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Old 29-10-2005, 17:08   #596
nomeutente
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Iscritto dal: Sep 2005
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Non quoto il resto del discorso di Banus (democrazia, valori ecc.) perché mi pare che ZerotheHero, su questi temi, abbia approfondito di più: per cui rispondo a lui.

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Originariamente inviato da zerothehero
Qua andiamo sulla tecnocrazia ma non nell'ottica di supplenza di una classe politica ma di un regime in cui la decision-making è svolta da esperti che conoscono (gnoseologicamente) la materia.
Accetto il guanto della sfida gnoseologica!

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Originariamente inviato da zerothehero
1) I mezzi e i fini sociali sono discernibili sono con il criterio della competenza oppure afferiscono a fini e valori o peggio passioni?
La parte non razionale dell'agire umano non è modificabile con un semplice intervento sulla struttura economica. Il socialismo non rende più razionale l'uomo, ma si limita a rendere più razionale la gestione economica.
Nemmeno oggi i mezzi ed i fini sociali sono discernibili dalle passioni ecc. come non lo saranno probabilmente mai. Abbiamo quindi la x sia da una parte che dall'altra, per cui si può eliminare dall'equazione senza problema. Parleremo di questo problema apparentemente irrisolvibile della razionalità limitata quando avremo risolto i problemi che possiamo risolvere.

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Originariamente inviato da zerothehero
2)C'è sempre il problema dell'interesse: un tecnico per quanto oggettivo possa essere può rifuggire dall'ignoranza (attraverso la conoscenza e eliminando il dato ideologico) ma non all'interesse in quanto è impensabile che un singolo sia ipostatico e organico alla collettività a meno di essere un automa .
Un tecnico può rispondere a delle richieste. Pensate sempre all'amministratore delegato. Non devi fargli un trapianto di cervello perché faccia ciò che gli chiedono gli azionisti: è il suo lavoro e se lo fa male viene semplicemente rimosso.

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Originariamente inviato da zerothehero
Poi la collettività è un coacervo di individui che chiedono risposte che vanno discriminate (alcune vanno soddisfatte, altre no) anche a causa della limitatezza dei mezzi (esemplificativa in quest'ambito una puntata dei Simpson in cui Homer andava a organizzava un sistema di raccolta della spazzatura perfetto...così perfetto da esaurire i una settimana in budget di un anno )
Grande Homer!
Qui siamo al solito problema. Finché il capitalismo continuerà a bruciare capacità produttive, la coperta sarà sempre corta. Il socialismo, tramite la gestione razionale, deve allocare le risorse nella maniera richiesta dalla collettività. Se non ci sono risorse sufficienti sia per andare sulla luna che per fare una missione all'interno di un vulcano, ovviamente si vota a maggioranza e chi perde potrà riproporre il tema in un secondo momento.

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Originariamente inviato da zerothehero
3)Io credo che non sia sufficiente la sola competenza..ci sono decisioni che non possono essere scelte in base alla conoscenza "scientifica" ma in base a valori (ovviamente il più condivisi possibili, ma cmq sempre particolari e non necessari).
Il tecnico è utile per calcolare i mezzi, ma i fini devono essere calcolati dai politici.
I fini possono essere definiti in maniera democratica. I politici al massimo servono per seguire le procedure necessarie alla realizzazione di questi fini.
Ovviamente (come è stato ampiamente detto) la democrazia è anch'essa un sistema imperfetto, ma finché non se ne inventa un altro, è il migliore possibile.

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Originariamente inviato da zerothehero
4)Inoltre un tecnocrate come può gestire la "res publica" ricorrendo solo a strumenti "geometrico-dimostrativi-razionali" e rifuggendo l'elemento politico (cioè l'elemento cogente e di obbligazione)?
In che senso?

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Originariamente inviato da zerothehero
5)Può essere competente in un dato ambito (sicurezza?) e calcolare i "mezzi" necessari a conseguire un fine.
Potrebbe decidere di massimizzare il fine della sicurezza coartando la libertà (altro fine in cui non è competente).
C'è quindi un problema di calcolo dei fini che spesso sono confliggenti (libertà-sicurezza, fine individuale-bene collettivo, etc)
I fini sono definiti per votazione.

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Originariamente inviato da zerothehero
6) Inoltre c'è il problema dell'azione razionale che può pregiudicare il mantenimento del potere..come si comporterebbe un tecnico se una sua decisione "razionale" non gli garantisce il "consenso dei cittadini?
Cambia decisione (no al nucleare ad es.) oppure tira dritto in base al bene comune (si al nucleare)?
In entrambi i casi è fregato...se cambia decisione fa una svolta politica (in quanto confligge con una decisione razionale), se mantiene coerentemente al principio della competenza le sue prerogative perde il posto e viene sostituito da un altro individuo.
In entrambi i casi, se i risultati non saranno buoni, si manderà un nuovo delegato a risolvere i problemi.
In un sistema socialista, se i cittadini dicono no al nucleare, l'esperto di energia è tenuto a studiare la possibilità di strade alternative. Ad esempio dirà che si può fare un tubo con cui estrarre l'energia geotermica, ma richiede X anni di lavoro, oppure si può ricoprire il Texas di pannelli solari. I cittadini, a questo punto, decidono cosa fare (naturalmente, se sarà il caso, i texani dovranno essere d'accordo a trasferirsi, e questo è obiettivamente un problema, non lo nego).

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Originariamente inviato da zerothehero
Quindi imho la politicità è ineliminabile.
La politica è ineliminabile come processo di scelta dei fini, non ho mai negato questo. E' invece eliminabile la politica fatta di scontro non finalizzato al benessere collettivo ma a quello di pochi (anzi, sarebbe altamente auspicabile).

Ultima modifica di nomeutente : 29-10-2005 alle 17:13.
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