Vietare la vendita di alcol dall’1 di notte alle 6 del mattino: la proposta di legge approvata dalla terza commissione del consiglio regionale ha sollevato un vespaio di critiche. Immediata la protesta, anche a Padova e provincia, dei titolari delle 45 discoteche, dei 250 locali pubblici di ogni sorta che restano aperti sino alle due e dei 50 bar che chiudono oltre le due di notte. I gestori hanno già preso i primi contatti con i dirigenti delle rispettive associazioni di categoria sollecitandoli ad una mobilitazione generale.
«Siamo alla follia politica», sottolinea Anna Maria Maniero, contitolare del Lax - Ostriche e Champagne, di via Volturno. «Frequento Londra da anni. Dopo il proibizionismo cancellato con l’avvento del governo di Tony Blair, nei pub le bevande alcoliche si possono bere sino all’alba. Non servire vino, birra e liquori già all’una di notte significherebbe mettere in ginocchio la categoria, costretta a rivedere l’intera gestione: i locali pubblici lavorano molto alla sera, e non possono accettare un simile divieto».
Di tono diverso il giudizio di Mauro Marini, un giovane ex-carabiniere che gestisce il bar Zanellato. «Sono il primo a dire che l’alcol, se preso senza moderazione, è una droga e fa davvero male. Anzi, è la causa principale degli incidenti stradali», dice Marini-. «Sono d’accordo, quindi, a fare qualcosa per arginare l’abuso dell’alcol, in particolare quando ci sono di mezzo i giovanissimi. Ma questa non è la strada giusta. Secondo me bisognerebbe applicare anche in Italia la stessa normativa in vigore negli Stati Uniti ed in Giappone: ossia non servire alcool ai minori di 21 anni, l’età della consapevolezza».
Andrea Massaggia, contitolare di Villa Barbieri e del locale di tendenza «Q» di Piazza Insurrezione, è ancora più categorico. «Questa nuova legge, se effettivamente sarà approvata, farà chiudere nel Veneto migliaia di locali tra night club, discoteche, lap dance e bar notturni», sostiene. «Torneremo ai tempi bui di dieci anni fa, quando i politici volevano farci chiudere alle due di notte. E’ una scelta che non servirà a niente perché i giovani cominceranno ad andare a bere birra, vino, spritz e liquori vari al di fuori del Veneto». Insomma, c’è chi scommette su comitive di trevigiani e veneziani delle zone di San Donà e Portogruaro, pronti all’esodo di massa verso le osterie del vicino Friuli; mentre i padovani, i vicentini e i veronesi prenderebbero la strada dei locali dell’Emilia-Romagna e del Trentino. E tutto questo per il piacere della trasgressione, con il rischio di aumentare ulteriormente gli incidenti stradali. Il segretario dell’Appe ricorda un particolare di non poco conto. «La nuova legge avrà risvolti incredibili anche sulla gestione dei ristoranti della Regione (circa 7.500), specialmente nei mesi estivi e nelle località turistiche, quando si resta a cena anche dopo l’una», afferma Angelo Luni. Scaduta l’ora fatidica l’oste andrà al tavolo del cliente e gli dovrà portare via il vino ancora in bottiglia? No, cari signori del centro-sinistra e del centro-destra (la legge è bipartisan). Noi dell’Appe non ci stiamo. In settimana il nostro presidente regionale, Erminio Alajmo, incontrerà sia il presidente Giancarlo Galan che il vice-presidente Luca Zaia per bloccare i consiglieri della III commissione che stanno preparando un disegno di legge così assurdo».
(18 dicembre 2006)
http://espresso.repubblica.it/dettag...-alcol/1458890