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Old 23-02-2007, 18:51   #2
fracarro
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Originariamente inviato da sander4 Guarda i messaggi
Satira e giustizia. Assolta Sabina Guzzanti:Raiot non difammò Mediaset

Sabina Guzzanti non ha diffamato Mediaset,ma anzi ha esercitato il suo sacrosanto diritto di satira. Nel corso della puntata di 'Raiot' del 16 novembre 2003, Sabina Guzzanti, infatti, non esercitò nessun iintento diffamatorio nei confronti della società di Berlusconi, ma si limito' a esercitare correttamente il diritto di critica e di satira. Lo ha stabilito la I sezione civile del Tribunale di Roma, respingendo cosi' la richiesta di risarcimento danni da 20 milioni di euro per diffamazione a mezzo stampa avanzata da Cologno Monzese contro la stessa autrice, Marco Travaglio, Rai e Studio Uno (la societa' che produceva il programma).Per il giudice Anna Maria Pagliari - si legge nella sentenza, depositata a gennaio e diffusa solo oggi - ''le espressioni contestate'' alla Guzzanti da Mediaset e riferite, in particolare, a Retequattro e all'intero gruppo, ''vanno ritenute lecite manifestazioni del diritto di critica e di satira'', anche perche' riferite a personaggi noti e a fatti di rilevanzqa pubblica. Il giudice ha anche condannato Mediaset al pagamento delle
spese processuali.

Per Mediaset, la puntata incriminata
di 'Raiot' si sarebbe risolta in un ''sostanziale comizio
politico'', ricorda la sentenza, facendo della societa' il
''bersaglio principale di una serie di invettive ed accuse
gratuite, infondate e, percio', gravemente lesive''. Nel mirino
dell'azienda erano finite, tra l'altro, le dichiarazioni di
Sabina Guzzanti ''sulla asserita illegalita' di Retequattro'',
sulle ''origini e sulla crescita di Mediaset grazie a protezioni
politiche e ad agganci nel mondo finanziario del suo fondatore''
Berlusconi, ''sull'asservimento agli interessi della societa'
della legislazione in materia tv emanata dal governo'', cioe' la
legge Gasparri.
Per il giudice, invece, ''la visione della trasmissione televisiva
nel suo complesso consente di qualificarne il contenuto come
ironico-satirico'', dal momento che si riscontrano ''tutte le
caratteristiche individuate dalla giurisprudenza di legittimita'
per il riconoscimento del diritto di satira quale forma
particolare del diritto di critica''. Anche il ''carattere
aggressivo'' lamentato da Mediaset ''appare pero' mantenuto nei limiti dell'esimente del diritto di satira ed anche in quelli
piu' stringenti del diritto di critica''. Sempre secondo la
sentenza, la Guzzanti ha affrontato ''un tema ampiamente e
notoriamente dibattuto in ambito sociale, giuridico e
politico'', anche a livello europeo, cioe' l'assetto del sistema
tv in Italia. Inoltre ''sono indubbie la notorieta' dei
personaggi coinvolti nella rappresentazione comico-satirica e la
rilevanza pubblica dei fatti'' e ''nessuna delle affermazioni
contestate'' va al di la' del ''principio di continenza'',
essendo ''intuibile la finalita' della trasmissione di suscitare
al contempo ilarita' e riflessione critica''.
Il giudice ha pero' respinto la richiesta di risarcimento
danni avanzata a sua volta dalla Guzzanti contro Mediaset per la sospensione di 'Raiot', ''condotta riferibile a soggetto
diverso'' (in pratica, la Rai) e quella di Studio Uno in merito
a un presunto reato di calunnia. Mediaset e' stata condannata al
pagamento delle spese processuali liquidate in 35mila euro a
favore dell'attrice, 30mila per Studio Uno; 20mila ciascuno per
la Rai e per Travaglio. Sul caso 'Raiot' Mediaset aveva avviato,
oltre all'azione civile, anche una querela penale per la quale
la procura di Milano ha già chiesto a suo tempo l'archiviazione.

Dopo questo ennesimo successo del Comitato giuridico di Articolo 21, abbiamo chiesto all'Avvocato Domenico D'Amati, presidente del Comitato, una suo commento:
"La sentenza conferma che la Guzzanti ha esercitato correttamente il diritto di critica e di satira con riferimento ad avvenimenti di grande rilievo sociale e politico.
Pertanto, è stata fata giustizia degli attacchi che furono rivolti alla Guzzanti non solo da Mediaset, ma anche da numerosi esponenti politici dell'area berlusconiana, secondo cui non si trattava di un'opera satirica ma di una informazione politica tendenziosa.Anche la RAI cessò la trasmissione della Guzzanti, Raiot, sostenendo che non si sarebbe trattato di un'opera satirica. Ora, l'azienda deve ricredersi e riparare all'errore a suo tempo commesso, ospitando nuovamente Sabina Guzzanti nel suo palinsesto. Questa sentenza, inoltre, rafforza le ragioni di coloro che si battono contro ogni forma di censura."

http://www.articolo21.info/editoriale.php?id=2199


Sono sicuro che rete4, tg5, tg2, studio aperto e giornali della banda di Silvio gli dedicheranno un bel titolo di apertura, in prima serata, informando la gente che queste persone hanno detto cose vere e dimostrate nelle loro trasmissioni, prima di essere sbattuti fuori.

Sia lei che Luttazzi, entrambi usciti vincitori (Luttazzi nel processo per Satyricon che si è concluso tempo fa, in cui Berl. chiedeva soldi pure a Travaglio) perchè avevano detto cose vere.

O forse sono troppo ottimista... forse questa notizia sarà completamente e volutamente ignorata?

Inoltre per chi ha tanti miliardi come Silvio, cosa è pagare le spese processuali di qualche milioncino?

Vuoi mettere epurare qualcuno dicendo che dice "bugie" e poi denunciarlo pure chiedendogli una marea di miliardi? E poi perdere la causa, e continuare anche dopo a dire che erano bugie, senza nessuno che lo smentisca?
Non ha prezzo.
Questa è L'italia. Che tristezza. Comunque vedrai che diranno che è colpa delle toghe rosse.
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