Questo governo è durato 5 anni.
Si, ma quanti pezzi ha perso per strada? Andando a scavare sotto alle balle del pdc, si scopre che in realtà ben poche persone, a parte lui, sono rimaste in carica per tutti e 5 gli anni nello stesso posto....
http://www.repubblica.it/2006/b/sezi...ambminist.html
Con le dimissioni di Calderoli, un altro membro dell'esecutivo
costretto a lasciare la poltrona. Non verrà sostituito
Molti cambi di ministri e una crisi i travagli del governo Berlusconi
ROMA - Con le dimissioni di Calderoli il governo Berlusconi arriva qiuasi a venti cambiamenti nella squadra dell'esecutivo dall'11 giugno del 2001, giorno del giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. Ci sono stati cambi di dicasteri, sostituzioni, interim e una vera e propria crisi che, lo scorso aprile, ha dato vita al Berlusconi bis. Calderoli non verrà sostituito, il governo è in fase di prorogatio e il suo ministero è di quelli senza portafoglio.
La storia dei cambi di guida nei ministeri del governo finora più longevo della Repubblica comincia alla Farnesina. Il primo avvicendamento è quello del gennaio 2002, quando
Renato Ruggiero lascia gli Esteri sostituito da
Franco Frattini. Non immediatamente, però. Ma solo dopo 10 mesi di interim nelle mani dello stesso presidente del Consiglio.
La conseguenza è che a guidare il ministero della Funzione pubblica, in sostituzione di
Frattini, viene chiamato
Luigi Mazzella.
Nel luglio 2002 esce di scena il ministro dell'Interno
Claudio Scajola, per le polemiche scatenate da una sua frase sulla morte di Marco Biagi, ucciso dalle Brigate rosse. Il Viminale passa a
Beppe Pisanu.
Un anno dopo, nel luglio del 2003, finisce il 'purgatorio' di
Scajola. Torna nella squadra di governo e va ad occupare la poltrona che era stata in precedenza di
Beppe Pisanu, quella di ministro per l'Attuazione del programma di governo.
Sempre a luglio ma nel 2004, un altro avvicendamento: quello al ministero dell'Economia. Se ne va
Giulio Tremonti, con Berlusconi che assume l'interim per tredici giorni e poi affida le chiavi del superdicastero di via XX Settembre a
Domenico Siniscalco, fino ad allora braccio destro di Tremonti e direttore generale del Tesoro.
Pochi giorni dopo, il 19 luglio,
Umberto Bossi, già da tempo fuori dalla scena politica a seguito di una grave malattia, opta per il nuovo Parlamento Europeo, decadendo dall'incarico di ministro delle Riforme. Una carica che però resta alla Lega con l'arrivo del vice presidente del Senato
Roberto Calderoli: è il 23 luglio.
Il 18 novembre scorso, invece,
Franco Frattini, nominato commissario europeo, lascia l'esecutivo italiano. Al ministero degli Esteri approda
Gianfranco Fini, confermato vicepremier.
Incarico nel quale lo affianca Marco Follini, mentre
Mario Baccini lascia la poltrona di sottosegretario agli Esteri e sostituisce
Luigi Mazzella al ministero della Funzione pubblica.
Ma ad aprile, il governo Berlusconi, dopo 1413 giorni di esistenza, è costretto a una vera e propria crisi anche se brevissima (appena 67 ore). Ne esce un nuovo esecutivo con 26 ministri.
Escono Follini, Gasparri, Sirchia, Urbani, Marzano. Torna Tremonti (come vicepresidente) ed entrano Storace, La Malfa, Landolfi, Miccicché e Caldoro.
Infine, il 22 settembre, sotto pressione per la vicenda del governatore Fazio, si dimette il ministro dell'Economia,
Domenico Siniscalco. Lo sostituisce lo stesso
Tremonti.
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Avete presente il gioco delle tre carte?
LuVi