allora, mi sono ricordata di aver già postato poco tempo fa le stesse nozioni su un altro forum, in una discussione dove c'erano utenti che sostenevano che parlare in dialetto era sinonimo di ignoranza e poca cultura... ovviamente nelle persone che fanno certe affermazioni, l'ignoranza fa da padrona..

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vi faccio direttamente copia incolla per comodità

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i dialetti sono delle vere e proprie lingue, a tutti gli effetti, ben più antiche dell'italiano standard, che si chiama così proprio perchè è una lingua decisa a tavolino. i dialetti non sono quindi un italiano storpiato, ma gli antenati nobili di quest'ultimo.
c'è comunque da fare delle distinzioni: i cosiddetti accenti non sono dialetti, ma vengono definiti italiano regionale: sono la risultante di alcune regole sintattiche e fonetiche dei vari dialetti più affermati nella regione applicate all'italiano standard.
i dialetti sono nati durante l'espansione dell'impero romano, l'italiano standard risale solo all'unificazione di italia (1810 d.c. circa...). come lingua ufficiale per questa italia unita venne scelto il fiorentino, pian piano, nel corso del tempo, privato di connotazioni troppo tipiche e adattato in maniera tale da avere delle caretteristiche più "malleabili" e più facili da acquisire per tutto il resto delle regioni.
i dialetti sono un patrimonio preziosissimo ed estremamente vario della nostra penisola che va tutelato perchè sta andando scomparendo.. ci sono inoltre dei fenomeni curiosi per cui alcune cadenze danno l'idea di colto ed altre cadenze (o dei veri e propri dialetti) evochino una sensazione di ignoranza.. ci sono molti studi al riguardo, ma ve li risparmio perchè non la finirei più..
il fiorentino (come il dialetto di altre città toscane) è un dialetto, certo che lo è, ma ha una grossa somiglianza e coincidenza di termini con l'italiano standard per i motivi suddetti.. ciò che lo distingue è soprattutto la fonetica (però in certi casi pure la sintassi), ma anche alcuni termini.. mi fece sorridere il mio prof di dialettologia che come primo esempio di dialetto fiorentino citò: "sono il trombaio. son venuto per l'acquaio".... trombaio=idraulico; acquaio=lavandino di cucina.
ovviamente l'italiano standard è stato creato per avere una lingua in comune con cui comunicare, quindi molte volte può essere segno di maleducazione parlare nel proprio dialetto con qualcuno che non lo conosce affatto.. ma in casi diversi il dialetto come detto è una lingua a tutti gli effetti che non deve essere disprezzata.. considerare il dialetto una caratteristica di ignoranza della persona che lo usa, è una dimostrazione di ignoranza verso la storia della lingua italiana..
le motivazioni per la scelta del fiorentino:
(per esser sicura di non sbagliare cito direttamente dal manuale)
"Ci sono molte ragioni che spiegano il successo del toscano, e in particolare del fiorentino, anche fuori dai confini regionali. Il fattore letterario -la straordinaria stagione delle "tre Corone": Dante, Petrarca e Boccaccio- fu molto importante ma non il più importante, anche perchè il prodotto letterario aveva all'epoca una circolazione limitata. Le ragioni sono più generali, e sono di ordine generalmente politico, economico e culturale.
Dal punto di vista politico, la precoce costituzione in Comune aveva favorito fin dal secolo XII lo sviluppo di numerose e fiorenti attività mercantili e artigianali; ma fu soprattutto nel corso del Quattrocento che si evidenziò l'importanza politica di Firenze nello scacchiere italiano e internazionale. Con la pace di Lodi (1454), Firenze giunse addirittura a ricoprire il ruolo ago della bilancia e, soprattutto con Lorenzo il Magnifico, di garante della pace tra gli Stati italiani.
Dal punto di vista economico, il segreto della grande espansione politica di Firenze (...) va cercato nel rapporto economico con il mondo rurale, che veniva sempre più egemonizzato dal centro urbano, verso il quale venivano convogliati redditi e risorse. (...)L'istituto delle corporazioni fu, in questo senso, funzionale al sorgere di un patriziato che controllava le "arti maggiori": la signoria dei Medici non fece che decretare e rendere permamente, polarizzandola su di sè, la convergenza di interessi tra la borghesia finanziaria e mercantile e la vecchia aristocrazia. Sta di fatto che tra la fine del XIII e il XIV secolo l'economia fiorentina conobbe uno sviluppo straordinario: gli istituti di credito gestiti da banchieri come i Bardi e i Peruzzi diventarono potenze economiche a livello europeo, tanto che il fiorino -la moneta d'oro di Firenze- fu per lungo tempo la moneta forte d'Europoa.
Dal punto di vista culturale, il periodo che va dalla fine del XII secolo al Cinquecento fu per Firenze un momento di eccezionale vitalità: si concentrarono nella città tutte le maggiori intelligenze creative, provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa, in ogni campo delle arti e del sapere. Firenze divenne così il cuore dell'Umanesimo e del Rinascimento: non solo nelle lettere, (...) ma anche nella scultura, nella pittura, nell'architettura.(...)
(...) Il volgare fiorentino, così, viene di fatto considerato il più adeguato per la produzione letteraria. Si noti bene: per la produzione letteraria, cioè per un uso (...) scritto e non orale; e, all'interno della scrittura, per uso "letterario", e non, poniamo, per usi amministrativi o notarili, per i quali il latino continua e continuerà a essere impiegato ancora per secoli."
...Ci sarebbe poi la questione del "quale fiorentino?"... ma è un discorso ancora più lungo e mi sparereste!!!