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Una cosa, giusto per curiosità, quali sono spese e sbattimenti di una partita iva? (non ci sono agevolazioni\facilitazioni per giovani che non fatturano una mazza?) Probabilmente ti ricordi di me perchè, a suo tempo, ti feci un pò di domande sul tuo kit di casse della logitech (z-680)! |
L'agevolazione maggiore per le nuove attività è il cosiddetto regime delle nuove iniziative produttive (ne ho parlato nelle pagine indietro, dai un'occhiata :) )
Purtroppo te non potresti accedere a questo regime perché hai già svolto questa attività, sebbene come co.co.pro. Quindi resta solo il regime dei contribuenti minimi. I costi/sbattimenti sono: - un commercialista. Il regime dei minimi vorrebbe eliminare anche la necessità del commercialista, ma dato che sei a completo digiuno, una figura di questo genere ti servirebbe comunque (almeno all'inizio). In teoria la stessa Agenzia delle Entrate dovrebbe farti un po' di "tutoraggio", ma che io sappia spesso se ne fregano... o non sanno aiutarti; - possibilità di controllo. Anche se remota questa possibilità va considerata (al di là del fatto che uno potrebbe avere la coscienza pulitissima... in caso di controllo qualche irregolarità la trovano sempre, formale o sostanziale che sia); - ti devi inquadrare all'INPS, quindi fai beni i tuoi conti (se ti propongono i soliti 700 euro rispondi no secco, perché l'INPS a interamente a tuo carico). Ci sarà qualcos'altro che non ricordo, ma per ora non mi viene a mente altro :fagiano: |
io son stato proprio stamattina a parlare di questo e mi hanno suggerito proprio questo regime di nuove iniziative produttive
ho gia letto indietro nei 3d ma dopo i 3 anni cosa succede? |
Passi al regime ordinario o, sussistendone i presupposti, al regime dei contribuenti minimi.
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In ogni caso l'argomento mi interessa, mi sarebbe sempre piaciuto studiare più economia ma avendo fatto liceo scientifco + ing biomedica non mi hanno manco insegnato la differenza tra fattura e scontrino (però sò dirvi cosa succede a un bilia ideale su un piano inclinato ideale :D :muro: ) |
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invece in cosa consiste il regime dei contribuenti minimi? mi pare che comunque con le nuove iniziative produttive puoi cominciare a far qualcosa se sei in grado di fare un certo tipo di lavoro....mi chiedo pero' dove stia il trutto....non credo che sia tutto rose e fiori come mi hanno detto vale a dire che la mia esperienza mi insegna che quando una qualche proposta e' troppo vantaggiosa alla fine in un modo o nell altro va a finire che ti costringono a guadagnare una cifra che non guadagnerai mai ,o almeno,pagando le tasse in base a cio' che decidono loro,cioe' in base a cio' che loro decidono che tu debba guadagnare |
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2) non detraggono né addebita l'IVA (e quindi non devono presentare neppure la dichiarazione IVA); 3) non sono soggetti agli studi di settore; 4) non devono tenere scritture contabili, ma si limitano solo a conservare i documenti (fatture di acquisto/vendita, contributi ecc..); 4) per restare nel regime, nel triennio precedente (se si è già titolari di P.IVA) non si devono aver fatto acquisti e/o non si devono aver pagato affitti per oltre 15.000 complessivamente (contano anche le locazioni finanziarie); 5) la tassazione è al 20%. I contributi previdenziali sono deducibili. Se si hanno spese deducibili/detraibili (es. spese mediche, interessi su mutui) sono deducibili solo da altri redditi (quindi se non si hanno altri redditi non si possono dedurre/detrarre); 6) vale il "criterio di cassa", per cui si pagano le imposte solo su quanto effettivamente pagato/incassato durante l'anno; 7) i professionisti devono comunque subire le ritenute d'acconto dai sostituti d'imposta (per farla breve dagli altri titolari di P.IVA) e quindi quasi sicuramente saranno cronicamente a credito di IRPEF; 8) in caso di uso promiscuo di beni (per lavoro e personale), si deduce il 50% del costo (IVA inclusa), al contrario del regime ordinario per il quale valgono presunzioni assolute (es. 40% per spese di acquisto ed impiego delle autovetture) oppure per le quali si devo dimostrare l'inerenza all'attività svolta in base a criteri oggettivi (non sempre facili da fornire). Quote:
1) di essere controllati (aumentano le probabilità): 2) rischiare di pagare per qualcosa che non si è guadagnato. Ad ogni modo l'aliquota del 10% è oltremodo vantaggiosa. |
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vale a dire che non si devono aver fatto acquisti ma di che tipo? materiale che serve a me per lavorare,come ad esempio attrezzature o sono compresi anche gli acquisti per quanto riguardano pezzi di ricambio che devo acquistare per sostituirli? per quanto riguarda l affitto dei locali in cui una persona lavora,e' possibile,se questa persona lavora presso il proprio domicilio scalare l affitto? Quote:
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comunque adesso pongo cio' che dovrei andare a fare io dunque;io son gia' lavoratore dipendente,ed i soldi che guadagno mi bastano per vivere come si comporterebbe il fisco nei miei confronti? |
Anche se ti ho già detto come la penso in PVT, ti rispondo anche qui.
