View Full Version : Asustek sposterà l'intera produzione in Cina
Redazione di Hardware Upg
28-07-2005, 10:17
Link alla notizia: http://www.hwupgrade.it/news/portatili/15105.html
La compagnia taiwanese sopsterà in Cina tutte le linee di produzione a partire dal terzo trimestre del prossimo anno
Click sul link per visualizzare la notizia.
DevilsAdvocate
28-07-2005, 10:21
inquietante...
tommy781
28-07-2005, 10:32
normale operazione aziendale su larga scala,io farei lo stesso, sposto la produzione dove la manodopera costa di meno, abbatto i prezzi dei prodotti e vendo di più aumentando i profitti,non ci trovo nulla di strano,che poi non piaccia è un altro discorso.
ImperatoreNeo
28-07-2005, 10:35
Basterebbe che i governi prevedessero tagli fiscali solo per le aziende che mantengono la produzione all'interno dell'area Euro o Usa..
Non possiamo poi dichiararci "impauriti" dalla Cina finchè lasciamo che le aziende facciano quello che vogliono, licenziando i ns. operai..
Poi voglio vedere se la Cina cambia politica, alza i salari ecc.. cosa faranno le aziende.. Diranno "Vabbè, torniamo indietro"? Non credo..
E dai governanti cinesi me lo aspetto, attirano capitali e investimenti stranieri e poi fra qualche anno si livelleranno alle politiche economiche degli altri paesi..
E ce lo metteranno nel.... 2 volte!
Severnaya
28-07-2005, 10:41
Si ma l'abbiam voluto noi... se avessimo impikkato qualke politiko in + magari...
Fra un po' la Cina farà come Cuba: le aziende da private diverranno statali per legge e gli imprenditori avranno due giorni per fare le valige e andarsene, così acquisiranno tecnologie e impianti a costo zero.
ImperatoreNeo
28-07-2005, 10:49
"Fra un po' la Cina farà come Cuba"
Di quando stai parlando? Al tempo della rivoluzione? Beh, mi sembra uno scenario ben diverso... poi vorrei sapere che tecnologie hanno acquisito gratis a Cuba..
barabba73
28-07-2005, 11:26
Il problema è che la CINA (e l'India) rappresentano da sole il 30% circa della popolazione mondiale, con richieste di stipendio inferiori di un ordine di grandezza...circa....quindi non c'è ciccia...fino a che: non arriveranno i sindacati, non crescerà il tenore di vita, non diverranno insistenti le richieste economiche-sociali-previdenzialii...etc...non ci potrà essere alternativa !!! purtroppo ....
Economicamente, Asustek ha fatto quello che molti fecero/fanno/faranno...
marcoland
28-07-2005, 11:26
India 1.049.700.118 abiTANTI
Cina 1.350.000.000 abiTANTI
sommano a 2.399.700.118 stimati
Popolazione Terrestre stimata circa 6.327.152.352 su 267 Nazioni sovrane
Fonte: Wikipedia
A parte le cifre che fanno solo da cornice, il fatto è che ogni paese ha diritto alla propria crescita e quello di pistare sopra gli altri è proprio una prassi comune occidentale.
Il tema è troppo ampio. Mi fermo qui.
Theodorakis
28-07-2005, 11:26
Ahahaha! :sbonk:
Ditemi che li scrivete voi i discorsi per i politici dal fazzoletto verde, vi prego. XD
scorpionkkk
28-07-2005, 11:28
Non c'è da aver paura...presto o tardi anche i cinesi si modernizzeranno come è successo a taiwan e la produzione si sposterà da qualche altra parte..chessò... in Africa..
e quando il mondo si sarà omogeneizzato allora le regole cambieranno comunque..
Per quanto ci riguarda (paese Italia),Cina o non Cina non abbiamo niente da perdere visto che non abbiamo molto da mettere sul piatto della concorrenza internazionale.
No, se ci fossimo svegliati e avessimo capito che nn esiste solo il belpaese o l'occidente, ma che ci sono altre nazioni lì fuori che non aspettano altro che prendere il nostro posto.
marcoland
28-07-2005, 11:39
Non c'è da aver paura...presto o tardi anche i cinesi si modernizzeranno come è successo a taiwan e la produzione si sposterà da qualche altra parte..chessò... in Africa..
e quando il mondo si sarà omogeneizzato allora le regole cambieranno comunque..
Per quanto ci riguarda (paese Italia),Cina o non Cina non abbiamo niente da perdere visto che non abbiamo molto da mettere sul piatto della concorrenza internazionale.
Sì, turismo, agricoltura, artigianato, trasformazioni e cervelli.
Il problema è, da un fronte, chi ha il potere e dall'altro chi si approfitta della solidarietà concessa.
marcoland
28-07-2005, 11:40
No, se ci fossimo svegliati e avessimo capito che nn esiste solo il belpaese o l'occidente, ma che ci sono altre nazioni lì fuori che non aspettano altro che prendere il nostro posto.
:mano:
ormai per l'italia è tardi... non resta che farsi forte come europa. ma presto pero!
normale operazione aziendale su larga scala,io farei lo stesso, sposto la produzione dove la manodopera costa di meno, abbatto i prezzi dei prodotti e vendo di più aumentando i profitti,non ci trovo nulla di strano,che poi non piaccia è un altro discorso.
L'azienda ha fatto bene.
il problema è il modo in cui riescono a tenere così bassi i costi.
