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Sostanzialmente l'idea della Nuova Patrimonio SPA mi trova d'accordo.
Come già emerso in articoli precedenti di economisti sul Sole24Ore la vecchia tesi del: "non riduciamo il debito perchè non cresciamo" si è dimostrata poco esplicativa e utile. Ribaltare la proposizione e ripartire da un "non cresciamo perchè non riduciamo il debito" apre la porta a una serie di nuove considerazioni che indicano una nuova modalità di uscire dalla secche.
Una dismissione secca di parte del patrimonio dello stato (immobili, partecipazioni,..) in cambio di titoli azionari sia su mercati nazionali che esteri [usando come veicolo una società esterna alla PA] ridurrebbe il servizio del debito in modo rilevante, liberando così risorse.
Non è una cosa semplice e di sicuro richiede un propedeutico accordo con regioni ed enti locali (->introduzione di federalismo fiscale?), ma è attualmente l'unica strada realistica per avere in tempi umani un debito intorno al 60/70% del PIL.
La strada dell'avanzo primario, tentata da Prodi '96, non è IMHO percorribile in quanto troppo legata ad andamenti macro che, in un L/P come quello che richiederebbe tale strategia, attraverebbero anche fasi negative in cui l'avanzo si riduce [per non parlare del fatto che la via del precedente governo ulivo di *risparmi per costruire l'avanzo* aveva di fatto bloccato gli investimenti statali in infrastrutture].
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