Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/sp...imi_83633.html
Ora che la pirateria è stata arginata c'è un altro problema per l'industria musicale, e proviene dai servizi gratuiti del tutto legittimi Click sul link per visualizzare la notizia. |
la soluzione potrebbe essere chiudere internet e riaprire i negozi di cd musicali
a quel punto sarebbero contenti o troverebbero altri motivi per lamentarsi? |
Questi proprio non ce la fanno a rassegnarsi ad un calo degli introiti rispetto agli anni pre internet, è proprio una roba nel loro DNA. Il mercato si è evoluto, mi viene da dire anche tramite mezzi legali, quali spotify e Youtube, ma loro hanno da sindacare pure su questo.
Se non sbaglio per far parte del catalogo Spotify devono sussistere accordi commerciali con l'articsta no? Non è sufficiente questo per rendere legale la cosa? O il problema è che qualcuno in mezzo non riesce più a mangiarci come prima? Non capisco.... |
si confermano capaci solo di piangere, niente di nuovo
ps: si penso proprio che il punto sia che chi faceva da riferimento prima, adesso non lo fa più, perchè si sono sostituiti altri enti. sticazzi |
io uso youtube music versione premium...troppo comoda
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Il problema è che comandano loro adesso, non le case discografiche :asd:
Prima era: Vuoi vendere? Allora la fetta grande me la piglio io (casa discografica) e il resto tu (artista). Adesso è: Vuoi "vendere?" Allora la fetta grande me la piglio io (Spotify) e il resto voi (artista/Casa discografica). E ai signori non sta bene :asd: |
vedremo in arrivo prossimamente una evoluzione dell'Equo Compenso sotto forma di traffico di rete? (Non vorrei dare cattive idee alla SIAE...)
Visto che adesso la fruizione aggratis di audio e video si è spostata dai supporti fisici al traffico in rete, mi aspetto che qualcuno partorisca l'idea di tassare un tot a Giga per presunto utilizzo della rete per fruzione di opere coperte da copyright intellettuale (come del resto finora è presunto tu usi una SD per una Reflex per duplicare musica) |
il problema principale è Ableton o Cubase e i libri di teoria musicale.
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale. la vaporwave è nata come un meme ed è diventata un genere, è tutto cambiato rispetto a 30 anni fa. per me non riescono proprio a comprendere cosa sta capitando, ma putroppo l'AI sta dandogli una mano a distruggere questo mondo produttivo. si potrebbe anche ipotizzare che arriveremo ad un patentino obbligatorio per poter usare certi tipi di software. ma se gli algoritmi impediranno agli utenti di uppare le proprie creazioni allora prenderanno piede alternative come bitchute. |
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ma se invece del monopolio SIAE ci fosse competitività si potrebbero vedere molte più denunce ai singoli utenti. come negli USA dove da sempre si spaventa l'utente per scongiurare il furto di opere intellettuali. ( però nonostante l'assalto i meme non sono riusciti a fermarli, che poi parliamoci chiaro lo scopo finale è mettere un freno ai meme sovranisti, pro alt-right etc ) |
non a caso l'ultimo 'genere' nato è aleatorio già nel nome. ormai è tutto talmente mescolato che a volte pare che il risultato finale sia un rumore bianco continuo...
penso anche che l'unica strada per fare realmente qualcosa di 'nuovo' sia un ritorno al senza-rete (e senza papponi) |
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No, ma scusate, su yuotube mica c'è pubblicità? Mica vengono pagati i creatori di contenuti (e penso che artisti musicali abbiano contratti differenti dagli youtuber della domenica che devono fare i classici video da 10minuti + x secondi). Cioè non capisco dove sia il problema, youtube paga gli artisti, gli artisti pagano le tasse, dove stà il problema? E non credo che su spotify la situazione sia diversa. Ah forse ho capito, gli "artisti" italiani non se li fila più nessuno (apparte quei pochi che davvero meritano), visto che oggi è molto più facile scoprire nuovi sound non essendo più legati a ciò che viene trasmesso in TV/Radio. P.S. per quanto mi riguarda, se usufruisco di qualcosa con pubblicità non lo sto facendo in maniera gratuita, visto che la pubblicità paga e io pago la pubblicità comprando dei prodotti. |
Allora vi svelo un segreto: quando leggete un articolo di un altra testata tradotto su HWU, in particolare se tradotto da Nino Grasso, vi consiglio caldamente di andare a visionare l'originale.
L'espressione riportata su HWU: "Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno." Le parole originali di Enzo Mazza sono: "So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, this isn’t immedially resulting in much more revenue." Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più ;) Tra l'altro sul sito di FIMI si riporta il report in questione ma non queste parole di Mazza, piccolo dettaglio che può essere interpretato come se fosse una sua personale visione, qualcosa di più generico su cui potrebbe ragionare la FIMI prossimamente. |
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Io ho la soluzione:
Smantelliamo FIMI e SIAE, ormai carrozzoni mangiasoldi... |
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Ma utilizzare i mezzi che hanno per far si che youtube li paghi di più per ogni visualizzazione ?
Perchè alla fine li a lamentarsi ma il problema è quello. La stessa cosa delle pubblicità online, una volta pagavano decentemente.. poi c'e' stato un tale abbassamento dei prezzi che è diventato impossibile ripagarsi un minimo di spese.. Se ci fosse stata più concorrenza in questo le cose non sarebbero andate più avanti così.. C'era vimeo, è diventato un sito solo per video authoring di altro genere.. se avesse raggiunto uno share bello condiviso con youtube ora avremmo creatori di contenuti qui e li.. |
Credo che sta fimi con la siae, siano i veri problemi da eliminare al più presto, insieme a facecock ovviamente.
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Comunque la situazione di adesso era tranquillamente prevedibile, se dai la possibilità di usufruire di qualcosa gratuitamente, la gente ovviamente ne usufruisce. Da parte mia pago per Spotify Premium perché lo trovo un servizio incredibilmente valido ma capisco anche il 95% dei miei conoscenti che lo usa gratis come fosse una radio. |
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Alcuni musicisti sono stati scelti per gestire la distribuzione musicale su Spotify, ma si tratta di un servizio beta cui hanno accesso in pochi e, ipotizzo, musicisti stranieri. Ho provato più volte a far richiesta all’accesso beta, alla fine mi sono dovuto avvalere di un distributore. Quote:
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