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View Full Version : Delocalizzazioni


senzasoldi
16-05-2005, 20:55
Roma, 16 mag - STMicroelectronics ridurra' i suoi organici di 3.000 dipendenti delocalizzando la sua produzione in Asia entro meta' 2006, una misura che consentira' risparmi per 90 milioni di dollari l'anno.

Un'altra buona buona azienda che va a produrre in asia!
Ancora qualche anno e torneremo ad essere una nazione basata sulla pastorizia!

Andala
16-05-2005, 21:07
Roma, 16 mag - STMicroelectronics ridurra' i suoi organici di 3.000 dipendenti delocalizzando la sua produzione in Asia entro meta' 2006, una misura che consentira' risparmi per 90 milioni di dollari l'anno.

Un'altra buona buona azienda che va a produrre in asia!
Ancora qualche anno e torneremo ad essere una nazione basata sulla pastorizia!


Dimentichi che con tutto questo cemento mancano i pascoli!

Teoricamente c'è un altra strada, un pò delirante ma c'è: creare instabilità politica e sociale in Asia, armare le fazioni e indurle alla guerra civile continua.

Andala

IpseDixit
16-05-2005, 21:16
STMicroelectronics è quella di Catania ?

sempreio
16-05-2005, 21:21
STMicroelectronics è quella di Catania ?


è un' azienda italo francese, per dirla tutta è controllata dai francesi che appena devono delocalizzare pensano all' italia :muro:

IpseDixit
16-05-2005, 21:26
è un' azienda italo francese, per dirla tutta è controllata dai francesi che appena devono delocalizzare pensano all' italia :muro:
Si ora ricordo, ricordo un suo pezzo grosso nel 2001 a Porta a Porta insieme a Rutelli :rolleyes: garantì che mai avrebbe delocalizzato in Asia :rolleyes:
A dire il vero però lamento anche alcuni problemi tipo avere tutti i giorni l'acqua :rolleyes:

sempreio
16-05-2005, 22:33
Si ora ricordo, ricordo un suo pezzo grosso nel 2001 a Porta a Porta insieme a Rutelli :rolleyes: garantì che mai avrebbe delocalizzato in Asia :rolleyes:
A dire il vero però lamento anche alcuni problemi tipo avere tutti i giorni l'acqua :rolleyes:



il problema vero è che delocalizzano anche la tecnologia, c' è la convinzione quantomai infondata che avendo una laurea tecnico-scientifica si possa trovare più facilmente lavoro, questa è una stronzata bella e buona, in cina sfornano 1.3 milioni di ingegneri all' anno, il governo cinese "spinge" (obbliga) a indirizzarsi verso scuole che abbiano l' unico scopo di incrementare l' economia del paese. quindi economisti, commerciali, legali e soprattutto tecnici d' alto livello è pieno costano poco e stanno zitti :fagiano:
quindi o facciamo una guerra ( cosa che non approvo) o ci invadono loro ( cosa che non approvo) ............

skywings
17-05-2005, 10:11
Si ora ricordo, ricordo un suo pezzo grosso nel 2001 a Porta a Porta insieme a Rutelli :rolleyes: garantì che mai avrebbe delocalizzato in Asia :rolleyes:
è stato sostituito... ;)

Però se non delocalizzi, muori... visto che non puoi competere con le fabbriche taiwanesi. Allora che si fa? :mc:

Stormblast
17-05-2005, 10:16
si continua ad andare avanti finchè non collasserà tutto. prima o poi per quanto poco costeranno le merci importate, ci sarà una sempre maggior parte della popolazione che non potrà permettersele mancando lavoro.

Alessandro Bordin
17-05-2005, 10:26
è stato sostituito... ;)

Però se non delocalizzi, muori... visto che non puoi competere con le fabbriche taiwanesi. Allora che si fa? :mc:

Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.