E' facile essere competitivi quando chi lavora non ha diritti nè protezioni, quando non ci sono dispositivi antiinquinamento e tutela del'ambiente, quando i salari sono ridicoli..
Dov'era prima probabimente la fabbrica era attrezzata con dispositivi antinquinamento, con protezioni dei lavoratori che erano pagati bene.
Ora?
barabba73
28-07-2005, 12:22
L'azienda ha fatto bene.
il problema è il modo in cui riescono a tenere così bassi i costi.
E' facile essere competitivi quando chi lavora non ha diritti nè protezioni, quando non ci sono dispositivi antiinquinamento e tutela del'ambiente, quando i salari sono ridicoli..
Dov'era prima probabimente la fabbrica era attrezzata con dispositivi antinquinamento, con protezioni dei lavoratori che erano pagati bene.
Ora?
Concordo. Tra l'altro non dimentichiamo che è un paese ancora sotto regime...altro che 37 ore settimanali...
Basterebbe che i governi prevedessero tagli fiscali solo per le aziende che mantengono la produzione all'interno dell'area Euro o Usa..
che c'entrano gli USA?
zerothehero
28-07-2005, 12:34
Fra un po' la Cina farà come Cuba: le aziende da private diverranno statali per legge e gli imprenditori avranno due giorni per fare le valige e andarsene, così acquisiranno tecnologie e impianti a costo zero.
Ma va là..il partito non è così stupido..sta dismettendo tutte le imprese pubbliche o cmq le sta privatizzando..
Cmq per l'Italia non c'è problema...abbiamo già perso queste competenze prima dei cinesi..resta solo l'smt di Catania.
Ragazzi non è affatto così facile: non starete mica a sentire le idiozie del carroccio?!?
Loro parlano (come sempre) semplicemente per banali luoghi comuni che propongono soluzioni plausibili solo per chi non vede al là del proprio naso.
Sapete chi si è accaparrato praticamente TUTTO l'acciaio mondiale?
La Cina.
Sapete qual è praticamente l'unico paese con cui stanno lavorando moltissime (ma proprio moltissime) aziende di trasformazione italiane?
Sempre la Cina.
In altre parole loro ci forniscono le materie prime e sempre loro comprano i prodotti finiti.
Vogliamo mettere delle particolari tasse alle merci cinesi in entrata? Ottima idea! Loro agiscono di conseguenza e interrompono i rapporti con il nostro paese. Così l'Italia resta in mutande (nel vero senso della parola) mentre loro si possono sempre rivolgere a Spagna, Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti... Etc etc.
Una mossa da illuminati, non c'è che dire...
Il fatto è che hanno un mercato interno praticamente infinito, da cui ricavano enormi profitti che possono investire in occidente come gli pare.
Per ora sono ancora parecchio indietro dal punto di vista della preparazione del personale (un ingegnere cinese ha la stessa reattività intellettiva di mia nonna 94enne), quindi sono costretti ad importare tecnologia e servizi annessi. Aspettate però una dozzina d'anni ed anche il loro livello di istruzione cambierà radicalmente.
E' certamente vero che la condizione del personale cinese è imparagonabile alla nostra e che siamo anni luce avanti a loro dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, ma non è affatto semplice esportare diritti in un paese così soffocato dal regime.
La situazione è molto complessa, altrochè...
DevilsAdvocate
28-07-2005, 13:00
Beh per l'Italia non ci sara' piu' l'elettronica ma c'e' il tessile.... e se siete informati
saprete gia' che sta succedendo con la concorrenza cinese.
Possiamo stare qua ore a dirci "ecco il risultato di 2000 scioperi ed un Italia
sindacalista" e "cosi' impariamo a non intervenire quando la gente muore di fame".
Qualcuno puo' tirar fuori anche la differenziazione delle gabbie salariali tra nord e
mezzogiorno.(proposta piu' volte tirata fuori e mai applicata per aumentare
l'occupazione al sud).
Fatto sta che se non troviamo alla svelta soluzioni, tra tasse sull'IT, tasse alle
aziende, scioperi, le aziende cinesi ci inghiottiranno (loro gli scioperanti non li
licenziano, ci passano sopra coi carri armati.... sfido che in Cina non sciopera
nessuno)
DevilsAdvocate
28-07-2005, 13:05
Sapete chi si è accaparrato praticamente TUTTO l'acciaio mondiale?
La Cina.
Sapete qual è praticamente l'unico paese con cui stanno lavorando moltissime (ma proprio moltissime) aziende di trasformazione italiane?
Sempre la Cina.
In altre parole loro ci forniscono le materie prime e sempre loro comprano i prodotti finiti.
Forse questo varra' per le aziende di trasformazione, nel tessile invece
hanno fatto piu' danni della grandine (e se guardi le quote di produzione
Italiane di qualche anno fa, ti accorgi che il tessile stava un ordine
di grandezza sopra). Ad oggi stanno fallendo negozi e catene che si basavano
esclusivamente sul tessile, nel giro di qualche anno arriveranno anche
agli altri campi (l'IT e' la nostra ultima preoccupazione....)
ImperatoreNeo
28-07-2005, 13:25
"Originariamente inviato da: ImperatoreNeo
Basterebbe che i governi prevedessero tagli fiscali solo per le aziende che mantengono la produzione all'interno dell'area Euro o Usa..
che c'entrano gli USA?"
