Quote:
Originariamente inviato da ekerazha
si denota un'invasione di "guru Linux del quartierino" [...] le quali conoscenze tecniche generali [...] rasentano spesso lo zero assoluto [...] sono spesso arroganti e molto maleducate [...] quando incontro gente del genere avverto spesso una sensazione di *vergogna* nell'appartenere alla comunità Linux [...] comunità, che man mano che si allarga e che Linux si diffonde, sembra ogni giorno più imbarazzante
|
Certa gente è ovunque e usa qualsiasi sistema. Ma se su Windows posso capire un'ignoranza generica dovuta alla natura del sistema stesso, sotto GNU/Linux non la capisco, non la accetto e non la rispetto. Ci sono cose che bisogna sapere e di cui bisogna tener conto quando si sceglie questo sistema. Se le si ignora, pur spronati da utenti che fanno di tutto per informare, si è più inutili del più inutile utente Windows. Se poi uno ha pazienza ed arguzia per informarsi, poco importa il sistema che usa. L'importante è evitare di credersi bravi: leggo di certi idioti che parlano di se come di una sorta di "vecchia scuola" di GNU/Linux, quasi a volersi ergere a maestri di un passato meccanico che redarguiscono i nipoti dell'era digitale. Tutte stronzate, la bravura si vede sul campo. E anche l'altruismo. Certo, capita più facilmente che sia un utente Windows a credersi un hacker navigato solo perché cambia gli headers di una email con telnet, ma dopotutto è un atteggiamento generalizzato. Preferisco chi sa di non sapere e umilmente condivide ogni piccola cosa che impara, rispetto a chi pretende di essere custode di un segreto di Fatima che non interessa a nessuno. Tanto poi, alla fine, i nodi vengono al pettine e la decantata "vecchia scuola" si scopre essere un ospizio di utenti spaesati, sprovveduti, che stavano zitti non perchè saggi ma perchè non avevano niente da dire.
Per quanto riguarda la comunità, non ho molto da aggiungere: GNU/Linux cresce e cresce l'utenza, che in dote porta inizialmente solo un carico di ovvietà e inutile inesperienza. Però alcuni hanno modo di crescere informaticamente in modo molto rapido e presto diventano una risorsa e un "megafono" di questa stessa comunità. Chi poi ha un animo sensibile all'altruismo, tende a sfruttare le proprie conoscenze per il bene di tutti e fa, nei limiti delle proprie capacità, informazione. Condivide, consiglia, controlla, contribuisce. Questo genere di utenti rendono la comunità viva e me contento di farne parte. Inutile dire che raramente si tratta degli stessi che amano scrivere "
...xyz rulez..." e stronzate del genere.
Se proprio devo etichettare l'utenza, posso dire che ne odio due tipi: quelli paraculi che pretendono un GNU/Linux uguale a Windows ma gratis e con un helpdesk volontario attivo 24 ore su 24, e quelli che definiscono "estremisti" tutti coloro che pongono l'accento su ciò che riguarda la natura, la filosofia e la storia del sistema. Senza il software libero, senza GNU, senza la FSF, senza la possibilità di slegarsi dalle logiche di un certo modo di vedere il software, non sarebbe nato il frutto che chiamiamo GNU/Linux. Trovo patetico chi coglie quel frutto ma snobba l'albero a cui era attaccato. Non solo perché sputa nel piatto in cui mangia, ma soprattutto perché è un pericolo per la comunità: la sua ignoranza e il suo modo egoista di vedere le cose tendono a confortare ed attrarre gli altri potenziali imbecilli che gravitano nella galassia GNU/Linux.
Di "guru del quartierino" ne incontro, ma sono pochi. Sono esaltati dalle possibilità del sistema ma ancora incapaci di argomentarle. Mi piace pensare che, una volta acquisite le giuste conoscenze, contribuiranno alla comunità. Alcuni lo fanno, altri rinunciano, altri diventano i suddetti appartenenti alla "vecchia scuola" che centellinano parole come se fossero profeti. In fin dei conti, ci vuole solo voglia di fare e tanta umiltà. Chi parte pigro, critico o rompipalle, è giusto venga maltrattato (informaticamente, intendo) e lasciato a se stesso.