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Originariamente inviato da Zorcan
Diciamo che se per "integralista" definiamo chi vorrebbe driver e specifiche libere, oltre che assenza di brevetti, e considera sbagliato rendere permanente la temporanea coesistenza di software libero con software non-libero, allora sono nettamente un integralista. Tendo ad offendermi solo quando mi ci chiama qualcuno che non contesta nel merito ma l'opportunità: la politica dell'open source piace più di quella del software libero perchè permette di avere moglie ubriaca e botte piena, senza stare a porsi troppi problemi. Tuttavia è abbastanza chiaro che il software libero e quello aperto morirebbero se si lasciasse via libera ad un'ibridazione permanente col software proprietario. E' naturale, lo vediamo tutti i giorni, secondo voi perchè ho in firma quel link alla diatriba su Opera e Ubuntu? Tengo quel link per far notare che non basta ciarlare di software open-source per garantire un certo margine di libertà alla gente. Oggi è Opera, domani Winrar, poi qualche altra vagonata di software. E alla fine, il sistema GNU/Linux e la sua inutile GPL possono andare a farsi benedire. Siccome so che la tentazione di scavarsi una nicchia nell'open source e bollare tutto il resto come "integralismo" è forte, ritengo doveroso informare le persone. L'open source è bello ma non basta, è inutile "ubuntizzarsi" parlando di libertà e umanità quando poi, all'atto pratico, avvengono cose preoccupanti. Se poi questa ipocrisia porta a definire altri come "integralisti", la situazione diventa quasi grottesca, visto che gli "integralisti" sono gli unici che pongono un freno alla deriva malata del software. 
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il mio integralismo era come dire: l'equilibrio è necessario. gli oltranzisti a go go non mi interessano.
Ne ubuntismi, ma neanche strapparsi i capelli perche c'è qualche software non free in debian