Perchè... la Asustek non è internazionale? Non ha sede e stabilimenti anche in USA? Immagino che spostando la produzione la toglieranno da Europa e USA.. O no? :rolleyes:
jappilas
28-07-2005, 13:52
"Originariamente inviato da: ImperatoreNeo
Basterebbe che i governi prevedessero tagli fiscali solo per le aziende che mantengono la produzione all'interno dell'area Euro o Usa..
che c'entrano gli USA?"
Perchè... la Asustek non è internazionale? Non ha sede e stabilimenti anche in USA? Immagino che spostando la produzione la toglieranno da Europa e USA.. O no? :rolleyes:
mi risulta che asustek, come tutti gli altri produttori di MB, siano Taiwanesi come sede centrale, e tengano in USA ed Europa (di solito in Germania e Olanda) solo unità distaccate, logistiche e distributive, non produttive...
Forse questo varra' per le aziende di trasformazione, nel tessile invece
hanno fatto piu' danni della grandine (e se guardi le quote di produzione
Italiane di qualche anno fa, ti accorgi che il tessile stava un ordine
di grandezza sopra). Ad oggi stanno fallendo negozi e catene che si basavano
esclusivamente sul tessile, nel giro di qualche anno arriveranno anche
agli altri campi (l'IT e' la nostra ultima preoccupazione....)
Verissimo anche questo!
Quello che volevo sottolineare era che è palesemente troppo semplicistico pensare di risolvere il problema mettendo una semplice tassa... ;)
scorpionkkk
28-07-2005, 14:55
Sì, turismo, agricoltura, artigianato, trasformazioni e cervelli.
Il problema è, da un fronte, chi ha il potere e dall'altro chi si approfitta della solidarietà concessa.
il turismo è difficile rubarlo esportando le aziende...il nostro problema è che non lo sfruttiamo e lasciamo che altri sfruttino il poco che hanno.
l'agricoltura ha lo stesso andamento...non credo che i produttori di arance di sicilia sposteranno la produzione in cina.
per l'artigianato vale lo stesso identico discorso.
ed infine anche le trasformazioni..che alla fine sono dei semplici servizi.
I cervelli non vengono prodotti più..almeno negli ultimi anni vista la riforma universitaria..e quelli prodotti se ne vanno fuori lasciando il campo agli azzeccagarbugli nostrani.
Ingegneri,Chimici,Biologi,Fisici..se ne vanno tutti..non perchè fuori ci sia la manna dal cielo..ma semplicemente perchè fuori qualcuno sfrutta gli argomenti per cui hanno studiato tanto mentre qui non li sfrutta nessuno e il know how si disperde nei meandri di società come Finmeccanica o Telecom o nelle prosperose aziende di consulenza..
Come vedi..ribadisco..c'è ben poco da perdere..
scorpionkkk
28-07-2005, 15:03
Forse questo varra' per le aziende di trasformazione, nel tessile invece
hanno fatto piu' danni della grandine (e se guardi le quote di produzione
Italiane di qualche anno fa, ti accorgi che il tessile stava un ordine
di grandezza sopra). Ad oggi stanno fallendo negozi e catene che si basavano
esclusivamente sul tessile, nel giro di qualche anno arriveranno anche
agli altri campi (l'IT e' la nostra ultima preoccupazione....)
Si ma il tessile non è il mondo intero..non possiamo lamentarci della Cina perchè ci frega mercato sul tessile..dobbiamo lamentarci col nostro paese perchè abbiamo solo quello.
Li c'è solo un basso costo del lavoro ad attirare le aziende e niente di più.Tant'è che i cinesi hanno tentato e tentano ancora di imporsi a livello scientifico internazionale con centinaia di pubblicazioni che letteralmente inondano il pianeta ma che cmq restano di bassa qualità...ed infatti le aziende vi spostano la produzione...quando si tratta invece di creare nuovi prodotti non li fanno certo in Cina.
La soluzione? Boh..non credo ci sia..semplicemente presto o tardi i cinesi pretenderanno qualcosa di più e si occidentalizzeranno come è avvenuto con Taiwan..
cio' che adesso succede con la cina è sempre successo: i capitalisti (chi detiene i capitali per la produzione) ragionano per i loro profitti se ne fregano delle conseguenza delle loro scelte.Ossia in soldoni visto che non possono limare i prezzi delle materie prime, dei macchinari, dell'energia comprimono l'unica voce comprimibile: il salario degli operai (sia diretto, soldi, che indiretto, diritti dal sanitario allo scolastico) in questo modo riducono il prezzo del prodotto e lo vendono esportandolo. Ora fanno lo stesso con la cina vi producono i prodotti e li esportano da noi. C'è un piccolo neo che tutta la storia ci ha insegnato: che se gli operai non hanno potere di acquisto le merci rimangono sugli scaffali e il gioco del ribasso internazionalizzandosi taglia drasticamente il potere di acquisto degli operai nel mondo ossia taglia la capacita di assorbimento del mercato per le merci. Indi per cui come al solito ora la cina tira ma presto arrivera un livello di saturazione (dato dalla caduta della capacità di assorbimento delle merci) Questo perchè il vero problema delle crisi che ci attanagliano sono crisi paradossali di iperproduzione ossia produciamo sempre piu di quanto si riesca ad assorbire. Una amara riflessione per recuperare il gap economico con l'europa gli usa hanno intrapreso la guerra in iraq ( infatti hanno predominanza militare ma non economica) e le ultime serie crisi di espansione del mercato mondiale sono state risolte con due guerre mondiali ( e relativa ridistribuzione dei mercati ).
