andreamarra
23-06-2005, 13:40
Il presidente Billè all'assemblea annuale di Confcommercio
"Siamo in recessione serve un patto sociale per uscire dalla crisi"
Commercianti contro Berlusconi
"Paese schiacciato dai problemi"
Citazioni fantasiose: da Muzio Scevola al circo Togni a De Sica
di ROSARIA AMATO
Sergio Billè
ROMA - Un appello alle istituzioni, ai partiti, ma anche alle imprese e ai sindacati perché "mettendo da parte egoismi corporativi", scendano in campo "con più coraggio, con più decisione e con maggiore senso dello Stato". Nella relazione all'Assemblea Generale 2005 di Confcommercio il presidente Sergio Billè ha rilanciato la proposta di un patto sociale per uscire dalla crisi (lanciata inizialmente da Confindustria e ripresa da più parti, ultimamente anche dal governo), e lo ha fatto anche con una certa autocritica, che però non ha escluso le critiche, ben più forti, rivolte al governo, al quale ha chiesto riforme, infrastrutture, liberalizzazioni, interventi per il Sud ma soprattutto un Dpef e una legge finanziaria rigorosa. Mentre all'opposizione ha proposto un "governo ombra", perché illustri così in concreto "quale programma alternativo intenderebbe realizzare per il rilancio dell'economia e per la modernizzazione del Paese".
Una relazione piuttosto lunga, ma dai toni eccezionalmente vivaci, ricca di figure retoriche e citazioni (se ne contano più di dieci, da Gengis Khan al paniere dalle uova rotte, e poi il conte di Montecristo, De Sica, Max Weber, Gengis Khan, il Polesine, la Treccani, Longanesi, il 'fai da te' tributario...), che è stata interrotta più volte da applasi e che ha piuttosto spiazzato i giornalisti stranieri. "Come si fa a tradurre il neorealismo di De Sica in inglese - ha detto a un certo punto in sala stampa un giornalista di un'agenzia straniera - all'estero queste citazioni non si capiscono...".
Altrettanto vivaci le reazioni del pubblico, a cominciare dagli applausi lunghi e scroscianti quando Billè ha difeso il 'nanismo' delle imprese di casa nostra rivendicandone comunque il ruolo a sostegno dell'economia: "Se non ci fossero stati questi sette nani a produrre, negli ultimi anni, una quota importante di lavoro e di ricchezza, mentre alcuni Biancaneve pensavano magari solo ad innaffiare i fiori, il Paese starebbe oggi assai peggio di come sta", ha detto il presidente di Confcommercio.
L'assemblea annuale di Confcommercio però probabilmente mancherà di documentazione fotografica: infatti i fotografi di Ap, Ansa, Afp e i free lance hanno lasciato per protesta la sala dove si teneva l'assemblea, al Palazzo dei Congressi dell'Eur. "Ci hanno allontanati, non ci lasciano lavorare", hanno protestato, annunciando "Non invieremo le foto sul circuito".
Prima di dare inizio alla relazione, Billè ha ringraziato molte delle autorità presenti, a cominciare dal presidente della Repubblica Ciampi (che ha inviato un telegramma di auguri per l'assemblea), il presidente del Consiglio Berlusconi, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, e le Authority.
Ricchezza di facciata. Ma, dopo i ringraziamenti, sono cominciate le pesanti critiche, rivolte in particolar modo al governo. Al presidente del Consiglio Berlusconi che poco tempo fa di fronte ai dati economici sempre più scoraggianti aveva opposto la floridezza di un Paese dove tutti hanno il telefonino e molti la casa di proprietà, Billè ha replicato che "dietro questa facciata di floridezza, in parte vera, vive un Paese schiacciato da vecchi e nuovi problemi". Anche perché il nostro "è un Paese in cui vige la regola che la colpa di tutto sia sempre di qualcun altro".
"Istituzioni, partiti e parti sociali - ha rimproverato Billè - non possono più restare adagiati sui loro sofà, mentre il Pese corre il pericolo di essere sfrattata dall'economia mondiale".
De Sica, il circo Togni e Muzio Scevola. Con una serie di immagini colorite, Billè ha messo a segno una serie di affondi contro il governo. "Per scuoterci - ha detto all'inizio della sua relazione - ci serve una robusta dose di neorealismo alla De Sica. Solo così potremo trovare la forza necessaria per far cambiare rotta ad un Paese che ha innescato una pericolosa marcia indietro". Quello che invece non bisogna più fare, secondo il presidente di Confcommercio, è continuare a vivere "in una sorta di grande circo Togni dove ciascuno, dopo aver eseguito il suo numero, si ritira nella sua roulotte non preoccupandosi del resto". A cominciare dal presidente del Consiglio, al quale Billè ha ricordato che, certo, "c'è l'impegno del governo a cambiare questo stato di cose". "Ne prendiamo atto, ma ammetta, signor presidente del Consiglio - ha detto Billè - che per noi è difficile rimettere la mano sul fuoco, dopo che, come Muzio Scevola, ce ne siamo già bruciata una".
