Il Vicepremier: «Basta buttare soldi in un modello sbagliato»
Piano «anti-Malpensa», la rivolta del Nord
«Tallone d'Achille per Alitalia». Poi Rutelli spiega: non sono a favore di uno degli scali
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ROMA — Scoppia il duello Malpensa-Fiumicino per il rilancio di Alitalia. È il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli, in un documento riservato elaborato dal dipartimento del Turismo e destinato al premier Prodi, ad aprire le danze. Per il vicepremier «Malpensa è il tallone d'Achille della compagnia», quindi propone di puntare su un solo hub intercontinentale (Fiumicino) e di allearsi con un partner asiatico. Rutelli, aprendo così vecchie ferite, basa i suoi ragionamenti su dati forniti da Assaeroporti: dal 2000 al 2005 tutti gli scali italiani sono cresciuti (la media è del 23% con Fiumicino al più 9%), mentre Malpensa è la sola ad aver perduto passeggeri (-5%). Inoltre, si legge nel «piano-Rutelli», anticipato dal Sole 24 Ore, Alitalia ha cominciato ad andare sempre in rosso dal 1999, proprio l'anno successivo all'apertura dello scalo lombardo. E da allora non si è più ripresa
■ Il confronto fra i due scali
L'INCONTRO — La reazione del Nord alle parole del vicepremier, proprio a pochi giorni dall'incontro tra Prodi e l'ad di Alitalia Giancarlo Cimoli, è stata immediata e durissima cementando le più diverse posizioni politiche in una unica bandiera per difendere l'hub lombardo. A nulla sono servite le precisazioni arrivate nel pomeriggio di ieri dallo stesso Rutelli. «Bisogna scongiurare polemiche — ha affermato — non sono pro-Fiumicino e contro Malpensa ma se non vogliamo continuare a buttare miliardi in un modello operativo sbagliato è bene passare a un modello point to point e ad un network di aeroporti». E così la Lega Nord è scattata con il deputato Paolo Grimoldi in testa che accusa la «coppia Rutelli-Veltroni» di rubare al Nord — «compreso il cinema di Venezia a vantaggio di Roma» e li invita a «mettere la mani giù da Malpensa». È sceso in campo anche il potente governatore della Lombardia Roberto Formigoni. «Finalmente il governo ha gettato la maschera — ha detto — ora è chiaro che, per ragioni di clientelismo, sceglie Fiumicino e abbandona Malpensa con i suoi 30 milioni di passeggeri». Anche Formigoni si appella alle cifre per dimostrare come «il 70% dei biglietti staccati sono delle nostre regioni e quindi se Alitalia vuol rilanciarsi deve puntare proprio al Nord». Persino Roberto Caputo, consigliere provinciale a Milano della Margherita, prende le distanze dal vicepremier nonché suo compagno di partito. Per lui, «Rutelli non perde il vizio di dimostrare di essere romanocentrico, di conoscere poco il Nord e le questioni aeroportuali, non è Malpensa ad aver messo in crisi Alitalia ma esattamente il contrario». E, seguendo questa linea, il consigliere lombardo di Forza Italia Stefano Maullu lancia una soluzione radicale: «Alitalia se ne vada davvero da Malpensa, liberi gli slot anche di Linate così la Lombardia potrà individuare un grande vettore internazionale che copra l'espansione economica del Nord Italia».
IL PIANO — Il «piano-Rutelli» raccoglie l'adesione del governatore del Lazio Marrazzo, del sottosegretario verde all'economia Paolo Cento e del sindacato dei piloti Sult. Diviso lungo la filiera Nord-Sud anche il mondo Cgil. Nino Cortorillo, segretario lombardo Filt, ritiene che le dichiarazioni di Rutelli siano «stupefacenti, poggiano su dati falsi con conseguenti strategie sbagliate». Il «suo» segretario nazionale Mauro Rossi, chiede «prima» la rianimazione industriale di Alitalia con un nuovo management e «poi» la ricerca di eventuali alleanze. Il faccia a faccia tra Prodi e Cimoli è previsto tra domani e mercoledì, prima del cda Alitalia convocato giovedì.
Roberto Bagnoli
16 ottobre 2006