Compatibilità formati Kindle e Kobo
Ciao a tutti,
vorrei regalare un e-Reader a mia mamma, sono indeciso tra il kindle paperwhite e il kobo aura. a livello di specifiche sono molto simili, quello che mi rende indeciso è la compatibilità dei testi. so che il kindle legge solo il formato di amazon e che il kobo è un sistema più aperto. Quello che non riesco a capire è se col Kobo potrei leggere anche i libri comprati da amazon o se questi sono riservati solo ai kindle... riuscite ad aiutarmi? grazie1000 Zazzu |
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- prodotti Amazon Kindle -> ufficialmente leggono SOLO gli ebook acquistati dallo store Amazon - prodotti Kobo -> ufficialmente leggono solo ebook senza DRM o con DRM Adobe, quindi anche epub acquistati non sullo store Kobo tengo a sottolineare "ufficialmente", in quanto tramite un software chiamato Calibre (free, opensource, disponibile per Win, Mac e Linux) è possibile rimuovere il DRM (che ricordo, è cmq un'operazione illegale) e convertire qualunque formato in qualunque formato. quindi di fatto puoi prendere un ebook di qualsiasi provenienza, sproteggerlo e poi convertirlo nel formato "digerito" dal lettore scelto. ah, in ogni caso lo store Amazon è il più fornito in fatto di titoli in lingua italiana, pertanto se ci si limita a guardare la disponibilità di titoli, la scelta è semplice. |
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restando sempre nell'ambito ufficiale (lo deve usare mia mamma, non la faccio smanettare con programmi e sprotezioni) quello che non riesco a capire è se i libri che compri su amazon posso essere letti anche sui KOBO. a me piacerebbe prendere il kobo (proprio perchè è più aperto) ma non vorrei rinunciare alla vastità di amazon in quanto disponibilità (che appunto è la più completa) |
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gli ebook che acquisti su Amazon sono TUTTI con DRM proprietario di Amazon, quindi li puoi leggere SOLO su dispositivi Amazon (i Kindle) o tramite le app di Amazon (per Windows, Mac, iOS, Android). quindi, se acquisti un libro sullo store di Amazon non ha modo legale per leggerlo su un Kobo (e viceversa, perché i Kindle non supportano formati diversi da quelli di Amazon). |
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fatta "a mano" (calibre) o via account @kindle mandandosi il documento via mail, no? |
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il Kobo invece dovrebbe leggere direttamente gli e-book DRM-free |
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ho visto un po' il programma calibre e sembra davvero una cavolata da usare, prendi copi e converti, quindi dovrebbe essere a prova di mia mamma...
a questo punto prenderei il kindle così da sfruttare in semplicità tutta la libreria di amazon, e nel caso non trovassi qualcosa li ma da altre fonti potrei usare calibre... vi sembra un ragionamento corretto? |
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usare calibre intendo! :sofico: cmq: se l'ebook (qualunque formato) è senza DRM, con calibre è una cavolata convertirlo (mamma autonoma). se invece ha DRM, diventa più macchinoso, ma nel caso ci penserai tu, no (figlio devoto)? :D |
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L'unica è sperare che non chiuda amazon, se no ci si ritrova con un lettore inutilizzabile!!! Grazie ancora per l'aiuto!! |
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:9
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per quanto possibile i formati Kepub comperati su kobo (dove a volte si compera epub, altre kepub e spesso si scopre quale formato si è comperato solo DOPO averlo comperato) sono ancora più PROPRIETARI e blindati
dei azw di amazon sapevatelo. |
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mentre su kindle se installi koreader ci leggi le epub e i pdf non DRM |
Amazon: i libri digitali che comprate non sono vostri. Le gioie del DRM
Ho scritto per la Radiotelevisione Svizzera una serie di articoli sulla notizia di una cliente di Amazon che si è trovata con l'e-reader azzerato e svuotato di libri. Il caso ha messo in luce un fatto troppo disinvoltamente ignorato: gli e-book non vengono venduti. Vengono dati in licenza. E la concessione d'uso può essere revocata senza preavviso, senza motivo, senza appello e senza rimborso. Così ho fatto un test di autodifesa sul mio Kindle e ho tolto i lucchetti digitali ai libri che ho regolarmente comprato. Craccare il DRM anticopia di Amazon è facile e quindi il DRM è inutile e danneggia solo gli acquirenti onesti. Lo hanno già capito i produttori di software e i venditori di musica. Gli editori no. Sarà meglio che si sveglino. E presto. Se vi interessa, la storia comincia qui. Aggiornamento (2012/10/28): è disponibile il podcast della puntata del Disinformatico radiofonico nel quale ho raccontato la vicenda. http://attivissimo.blogspot.it/2012/...-comprate.html |
Rimuovere i DRM dagli eBook ricordo che è ancora illegale e non credo sia tollerato su questo forum alcuna indicazione a riguardo. ;)
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backup per uso personale?
