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parco nazionale del Pollino, cresce protesta per la gestione
Aumentano le adesioni all'Appello
Cresce la protesta per la gestione del Parco nazionale del Pollino
Appello-petizione inviato al ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio dall'Organizzazione lucana ambientalista. Vi aderisce anche il Comitato Parchi
«Lupi uccisi, bracconaggio, grifoni avvelenati, cervi fucilati, pini loricati bruciati, incendi, centri visita e punti informativi chiusi, centrali a biomassa, idroelettriche sul fiume Lao, eolico, strade di montagna asfaltate, recinzioni, spazzatura, cementificazione della montagna, sentieri senza segnaletica, mulattiere occupate dai rovi, turisti che si perdono e perdono la vita, rifugi di montagna abbandonati, teatri e gabinetti in montagna, servizi turistici inadeguati, emarginazione dell'associazionismo, emarginazione delle risorse intellettuali, emarginazione culturale delle nuove generazioni dai processi culturali: più che un parco sembra il bollettino di un territorio invaso dai nuovi barbari». È questo l'incipit di un Appello-petizione inviato al ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio dall'Organizzazione lucana ambientalista.
All'appello hanno aderito già 32 associazioni ambientaliste a cui si aggiunge ora anche il Comitato Parchi che «aderisce con piena convinzione all'appello degli Ambientalisti Lucani e Calabresi per il Parco del Pollino, che mette a nudo la triste, se non tragica situazione del più importante Parco Nazionale del nostro Mezzogiorno, frutto di una disastrosa strategia politica che, partendo dal violento attacco del 2002 al Parco d'Abruzzo, ha tentato di smantellare, nel giro di un lustro, l'intero "sistema" delle Aree Protette del nostro Paese, faticosamente costruito dopo mezzo secolo di durissimo impegno, certamente una delle più nobili e meritorie realizzazioni dell'Italia alle soglie del Terzo Millennio».
Un'iniziativa che ha fatto scuola, come ha sottolineato il Comitato Parchi che l'ha spesso portata ad esempio «insieme ad altre lotte analoghe (prima tra tutte la storica barricata vittoriosa contro un nucleare "democraticamente" imposto) del rifiuto che si può, e si deve sempre opporre, con franchezza, coerenza e tenacia, a qualsiasi nuovo barbaro tentativo di assalto, appropriazione, disgregazione e devastazione del patrimonio comune a noi tramandato e affidato in custodia».
Secondo il Comitato Parchi «grazie a queste forze spontanee, il Pollino potrà risorgere anche a dispetto degli intoppi sparsi sul suo cammino dalle evidenti degenerazioni di politica, burocrazia e tecnocrazia, affarismo e speculazione, egoismi e abusi, fuga dalle responsabilità e carrierismo sfrenato, ragionerismo acuto e scientismo non disinteressato, contaminazioni e intrecci con il potere».
(04 Luglio 2006)
(Villaggio Globale)
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