Stormblast
17-05-2005, 10:33
Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.


scusa di che marca sono?
mi hai fatto venire la curiosità, ho dato un occhio a tutti i verbatim che ho, non ce n'è uno "europeo"...

skywings
17-05-2005, 10:39
Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.
Ammirevole... ma non siamo noi piccoli a fare mercato, purtroppo. E' una partita persa. STM, ad esempio, non può permettersi il lusso di perdere migliaia di migliardi di $ perchè un chip prodotto in Europa costa, su strada, qualche centesimo in + di un chip prodotto in Asia e, giustamente, i vari Hp, Dell, ecc.. non li comprano. Ripeto quanto dissi tempo fa: Per qualche anno la sfida non può essere messa sul puro piano produttivo. E' necessario che l'Europa si concentri sull'innovazione. Quando anche in oriente le esigenze sociali e culturali delle classi basse arriverranno a certi livelli, allora, e solo allora, si potrà considerare un flusso inverso.
(PS: Ma allora vorrò vedere chi avrà in mano il fattore innovativo...)

lucio68
17-05-2005, 10:39
Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.
Anche a me le bionde teutoniche sono sempre piaciute di più delle orientali
:asd:

Scherzi a parte, l'occidente non ha la possibilità di competere con Nazioni in cui il costo del lavoro è così basso.
Pensare di ridurre il costo del lavoro da noi è una follia, quindi l'unica soluzione potrebbe essere quella di riequilibrarlo a livello globale.
Una buona soluzione, ma sarebbe assolutamente un suicidio per tutte le aziende che delocalizzano, potrebbe essere rappresentato dall'obbligo di pagare anche i lavoratori "indigeni" secondo i contratti in vigore nei paesi di origine dell'azienda.

IpseDixit
17-05-2005, 12:33
si continua ad andare avanti finchè non collasserà tutto. prima o poi per quanto poco costeranno le merci importate, ci sarà una sempre maggior parte della popolazione che non potrà permettersele mancando lavoro.
Ma sentivo proprio ieri al tg dove dicevano che negli ultimi mesi i consumatori Usa comprano meno prodotti importati.

Alessandro Bordin
17-05-2005, 12:46
scusa di che marca sono?
mi hai fatto venire la curiosità, ho dato un occhio a tutti i verbatim che ho, non ce n'è uno "europeo"...

Fujifilm

Onisem
17-05-2005, 12:46
Dimentichi che con tutto questo cemento mancano i pascoli!

Teoricamente c'è un altra strada, un pò delirante ma c'è: creare instabilità politica e sociale in Asia, armare le fazioni e indurle alla guerra civile continua.

Andala

Delirante per delirante: meglio un virus...

FastFreddy
17-05-2005, 12:51
Fujifilm


I giapponesi che delocalizzano in Germania????? :mbe: :mbe: :mbe:

Alessandro Bordin
17-05-2005, 12:54
qualche anno la sfida non può essere messa sul puro piano produttivo. E' necessario che l'Europa si concentri sull'innovazione. Quando anche in oriente le esigenze sociali e culturali delle classi basse arriverranno a certi livelli, allora, e solo allora, si potrà considerare un flusso inverso.
(PS: Ma allora vorrò vedere chi avrà in mano il fattore innovativo...)

Concordo in tutto.

Alessandro Bordin
17-05-2005, 12:55
I giapponesi che delocalizzano in Germania????? :mbe: :mbe: :mbe:


Pare :D Di certo facendo un conto basato su costo del lavoro e trasporto (soprattutto, è merce che costa pochissimo ma ingombrante) risulta conveniente.

FastFreddy
17-05-2005, 13:00
Comunque non c'è da preoccuparsi, tra 50 anni saranno i cinesi a delocalizzare in Europa! :O




:sofico:



O meglio :cry:

LightIntoDarkness
17-05-2005, 13:24
Ammirevole... ma non siamo noi piccoli a fare mercato, purtroppo. E' una partita persa. STM, ad esempio, non può permettersi il lusso di perdere migliaia di migliardi di $ perchè un chip prodotto in Europa costa, su strada, qualche centesimo in + di un chip prodotto in Asia e, giustamente, i vari Hp, Dell, ecc.. non li comprano. <cut>Mi sa che per quanto utopica la strada delle piccole gocce nel mare sia l'unica realmente percorribile.
E si deve passare per la responsabilizzazione di ognuno, per un cambio di mentalità e di considerazione sul valore del consumo e di ogni singolo acquisto.
E, se cerchiamo bene, ci sono dei segnali molto incoraggianti rispetto all'efficacia delle piccole formichine che si uniscono per agire :) !

