easyand
05-08-2005, 10:59
WASHINGTON Filmano tutto, per propaganda ma anche per allenarsi a far meglio la prossima volta. Sono organizzati in cellule che offrono i loro 'servizi' in appalto su Internet. Studiano le unità militari americane per giorni, prima di colpirle. Usano metodi presi in prestito da Hezbollah e Al Qaida, ma lo scambio di idee e l'innovazione sono continui. Mentre l'America piange i propri marines presi di mira in questi giorni da una raffica di esplosioni in Iraq, l'intelligence del Pentagono svela metodi e modalità organizzative dei protagonisti delle stragi.
Gli esperti dello U.S. Army hanno analizzato in una conferenza nel centro di addestramento militare di Fort Irwin, in California, ciò che è emerso in questi mesi dallo studio degli attacchi contro gli americani, dalle informazioni raccolte dall'intelligence e dagli interrogatori dei detenuti.
Ne è emerso una sorta di manuale delle bombe, pubblicato dalla rivista specializzata 'Defense News' anche grazie a informazioni ottenute dagli analisti militari della Terza divisione di fanteria.
CELLULE SENZA CAPO
La gerarchia tradizionale delle cellule di guerriglieri, vista dal Pentagono in altri scenari militari, non esiste in Iraq. Secondo l'intelligence dello U.S.Army, se viene catturato un leader, uno dei membri della cellula ne prende subito il posto. I membri di una cellula non superano le 6-8 unità e si tratta quasi esclusivamente di estremisti sunniti. Il personaggio più autorevole è il finanziatore o pianificatore, di solito un ex membro del partito Baath: solo il 5-10% degli insorti catturati, secondo le stime di Usa e governo iracheno, sono leader. Il loro ruolo può però venir rimpiazzato da altri membri, tra i quali compiti decisivi hanno il 'bombarolo' e il 'piazzatore'. Il primo è incaricato di realizzare gli ordigni, il secondo è quello che li colloca lungo la strada e nel 75% dei casi sceglie buche e crateri già creati da altre bombe. Un altro componente è incaricato di attivare il detonatore.
BOMBE, INNOVAZIONE CONTINUA
Le modalità con cui vengono realizzati quelli che il Pentagono chiama Ied (Improvised Explosive Devices), gli ordigni per gli attentati, cambiano continuamente. Secondo il colonnello Shawn Weed, un ufficiale d'intelligence della Terza divisione di fanteria, un metodo introdotto di recente è quello di unire all'esplosivo una lastra concava di un metallo a lenta fusione, come il rame. Lo scoppio lancia il metallo fondente contro l'armatura dei blindati americani, penetrandoli. Si tratta di una tecnica che non era in uso all' epoca dell'inizio della guerriglia in Iraq, quando gli ordigni erano realizzati in gran parte seguendo tecniche utilizzate dai militari della Guardia Repubblicana. Una 'expertise' straniera è arrivata alle cellule in Iraq, secondo il Pentagono, introducendo tecniche di Hezbollah, Al Qaida e anche metodi che vengono ritenuti legati ai servizi segreti iraniani.
GLI 'APPALTI' E L'ADDESTRAMENTO
Nove attacchi su 10 contro convogli militari americani, stando agli studi del Pentagono, vengono filmati dagli insorti. Le videocassette servono non solo per il reclutamento e la propaganda, ma per sedute di addestramento che gli esperti negli Usa paragonano a quelle che un allenatore tiene con i propri giocatori per studiare un avversario e imparare dagli errori commessi. Le cellule vengono assoldate, come mercenari, per compiti specifici attraverso trattative che si svolgono su Internet, dove i vari esperti di esplosivi offrono le loro conoscenze. Una volta che a una cellula riceve un incarico, studia una specifica unità per almeno cinque giorni e spesso piazza sull'itinerario degli americani un finto ordigno, per verificarne le modalità di reazione. Secondo il colonnello Mike Formica, che ha presentato una relazione alla conferenza a Fort Irwin non appena rientrato dall'Iraq, gli insorti prendono solitamente di mira convogli che includono anche veicoli civili - nel tentativo di uccidere esponenti di alto livello delle forze Usa – e puntano a far saltare la seconda vettura del convoglio. Vengono anche presi di mira spesso autocisterne cariche di carburante, dopo aver avvertito le tv arabe, "perché camion e corpi che fumano in mezzo alla strada - ha spiegato il colonnello Formica - sono ottimi per la propaganda televisiva nel mondo arabo". Metodi diversi vengono utilizzati per gli attentati suicidi, con vere e proprie 'catene di montaggio' in officine sparse soprattutto a sud di Baghdad, dove vengono rafforzati gli ammortizzatori delle autobombe, oscurati i vetri e date le indicazioni al 'martire' di turno, di solito arrivato dall'estero
Gli esperti dello U.S. Army hanno analizzato in una conferenza nel centro di addestramento militare di Fort Irwin, in California, ciò che è emerso in questi mesi dallo studio degli attacchi contro gli americani, dalle informazioni raccolte dall'intelligence e dagli interrogatori dei detenuti.