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L'INPS sono i contributi, che si versano a parte e non rientrano né nel regime dei minimi, né in quello delle nuove inziative. In linea teorica l'IRAP deve essere pagata da tutte le nuove iniziative produttive. In pratica sono tenute a pagarla solo le imprese (es. commercio di beni, imbianchino, muratore) e non i professionisti (es. avvocato, geometra, ecc...). A dire il vero, certi professionisti potrebbero comunque essere tenuti a versarla. La differenza sta in pronunce giurisprudenziali, perché la Legge sul punto non è chiara. L'IRAP in nessun caso deve essere pagata dai contribuenti minimi. Spiegare tutte queste cose via forum o "internet" è alquanto difficile, ma ci provo lo stesso: Nuove iniziative: 1) Tassazione al 10% IRPEF. L'IRAP (3,9%) deve essere versata dalla imprese e (quasi sicuramente) non è dovuta dai professionisti. I contributi INPS o i contributi alle varie casse professionali non sono deducibili dai redditi conseguiti come nuove iniziative produttive, ma sono deducibili da altri redditi (es. affitti). Allo stesso modo non possono essere fatte vale altre deduzioni/detrazioni, quali le spese mediche o gli interessi su mutui; 2) Possono accedere al regime: tutti i soggetti che NON hanno mai esercitato, anche in forma di lavoro dipendente, una attività nello stesso settore. In fase di attribuzione della P.IVA occorre dichiarare che si presume che durante l'anno non saranno superati i 30.987,41 di compensi, in caso di redditi professionali, ed i 61.974,83 euro di ricavi, in caso di redditi di impresa; 3) Sono soggetti agli studi di settore a partire dal secondo anno di attività; 4) Come obblighi contabili devono conservare solo le fatture di acquisto e di vendita; 5) Addebitano e detraggono l'IVA. L'eventuale IVA a debito deve essere versata entro il 16 marzo di ogni anno. Sussistendone i presupposti devono presentare la dichiarazione IVA; 6) Per la determinazione delle spese "scaricabili e non" valgono le regole generale (per fare gli esempi comuni... i costi per carburanti si scaricano al 40% per quanto riguarda l'IVA ed al 40% per quanto riguarda il costo; le spese telefoniche si deducono all'80% (costo) e al 50% (IVA); 7) il regime dura SOLO tre anni. Poi si passa al regime ordinario o a quello dei minimi. E' possibile uscire anche in corso d'anno se si superano di oltre il 50% i limiti di ricavi/compensi visti sopra. Se si superano, ma entro il 50% si passa al regime ordinario dall'anno successivo; 8) per i professionisti vale il criterio di cassa (l'imponibile è costituito da incassi-pagamenti), mentre per le imprese vale il criterio di competenza (conta il periodo di riferimento... per esempio posso fatturare una cessione il 29/12/2008 e le imprese dovranno pagarci le imposte nel 2008 ANCHE se l'incasso avviene nel 2009 o addirittura se non avviene affatto). In ogni caso valgono le regole generali del TUIR (testo unico sulle imposte), e quindi ci sono dei costi da imputarsi per competenza anche ai professionisti (es. l'ammortamento di un'auto, da ripartirsi in sei anni); Regime dei contribuenti minimi: 1) Tassazione al 20%. Il 20% è relativo all'IRPEF. Sono esenti da IRAP (attualmente al 3,9%). In contributi INPS o alle casse professionali sono deducibili. Non sono deducibili, a meno di non avere altri redditi, le detrazioni/deduzioni diverse da quelle dei contributi (es. ristrutturazioni edilizie, spese mediche, spese per palestre, ecc...); 2) Possono accedere al regime: le nuove P.IVA purché, in fase di attribuzione della P.IVA, dichiarino che presumono di non avere ricavi/compensi più di 30.000 euro in un anno. Nell'anno X possono accedere anche le vecchie P.IVA purché nell'anno X-1 non abbiano avuto ricavi/compensi maggiori di 30.000 euro e non abbiano acquistato beni per l'esercizio dell'attività per oltre 15.000 euro nel triennio precedente. In tale computo vanno considerati anche i canoni di affitto o le rate di leasing e non vanno considerati i beni di cui è oggetto l'attività (per esempio se vendete pezzi di ricambio il costo per il loro acquisto non va considerato nei 15.000 euro; ma se comprate un'auto per spostarvi dai vostri cliente, la spesa sostenuta rientra nel massimale dei 15.000 euro). 