Insomma la vedo dura
ciauz
ImperatoreNeo
28-07-2005, 16:11
"mi risulta che asustek, come tutti gli altri produttori di MB, siano Taiwanesi come sede centrale, e tengano in USA ed Europa (di solito in Germania e Olanda) solo unità distaccate, logistiche e distributive, non produttive..."
Strano... Forse perchè conveniva andare a Taiwan? No? :)
hai perfettamente ragione ;))
corsa al ribasso per la mano d'opera ( con i processi automatizzati che che se ne dica sono sempre meno le persone formate in senzo professionale per gli altri basta una formazione del tipo "quando succede questo fai cosi")
ps con buona pace per chi è convinto che per essere competitivi si debba puntare sulla tecnologia:
la ricerca è ristretta come impiego di risorse umane e necessita di grandi capacita e competenze ( i famosi scienziati pazzi) sia per il prodotto in se che per i sistemi di produzione (leggi macchinari) quindi la si fa dove questa competenza è meglio gestita ( leggi occidente)
ma la produzione necessita di una massa di mano d'opera poco "professionale" controllata rigidamente da un gruppo di controllo questo si competente e da una serie di routine di comportamento standardizzate che non lascino liberta all'operaio ( es se ti metti le dita nel naso prima di toccare la scheda prima ti licenzio poi te le lavi) e quindi puoi fare il giochino della contrazione del prezzo finale del prodotto
JohnPetrucci
28-07-2005, 20:50
cio' che adesso succede con la cina è sempre successo: i capitalisti (chi detiene i capitali per la produzione) ragionano per i loro profitti se ne fregano delle conseguenza delle loro scelte.Ossia in soldoni visto che non possono limare i prezzi delle materie prime, dei macchinari, dell'energia comprimono l'unica voce comprimibile: il salario degli operai (sia diretto, soldi, che indiretto, diritti dal sanitario allo scolastico) in questo modo riducono il prezzo del prodotto e lo vendono esportandolo. Ora fanno lo stesso con la cina vi producono i prodotti e li esportano da noi. C'è un piccolo neo che tutta la storia ci ha insegnato: che se gli operai non hanno potere di acquisto le merci rimangono sugli scaffali e il gioco del ribasso internazionalizzandosi taglia drasticamente il potere di acquisto degli operai nel mondo ossia taglia la capacita di assorbimento del mercato per le merci. Indi per cui come al solito ora la cina tira ma presto arrivera un livello di saturazione (dato dalla caduta della capacità di assorbimento delle merci) Questo perchè il vero problema delle crisi che ci attanagliano sono crisi paradossali di iperproduzione ossia produciamo sempre piu di quanto si riesca ad assorbire. Una amara riflessione per recuperare il gap economico con l'europa gli usa hanno intrapreso la guerra in iraq ( infatti hanno predominanza militare ma non economica) e le ultime serie crisi di espansione del mercato mondiale sono state risolte con due guerre mondiali ( e relativa ridistribuzione dei mercati ).
Insomma la vedo dura
ciauz
Condivido pienamente la tua riflessione, ogni tanto in questo forum si trova qualcuno che riesce ad andare oltre le apparenze(vd. guerra in Iraq e iperproduzione).
marcoland
29-07-2005, 09:39
il turismo è difficile rubarlo esportando le aziende...il nostro problema è che non lo sfruttiamo e lasciamo che altri sfruttino il poco che hanno.
l'agricoltura ha lo stesso andamento...non credo che i produttori di arance di sicilia sposteranno la produzione in cina.
per l'artigianato vale lo stesso identico discorso.
ed infine anche le trasformazioni..che alla fine sono dei semplici servizi.
I cervelli non vengono prodotti più..almeno negli ultimi anni vista la riforma universitaria..e quelli prodotti se ne vanno fuori lasciando il campo agli azzeccagarbugli nostrani.
Ingegneri,Chimici,Biologi,Fisici..se ne vanno tutti..non perchè fuori ci sia la manna dal cielo..ma semplicemente perchè fuori qualcuno sfrutta gli argomenti per cui hanno studiato tanto mentre qui non li sfrutta nessuno e il know how si disperde nei meandri di società come Finmeccanica o Telecom o nelle prosperose aziende di consulenza..
Come vedi..ribadisco..c'è ben poco da perdere..
Io infatti intendevo proprio dire che è sbagliato il sistema economico italiano. Per essere concorrenti davvero non si deve sempre puntare allo scontro e al confronto testa a testa contro gli altri. La cosa che risulta SEMPRE vincente è fare al meglio ciò che si sa fare. E l'Italia è al top proprio in quelle cose che ho elencato.
Se hai fatto qualche viaggio all'estero avrai notato come i nostri marchi sono copiati (non sto ad elencarti scarpe, vini ecc..) senza pudore e solo per il fatto che c'è scritto Italiano hanno modo di venderli.
Il turismo non lo devi rubare. Forse non capisco cosa intendi, ma non se sai che l'Italia potrebbe incrociare le braccia e camparci di turismo.