Ne è emerso una sorta di manuale delle bombe, pubblicato dalla rivista specializzata 'Defense News' anche grazie a informazioni ottenute dagli analisti militari della Terza divisione di fanteria.
CELLULE SENZA CAPO
La gerarchia tradizionale delle cellule di guerriglieri, vista dal Pentagono in altri scenari militari, non esiste in Iraq. Secondo l'intelligence dello U.S.Army, se viene catturato un leader, uno dei membri della cellula ne prende subito il posto. I membri di una cellula non superano le 6-8 unità e si tratta quasi esclusivamente di estremisti sunniti. Il personaggio più autorevole è il finanziatore o pianificatore, di solito un ex membro del partito Baath: solo il 5-10% degli insorti catturati, secondo le stime di Usa e governo iracheno, sono leader. Il loro ruolo può però venir rimpiazzato da altri membri, tra i quali compiti decisivi hanno il 'bombarolo' e il 'piazzatore'. Il primo è incaricato di realizzare gli ordigni, il secondo è quello che li colloca lungo la strada e nel 75% dei casi sceglie buche e crateri già creati da altre bombe. Un altro componente è incaricato di attivare il detonatore.
BOMBE, INNOVAZIONE CONTINUA
Le modalità con cui vengono realizzati quelli che il Pentagono chiama Ied (Improvised Explosive Devices), gli ordigni per gli attentati, cambiano continuamente. Secondo il colonnello Shawn Weed, un ufficiale d'intelligence della Terza divisione di fanteria, un metodo introdotto di recente è quello di unire all'esplosivo una lastra concava di un metallo a lenta fusione, come il rame. Lo scoppio lancia il metallo fondente contro l'armatura dei blindati americani, penetrandoli. Si tratta di una tecnica che non era in uso all' epoca dell'inizio della guerriglia in Iraq, quando gli ordigni erano realizzati in gran parte seguendo tecniche utilizzate dai militari della Guardia Repubblicana. Una 'expertise' straniera è arrivata alle cellule in Iraq, secondo il Pentagono, introducendo tecniche di Hezbollah, Al Qaida e anche metodi che vengono ritenuti legati ai servizi segreti iraniani.
GLI 'APPALTI' E L'ADDESTRAMENTO
Nove attacchi su 10 contro convogli militari americani, stando agli studi del Pentagono, vengono filmati dagli insorti. Le videocassette servono non solo per il reclutamento e la propaganda, ma per sedute di addestramento che gli esperti negli Usa paragonano a quelle che un allenatore tiene con i propri giocatori per studiare un avversario e imparare dagli errori commessi. Le cellule vengono assoldate, come mercenari, per compiti specifici attraverso trattative che si svolgono su Internet, dove i vari esperti di esplosivi offrono le loro conoscenze. Una volta che a una cellula riceve un incarico, studia una specifica unità per almeno cinque giorni e spesso piazza sull'itinerario degli americani un finto ordigno, per verificarne le modalità di reazione. Secondo il colonnello Mike Formica, che ha presentato una relazione alla conferenza a Fort Irwin non appena rientrato dall'Iraq, gli insorti prendono solitamente di mira convogli che includono anche veicoli civili - nel tentativo di uccidere esponenti di alto livello delle forze Usa – e puntano a far saltare la seconda vettura del convoglio. Vengono anche presi di mira spesso autocisterne cariche di carburante, dopo aver avvertito le tv arabe, "perché camion e corpi che fumano in mezzo alla strada - ha spiegato il colonnello Formica - sono ottimi per la propaganda televisiva nel mondo arabo". Metodi diversi vengono utilizzati per gli attentati suicidi, con vere e proprie 'catene di montaggio' in officine sparse soprattutto a sud di Baghdad, dove vengono rafforzati gli ammortizzatori delle autobombe, oscurati i vetri e date le indicazioni al 'martire' di turno, di solito arrivato dall'estero