Le previsioni. Anche le previsioni di Confcommercio per quest'anno sono più che mai scoraggianti, quanto quelle delle altre istituzioni economiche: "Primo, il Pil quest'anno anziché crescere diminuirà dello 0,2%, rendendo così palpabile lo stato di recessione. Secondo, gli investimenti pubblici e privati - rispetto al 2004 - diminuiranno dell'1,4%, mentre l'export calerà del 2,3%. Si delinea un saldo della bilancia commerciale che rischia di essere il peggiore dal 1991. Terzo, i consumi delle famiglie aumenteranno solo dello 0,1%, cioè di quasi nulla. E siccome, in queste condizioni, il rapporto deficit/Pil finirà con l'attestarsi sopra la soglia del 4%, si prospettano giorni duri, anzi durissimi per tutti".
Più infrastrutture. Cosa fare? Le infrastrutture innanzitutto, sostiene Billè. "Io butto lì una proposta - ha detto il presidente di Confcommercio - Perché tutti i settori d'impresa non decidono, per qualche tempo, di rinunciare a qualsiasi forma di contributo statale, pretendendo però che in cambio, queste risorse non vengano destinate subito ad investimenti per infrastrutture?". "Senza infrastrutture - ha continuato Billè - avremo presto, infatti, un'industria bonsai, un sistema dei servizi bonsai e - quel che è peggio - anche un turismo bonsai".
Gli interventi per il Sud. Altra priorità, per Confcommercio, il Sud: "Per il Mezzogiorno - ha detto Billè - mi limito a ricordare tre inderogabili priorità. La prima è quella di una forte accelerazione degli investimenti nel settore delle infrastrutture. Se questo non avverrà, il Sud rischia di essere tagliato fuori dalle rotte del commercio globale e dallo sviluppo dell'area eruromediterranea. Ma si tratta anche di stabilire quale modello di sviluppo si vuole davvero realizzare in questa area. Il problema di fondo resta quello di fare scelte che finalmente valorizzino il grande patrimonio di risorse economiche, culturali e ambientali di queste regioni. Solo così si potrà rilanciare anche il turismo. Infine la criminalità: per combatterla lo Stato deve utilizzare strategie, strumenti e professionalità assai diversi dal passato".
Le altre priorità. Ma non basta: per risollevare l'economia, sostiene ancora Billè, occorrono "concorrenza" e quindi "liberalizzazioni", e poi "regole e politiche che consentano alle imprese di crescere e confrontarsi fino in fondo con il mercato a parità di condizioni". E poi, "lotta al sommerso e all'evasione", oltre che "una necessaria riduzione della pressione fiscale", che sia però "equa e virtuosa". E poi bisogna pensare ai giovani, visto che "un giovane su quattro non riesce a trovare ancora un impiego sul quale fare affidamento per poter programmare il proprio futuro"
Un Dpef di straordinario impegno. Il governo attuale è in grado di portare avanti tutto questo? "Niente è perduto - ha detto Billè - se le istituzioni e i partiti sapranno fare fino in fondo il loro dovere". Ma poi, rivolgendosi alla platea dei commercianti, ha aggiunto: "Dopo le liturgie di un altro anno elettorale, cosa accadrà, cosa potrà realmente cambiare?". Servono un Dpef e una nuova legge finanziaria "di straordinario impegno e fortemente innovativi per credibilità, indirizzo, spessore e qualità di interventi", altrimenti "la strada che ci aspetta è quella di una mulattiera".
Un Governo ombra. Mentre all'opposizione Billè ha chiesto di mettere "in piedi una specie di Governo ombra, in grado di simulare i programmi che intende realizzare".
I danni dell'euro e il rilancio dell'Ue. In tutto questo il ruolo dell'Unione Europea? Il presidente di Confcommercio ha bocciato l'euro senza appello: "E vero che senza lo scudo della moneta europea il vertiginoso aumento del costo del petrolio ci avrebbe mandato al tappeto - ha ammesso - è anche vero però che al riparo di questo scudo siamo rimasti in mutande". Ma alla fine Billè si è mostrato 'europeista': "E' importante che, oggi, le componenti della nostra politica facciano ogni sforzo per individuare una piattaforma comune, che consenta il rilancio di un'idea di Europa che sia anche più rappresentativa dei nostri valori e delle nostre esigenze".