3) Non sono soggetti agli studi di settore; 4) Come obblighi contabili devono conservare solo le fatture di acquisto e di vendita (e altri documenti, come i contributi all'INPS); 5) Non detraggono, né addebitano l'IVA; 6) Per le spese deducibili, purché inerenti l'attività, vale la regola del 50% di deducibilità (acquisto auto, spese telefoniche, carburanti); 7) Il regime dura tre anni, prorogabili di tre in tre purché si rispettino le condizioni per l'accesso come visto sopra. E' possibile uscire dal regime anche in corso d'anno se si superano i 45.000 di compensi/ricavi, oppure dall'anno successivo se i compensi ricavi sono compresi tra i 30.000 ed i 45.000 euro. 8) Vale sempre e comunque il criterio di cassa (incassi-pagamenti); Quote:
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No comment
Ragazzi, il mio commercialista ha combinato un casino!
L’anno scorso ero al forfettino al 10%. Ogni tre mesi gli portavo le fatture emesse. Io le emettevo, erroneamente, con la ritenuta al 20%. Lui però non mi ha mai detto niente, evidentemente si era DIMENTICATO che ero al forfettino…vabbè, mi porto le ritenute a credito. A gennaio mi consiglia di passare al forfettone (legge finanziaria 2008, quello al 20%). Io che non ci capivo un fico secco feci come mi disse. Evidentemente, anche in quella occasione, si era DIMENTICATO che ero col forfettino. Non vado avanti: i fatti si commentano da soli. Dico soltanto che alla mia domanda di ieri “Perché mi hai fatto passare al forfettone?” la sua risposta è stata “L’ideale sarebbe ritornare al forfettino”. |
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Quanti anni sei stato "forfettino"? Perché la massimo puoi esserlo stato per tre anni (solari). Magari il 2007 era l'ultimo. |
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Ti rendi conto, quindi, del danno economico che mi ha arrecato? Ora non posso più tornare indietro! O si? Cosa mi consigli di fare? |
Purtroppo, se hai già emesso fatture nel nuovo regime, non puoi più tornare indietro.
Ad inizio anno l'Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare che trattava un caso opposto al tuo: contribuenti che avevano già emesso fatture con IVA (regime ordinario), ma che poi volevano entrare nel nuovo regime, ma non mi pare che trattasse il caso opposto. Se ho tempo do un'occhiata a questa circolare e vedo di farti sapere :) Il danno, in effetti, potrebbe essere di un certo rilievo (a meno di casi limiti, il forfettino è molto più conveniente). |
Ok grazie.
Come mi dovrei comportare con lui? Posso fargli causa? |
Non sono avvocato, ma direi che come spesso succede in questi casi forse il gioco non varrebbe la candela (spese per l'avvocato, tempi della giustizia lunghissimi, difficoltà di fornire le prove ecc...).
Senti qualche avvocato :) |
Dovrei sentire un avvocato-commercialista
Comunque grazie |
Scusami Kewell,
ho fatto due conticini e ho visto che rispetto al forfettone mi conviene anche l'ordinario! Questo perchè ho una marea di costi (> del 50% del fatturato). Sai se posso passare all'ordinario nel corso di quest'anno o devo per forza aspettare il prossimo anno? P.S. Rispetto all'ordinario mi conviene comunque il forfettino |
per il costo carburante devo farmi fare la ricevuta al distributore?
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Poi su questo, di volta in volta che vai al distributore a mettere la benzina, ti fai mettere i timbri ;) |
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Per quanto riguarda la convenienza tra ordinario e forfettone, immagino tu abbia valutato l'aspetto IVA, perché se si sta a vedere l'aliquota, conviene quasi sempre il forfettone (sull'ordinario paghi almeno il 23% più le varie addizionali, anche se puoi far valere le detrazioni per mutui, spese mediche, ecc...). |
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Per il discorso IVA, sinceramente non ho capito cosa vuoi dire...Con l'ordinario, l'IVA che mi pagano io la giro allo Stato; con il forfettone, l'IVA non me la pagano quindi non la giro a nessuno |
Nel fofettone i costi legati all'attività sono comunque deducibili. Anzi rispetto al forfettino puoi pure dedurre i costi previdenziali.
