AnonimoVeneziano
15-06-2005, 23:19
Ciao a tutti.
Scrivo sul forum per sentire altri pareri su questa disciplina che io , personalmente , non gradisco particolarmente.
Questo mio commento deriva da uno studio della Storia della Filosofia che va dalla 3° alla 5° Liceo Scientifico.
Devo dire che è una materia che ho abbastanza gradito nei primi 2 anni, l'ho sempre considerata "un modo per ottenere una comprensione del mondo in mancanza di qualcosa di più attendibile" o comunque l'ho sempre ammirata come un modo di interpretare il mondo .
Il problema è nato in 5° , dove ho studiato i filosofi moderni, Fichte, Schelling, Hegel . In certi momenti credo che tocchino il delirio.
1- Il vocabolario usato da questi filosofi in certi momenti raggiunge l'assurdo. Parole incomprensibili e a mio parere spesso uso improprio dei termini. Non si può scrivere un testo che , secondo loro, dovrebbe spiegare l'essenza del mondo basandosi su parole come "spirito" , "essenza" , "Sentimento" ... etc. Sono parole che possono variare il loro significato dal contesto e dal concetto di chi la legge e rendono difficile la comprensione del testo .
2- Usano modi assurdi per dimostrare convinzioni che a mio parere non stanno ne in cielo ne in terra. Schelling afferma che "La natura è divisa in livelli che si risvegliano piano piano e che il suo obbiettivo ultimo è l'uomo" , ma chi lo dice? Come si fa a trarre una conclusione del genere?Oppure, Hegel afferma che la filosofia è l'unica in grado di cogliere l'assoluto,l'intero e il vero (che sono in pratica la stessa cosa). Ma che vuol dire sta frase? Come si fa a dire una cosa del genere? Su cosa basa quest'affermazione?
LA filosofia del '900 è un contorto intreccio di convinzioni che continuano a scontrarsi tra di loro e che non trovano un punto di congiunzione .
Gradirei poi che qualcuno mi spiegasse questa frase di Hegel de "La Logica"
che sinceramente per me non ha assolutamente senso:
"Per attingere al vero infinito - o infinito della ragione - è necessario allora superare la contrapposizione intellettualistica tra finito e infinito , e assumerli nella loro originaria unità. Il vero infinito è il movimento del finito che - negato dall' infinito - ritorna a sè , negandola, dalla propria negazione: ovvero , il movimento proprio dell' esser per sè , caratteristico dell' individualità , la quale si conserva identica a sè pur aprendosi ad assumere infinite determiazioni"
Incredibile ...
Questo non vuole essere una critica "assoluta" alla filosofia, anzi, io sono disposto a cambiare immediatamente la mia idea sulla filosofia del '900 se qualcuno mi da qualche spiegazione su quale sia il suo fine ultimo che per ora mi sfugge, anzi, il mio thread vuole essere un ultimo grido di aiuto per salvare l'ultimo briciolo di rispetto che ho per questa disciplina, vi prego fatemi cambiare idea se potete
Ciao
Scrivo sul forum per sentire altri pareri su questa disciplina che io , personalmente , non gradisco particolarmente.
Questo mio commento deriva da uno studio della Storia della Filosofia che va dalla 3° alla 5° Liceo Scientifico.
Devo dire che è una materia che ho abbastanza gradito nei primi 2 anni, l'ho sempre considerata "un modo per ottenere una comprensione del mondo in mancanza di qualcosa di più attendibile" o comunque l'ho sempre ammirata come un modo di interpretare il mondo .
Il problema è nato in 5° , dove ho studiato i filosofi moderni, Fichte, Schelling, Hegel . In certi momenti credo che tocchino il delirio.
1- Il vocabolario usato da questi filosofi in certi momenti raggiunge l'assurdo. Parole incomprensibili e a mio parere spesso uso improprio dei termini. Non si può scrivere un testo che , secondo loro, dovrebbe spiegare l'essenza del mondo basandosi su parole come "spirito" , "essenza" , "Sentimento" ... etc. Sono parole che possono variare il loro significato dal contesto e dal concetto di chi la legge e rendono difficile la comprensione del testo .
2- Usano modi assurdi per dimostrare convinzioni che a mio parere non stanno ne in cielo ne in terra. Schelling afferma che "La natura è divisa in livelli che si risvegliano piano piano e che il suo obbiettivo ultimo è l'uomo" , ma chi lo dice? Come si fa a trarre una conclusione del genere?Oppure, Hegel afferma che la filosofia è l'unica in grado di cogliere l'assoluto,l'intero e il vero (che sono in pratica la stessa cosa). Ma che vuol dire sta frase? Come si fa a dire una cosa del genere? Su cosa basa quest'affermazione?
LA filosofia del '900 è un contorto intreccio di convinzioni che continuano a scontrarsi tra di loro e che non trovano un punto di congiunzione .
Gradirei poi che qualcuno mi spiegasse questa frase di Hegel de "La Logica"
che sinceramente per me non ha assolutamente senso:
"Per attingere al vero infinito - o infinito della ragione - è necessario allora superare la contrapposizione intellettualistica tra finito e infinito , e assumerli nella loro originaria unità. Il vero infinito è il movimento del finito che - negato dall' infinito - ritorna a sè , negandola, dalla propria negazione: ovvero , il movimento proprio dell' esser per sè , caratteristico dell' individualità , la quale si conserva identica a sè pur aprendosi ad assumere infinite determiazioni"
Incredibile ...
Questo non vuole essere una critica "assoluta" alla filosofia, anzi, io sono disposto a cambiare immediatamente la mia idea sulla filosofia del '900 se qualcuno mi da qualche spiegazione su quale sia il suo fine ultimo che per ora mi sfugge, anzi, il mio thread vuole essere un ultimo grido di aiuto per salvare l'ultimo briciolo di rispetto che ho per questa disciplina, vi prego fatemi cambiare idea se potete
Ciao