Bloccato petrolio russo a Germania e Polonia
Fermo l'oleodotto Druzhba, che raggiunge i due Paesi passando per la Bielorussia. Il combustibile da questa notte, non arriva più
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MOSCA (RUSSIA) - Riparte la guerra (economica) dell'energia in Europa. I rifornimenti petroliferi della Russia alla Polonia e alla Germania sono stati bloccati stanotte come ritorsione da parte della Bielorussia all'aumento dei prezzi del petrolio deciso da Mosca. Si tratta dei rifornimenti che passano per l'oleodotto Druzhba, che parte dagli Urali e a sud raggiunge l'Ucraina, mentre a nord passa per la Bielorussia e arriva in Polonia e Germania.
OLEODOTTO BLOCCATO - «I rifornimenti che attraverso l'oleodotto Druzhba arrivano in Polonia e Germania - fa sapere il portavoce dell'oleodotto polacco che è gestito dalla compagnia petrolifera Pern - sono stati interrotti stanotte. Abbiamo inviato una lettera alla Bielorussia per chiedere spiegazioni. Al momento non conosciamo le ragioni dell'arresto». Secondo la tv polacca Tvn24 i problemi nei rifornimenti sono collegati alla disputa sui prezzi dell'energia tra Minsk e Mosca. La Bielorussia ha ufficialmente richiesto un dazio di transito al petrolio russo diretto verso l'Europa. Una soluzione che sembrava potesse essere trovata nei giorni scorsi, ma il blocco di oggi ha riaperto la crisi.
LA CRISI TRA MINSK E MOSCA - Il blocco dell'oleodotto è quindi il primo atto della guerra del petrolio tra Russia e Bielorussia. Guerra di cui a farne le spese rischiano di essere i Paesi occidentali. Dopo aver raggiunto a fine dicembre un accordo sulle tariffe del gas venduto da Mosca, accordo conclusosi con un sostanzioso aumento dei prezzi, il dittatore bielorusso Alexander Lukashenko aveva infatti manifestato nei giorni scorsi l'intenzione di imporre una tassa sul petrolio che transita sul suo territorio, tassa necessaria per compensare l'aumento delle tariffe doganali sull'export di greggio disposto dai russi.
Lukashenko voleva infatti imporre una tassa di 45 dollari per tonnellata di petrolio circolante in Bielorussia, per guadagnare la cifra di 3 miliardi di dollari l'anno, in modo da compensare quasi del tutto l'aumento complessivo di 3,6 miliardi di dollari del prezzo del petrolio importato da Mosca. Dopo il no di Mosca alla richiesta di concedergli uno sconto sugli aumenti Lukashenko aveva minacciato ritorsioni per convincere il governo russo. Non escludendo il blocco del transito del petrolio che passa sul suo territorio.
08 gennaio 2007
Fonte Corriere della Sera
Meno male che quest'inverno è caldo