Originariamente inviato da VDSLDG
Chiedo scusa ai moderatori se per caso infrango qualche regola del forum prendo questa altra discussione. Scusatemi sono ancora scombussolato. Scrivo queste righe qui per ora per cercare forse solo di alleviare di una briciola un po' il mio dolore o quello di coloro che gli volevano bene. Ringrazio anche l' intero forum per la partecipazione che ha dimostrato.
Lo conobbi 16 anni fa’, quando venne a Pavia per frequentare ingegneria, da subito trovammo qualcosa che ci fece avvicinare e che ora ci ha allontanati per sempre, anche se solo fisicamente, l’amore per le motociclette. Lui girava col suo gs500, me lo presto’ per farci l’esame della patente. Ai tempi non immaginavo che in futuro avremmo condiviso cosi’ tante altre esperienze di vita come poi e’ accaduto. Partendo dalle cavolate come quando insieme smontammo una portiera della sua rover per rimettere a posto il finestrino che non si muoveva piu’ o quando un giorno smontammo mezza moto per cambiare il filo dell’acceleratore rotto, e lui la sera aveva la nave per tornare a casa; il filo lo mettemmo a posto, ma ci dimenticammo di riaprire il rubinetto di sicurezza della benzina cosi’ dopo pochi metri la moto ammutoli’, e quella estate il mezzo rimase a Pavia. Le gite in moto in collina, le giornate alla nave (cosi’ si chiama la facolta’ di ingegneria), le serate in compagnia; insomma gli anni passati vivendo la tipica vita da studenti tra amici, studio e tempo libero. E alla fine la tesi e la laurea tutti in giacca e cravatta, agitati in mezzo ai genitori orgogliosi dei loro figli che facevano un altro passo nella vita. Poi siamo cresciuti, il primo lavoro e la mia trasferta in Francia. Ma a Pavia c’era Pier vicino a quella che qualche anno dopo sarebbe diventata mia moglie. Era difficile stare lontani da casa, lui lo sapeva molto bene e ci e’ sempre stato vicino.
Poi per un po’ siamo stati tutti a Pavia pendolando ogni giorno a Milano. Ma ormai stavamo crescendo sempre piu’ e il lavoro e’ lavoro e, per lavoro lui si era trasferito a Monza e Ilaria ed io a Saronno, per fortuna non troppo lontani. I discorsi che si facevano ormai erano cambiati passando dai motori al lavoro, i capi a volte incapaci a volte stimati, i colleghi fannulloni e quelli in gamba, le vecchie amicizie universitarie del tipo “sai chi ho visto ieri … ti ricordi …”, e le nuove. E le moto, sempre le moto, cambiate coi soldi dei primi stipendi.
E poi una Pasquetta, se non ricordo male, che dovevamo trovarci, cosi’ tanto per stare in compagnia che non avevamo altro da fare mi chiama e mi dice che non puo’ rifiutare un invito fattogli da qualcuno, non ricordo chi. E il giorno dopo comincia a parlarmi di una ragazza incontrata per caso e non la smise piu’. Ogni volta che lo sentivo saltava fuori il nome di Katia; si era innamorato! Poco dopo la conoscevo e capivo perche’ quella ragazzina, cosi’ mi parve la prima volta che la vidi, di qualche anno piu’ giovane di noi aveva fatto breccia ne suo cuore. Passava il tempo, ancora un paio di anni e la mia fidanzata diventava mia moglie e lui era sempre li con noi a fare da testimone al nostro amore. Doveva prestarci la sua preziosa alfaromeo, si era presentato da me con una jaguar. Ci era toccato di adattare al volo il cuscino di fiori da mettere con mezzi d’ emergenza ma era venuto un lavoro perfetto. Siamo sempre stati dei gran meccanici, maneggioni.