Feric Jaggar
17-05-2005, 14:33
Dimentichi che con tutto questo cemento mancano i pascoli!

Teoricamente c'è un altra strada, un pò delirante ma c'è: creare instabilità politica e sociale in Asia, armare le fazioni e indurle alla guerra civile continua.

Andala

Non è mica tanto delirante... c'è senz'altro chi ci sta pensando concretamente :D

Anche perchè non c'è altro modo di tagliare le gambe alla Cina.

Feric Jaggar
17-05-2005, 14:40
Delirante per delirante: meglio un virus...

Visto che hai un avatar così ricercato, da vero cinefilo, ti sottopongo un'ipotesi; credo trenta anni fa, uscì un film di fantascienza a basso costo. La storia di un agente segreto americano, che veniva inviato in missione nel Blocco Sinoasiatico, e ritornava in coma per un incidente aereo. Si svegliava, ma era senza memoria. Per cui lo tenevano in una fattoria, e avevano collegato al letto un macchinario per visualizzare i suoi sogni.

Alla fine, dall'ultimo sogno che riviveva la scena dell'incidente, in cui un agente sinoasiatico lo siringava, saltava fuori che i Sinoasiatici gli avevano inoculato un virus a tempo, e lo avevano rispedito in Occidente per sterminarci, dopo aver vaccinato la loro popolazione.

Ma, per fortuna, avendolo i "nostri" tenuto in frigo per vari giorni, il periodo di incubazione del virus si era allungato e c'era il tempo per vaccinare anche la popolazione dell'Occidente.

Fantascienza?

Quando lo vidi in tv, lo pensai.

Ma ora... :mbe:

senzasoldi
17-05-2005, 17:08
Ho letto il 3D e sono caduto in depressione.. Ho una figlia di 10 anni; che lavoro potrà fare?
Qualcuno di voi ha idea di quali scenari ci aspettano?
:sob:

IpseDixit
17-05-2005, 17:27
Ho letto il 3D e sono caduto in depressione.. Ho una figlia di 10 anni; che lavoro potrà fare?
Qualcuno di voi ha idea di quali scenari ci aspettano?
:sob:
Se abiti a Catania può coltivare arance

Onisem
17-05-2005, 17:28
Ho letto il 3D e sono caduto in depressione.. Ho una figlia di 10 anni; che lavoro potrà fare?
Qualcuno di voi ha idea di quali scenari ci aspettano?
:sob:

Per cominciare costringila ad imparare il cinese, poi si vedrà...

Onisem
17-05-2005, 17:40
Visto che hai un avatar così ricercato, da vero cinefilo, ti sottopongo un'ipotesi; credo trenta anni fa, uscì un film di fantascienza a basso costo. La storia di un agente segreto americano, che veniva inviato in missione nel Blocco Sinoasiatico, e ritornava in coma per un incidente aereo. Si svegliava, ma era senza memoria. Per cui lo tenevano in una fattoria, e avevano collegato al letto un macchinario per visualizzare i suoi sogni.

Alla fine, dall'ultimo sogno che riviveva la scena dell'incidente, in cui un agente sinoasiatico lo siringava, saltava fuori che i Sinoasiatici gli avevano inoculato un virus a tempo, e lo avevano rispedito in Occidente per sterminarci, dopo aver vaccinato la loro popolazione.

Ma, per fortuna, avendolo i "nostri" tenuto in frigo per vari giorni, il periodo di incubazione del virus si era allungato e c'era il tempo per vaccinare anche la popolazione dell'Occidente.

Fantascienza?

Quando lo vidi in tv, lo pensai.

Ma ora... :mbe:


Beh, intanto grazie per averlo notato... :D In realtà non sono poi così cinefilo, infatti non ho idea di quale sia il titolo del film che hai descritto. Fahrenheit ha comunque dei contenuti di una visionarietà ed attualità, pensiamo che era il 1966, davvero sbalorditivi e che stimolano forti riflessioni. Per questo ne consiglierei (in realtà obbligherei... :D) la visione a tutti, per questo l'ho scelto come avatar. Mai così attuale rispetto alla direzione della società.

Killian
17-05-2005, 18:34
Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.

anche io ci provo, e sto cercando di sensibilizzare anche i miei familiari.

