| 
		Secondo me, qui sfuggono alcuni concetti fondamentali:1) il matrimonio è nato per esigenze di certezza (relativa) della paternità, quando non esistevano altri mezzi per ottenere questo obiettivo, se non una presunzione legale di fedeltà;
 2) i diritti riconosciuti alle coppie sposate NON SONO un premio concesso in cambio dell'assunzione di doveri particolari; i doveri rispondono all'esigenza di cui sopra, i diritti sono stati concessi molto più tardi, semplicemente per aiutare le famiglie, quando l'unica famiglia concepibile dal legislatore era quella formata dai coniugi (ora non è più così);
 3) oggi, dal momento che la funzione precipua del matrimonio è venuta meno (esiste l'esame del DNA), non ha più alcun senso per lo Stato promuoverne l'adozione da parte di due persone che vogliano costruire un nucleo di affetti saldo nel tempo, nè considerarlo una forma di unione in qualsiasi modo privilegiata rispetto alle altre;
 4) il matrimonio religioso è una questione che riguarda solo i credenti, non interessa a nessun altro, non interessa allo Stato, nessuno ha intenzione di toccarlo;
 5) le coppie di fatto e gli omosessuali non stanno chiedendo l'invenzione di un diritto che non esiste: stanno chiedendo il riconoscimento di un diritto che esiste già. Non stanno chiedendo di godere ingiustamente di diritti che dovrebbero essere riservati a qualcun altro: stanno chiedendo di essere riconosciuti per quello che sono, cioè famiglie come tutte le altre.
 Visto che il carattere distintivo della famiglia non è affato la procreazione (altrimenti ne sarebbero fuori le coppie sterili), hanno tutto il diritto di rivendicare questo status.
 E' sufficiente che lo Stato adegui il proprio diritto, pensato in altre epoche, alla situazione esistente oggi, nel 2007.
 Esattamente come è già stato fatto nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia, eliminando residui arcaici come la posizione subalterna della donna rispetto al marito.
 6) la "famiglia tradizionale" non ha alcun merito particolare se non quello di essere, appunto, "tradizionale"; se i cattolici ci tengono tanto a che continui a godere di uno status privilegiato, diamole un marchio speciale, tipo il DOP dei vini o dei formaggi, ma non ha senso che a questo si accompagnino privilegi economici o diritti esclusivi.
 Non si può difendere uno "status quo" portando come unica motivazione una generica opposizione immotivata al cambiamento.
 
				__________________"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960).
 |