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Old 12-01-2007, 11:38   #51
LucaTortuga
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Iscritto dal: Sep 2002
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Originariamente inviato da Swisström
Kyoto non è l'unico modo per "ridurre i danni ambientali", gli USA (esempio) posso benissimo ridurre le emissioni pure senza far parte del protocollo di kyoto.
Non sarà l'unico modo, ma continuo a non vedere validi motivi (se non puramente egoistici) per non aderire.

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Originariamente inviato da Swisström
Tralascio i commenti sulle imminenti "catastrofi ambientali" (per cui vale il discorso di prima). Uno stato può semplicemente decidere di ridurre le emissioni per proprio conto in modo accettabile, senza quindi dover proporre tasse e imposte per raggiungere risultati improponibili.
In questo modo favorerirà anche la propria economia, e potrà continuare con questi piccoli sforzi sul lungo periodo (oltre ad altri ovvi vantaggi, che non sto ad elencare, che porta la crescita economica).
In modo "accettabile" per chi?
Ma cos'è sta paura di tasse e imposte. Sono solo soldi che il privato cede alla comunità per perseguire un interesse comune (anche suo).
I vantaggi della crescita economica?? Vantaggi superflui, a fronte di svantaggi estremamente pesanti (che probabilmente non subiremo noi, ma le generazioni future, quindi chissenefrega, giusto?).

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Originariamente inviato da Swisström
Avete bisogno di uno stimolo? Allora la situazione non è tanto grave.
Anche le persone hanno bisogno di stimoli (multe) per adottare comportamenti (cinture di sicurezza in auto) che vanno a loro esclusivo vantaggio e che sarebbero comunque doverosi considerando il rischio.
La differenza è che se uno non mette la cintura si fa male solo lui.
Se uno stato se ne sbatte di ridurre l'inquinamento, ne ha un immediato vantaggio economico soltanto lui: i danni ambientali, invece, ce li becchiamo tutti.
Evidentemente ci vogliono stimoli enormi (megamulte, embarghi economici) perchè uno stato decida di ragionare in termini più lungimiranti (comunque a proprio vantaggio, anche se fa finta di non capirlo).

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Originariamente inviato da Swisström
Oppure l'unico motivo è la paura di veder calpestata l'opinione dei propri cittadini (chiamasi democrazia) in nome di una fantomatica "giustizia internazionale" e di principi che non sono i "nostri"/loro ?
I principi si possono discutere (a parte quelli fondamentali) e ci si può mettere d'accordo, così come hanno fatto gli stati aderenti al tribunale internazionale il quale giudica sulla base di principi condivisi.
Chiamarsi fuori è solo indice di arroganza, insofferenza alle regole e coda di paglia (ricorda molto da vicino l'atteggiamento processuale di un noto ex-presidente del consiglio).
Ti ricordo che gli USA pretendono di giudicare chi commette reati sul loro territorio, ma, allo stesso tempo, pretendono di sottrarre alla giustizia di paesi stranieri i cittadini americani che commettono reati all'estero.
Questa sì che è una cosa insensata, da camorristi di quartiere.
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960).
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