Non possiamo comprare made in China a poco prezzo e pretendere che le nostre industrie rimangano qui per preservare i nostri posti di lavoro.

Sabato mi sono comprato un paio di scarpe nuove, ho scelto tra una particolare rosa di modelli in cui c'era scritto che sono state prodotte in Italia (poi non posso essere sicuro che sia vero, ma almeno la volontà ce l'ho messa).

L'ideale sarebbe impegnarsi a comprare nell'ordine:

- beni prodotti in Italia
- beni prodotti in UE
- beni prodotti in Paesi dove i lavoratori hanno diritti simili ai nostri
- altrove tutto ciò che non è possibile acquistare nelle categorie precedenti


Non è facile sensibilizzare le persone, qualche mese fa parlando con un parente è venuto fuori che lui compra le cose solo in base al prezzo, perchè secondo lui "i nostri industriali guadagnano troppo", ma a questo punto se la gente compra solo in base al prezzo, perchè mai le aziende non dovrebbero assumere manodopera solo in base al prezzo (e quindi delocalizzare dove costa meno o comunque proporre ai nuovi assunti contratti il più possibile economici per l'azienda)?

SaMu
17-05-2005, 20:01
Personalmente? Se posso compro made in UE anche pagando qualcosa in più.
Piccolo esempio ieri: ho acquistato dei CD vergini e ho cercato quelli Made in Germany nella marea dei MAde in China e Made in India.

Nel mio piccolo provo a fare qualcosa.

Mai esempio meno azzeccato Ale :p

Non so cosa ci masterizzi su quei CD, magari le tue foto personali, ma stante che il 95% (mi pare di ricordare) dei CD viene utilizzato per masterizzare contenuti protetti da copyright, il tuo esempio sembra quasi beffardo..

Paghi quanto? 5 cents di valore aggiunto per CD all'area euro piuttosto che all'Asia, ma (magari non tu, ma il 95% sì..) eviti di pagare 15-20 euro di valore aggiunto prodotto in occidente, che è il contenuto di quei CD, siano programmi, o film, o musica.. ogni giorno milioni di persone lo fanno e quello si farebbe la differenza tra la nostra società basata sul lavoro intellettuale, e il manifatturiero asiatico..

Stormblast
17-05-2005, 20:18
Beh, intanto grazie per averlo notato... :D In realtà non sono poi così cinefilo, infatti non ho idea di quale sia il titolo del film che hai descritto. Fahrenheit ha comunque dei contenuti di una visionarietà ed attualità, pensiamo che era il 1966, davvero sbalorditivi e che stimolano forti riflessioni. Per questo ne consiglierei (in realtà obbligherei... :D) la visione a tutti, per questo l'ho scelto come avatar. Mai così attuale rispetto alla direzione della società.


consiglio di posticipare il film alla lettura del libro, una pietra miliare.

Onisem
17-05-2005, 20:44
consiglio di posticipare il film alla lettura del libro, una pietra miliare.

Il libro di Bradbury non l'ho letto tutto, mia mancanza, il film lo vidi prima su suggerimento del mio Prof. di filosofia del liceo, lui si, un cinefilo. Forse però ha il merito di essere più "immediato" rispetto al libro, per questo spererei che fosse più conosciuto. La maggioranza delle persone se nomini Farhenheit pensa a Moore, al massimo alla conversione in Celsius... :D

ENGINE
17-05-2005, 21:34
dazi

flisi71
18-05-2005, 07:25
dazi

Che grande idea!
Chiaramente parti dal presupposto che loro poi non facciano altrettanto, vero?

Ciao

Federico

Alessandro Bordin
18-05-2005, 07:36
Mai esempio meno azzeccato Ale :p

Non so cosa ci masterizzi su quei CD, magari le tue foto personali, ma stante che il 95% (mi pare di ricordare) dei CD viene utilizzato per masterizzare contenuti protetti da copyright, il tuo esempio sembra quasi beffardo..