(23 giugno 2005)
http://www.repubblica.it/2005/f/sezioni/economia/dettaglio/bille/bille.html
"Siamo in recessione serve un patto sociale per uscire dalla crisi"
Commercianti contro Berlusconi
"Paese schiacciato dai problemi"
Citazioni fantasiose: da Muzio Scevola al circo Togni a De Sica
di ROSARIA AMATO
Sergio Billè
ROMA - Un appello alle istituzioni, ai partiti, ma anche alle imprese e ai sindacati perché "mettendo da parte egoismi corporativi", scendano in campo "con più coraggio, con più decisione e con maggiore senso dello Stato". Nella relazione all'Assemblea Generale 2005 di Confcommercio il presidente Sergio Billè ha rilanciato la proposta di un patto sociale per uscire dalla crisi (lanciata inizialmente da Confindustria e ripresa da più parti, ultimamente anche dal governo), e lo ha fatto anche con una certa autocritica, che però non ha escluso le critiche, ben più forti, rivolte al governo, al quale ha chiesto riforme, infrastrutture, liberalizzazioni, interventi per il Sud ma soprattutto un Dpef e una legge finanziaria rigorosa. Mentre all'opposizione ha proposto un "governo ombra", perché illustri così in concreto "quale programma alternativo intenderebbe realizzare per il rilancio dell'economia e per la modernizzazione del Paese".
Una relazione piuttosto lunga, ma dai toni eccezionalmente vivaci, ricca di figure retoriche e citazioni (se ne contano più di dieci, da Gengis Khan al paniere dalle uova rotte, e poi il conte di Montecristo, De Sica, Max Weber, Gengis Khan, il Polesine, la Treccani, Longanesi, il 'fai da te' tributario...), che è stata interrotta più volte da applasi e che ha piuttosto spiazzato i giornalisti stranieri. "Come si fa a tradurre il neorealismo di De Sica in inglese - ha detto a un certo punto in sala stampa un giornalista di un'agenzia straniera - all'estero queste citazioni non si capiscono...".
Altrettanto vivaci le reazioni del pubblico, a cominciare dagli applausi lunghi e scroscianti quando Billè ha difeso il 'nanismo' delle imprese di casa nostra rivendicandone comunque il ruolo a sostegno dell'economia: "Se non ci fossero stati questi sette nani a produrre, negli ultimi anni, una quota importante di lavoro e di ricchezza, mentre alcuni Biancaneve pensavano magari solo ad innaffiare i fiori, il Paese starebbe oggi assai peggio di come sta", ha detto il presidente di Confcommercio.
L'assemblea annuale di Confcommercio però probabilmente mancherà di documentazione fotografica: infatti i fotografi di Ap, Ansa, Afp e i free lance hanno lasciato per protesta la sala dove si teneva l'assemblea, al Palazzo dei Congressi dell'Eur. "Ci hanno allontanati, non ci lasciano lavorare", hanno protestato, annunciando "Non invieremo le foto sul circuito".
Prima di dare inizio alla relazione, Billè ha ringraziato molte delle autorità presenti, a cominciare dal presidente della Repubblica Ciampi (che ha inviato un telegramma di auguri per l'assemblea), il presidente del Consiglio Berlusconi, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, e le Authority.
Ricchezza di facciata. Ma, dopo i ringraziamenti, sono cominciate le pesanti critiche, rivolte in particolar modo al governo. Al presidente del Consiglio Berlusconi che poco tempo fa di fronte ai dati economici sempre più scoraggianti aveva opposto la floridezza di un Paese dove tutti hanno il telefonino e molti la casa di proprietà, Billè ha replicato che "dietro questa facciata di floridezza, in parte vera, vive un Paese schiacciato da vecchi e nuovi problemi". Anche perché il nostro "è un Paese in cui vige la regola che la colpa di tutto sia sempre di qualcun altro".
"Istituzioni, partiti e parti sociali - ha rimproverato Billè - non possono più restare adagiati sui loro sofà, mentre il Pese corre il pericolo di essere sfrattata dall'economia mondiale".
De Sica, il circo Togni e Muzio Scevola. Con una serie di immagini colorite, Billè ha messo a segno una serie di affondi contro il governo. "Per scuoterci - ha detto all'inizio della sua relazione - ci serve una robusta dose di neorealismo alla De Sica. Solo così potremo trovare la forza necessaria per far cambiare rotta ad un Paese che ha innescato una pericolosa marcia indietro". Quello che invece non bisogna più fare, secondo il presidente di Confcommercio, è continuare a vivere "in una sorta di grande circo Togni dove ciascuno, dopo aver eseguito il suo numero, si ritira nella sua roulotte non preoccupandosi del resto". A cominciare dal presidente del Consiglio, al quale Billè ha ricordato che, certo, "c'è l'impegno del governo a cambiare questo stato di cose". "Ne prendiamo atto, ma ammetta, signor presidente del Consiglio - ha detto Billè - che per noi è difficile rimettere la mano sul fuoco, dopo che, come Muzio Scevola, ce ne siamo già bruciata una".