Restano indeducibili/indetraibili le spese personali (mutui, spese mediche, ecc...) ;), a meno che tu non abbia altri redditi diversi da quelli professionali (es. affitti, partecipazioni ecc...). L'IVA con il forfettone non l'addebiti, ma nemmeno la detrai. Quindi l'IVA indetraibile sugli acquisti diventa un costo che però puoi dedurre dal reddito. |
Cavolo hai ragione!
Ho risimulato gli scenari e mi conviene il forfettone (rispetto all'ordinario) :D Grazie tante |
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In altre parole il 2008 è stato considerato come un anno "sperimentale" per il nuovo regime, in cui un contribuente può provarlo e se lo trova confacente alle proprie esigenze, rimanerci anche in futuro, oppure uscirne. |
Scusami, ma poi, col forfettone, quando farò la dichiarazione dei redditi, visto che ci saranno dei costi, starò sempre a credito? Non so se sono stato chiaro…Intendo dire, il confronto con cosa lo dovrò fare per vedere se sto a debito o a credito? Perché se dovrò farlo con il 20%*(ricavi-costi) allora starò sempre a credito, giusto?
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Sì, esatto. E' uno dei problemi del forfettone con i professionisti.
Infatti con il forfettone ti devono fare la ritenuta d'acconto. Quindi basta, ad esempio, avere anche 100 euro di costi in un anno e fare una fattura ad un sostituto d'imposta (=titolare di P.IVA) per andare a credito. Infatti la ritenuta del 20% viene calcolata sul compenso "pieno", mentre l'Irpef del 20% viene calcolata sul compenso meno i costi. Comunque il credito può essere compensato con altri tributi (es. ICI, o INPS se sei iscritto a questa). |
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No, non ho casa (sto in affitto) e non sono iscritto all'INPS (ma all'EPAP) :D . Quindi, se hai seguito la mia storia, io che ho già un credito di €2.000 (mettevo erroneamente nel 2007 la ritenuta d'acconto nonostante avessi il forfettino :muro: ), l'anno prossimo dovrò aggiungere un ulteriore credito pari a 20%*(costi2008)! |
A questo punto ti conviene chiedere il rimborso.
In questi casi, in genere, sono piuttosto rapidi rispetto alla media dei rimborsi (ci metteranno uno o due anni). |
Ok grazie di tutto!
Credo che infatti faro così, chiederò il rimborso: è inutile accumulare capitale a zero interessi (fischi per il commercialista) Se solo potessi emettere fatture col forfettone con ritenuta più bassa del 20%... |
2 domande veloci veloci:
1)quanto tempo ci vuole per aprire la partita iva? 2)quali sono i costi iniziali per aprire p.iva, sfruttando il "regime dei minimi"?(quindi niente acquisto registri e studi di settore etc) |
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1) immediata, compili un modulo all'Agenzia delle Entrate 2) non esiste un costo iniziale legato alla P. IVA... |
Ciao a tutti, una domanda al volo:
se decido di aprir partita iva partendo nel mese di settembre, mi gioco 8 mesi di "incentivi"? Cioè i 3 anni di sgravi per le nuove attività produttive, tengono conto dell'anno solare o di quando effettivamente ha inizio l'attività? grazie. |
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pero' ti fa schifo rispondere ai messaggi ??? :) |
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Grazie. @pot :fuck: |
Il credito si rivaluta?
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Parli del rimborso IRPEF? Sì, si "rivaluta", ma che io sappia il primo e l'ultimo semestre sono infruttiferi (in pratica se ti danno il rimborso dopo un anno non di daranno nessun interesse). Il tasso dovrebbe essere intorno al 3% (mi pare che lo Stato riconosca un interesse diverso da quello che dobbiamo pagare no in caso di tardivo pagamento), ma non ne sono sicuro.
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curiosità: se faccio prestazioni occasionali per qualche mese e poi mi accorgo di superare i 5000 annui e decido quindi di aprire la partita iva..le tasse previste dal regime che scelgo le pagherò anche su quella parte di reddito che all'inizio avevo "fatturato" come prestazione occasionale?
un mio amico commercialista dice che non si cumulano ma io ho qualche dubbio! altra cosa: sempre questo amico dice che i minimi mi convengono solo se fatturo a persone fisiche e invece se fatturo a società no. opinioni? |
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In linea di massima, se rientri nei requisiti, è sempre meglio il regime delle nuove iniziative produttive. Quote:
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