Ieri sera, poi, a Superquark parlavano proprio di Agricoltura e diceva che ogni contadino di oggi produce 46 volte quello che produceva un contadino degli anni 30 (e i braccianti sono diminimuiti dal 52% al'8% della popolazione mi sembra). L'agricoltura è un altro settore a cui l'Italia deve dire grazie, ma non vede più nessuno la sua importanza. Comunque non so come faranno a produrre arance in Cina come dici tu, visto che il clima non è proprio lo stesso :mbe: .
L'Italia ormai tende a copiare il modello industriale degli altri, senza averne le carte (aka risorse), ma l'industria in Italia non c'è! Ci sono medie, piccole o addirittura micro imprese.
Se poi il cervello va a Dublino a fare ricerche per continuare la propria attività fatti suoi. Io rimango in Italia. Concordo sul fatto che la riforma Universitaria fatta da Berlinguer ha creato caos e di quella della Moratti non ne parliamo nemmeno.
Ciao!
EDIT:
scusa, ma stavo tralasciando l'artigianato! Non so se sai che la Ferrari, ad esempio, non era industria prima di diventare Fiat ( :cry: ), ma una azienda di artigiani...
Per non parlare delle industrie di trasformazione Italiane che sono in molti campi al vertice. Nella siderurgia, ad esempio, le acciaierie del Lazio o del Nord-Est sono le uniche fornitrici per tutto l'acciaio italiano delle navi (in cui siamo secondi per poco solo al giappone), delle armature delle case e dei ponti italiani e non...
Poveri lavoratori Taiwanesi! è un po' come se i nostri imprenditori spostassero tutto in Corazia e ci dicessero se vogliamo andare in Corazia a lavorare, chissà cosa dicono i sindacati a Taiwan (li hanno poi??!?!)
Ciò che mi preoccupa anche maggiormente è la qualità dei prodotti, abbassano il costo della manodoperaè vero, ma hanno di conseguenza manovalanza al posto di ingegneri, mi preoccupa molto questa cosa, già qc anno fa Asus rimase scottata dal discorso dei condensatori che saltavano su alcune MoBo per AMD, e decise di non acquistare i cinesi a favore dei + costosi (ma qualitativamente superiori) giapponesi; vedo un ulteriore passo indietro sul campo dell'affidabilità.
Asus ha un buon nome (checchè se ne dica il 90% della gente pensa che Asus = qualità) non vorrei che lo sfruttasse per produrre prodotti di qualità infima spacciandoli come di alta qualità. :(
Purtroppo spostare la produzione certo abbassa i costi di produzione.. ma fà rimanere senza stipendio i possibili clienti che acquistano il prodotto qui!
se tutti si spostassero in cina, chi resta a comprare?
La situazione è sfuggita dal controllo!
che tristezza!
normale operazione aziendale su larga scala,io farei lo stesso, sposto la produzione dove la manodopera costa di meno, abbatto i prezzi dei prodotti e vendo di più aumentando i profitti,non ci trovo nulla di strano,che poi non piaccia è un altro discorso.
bravvvviisssimoooo!
dài spostiamo tutto in cina, così paghiamo tutto meno.
:mano: :cincin: :winner:
ma poi ce li avremo ancora i soldi per comprare tutta quella marea di prodotti a basso costo, o ce li saremo "bruciati" per il caro verdura?
:huh: :boh:
e poi, se le calze e le scarpe non le facciamo in italia perchè in cina costano poco; se le auto le facciamo in polonia o romania perchè hanno le materie prime e sono + vicine ai pozzi di gas o petrolio, qua torniamo tutti a zappare la terra per fare i peperoncini di Soverato o il Vino, che rivenderemo a carissimo prezzo alla cina, ma lì ce lo copieranno e... :doh:
maghi dell'economia aziendale, :help: :help: :help: :help:
:D :cry:
devilman79
01-08-2005, 14:27
Ragazzi non è affatto così facile: non starete mica a sentire le idiozie del carroccio?!?
Loro parlano (come sempre) semplicemente per banali luoghi comuni che propongono soluzioni plausibili solo per chi non vede al là del proprio naso.
Sapete chi si è accaparrato praticamente TUTTO l'acciaio mondiale?
La Cina.
Sapete qual è praticamente l'unico paese con cui stanno lavorando moltissime (ma proprio moltissime) aziende di trasformazione italiane?
Sempre la Cina.
In altre parole loro ci forniscono le materie prime e sempre loro comprano i prodotti finiti.
Vogliamo mettere delle particolari tasse alle merci cinesi in entrata? Ottima idea! Loro agiscono di conseguenza e interrompono i rapporti con il nostro paese. Così l'Italia resta in mutande (nel vero senso della parola) mentre loro si possono sempre rivolgere a Spagna, Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti... Etc etc.
Una mossa da illuminati, non c'è che dire...
Il fatto è che hanno un mercato interno praticamente infinito, da cui ricavano enormi profitti che possono investire in occidente come gli pare.
Per ora sono ancora parecchio indietro dal punto di vista della preparazione del personale (un ingegnere cinese ha la stessa reattività intellettiva di mia nonna 94enne), quindi sono costretti ad importare tecnologia e servizi annessi. Aspettate però una dozzina d'anni ed anche il loro livello di istruzione cambierà radicalmente.
E' certamente vero che la condizione del personale cinese è imparagonabile alla nostra e che siamo anni luce avanti a loro dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, ma non è affatto semplice esportare diritti in un paese così soffocato dal regime.
