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che tra l'altro e' molto strana sta cosa .... ma leggendo diverse recensioni dove appunto parlano di questo GRAVE DIFETTO con conseguente rialzo della tensione da 1,5V ai classici 4 Volt delle litio.... la cosa e' davvero MOLTO preoccupante , pile da scartare !!! ciaoooo |
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Per risolvere il problema alla radice sarebbe opportuno utilizzare circuitazioni diverse (tipo Sepic) che inerentemente non connettono comunque mai ingresso-uscita nel caso di "sfondamento" del dispositivo di commutazione. Semplicemente il dispositivo cessa di funzionare. Ma come ho già detto, di "problemini" ancora ne vedo molti in questo tipo di batterie e il mio naso mi dice di starne alla larga fintanto che (e se) le cose evolveranno da molti punti di vista. Come al solito, emerge una delle leggi "universali": "Fare qualcosa può essere abbastanza semplice, farlo bene è assai più complicato". |
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eri nel settore , bene .... allora ti chiedo , mi sono sempre chiesto come mai appunto negli alimentatori switching (ma quelli seri da vari ampere ! ) NON esiste appunto un circuito come nei "lineari" per la sovratensione in uscita OVT ... e da varie fonti mi e' stato detto perche' NON succede in quella tipologia , quindi vera questa cosa ? PS per le pile che sia SOLO dovuto a una cattiva progettazione quindi ? |
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Bisognerebbe innanzitutto capire di cosa si sta parlando, di tipologie di alimentatori switching ne esistono molte e ognuna ha le sue peculiarità, i suoi vantaggi e suoi svantaggi. Una risposta valida "universalmente" ha poco senso. In ogni caso, se proprio devo sforzarmi di "tagliare le cose con l'accetta", come minimo devo però fare almeno una precisazione: se si parla di "overvoltage" dovuto, come nel caso di uno step down non isolato, allo "sfondamento" del dispositivo di commutazione l'unica cosa che potrebbe salvarti è la presenza di una robusta protezione "crowbar" che mette in corto l'uscita e che di conseguenza provoca la fusione del fusibile di protezione, ammesso che la velocità di intervento sia sufficientemente elevata. Se viceversa si parla di alimentatori di tipo isolato, essendo il circuito di ingresso, dove è presente il(i) dispositivo(i) di commutazione, separato galvanicamente dal circuito di uscita da un trasformatore, il guasto (interruzione o cortocircuito) del dispositivo di commutazione non ha generalmente conseguenze nefaste sulla tensione di uscita, ma........ non ci si deve dimenticare che gran parte di questi dispositivi sono circuiti che usano un anello di reazione che serve a migliorare il fattore di stabilizzazione della tensione di uscita e che viceversa potrebbe, in caso di guasto, portare la tensione di uscita a valori pericolosi (l'anello di regolazione, non il dispositivo di commutazione). In ogni caso, nei controllori sofisticati, esistono protezioni specifiche per evitare che in caso di guasto dell'anello di regolazione, la tensione di uscita possa assumere valori pericolosi. Quote:
Dalla loro si può dire che il circuito deve essere il più piccolo e il meno costoso possibile per evidenti motivi e non è facile far quadrare le cose. In quanto detto sopra ho volutamente trascurato errori nella stabilizzazione dell'anello di reazione (errori di progettazione) a cui nessun alimentatore è immune. Non sarebbe la prima volta che trovo alimentatori di commercio (anche lineari) che hanno comportamenti al limite del "codice penale". Uno dei test che faccio sempre ai miei alimentatori (acquistati o autoprodotti) è quello di connettere all'uscita dell'alimentatore un circuito composto da un dispositivo di commutazione che chiude sull'uscita una resistenza (anti-induttiva) di valore adeguato per far circolare il 80% della corrente massima di targa, oltre ad una seconda resistenza connessa direttamente all'uscita per far circolare costantemente una corrente pari al 10% di quella massima di targa. Il dispositivo di commutazione (di solito un mosfet) viene poi pilotato ad onda quadra con un segnale a frequenza variabile da pochi Hz a qualche kHz. La corrente estratta dall'uscita dell'alimentatore varia in questo modo tra il 10% e il 90% sotto il controllo dell'onda quadra. Monitorando l'uscita dell'alimentatore con un oscilloscopio si vede il comportamento alle variazioni di carico. Non di rado capita di scoprire che alimentatori evidentemente mal progettati, producono, in corrispondenza dei fronti dell'onda quadra, tensioni di uscita che si innalzano anche oltre il 30% rispetto al valore di tensione di uscita nominale, con il rischio di distruggere i circuiti che alimentano. |
grazie Geppo che dire ..... ottimo !!!!
