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Old 27-11-2005, 12:55   #11
Ewigen
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SUD DEL MONDO 27/11/2005 12.25
ALDO MORRONE: “Z59.5”, LA MALATTIA PIU’ GRAVE (intervista esclusiva)

“La vera emergenza sanitaria mondiale? Si chiama ‘Z59.5’. Con questa sigla ormai già da 10 anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dato un codice internazionale a una malattia mortale: la povertà estrema”. A parlare alla MISNA è il professor Aldo Morrone, direttore della Struttura di Medicina Preventiva delle Migrazioni dell’Istituto San Gallicano di Roma, convinto rappresentante di una cultura sanitaria non ‘medicalizzata’ bensì multidisciplinare e coraggiosamente ‘a basso costo’. “Attenzione! Non sto dicendo che l’Oms ha indicato la povertà estrema come causa di malattia, ma che essa stessa è da considerasi una malattia – sottolinea Morrone - proprio dal punto di vista ‘eziopatogenetico’, come si dice in letteratura medica. La malnutrizione, soprattutto, ma anche la mancanza di acqua potabile o per lavarsi, le condizioni abitative, lo stress della violenza continua e della precarietà quotidiana sono la vera coltura di riproduzione di virus e batteri nel corpo umano. La povertà attacca il sistema immunitario! Eppure questa rivoluzionaria ammissione dell’Oms non è bastata a far cambiare direzione a un approccio sanitario imperante che scruta la malattia solo attraverso il microscopio di laboratorio, sentenzia la diagnosi e prescrive la terapia, quest’ultima possibilmente molto costosa”. Sono infatti i costi l’altra determinante variabile che stabilisce la gravità di una malattia: “L’attenzione dedicata a una patologia, e ai malati, è direttamente proporzionale al movimento economico che questa riesce ad innescare” sostiene il professor Morrone. “Altrimenti, se fosse solo questione del numero di persone a rischio, non si spiega perché alla malaria - che minaccia 3 miliardi di persone e ne uccide ogni anno 2 milioni, di cui la metà bambini, mentre sono 400.000 i nuovi casi ogni anno – non viene data la stessa attenzione dedicata all’Aids-Hiv dalle case farmaceutiche, dalle istruzioni internazionali, ma anche dai mass media e, voglio essere provocatorio, anche dalle organizzazioni non governative”. Ma alla lista vanno aggiunte altre ‘malattie dimenticate’ non meno mortali o invalidanti come la leishmaniosi mucocutanea o viscerale, che in occidente colpisce i cani ma nei paesi poveri infetta 300.000 persone l’anno, o la oncocercosi fluviale, una delle principali cause di cecità in Africa che colpisce 90.000 persone l’anno e 125 milioni sono a rischio. Oppure la tubercolosi, con 2 milioni di morti l'anno su 9 milioni di malati. “Vale la pena ricordare – aggiunge Morrone - che la prima causa di mortalità infantile al mondo non è né l’Aids/Hiv né la malaria, ma la disidratazione da diarrea: ne muoiono 12 milioni l’anno. Una flebo reidratante che può salvare una vita umana costa 50 centesimi di euro. Appare evidente, dunque, che meno costoso è un intervento sanitario meno mobilitazione c’è intorno alla terapia”. Morrone ribadisce che nella sue esperienza di medico ha trovato più spesso ostacoli ad applicare soluzioni efficaci ma a ‘basso costo’ che complicate analisi di laboratorio e costose terapie sperimentali, intorno alle quali, anche in Occidente, prolifera un mercato della salute. L’approccio multidisciplinare dell’intervistato lo porta, infine, a ridimensionare o meglio a contestualizzare l’intervento medico in una rete di altri interventi altrettanto necessari. “Alcune delle malattie che ho citato sono trasmesse da insetti, in particolare da zanzare; oppure sono la conseguenza di mancanza di strutture igieniche. La mia opinione è che non si può fare vera medicina senza coinvolgere la tutela dell’habitat, l’urbanistica, l’educazione e, ribadisco, bisogna garantire il diritto a una sufficiente ed equilibrata alimentazione, senza la quale anche un farmaco, in un corpo debilitato e sotto peso, si può trasformare in un veleno”. (a cura di Barbara Fabiani)
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