http://www.interlex.it/copyright/amonti85.htm Diritto d'autore DRM: in Italia la copia privata è un diritto di Andrea Monti – 20.03.06 Con la sentenza n. 549, emanata lo scorso 28 febbraio 2006, la prima sezione civile della Corte di cassazione francese ha avanzato un’interpretazione del diritto alla copia privata che non può essere accettata in Italia, alla luce dell’art. 64-ter della legge sul diritto d’autore. Questo il passaggio-chiave della sentenza: Ritenuto che l’eccezione della copia privata stabilita negli articoli L. 122-5 et L. 211-3 del Codice della proprietà intellettuale, così come deve essere interpretato alla luce della direttiva comunitaria suindicata non può costituire un ostacolo all’inserimento nei supporti sui quali è riprodotta un’opera protetta, delle misure tecniche di protezione destinate a impedire la copia, nel caso in cui potrebbe avere un effetto di recare pericolo all’utilizzo normale dell’opera... Queste frasi concretizzano l’ennesimo atto di arroganza e supremazia delle major dell’audiovisivo nei confronti dei consumatori che hanno acquisito – pagando – il diritto di fruire di un’opera protetta. In sintesi – dice la sentenza – ci sarebbe pure una vaga legittimità nella richiesta dei consumatori di potersi fare la copia di riserva di un qualcosa che è stato legittimamente acquistato. Ma è fuori discussione che ciò possa avvenire impedendo ai padroni delle idee di proteggere i “gioielli di famiglia”. L’operazione compiuta da questa sentenza è doppiamente subdola. In primo luogo inverte i termini del problema (da “i DRM non possono limitare la copia privata” a “la copia privata non può essere un limite all’uso dei DRM”) e poi crea il concetto di “eccezione” come “non diritto” (la copia privata non è un diritto, ma una concessione del titolare dei diritti). Il ragionamento è tutt’altro che nuovo, se è vero che – con una coerenza da incubo – la Corte suprema francese ha recepito supinamente le tesi provenienti da oltreoceano sulla “eccezionalità” della copia privata (opinione, questa, sostenuta anche dai nostrani lobbisti dell’audiovisivo). Non conosco abbastanza la legge francese per poter esprimere un’opinione sulla bislacca costruzione giuridica secondo cui quello alla copia privata non sarebbe un “diritto” ma, appunto, una eccezione alla regola stabilita dal titolare dei diritti. Certo, mi pare strano che nel sistema giuridico francese oltre ai “diritti” esistano i “non diritti” che, appunto, diritti non sono, ma tant’è; paese che vai... Quello che è certo, invece (e non si sa fino a quando) dalle nostre parti le cose sono diverse. Il comma II dell’art. 64 ter della legge italiana sul diritto d’autore stabilisce un principio estremamente chiaro: Non può essere impedito per contratto, a chi ha il diritto di usare una copia del programma per elaboratore di effettuare una copia di riserva del programma, qualora tale copia sia necessaria per l'uso. Dunque, se un qualcosa non può essermi impedito vuol dire che ho il diritto di ottenere l’applicazione di questa posizione giuridica soggettiva nei confronti di chi mi ostacola. Possiamo chiamarlo “diritto”, “eccezione” o anche “giovanni”, poco importa. Fatto sta che grazie a “giovanni” posso rivolgermi a un giudice e chiedere conto di una azione abusiva. Ma questo vale per il software! – immagino direbbe l’ipotetico zelante difensore dei titolari dei diritti di sfuttamento economico – e non per la musica o i video! Obiezione di poco momento, se si considera che da quasi dieci anni la giurisprudenza ha esteso analogicamente il vigore dell’art. 64 ter lda anche alle opere audiovisive rendendo quindi possibile una osmosi delle norme a tutela del consumatore. E poi vale la pena di notare che il diritto alla copia privata è rinforzato anche dall’esistenza dell’equo compenso (la famigerata “tassa” sui supporti): visto che nel prezzo dei supporti è incluso il pagamento della copia personale, questa deve essere concessa, altrimenti l’aumento coatto del prezzo dei supporti sarebbe privo di contropartita. Pretendere nello stesso tempo di incassare la gabella sui supporti senza consentire la fruizione dell’opera, francamente, è davvero, davvero troppo. |
Non serve che ce la raccontiamo tra di noi, sappiamo benissimo anche che negli eBook vi si trova scritto:
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Data la poco chiara legalità di ogni eventuale azione che porti alla rimozione del DRM, la moderazione di questo sito ha richiesto più volte di non trattarne, te lo vorrei ricordare. Poi valuta te, alla fine se non va bene ci penseranno i Mod a rimuoverlo. ;) |
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