La situazione è molto complessa, altrochè...
guarda che non è solo il "carroccio" che ne parla riguardo ai dazi!! è tutta la comunità europea!!! e gli stati uniti li hanno già messi da un po', per cercare di risollevare la loro economia e combattere la concorrenza cinese.
quindi se i dazi vengono messi sia dall'europa che dagli USA, secondo te la Cina interromperà i rapporti con tutti?? è come tagliarsi le b_lle da sola, visto che europa e Usa rappresentano i principali mercati di esportazione della Cina!!
e la questione dell'accaparramento dell'acciaio da parte della Cina, è solo una favoletta che ci hanno raccontato le acciaierie statunitensi, francesi e tedesche per poter alzare il prezzo di vendita dell'acciaio!!!!! (fidati, io ci lavoro nel settore siderurgico e queste cose le sanno tutti) infatti il prezzo dell'acciaio è raddoppiato negli ultimi 2 anni!! (il prezzo dei tubolari di acciaio è addirittura quasi triplicato!!!)
ma secondo te se i dazi non vanno bene, cosa faresti per arginare questa nascente crisi economica?? (e dico nascente perchè siamo solo agli inizi, purtroppo!!!)
devilman79
01-08-2005, 14:35
cio' che adesso succede con la cina è sempre successo: i capitalisti (chi detiene i capitali per la produzione) ragionano per i loro profitti se ne fregano delle conseguenza delle loro scelte.Ossia in soldoni visto che non possono limare i prezzi delle materie prime, dei macchinari, dell'energia comprimono l'unica voce comprimibile: il salario degli operai (sia diretto, soldi, che indiretto, diritti dal sanitario allo scolastico) in questo modo riducono il prezzo del prodotto e lo vendono esportandolo. Ora fanno lo stesso con la cina vi producono i prodotti e li esportano da noi. C'è un piccolo neo che tutta la storia ci ha insegnato: che se gli operai non hanno potere di acquisto le merci rimangono sugli scaffali e il gioco del ribasso internazionalizzandosi taglia drasticamente il potere di acquisto degli operai nel mondo ossia taglia la capacita di assorbimento del mercato per le merci. Indi per cui come al solito ora la cina tira ma presto arrivera un livello di saturazione (dato dalla caduta della capacità di assorbimento delle merci) Questo perchè il vero problema delle crisi che ci attanagliano sono crisi paradossali di iperproduzione ossia produciamo sempre piu di quanto si riesca ad assorbire. Una amara riflessione per recuperare il gap economico con l'europa gli usa hanno intrapreso la guerra in iraq ( infatti hanno predominanza militare ma non economica) e le ultime serie crisi di espansione del mercato mondiale sono state risolte con due guerre mondiali ( e relativa ridistribuzione dei mercati ).
Insomma la vedo dura
ciauz
quoto al 100%!!
gli usa nel ventesimo secolo non hanno quasi mai smesso di fare guerre!!!
è sempre stato così e sempre lo sarà!
terminata la 2° guerra mondiale è andata in corea, poi vietnam e guerra fredda fino al 1989(con la caduta del comunismo russo), poi con l'iraq nel 1991.
dal 1991 al 2001 è rimasta relativamente calma rispetto al passato, ed infatti l'economia stava entrando in crisi!! così ha preso al volo la tragica occasione delle torri gemelle e ha attaccato afganistan e iraq, così la loro economia, grazie al petrolio iracheno a buon prezzo sta di nuovo prendendo il volo!!!
è così!! è una bruttissima realtà, ma le guerre, e le relative ricostruzioni di interi paesi devastati, hanno sempre risollevato l'economia!! :(
inquietante...
Già... E' la stessa sensazione che ho provato io leggendo la news...
C'è qualcuno competente di materie economiche che mi spiegherebbe cosa potrebbe comportare spostare tutte queste catene di produzione in Cina per l'Europa? Sento che c'e' chi dice che non comporta alcun problema, chi invece che dichiara catastrofe.
Un po di luce, please.
devilman79
02-08-2005, 09:55
C'è qualcuno competente di materie economiche che mi spiegherebbe cosa potrebbe comportare spostare tutte queste catene di produzione in Cina per l'Europa? Sento che c'e' chi dice che non comporta alcun problema, chi invece che dichiara catastrofe.
Un po di luce, please.
ciao mjordan, mi unisco anche io alla tua richiesta di chiarimenti economici, sperando che qualcuno ci illumini!! :D
ciao!
Nessuno che se la sente di fare una dissertazione economica sul potere cinese? :help:
(loro gli scioperanti non li
licenziano, ci passano sopra coi carri armati.... sfido che in Cina non sciopera
nessuno)
Era Tien Ammen, il 3 giugno 1989, erano studenti, e ne morirono 3, ma i carroarmati non tirarono sotto nessuno, guardati bene il filmato, perchè ha fatto e farà storia :)
scusate l'OT.
