SUDAN 29/7/2006 11.39
DARFUR, ANCORA SCONTRI TRA FORZE GOVERNATIVE E RIBELLI
Le forze sudanesi e le milizie arabe filo-governative janjaweed hanno attaccato nel Darfur le basi del ‘Fronte di salvezza nazionale’ (Nrf), la nuova alleanza antigovernativa di tre gruppi ribelli della regione occidentale contrari alla proposta di pace dell’Unione africana (Ua) siglata il 5 maggio scorso: lo hanno riferito osservatori dell’Ua. L’episodio è stato condannato da Jan Pronk, inviato speciale del Segretario generale dell’Onu in Sudan, e dall’ambasciatore Baba Gana Kinbige, delegato per il Sudan del presidente della Commissione dell’Ua. “Siamo profondamente preoccupati – si legge in un comunicato congiunto – riguardo al destino della popolazione civile nella zona. Invitiamo le parti coinvolte nei combattimenti a mantenere gli impegni assunti e a garantire la sicurezza dei civili”. Gli scontri sono avvenuti a Jabel Moun, un’area montuosa al confine tra il Sudan e il Ciad, e a Kulkul, 35 chilometri a nord dalla principale città del Nord Darfur, el-Fasher. Secondo un comandante ribelle – le cui dichiarazioni sono prive di riscontri indipendenti - aeroplani Antonov e tre elicotteri militari avrebbero bombardato la zona, costringendo centinaia di civili ad abbandonare le proprie abitazioni e a cercare rifugio a el-Fasher. L’esercito ha invece negato l’uso di qualsiasi velivolo militare o il coinvolgimento di milizie janjaweed. “Abbiamo mosso una forza amministrativa da el-Fasher che è stata assalita dall’Nrf nei pressi di Kulkul” ha detto un portavoce dell’esercito sudanese, aggiungendo: “A Jabel Moun abbiamo forze di sicurezza nei punti di ingresso e di entrata per fermare le forze dei ribelli che saccheggiano i civili e questi scontri avvengono quotidianamente”.
Siglando l’accordo di pace ad Abuja, in Nigeria, il governo di Khartoum si era impegnato al disarmo dei janjaweed, accusati dal 2003 di violenze contro la popolazione nera nella regione occidentale del Darfur. I due diplomatici hanno perciò richiamato le parti a rispettare gli impegni assunti, ricordando che è difficile determinare i responsabili di questi episodi: “Questo è tipico di incidenti che dovrebbero essere indagati da una commissione su il cessate-il-fuoco”, ma i firmatari dell’accordo di maggio hanno rifiutato una commissione indipendente sulla violazione della tregua e ciò “rende difficile indagini veloci e complete”.
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