eppure il Consiglio d'Europa aveva fatto presente la gravità di quanto stava accadendo in Russia:
Strasburgo. Il Consiglio d’Europa (Coe) ha deciso di scrivere al sindaco di Mosca affinché non impedisca il primo gay Pride russo, previsto per la fine di Maggio.
Secondo Giovanni di Stasi, presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Coe, il sindaco Luzhkov, impedendo l’evento, violerebbe gli articolo 10, 11 e 14 della Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo.
Fonte: gay.it
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/...lio.asp?i=3518
E' piuttosto chiaro che anche in Russia la pubblica amministrazione sia in mano non alla politica, ma alla religione...
Mosca. D’accordo con il sindaco Luzhkov, che nei giorni scorso ha ufficialmente vietato il primo gay pride moscovita, non solo alcuni esponenti politici come ad esempio Natalia Narocnizkaja (deputata del partito Rodina, in russo Patria), ma anche alcuni esponenti religiosi.
È giusto precisare a tal proposito che nei mesi scorsi, diversi sono stati gli esponenti religiosi che hanno manifestato pubblicamente la propria omofobia.
Oggi, dopo le polemiche dei mesi scorsi (portate avanti anche da alcuni politici dell’Unione Europea), Ravil Gainutdin (capo dei Mufti russi, gli stessi che nei mesi scorsi predicano l’uccisione di gay e lesbiche) ha scritto all’amministrazione cittadina per ringraziarla dell’opposizione messa in atto contro la prima sfilata per l’orgoglio omosessuale russo.
Oltre a ringraziare l’amministrazione Luzhkov l’esponente religioso ha chiesto di “proteggere i musulmani ed i loro figli dall'irruzione pubblica di ideali distruttivi per la nostra società, ideali indirizzati alla distruzione della base della società - la famiglia – nonché alla cessazione delle nascite”.
Ma non solo i musulmani, come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, si sono opposti al pride; oltre agli ebrei anche i cristiani cattolici, grazie all’arcivescovo Antonio Mennini (rappresentante del Vaticano nella capitale russa) avevano chiesto a Luzhkov di opporsi agli omosessuali.
Parallelamente alla lettera del mufti russo, infatti, il portavoce dell’unione dei cristiani russi (di fede evangelica) ha dichiarato pubblicamente di essere pronta ad “effettuare dimostrazioni alternative in tutte le principali città russe in difesa della morale.”
La situazione moscovita non è che un esempio del grave regime culturale a cui gli omosessuali russi sono sottoposti quotidianamente; il mese prossimo proprio il partito di Natalia Narocnizkaja (la Rodina) presenterà alla Duma (il parlamento europeo) un disegno di legge con il quale gay e lesbiche non potranno più praticare una serie di professioni, come ad esempio l’insegnamento.
Il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, che sarà a Mosca insieme al responsabile esteri arcigay Renato Sabbadini, ha sollecitato in una lettera al Ministro degli esteri Massimo D’Alema, l’attenzione del ministero nel caso in cui sabato prossimo la situazione dovesse farsi difficile. Alle autorità della federazione russa si è pure rivolto nei giorni scorsi il segretario generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis, esortandole a vigilare e a garantire alla comunità gay e lesbica russa il diritto a manifestare per “il pieno ed inequivoco rispetto dei loro diritti fondamentali e delle loro libertà”.
GAY.tv sarà a Mosca con il nostro inviato Daniele Salaris che ci riferirà in uno speciale dedicato al popolo GLBT moscovita.
Fonte: pravda.ru – comunicato stampa arcigay
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/...lio.asp?i=3782