torno nel mio bozzolo
Nessuno che se la sente di fare una dissertazione economica sul potere cinese? :help:
Non c'è molto da dire, il potere economico di una grande nazione come la Cina si basa fondamentalmente su due punti:
1) dottrina
2) ignoranza
Da quando la Cina ruppe i legami con l'URSS, mi pare fosse il 1963, capì che aveva un grande potenziale umano, ma non era sfruttabile, in quanto facente parte del blocco comunista, indi per cui, pur essendo un incredibile polo d'attrazione nella sfera d'influenza dell'estremo oriente (specialmente per i paesi del sud-est e dell'area insulare), non aveva nessuna possibilità di sfruttare la sua mastodontica "presenza" per condizionare dei mercati "poveri", per intenderci, pilotare un gruppo di paesi poveri in canna non comportava nessuna prova di forza nei confronti dei super-sviluppati paesi occidentali, e neppure nei confronti dei paranoici Russi del secondo mondo, che guardavano alla Cina più per le sue mosse sul fronte del nucleare che per le proprie capacità coercitive nei confronti dei paesi vicini (svariati rapporti delle scarne forze del KGB di stanza in Cina sono pieni zeppi di informazioni , talvolta infondate, su allarmistiche previsioni di attacchi dalla manciuria, ma quasi del tutto prive di notizie sull'ascendente dei cinesi su paesi come Birmania, Viet-Nam, Laos, giù fino alle Filippine (filo-americane, ma con un partito comunista molto agguerrito e numeroso).
La svolta si ebbe con la Perestrojka di Gorbacjov (spero si scriva così, non ricordo bene), il dissolvimento della potenza Russa, diede l'impulso alla Cina di prendere il suo posto, ribaltando tuttavia la politica di isolamento che aveva contraddistinto i vicini; le autorità Cinesi avevano capito che il crollo morale ed economico del socialismo di stato era da prendere in seria considerazione, il focolaio era da spegner in fretta, anche in patria, in un primo momento fu repressione, vedi Tien-Ammen, ma il gioco poteva essere pericoloso e destabilizzante, di conseguenza la classe dirigente optò per una strategia + morbida, qualche concessione, qualche divieto, il tutto nel rispetto del libretto rosso di Mao, giusto per non avere scheletri nell'armadio.
Un cambiamento interno così radicale non fu oltremodo pubblicizzato all'estero, l'idea del cattivo che anzichè essere sconfitto a vergate sulla schiena, piano piano si converte al perbenismo ed alla civiltà, non piaceva all'occidente.
E' buona tradizione infatti, nelle democrazie occidentali e non, trovare sempre un nemico contro il quale inveire, può essere una valida distrazione quando in patria i panni sporchi da lavare sono un po' troppi (vedi Malvinas per l'Inghilterra, Iraq 1 e 2 per USA, Afghanistan per l'URSS (parlo del primo conflitto non quello del 2001).
Da dire che la Cina continuò la sua politica aggressiva all'ONU come nei rapporti con gli altri paesi.
All'inizio degli anni 90 però, con la crisi e la recessione in vista nell'occidente, fu il momento buono per aprire le frontiere ai capitali, anche per non farsele soffiare dai paesi dell'ex blocco sovietico.
LA dottrina aveva fatto il suo corso, la Cina è un paese di grandi lavoratori, i Cinesi lavorano per rendere la Cina il grande paese dei sogni che è destinato ad essere, i lavoratori, abituati a vivere nelle risaie, sotto la pioggia, vedevano come una manna dal cielo la possibilità di poter lavorare 12 ore al giorno invece di 16, all'asciutto, con il panettiere sotto casa (un cubicolo 3metri per 3 per tutta la famiglia ovviamente).
A noi potrà sembrare sfruttamento, in realtà lo è, è anche vero che tutte le storie di libertà hanno sembre un iter lungo e doloroso, fatto di errori e sottomissioni.
Ora se da questo discorso traiamo le dovute conclusioni possiamo notare due caratteristiche predominanti che portano la Cina ad essere il colosso economico che sta diventando:
1) Dottrina
2) Ignoranza
la seconda si cura da se, un uomo che raggiunge una condizione sociale migliore aspira per istinto ad un'istruzione migliore, che gli permetta di salire la scala sociale creata dalla dottrina in vigore.
Mano a mano che il povero sale la scala sociale, sempre in maggior numero, va a modificare la dottrina, donandogli la flessibilità di cui ha bisogno; di esempi eclatanti ne abbiamo, di governi totalitari che son passati alla democrazia dal governo totalitario: il portogallo, la Spagna, la Libia stessa è in grande trasmormazione da un lustro a questa parte (non ci avrei scommesso mille lire 5 anni fa,invece è così...)
L'unico stato totalitario ancora povero è lo stato che volontariamente come no si isola dal mondo (Cuba ad esempio, che tuttavia sopravvie con il turismo, non tassabile come ad esempio la canna da zucchero, da parte dei grandi vicini perennemente seccati della presenza di Fidel a 200 Km da Miami; oppure la Korea del nord, dove la gente muore di fame e dove si raziona l'elettricità per 22 ore al giorno, per un autoisolamento a tratti incomprensibile).
