depressione in cui è piombato dopo il suo arresto e per la claustrofobia da cui è affetto.
Sabato scorso Coppola, in carcere per associazione per delinquere, bancarotta, falso in atto pubblico, aggiotaggio e falso in bilancio, ha ricevuto la visita dei suoi legali i quali stanno predisponendo una serie di iniziative per superare le conseguenze legate al crack delle società a lui collegate. In particolare, sono in corso una serie di attività per saldare il cumulo di debiti e per questo gli avvocati dell'immobiliarista hanno deciso di farsi affiancare da un commercialista.
Sulla dinamica di queste attività gli stessi legali hanno già parlato con i pm Giuseppe Cascini, Rodolfo Sabelli e Lucia Lotti, titolari del fascicolo processuale. Nella vicenda giudiziaria sono coinvolte altre sette persone, tra collaboratori e prestanome di Coppola, tutte raggiunte da ordinanze di custodia cautelare, ad eccezione di Andrea Raccis, attualmente irreperibile.
Fa male la vita normale