
Tra le mille promesse elettorali di Silvio Berlusconi c’era anche la “carta d’identità elettronica”
La cosidetta CIE.
L’aveva promessa entro la fine della Legislatura.
Invece al 31 dicembre del 2004 ne erano in circolazione quasi 300.000.
Nella finanziaria 2006 il Governo ha previsto che società private possano entrare nel business delle CIE, pur trattandosi di un campo delicatissimo e di questioni di privacy.
Ma perché un soggetto privato dovrebbe venire a conoscenza e poter gestire i dati privati ed anagrafici di ognuno di noi?
E’ giusto?
Ma la grande novità belrusconiana è la creazione recente di una Società , “Innovazione e Progetti” che sembra fatta su misura per gestire le CIE.
Tra gli azionisti rileviamo soggetti statali come il Poligrafico dello Stato, Poste Italiane, Finmeccanica, Eds e Livolsi Investments.
Quest’ultima è una spa e ci risulta controllata da Ubaldo Livolsi, finanziere legato a Silvio Berlusconi.
Innovazione e Progetti e le società attraverso essa, avrebbero libero accesso alle informazioni anagrafiche di tutti i cittadini italiani.
La cosa non è sfuggita pare alla parlamentare DS Beatrice Magnolfi che ha prontamente presentato un’interrogazione parlamentare per capire come mai la nostra privacy possa essere in mano a società private, di cui una diretta da un finanziere legato a Silvio Berlusconi.
Società che oltre a “conoscerci meglio” ci guadagnerebbe pure sopra.
Cornuti e cazziati è il caso di dire.
Sono stati anni di cacca.
Ora anche la cacca sta prendendo le distanze da noi.
Fabio Greggio