La crescita della Cina è l'inizio della fine per il suo totalitarismo, negli anni lo capirà anche la classe dirigente, che sarà infiltrata da quegli ex-poveri, memori delle loro condizioni di vita, che cercheranno sollievo per chi è indigente...ovviamente nel pieno rispetto del libretto rosso, giusto per non avere scheletri nell'armadio ;)
Non c'è molto da dire, il potere economico di una grande nazione come la Cina si basa fondamentalmente su due punti:
1) dottrina
2) ignoranza
Da quando la Cina ruppe i legami con l'URSS, mi pare fosse il 1963, capì che aveva un grande potenziale umano, ma non era sfruttabile, in quanto facente parte del blocco comunista, indi per cui, pur essendo un incredibile polo d'attrazione nella sfera d'influenza dell'estremo oriente (specialmente per i paesi del sud-est e dell'area insulare), non aveva nessuna possibilità di sfruttare la sua mastodontica "presenza" per condizionare dei mercati "poveri", per intenderci, pilotare un gruppo di paesi poveri in canna non comportava nessuna prova di forza nei confronti dei super-sviluppati paesi occidentali, e neppure nei confronti dei paranoici Russi del secondo mondo, che guardavano alla Cina più per le sue mosse sul fronte del nucleare che per le proprie capacità coercitive nei confronti dei paesi vicini (svariati rapporti delle scarne forze del KGB di stanza in Cina sono pieni zeppi di informazioni , talvolta infondate, su allarmistiche previsioni di attacchi dalla manciuria, ma quasi del tutto prive di notizie sull'ascendente dei cinesi su paesi come Birmania, Viet-Nam, Laos, giù fino alle Filippine (filo-americane, ma con un partito comunista molto agguerrito e numeroso).
La svolta si ebbe con la Perestrojka di Gorbacjov (spero si scriva così, non ricordo bene), il dissolvimento della potenza Russa, diede l'impulso alla Cina di prendere il suo posto, ribaltando tuttavia la politica di isolamento che aveva contraddistinto i vicini; le autorità Cinesi avevano capito che il crollo morale ed economico del socialismo di stato era da prendere in seria considerazione, il focolaio era da spegner in fretta, anche in patria, in un primo momento fu repressione, vedi Tien-Ammen, ma il gioco poteva essere pericoloso e destabilizzante, di conseguenza la classe dirigente optò per una strategia + morbida, qualche concessione, qualche divieto, il tutto nel rispetto del libretto rosso di Mao, giusto per non avere scheletri nell'armadio.
Un cambiamento interno così radicale non fu oltremodo pubblicizzato all'estero, l'idea del cattivo che anzichè essere sconfitto a vergate sulla schiena, piano piano si converte al perbenismo ed alla civiltà, non piaceva all'occidente.
E' buona tradizione infatti, nelle democrazie occidentali e non, trovare sempre un nemico contro il quale inveire, può essere una valida distrazione quando in patria i panni sporchi da lavare sono un po' troppi (vedi Malvinas per l'Inghilterra, Iraq 1 e 2 per USA, Afghanistan per l'URSS (parlo del primo conflitto non quello del 2001).
Da dire che la Cina continuò la sua politica aggressiva all'ONU come nei rapporti con gli altri paesi.
All'inizio degli anni 90 però, con la crisi e la recessione in vista nell'occidente, fu il momento buono per aprire le frontiere ai capitali, anche per non farsele soffiare dai paesi dell'ex blocco sovietico.
LA dottrina aveva fatto il suo corso, la Cina è un paese di grandi lavoratori, i Cinesi lavorano per rendere la Cina il grande paese dei sogni che è destinato ad essere, i lavoratori, abituati a vivere nelle risaie, sotto la pioggia, vedevano come una manna dal cielo la possibilità di poter lavorare 12 ore al giorno invece di 16, all'asciutto, con il panettiere sotto casa (un cubicolo 3metri per 3 per tutta la famiglia ovviamente).
A noi potrà sembrare sfruttamento, in realtà lo è, è anche vero che tutte le storie di libertà hanno sembre un iter lungo e doloroso, fatto di errori e sottomissioni.
Ora se da questo discorso traiamo le dovute conclusioni possiamo notare due caratteristiche predominanti che portano la Cina ad essere il colosso economico che sta diventando:
1) Dottrina
2) Ignoranza
la seconda si cura da se, un uomo che raggiunge una condizione sociale migliore aspira per istinto ad un'istruzione migliore, che gli permetta di salire la scala sociale creata dalla dottrina in vigore.
Mano a mano che il povero sale la scala sociale, sempre in maggior numero, va a modificare la dottrina, donandogli la flessibilità di cui ha bisogno; di esempi eclatanti ne abbiamo, di governi totalitari che son passati alla democrazia dal governo totalitario: il portogallo, la Spagna, la Libia stessa è in grande trasmormazione da un lustro a questa parte (non ci avrei scommesso mille lire 5 anni fa,invece è così...)
L'unico stato totalitario ancora povero è lo stato che volontariamente come no si isola dal mondo (Cuba ad esempio, che tuttavia sopravvie con il turismo, non tassabile come ad esempio la canna da zucchero, da parte dei grandi vicini perennemente seccati della presenza di Fidel a 200 Km da Miami; oppure la Korea del nord, dove la gente muore di fame e dove si raziona l'elettricità per 22 ore al giorno, per un autoisolamento a tratti incomprensibile).
La crescita della Cina è l'inizio della fine per il suo totalitarismo, negli anni lo capirà anche la classe dirigente, che sarà infiltrata da quegli ex-poveri, memori delle loro condizioni di vita, che cercheranno sollievo per chi è indigente...ovviamente nel pieno rispetto del libretto rosso, giusto per non avere scheletri nell'armadio ;)
Da dove hai preso tutto questo papiro? :sofico:
Da dove hai preso tutto questo papiro? :sofico:
Sono semplicemente appassionato di storia contemporanea, specie tra il 1939 ed il 1989.
Sono semplicemente appassionato di storia contemporanea, specie tra il 1939 ed il 1989.
Stavo scherzando, chiaramente ;)
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