GINEVRA - I maggiori clienti stranieri delle baby prostitute in Kenia sono italiani. Lo afferma un rapporto dell'Unicef. I connazionali sono seguiti dai tedeschi (14%) e dagli svizzeri (12%), anche se la percentuale maggiore (38%) è composta proprio da keniani, ma perché i locali che lavorano nel settore turistico costringono i minori ad avere rapporti con loro per poter accedere agli stranieri.
UNA RAGAZZA SU TRE NELLA ZONA COSTIERA - Oltre 15 mila ragazzine tra i 12 e i 18 anni si prostituiscono, anche se non abitualmente, nella zona costiera del Kenya dove è maggiore l'afflusso di turisti, in cambio di soldi o regali. Il fenomeno, si afferma nello studio realizzato dall'Agenzia dell'Onu per la protezione dell'infanzia e dal governo di Nairobi, riguarda il 30% delle adolescenti che vivono nell'area. La prostituzione è la principale attività per 2-3 mila ragazzi e ragazze che vivono nella zona della costa.
UNICEF: «TOLLERANZA ZERO» - «È inaccettabile. L'Unicef ritiene che è venuto il momento per imporre la tolleranza zero, in particolare per ciò che riguarda le violenze sessuali nei confronti dei minori», ha dichiarato il portavoce dell'organizzazione Michael Bociurkiw. Secondo l'Unicef è necessario porre fine alla tolleranza culturale nei confronti della prostituzione minorile nelle zone turistiche del Kenia. Lo studio afferma che un'altissima percentuale, pari al 75%, delle persone coinvolte nell'attività turistica accetta l'idea della prostituzione minorile femminile, e il 60% pensa lo stesso di quella maschile. «I minori sono spesso costretti ad avere rapporti sessuali con keniani - addetti alla spiaggia, personale dei bar, camerieri - per avere accesso ai turisti», denuncia il rapporto dell'Unicef che lancia un appello alle autorità del Kenia, alla società civile e all'industria turistica a unire i rispettivi sforzi per lottare contro il fenomeno della prostituzione infantile.
19 dicembre 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...19/kenia.shtml