"Difendo le donne musulmane": Santanché: una lettera non mi ferma
"Questa è l'ora della mia liberazione. E poi, "è giunta la tua ora"'. Questo il messaggio minatorio inviato a Daniela Santanchè per la sua battaglia anti-velo. La lettera accompagnata da tre fotografie, una del regista ammazzato Theo Van Gogh, un'altra della deputata olandese Hirsi Ali costretta a vivere in clandestinità e una terza di una donna completamente velata, non lascia spazio ad equivoci.
Nel mirino c'è il libro della parlamentare di An "La donna negata, dall'infibulazione alla liberazione", e la sua battaglia per i diritti delle donne musulmane. Ma la Santanchè non si lascia intimidire: "Non intendo abbassare il capo – spiega – non basta una lettera per farmi cambiare idea".
Onorevole, che ne pensa di queste minacce?
"L'ho presa con preoccupazione, ma non intendo abbassare il capo. Non basta una lettera per farmi cambiare idea".
Intanto, la sua presa di posizione contro il velo sta provocando reazioni spiacevoli. Se potesse tornare indietro direbbe le stesse cose?
"Assolutamente si. Tra l'altro sostenere che il velo non è un simbolo religioso non è una mia invenzione, ma fa parte delle interpretazioni moderate che studiano il Corano".
Quindi?
"Quindi continuo a difendere i diritti delle donne musulmane, non faccio il loro gioco e vado avanti per la mia strada".
Dopo le accuse ricevute dall'imam Alì Abu Shwaima vive sotto scorta da qualche mese. Come si sente?
"Sono serena, vado avanti. Mi sento protetta dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine e non intendo fermarmi."
Chiaramente leggerò che lei possono minacciarla perchè dice cagate!
Ma farà piacere sapere che Magdi Allam ha, pendenti sulla sua capoccia, parecchie Fatwa (se si scrive così).