Onisem
04-08-2005, 20:50
http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/politica/cdarai4/cdarai4/cdarai4.html
L'ex membro dell'Authority ha ottenuto 5 voti a favore e 4 contro
ma il Tesoro non si assume la responsabilità su eventuali incompatibilità
Rai, il Cda propone Meocci Dg
Ma Siniscalco si mette di traverso
Curzi polemico: "Voto militarizzato imposto da Berlusconi"
Alfredo Meocci
ROMA - E' Alfredo Meocci il candidato del Cda della Rai, o meglio della sua maggioranza, alla diurezione generale della Rai. Una nomina attesa che il presidente della Rai ha consegnato a Domenico Siniscalco, azionista di maggioranza della Rai e all'assemblea degli azionisti. Il piano del governo che prevedeva l'accoppiata Petruccioli-Meocci al vertice della Tv pubblica sembrava essere andato in porto ma, a sorpresa è stato proprio Siniscalco ad intralciare la manovra.
Il ministro dell'Economia, o meglio il suo rappresentante all'assemblea Rai ha fatto mettere a verbale che se il Cda voleva nominare Meocci si sarebbe assunto le responsabilità civili in caso risultassero incompatibilità per l'ex giornalista del Tg1. "La verifica del possesso dei requisiti per la carica di direttore generale rimane, come di consueto, di competenza del consiglio di amministrazione", sono le parole con le quali il Tesoro ha girato la patata bollente al Cda. E quella dell'incompatibilità è un problema serio. Lunedì il costituzionalista Pace, sollecitato dallo stesso Curzi, aveva sostenuto che Alfredo Meocci non può guidare, come direttore generale, l'azienda su cui ha vigilato per sette anni da membro dell'Autorità garante. Tesi poi ribadita dall'avvocato Vittorio Ripa di Meana, anche lui chiamato a pronunciarsi sul caso da Curzi.
A questo punto si cerca una soluzione al problema creato da Siniscalco che sembra abbia fatto arrabbiare anche Silvio Berlusconi e mandato su tutte le furie i consiglieri della Casa delle libertà.
E polemiche ci sono anche per la votazione di MEocci nel Cda. Il direttore generale indicato dal premier ha ottenuto 5 voti contro i 4 di Leone e Cattaneo.
"La candidatura di Meocci, imposta da Berlusconi, è quella che raccoglie solo i cinque voti militarizzati dei consiglieri di centrodestra, che spacca in due il consiglio di amministrazione e vede presumibilmente in minoranza lo stesso presidente", ha commentato il consigliere di minoranza Sandro Curzi. "La candidatura aziendalista di Leone proposta dal presidente - ha fatto notare ancora Curzi - è quella più unitaria, avendo ricevuto quattro sì, quattro schede bianche e un solo no". Osserva Sando Curzi e prosegue: "Del resto, è lo stesso tipo di votazione registratasi su Cattaneo, il cui nome è stato proposto dalla consigliera leghista".
Osservazioni simili sono arrivate anche da un altro consigliere di minoranza, Nino Rizzo Nervo. "Purtroppo - ha commentato - la maggioranza del consiglio di amministrazione ha scelto la strada di spaccare il cda nella decisione più importante, quella della nomina del nuovo direttore generale".
(4 agosto 2005)
L'ex membro dell'Authority ha ottenuto 5 voti a favore e 4 contro
ma il Tesoro non si assume la responsabilità su eventuali incompatibilità
Rai, il Cda propone Meocci Dg
Ma Siniscalco si mette di traverso
Curzi polemico: "Voto militarizzato imposto da Berlusconi"
Alfredo Meocci
ROMA - E' Alfredo Meocci il candidato del Cda della Rai, o meglio della sua maggioranza, alla diurezione generale della Rai. Una nomina attesa che il presidente della Rai ha consegnato a Domenico Siniscalco, azionista di maggioranza della Rai e all'assemblea degli azionisti. Il piano del governo che prevedeva l'accoppiata Petruccioli-Meocci al vertice della Tv pubblica sembrava essere andato in porto ma, a sorpresa è stato proprio Siniscalco ad intralciare la manovra.
Il ministro dell'Economia, o meglio il suo rappresentante all'assemblea Rai ha fatto mettere a verbale che se il Cda voleva nominare Meocci si sarebbe assunto le responsabilità civili in caso risultassero incompatibilità per l'ex giornalista del Tg1. "La verifica del possesso dei requisiti per la carica di direttore generale rimane, come di consueto, di competenza del consiglio di amministrazione", sono le parole con le quali il Tesoro ha girato la patata bollente al Cda. E quella dell'incompatibilità è un problema serio. Lunedì il costituzionalista Pace, sollecitato dallo stesso Curzi, aveva sostenuto che Alfredo Meocci non può guidare, come direttore generale, l'azienda su cui ha vigilato per sette anni da membro dell'Autorità garante. Tesi poi ribadita dall'avvocato Vittorio Ripa di Meana, anche lui chiamato a pronunciarsi sul caso da Curzi.
A questo punto si cerca una soluzione al problema creato da Siniscalco che sembra abbia fatto arrabbiare anche Silvio Berlusconi e mandato su tutte le furie i consiglieri della Casa delle libertà.
E polemiche ci sono anche per la votazione di MEocci nel Cda. Il direttore generale indicato dal premier ha ottenuto 5 voti contro i 4 di Leone e Cattaneo.
"La candidatura di Meocci, imposta da Berlusconi, è quella che raccoglie solo i cinque voti militarizzati dei consiglieri di centrodestra, che spacca in due il consiglio di amministrazione e vede presumibilmente in minoranza lo stesso presidente", ha commentato il consigliere di minoranza Sandro Curzi. "La candidatura aziendalista di Leone proposta dal presidente - ha fatto notare ancora Curzi - è quella più unitaria, avendo ricevuto quattro sì, quattro schede bianche e un solo no". Osserva Sando Curzi e prosegue: "Del resto, è lo stesso tipo di votazione registratasi su Cattaneo, il cui nome è stato proposto dalla consigliera leghista".
Osservazioni simili sono arrivate anche da un altro consigliere di minoranza, Nino Rizzo Nervo. "Purtroppo - ha commentato - la maggioranza del consiglio di amministrazione ha scelto la strada di spaccare il cda nella decisione più importante, quella della nomina del nuovo direttore generale".
(4 agosto 2005)