Le previsioni. Anche le previsioni di Confcommercio per quest'anno sono più che mai scoraggianti, quanto quelle delle altre istituzioni economiche: "Primo, il Pil quest'anno anziché crescere diminuirà dello 0,2%, rendendo così palpabile lo stato di recessione. Secondo, gli investimenti pubblici e privati - rispetto al 2004 - diminuiranno dell'1,4%, mentre l'export calerà del 2,3%. Si delinea un saldo della bilancia commerciale che rischia di essere il peggiore dal 1991. Terzo, i consumi delle famiglie aumenteranno solo dello 0,1%, cioè di quasi nulla. E siccome, in queste condizioni, il rapporto deficit/Pil finirà con l'attestarsi sopra la soglia del 4%, si prospettano giorni duri, anzi durissimi per tutti".
Più infrastrutture. Cosa fare? Le infrastrutture innanzitutto, sostiene Billè. "Io butto lì una proposta - ha detto il presidente di Confcommercio - Perché tutti i settori d'impresa non decidono, per qualche tempo, di rinunciare a qualsiasi forma di contributo statale, pretendendo però che in cambio, queste risorse non vengano destinate subito ad investimenti per infrastrutture?". "Senza infrastrutture - ha continuato Billè - avremo presto, infatti, un'industria bonsai, un sistema dei servizi bonsai e - quel che è peggio - anche un turismo bonsai".
Gli interventi per il Sud. Altra priorità, per Confcommercio, il Sud: "Per il Mezzogiorno - ha detto Billè - mi limito a ricordare tre inderogabili priorità. La prima è quella di una forte accelerazione degli investimenti nel settore delle infrastrutture. Se questo non avverrà, il Sud rischia di essere tagliato fuori dalle rotte del commercio globale e dallo sviluppo dell'area eruromediterranea. Ma si tratta anche di stabilire quale modello di sviluppo si vuole davvero realizzare in questa area. Il problema di fondo resta quello di fare scelte che finalmente valorizzino il grande patrimonio di risorse economiche, culturali e ambientali di queste regioni. Solo così si potrà rilanciare anche il turismo. Infine la criminalità: per combatterla lo Stato deve utilizzare strategie, strumenti e professionalità assai diversi dal passato".
Le altre priorità. Ma non basta: per risollevare l'economia, sostiene ancora Billè, occorrono "concorrenza" e quindi "liberalizzazioni", e poi "regole e politiche che consentano alle imprese di crescere e confrontarsi fino in fondo con il mercato a parità di condizioni". E poi, "lotta al sommerso e all'evasione", oltre che "una necessaria riduzione della pressione fiscale", che sia però "equa e virtuosa". E poi bisogna pensare ai giovani, visto che "un giovane su quattro non riesce a trovare ancora un impiego sul quale fare affidamento per poter programmare il proprio futuro"
Un Dpef di straordinario impegno. Il governo attuale è in grado di portare avanti tutto questo? "Niente è perduto - ha detto Billè - se le istituzioni e i partiti sapranno fare fino in fondo il loro dovere". Ma poi, rivolgendosi alla platea dei commercianti, ha aggiunto: "Dopo le liturgie di un altro anno elettorale, cosa accadrà, cosa potrà realmente cambiare?". Servono un Dpef e una nuova legge finanziaria "di straordinario impegno e fortemente innovativi per credibilità, indirizzo, spessore e qualità di interventi", altrimenti "la strada che ci aspetta è quella di una mulattiera".
Un Governo ombra. Mentre all'opposizione Billè ha chiesto di mettere "in piedi una specie di Governo ombra, in grado di simulare i programmi che intende realizzare".
I danni dell'euro e il rilancio dell'Ue. In tutto questo il ruolo dell'Unione Europea? Il presidente di Confcommercio ha bocciato l'euro senza appello: "E vero che senza lo scudo della moneta europea il vertiginoso aumento del costo del petrolio ci avrebbe mandato al tappeto - ha ammesso - è anche vero però che al riparo di questo scudo siamo rimasti in mutande". Ma alla fine Billè si è mostrato 'europeista': "E' importante che, oggi, le componenti della nostra politica facciano ogni sforzo per individuare una piattaforma comune, che consenta il rilancio di un'idea di Europa che sia anche più rappresentativa dei nostri valori e delle nostre esigenze".
(23 giugno 2005)
http://www.repubblica.it/2005/f/sezioni/economia/dettaglio/bille/bille.html