E poi via a prendere Ilaria per portarmela, e ad aspettare, visto che lei dal balcone guardava giu’ in attesa di una 147. Insieme a lui stavamo vivendo uno dei piu’ bei giorni della nostra vita. E quante lacrime aveva versato Katia, quando mia moglie le aveva messo in mano il buquet regalandoglielo, non si poteva lanciarlo per aria a casaccio era loro di diritto, stavamo passando il testimone anche a loro. E, infatti, dopo qualche tempo ci eravamo ritrovati di nuovo a festeggiare; questa volta sotto il sole della Sardegna, nella vigna dell’ormai suocero. E il giorno dopo, la funzione religiosa, un sacco di gente e per noi anche la scoperta di usanze, suoni e colori nuovi di una Sardegna che non conoscevamo e che la massa dei turisti non ha il privilegio di conoscere fermandosi solo suoi contorni di questa bellissima isola. Sempre in quel periodo il trasloco, da Monza a Macherio con Katia. L’ armadio della camera di poco piu’ largo dello spazio destinatogli; lo sguardo sconsolato della sposina che non ci crede, la risoluzione drastica dell’uomo di casa “lo brucio e ne prendo uno nuovo”. Poi era bastato segarlo un po’. E nuovi discorsi riempivano le nostre discussioni, anche noi stavamo traslocando per tornare a Pavia e ora si parlava di cucine, arredamento, divani. Insomma ogni volta che Pier o io dovevamo comprare qualcosa le nostre povere mogli si dovevano sorbire giorni e giorni di discussioni tecniche su qualsiasi cosa, il culminare lo avevamo raggiunto con la scelta della TV al plasma; non ci potevano fare nulla, avevano sposato due ingegneri. E cosi’ tra una gita, una pizza della domenica e l’altra, arriva Pasquetta del 2007, programma appuntamento dai Pes per grigliata al parco, ci svegliamo e cominciamo a prepararci. Ilaria mi chiama dal bagno, il test di gravidanza e’ positivo tra poco meno di nove mesi diventero’ papa’. E’ una notizia troppo grande, troppo bella arriviamo a Monza, apparecchiamo riempiamo i piatti e i bicchieri e cosi’ a bruciapelo la spariamo, silenzio, scambio di sguardi, sorrisi e la gioia esplode.
Ecco, stiamo facendo un altro passo in questa vita e Pier e’ vicino a noi, e le discussioni si adeguano, ai vecchi discorsi si aggiungono quelli sulla famiglia, sul futuro, sui bambini. Arriva dicembre e nostro figlio Mattia nasce; Pier e Katia sono subito da noi a condividere la nostra gioia. Siamo a casa e il nostro piccolo ha pochi giorni, e’ un cucciolino che vive ancora solo di istinti, e istintivamente oltre all’amore scontato dei genitori evidentemente sente quello di Pier e Katia, loro solioltre a noi, possono tenerlo in braccio e lui sta buono, Katia lo allatta col biberon e lui la lascia fare e si addormenta. Passa un po’ di tempo Mattia cresce e noi tutti con lui. Noi nel ruolo di genitori. Pier e Katia nel ruolo di zii. E’ un rapporto speciale quello che ci lega a loro, un’alchimia che non so spiegare, di quelle che, quando sei fortunato qualche volta nella vita accadono, e a noi questo privilegio e’ accaduto. Solo poche settimane fa, come capita spesso nel weekend ci si ritrova e una nuova grande immensa gioia riempie i nostri cuori, Katia e’ in dolce attesa; anche Pier ora e’ padre … e cominciamo a parlare e a sognare vacanze insieme e viaggi lontani guardano le nostre piccole creature che giocano e crescono insieme. Ormai si che siamo diventati davvero grandi, siamo diventati due papa’, con due splendide mamme al nostro fianco, di piu’ non possiamo desiderare. Ci guardiamo indietro e diciamo, “ma ti rendi conto, sembra ieri, quanti anni sono passati, miiiiiiii 16 anni”.
Grazie Pier per il grande privilegio che ci hai accordato, la tua amicizia.
Grazie per tutti quei momenti che hai voluto condividere con noi.
Grazie per la tua famiglia, da cui ci siamo sempre sentiti come adottati.
Grazie per averci reso partecipi del grande amore fra te e Katia
Grazie per averci dato la possibilita’ di percorrere questo tratto di vita insieme a te, noi continueremo camminando al fianco di Katia.
Grazie infine per averci lasciato Rebecca nei cui occhi ritroveremo i tuoi, ogni volta che li guarderemo.
Daniele, Ilaria, Mattia
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