magari mi hanno dato una info vera a meta' , nel senso tu dici : " In ogni caso, nei controllori sofisticati, esistono protezioni specifiche per evitare che in caso di guasto dell'anello di regolazione, la tensione di uscita possa assumere valori pericolosi." quindi che NON possa si possa avere per un guasto una alta tensione in uscita , proprio x quel motivo che scrivi tu ? DUBBIO amletico che credo abbiano avuto tutti ..... ma per far durare il piu a lungo uno switching, meglio quindi - tenerlo sempre collegato alla 220V - spegnerlo ogni volta che non si usa l'apparato qui ci sono 2 scuole di pensiero con i relativi pro e contro... che dici ? :doh: |
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Per questo motivo, alcuni controllori integrano un circuito di OVP (Over Voltage Protection) che è in grado di "capire" se la tensione di controllo è fuori dal campo dei valori che dovrebbero essere presenti quando l'anello funziona correttamente e blocca il controllore. Quote:
Usateli come vi fa più comodo......... :D Se è vero che i guasti sono più probabili nelle fasi di maggior stress (quindi all'accensione e allo spengimento) è anche vero che più lungo è il periodo di utilizzo e maggiore è la probabilità che si verifichi un guasto. In generale si potrebbe dire che un alimentatore acceso e spento ogni mezz'ora ha maggiore probabilità di guastarsi di uno che sta accesso fisso, ma comunque dichiarazioni del genere senza conoscere il contesto operativo vanno comunque prese "cum grano salis". |
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Da parte mia rilevo che i circuiti di ingresso AC possono essere ottimizzati per restare sempre accesi o spenti ogni volta che serve. I primi arrivano a consumare anche meno di 0,5 Watt, ma scassano i sentimenti della rete elettrica alla prima connessione della spina di alimentazione. Arrivando ad incollare i contatti dei relè delle prese radiocomandate 16A per domotica: ogni singolo caso va valutato senza generalizzare i risultati riscontrati sul campo. |
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Quindi se fai l'installatore devi pensare bene cosa proporre, studiando il singolo caso e i prodotti disponibili, altrimenti lasci attaccato tutto per non sbagliare.
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Prova ad alimentare "di schianto" un'aula con anche soltanto una decina di PC e il problema ti sarà evidente..... Per mitigare il problema vengono sempre utilizzati dei termistori nel circuito di ingresso degli alimentatori ma in ogni caso il fenomeno è ben evidente e va tenuto in considerazione. Esistono comunque dei circuiti specifici, relativamente complessi, che si possono utilizzare per ridurre considerevolmente il problema, ma normalmente non sono utilizzati negli alimentatori commerciali. Se non ricordo male, comunque, qualche produttore ha messo in commercio qualcosa del genere, come accessorio, da inserire in serie all'ingresso di alimentazione per mitigare il problema, ma sono poco diffusi (anche per gli evidenti problemi di costo). |
Dunque sei a conoscenza dei fatti, e del fatto che dopo un blackout capita che il PC faccia cadere gli interruttori di sicurezza degli impianti elettrici.
Per fare bella figura basta alimentare il PC passando per un UPS che contiene i circuiti smorzatori adatti alla situazione. |
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Purtroppo, in generale, la presenza di UPS "distribuiti" non mitiga il problema dello sgancio dell'interruttore differenziale (non il magneto-termico) che va risolto altrimenti. |
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Avvio in batteria UPS per meno di un secondo e poi allaccio alla rete elettrica, non è la regola, ma una scelta di vari costruttori. Agli inizi era difficile gestire reti PC e monitor con importanti capacità antidisturbo verso la terra, calcolate per reti bifase, ma applicate su reti monofase, bastava avere solo 5 postazioni PC per restare spesso al buio. Quindi solo la sostituzione dei differenziali era l'unica strada percorribile. Oggi più che le dispersioni istantanee verso terra, gli alimentatori switching fanno un botto di corrente iniziale tra fase e neutro, che rende bene l'idea di come mai si sia passati dagli interruttori di alimentazione ai pulsanti di Stand-by. In gioco ci sono PC con alimentatori da solo 200 Watt massimi che fanno suonare i magneto-termici, oltre che ad incollare i contatti dei relè da 16 Ampere. Chissà quali altri nuovi problemi vedremo in futuro? |
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I circuiti auto-riarmanti sono una possibilità specie per i locali server, non lo ho preso in considerazione, solo perché per un momento prima del riarmo manca l'energia, quindi mi servirebbe un UPS. Una soluzione domestica sono un paio di Ohm in serie ai cavi, rigorosamente resistenze a filo da 5 Watt. Volendo fare, anche un circuito a relè o tyristor per cortocircuitare la resistenza dopo 1 secondo dall'avvio. Anni addietro bastava inserire una resistenza NTC di potenza, ma andava calcolata e sperimentata, per via delle troppe variabili in gioco, roba per scienziati o da museo della tecnica. |
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Per ora con un UPS si risolve il problema della corrente di spunto e delle dispersioni verso terra. Quote:
Nulla di nuovo, solo l'aver montato la soluzione tecnica dentro delle prese di corrente radiocomandate "sotto domotica" |
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Niente del quale meravigliarsi, comunque, di aver trovato soluzioni simili già adottate in apparecchi "datati". Al tempo le cose venivano spesso fatte come dovrebbero essere fatte, mentre oggi purtroppo le motivazioni economiche molto spesso spingono verso soluzioni tutto meno che perfette. I migliori alimentatori "da banco" che ho utilizzato, non a caso risalgono proprio a quel periodo. Peraltro l'implementazione di soluzioni del genere all'interno dell'alimentatore stesso ha un costo decisamente più basso di quello che avrebbe un accessorio applicato esternamente. |
Una volta ...
.... le cose erano pensate meglio. Tornando a noi, pare che SKYRC abbia dei nuovi caricabatterie non più a corrente costante ma ad impulsi. Come dire un ritorno al passato in stile: Maha C9000, LaCrosse BC-900, Opus BT-C2000 Pare abbiano capito la lezione delle batterie NiMh che così si ricaricano senza far danni. |
sto testando il mio "nuovo" EverActive NG-3000 che dire fenomenale !
e rispetto al Maha 9000 , questo riesce a caricare le pile anche quasi a ZERO volt , senza dover usare prima un CB non intelligente, eccezionale. unico neo che come corrente minima parta da 400 mA.... forse un po' troppo per le AAA. |
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