Paghi quanto? 5 cents di valore aggiunto per CD all'area euro piuttosto che all'Asia, ma (magari non tu, ma il 95% sì..) eviti di pagare 15-20 euro di valore aggiunto prodotto in occidente, che è il contenuto di quei CD, siano programmi, o film, o musica.. ogni giorno milioni di persone lo fanno e quello si farebbe la differenza tra la nostra società basata sul lavoro intellettuale, e il manifatturiero asiatico..

Era un esempio come un altro, ovvio. Stesso valga per qualsiasi altro prodotto, ove possibile.

La tua "ricetta"?

skywings
18-05-2005, 08:45
dazi
storicamente hanno fatto più danno che bene...
E poi qui non si tratta di qualche punto percentuale sul valore merce ma, come ho già riportato in altro 3D, di nvolte (Es: costo ns prodotto exfabbrica 25€, costo concorrente cinese CIF 6€).
Che dazi vuoi applicare?? Siamo in un'altra dimensione, purtroppo.

lucio68
18-05-2005, 09:35
Impostare la concorrenza sulle tariffe secondo me è impensabile.
L'unico modo che abbiamo per restare sul mercato è cercare di non entrare in concorrenza con la Cina e i Paesi a basso costo di manodopera e possibilmente basso contenuto tecnologico.
Proteggere i marchi e produrre prodotti di qualità e tecnologia superiore forse potrebbe essere una strada.

ENGINE
19-05-2005, 00:05
Che grande idea!
Chiaramente parti dal presupposto che loro poi non facciano altrettanto, vero?

Ciao

Federico

Per tua norma e regola "loro" lo stanno gia' facendo.

sempreio
19-05-2005, 08:02
http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/economia/nostrolusso/nostrolusso/nostrolusso.html


poverini :rolleyes:

flisi71
19-05-2005, 08:16
Sempreio ha messo il link, io vi metto anche il testo.


I lavoratori svelano le spaventose condizioni di lavoro
Orari infernali, sfruttamento e paghe da fame
I lager cinesi che fabbricano
il sogno occidentale
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


Per confezionare un paio di Timberland, vendute in Europa a 150 euro, nella città di Zhongshan un ragazzo di 14 anni guadagna 45 centesimi di euro. Lavora 16 ore al giorno, dorme in fabbrica, non ha ferie né assicurazione malattia, rischia l'intossicazione e vive sotto l'oppressione di padroni-aguzzini.
Per fabbricare un paio di scarpe da jogging Puma una cinese riceve 90 centesimi di euro: il prezzo in Europa è 178 euro per il modello con il logo della Ferrari. Nella fabbrica-lager che produce per la Puma i ritmi di lavoro sono così intensi che i lavoratori hanno le mani penosamente deformate dallo sforzo continuo.

Gli operai cinesi che riforniscono i nostri negozi - l'esercito proletario che manda avanti la "fabbrica del mondo" - cominciano a parlare. Rivelano le loro condizioni di vita a un'organizzazione umanitaria, forniscono prove dello sfruttamento disumano, del lavoro minorile, delle violenze, delle malattie. Qualche giornale cinese rompe l'omertà. Ci sono scioperi spontanei, in un Paese dove il sindacato unico sta dalla parte dei padroni.

Vengono alla luce frammenti di una storia che è l'altra faccia del miracolo asiatico, una storia di sofferenze le cui complicità si estendono dal governo di Pechino alle multinazionali occidentali.

La fabbrica dello "scandalo Timberland" è nella ricca regione meridionale del Guangdong, il cuore della potenza industriale cinese, la zona da cui ebbe inizio un quarto di secolo fa la conversione accelerata della Cina al capitalismo.

L'impresa di Zhongshan si chiama Kingmaker Footwear, con capitali taiwanesi, ha 4.700 dipendenti di cui l'80% donne. Ci lavorano anche minorenni di 14 e 15 anni. La maggioranza della produzione è destinata a un solo cliente, Timberland. Kingmaker Footwear è un fornitore che lavora su licenza, autorizzato a fabbricare le celebri scarpe per la marca americana. Le testimonianze dirette sui terribili abusi perpetrati dietro i muri di quella fabbrica sono state raccolte dall'associazione umanitaria China Labor Watch, impegnata nella battaglia contro lo sfruttamento dei minori e le violazioni dei diritti dei lavoratori.

Le prove sono schiaccianti. Di fronte a queste rivelazioni il quartier generale della multinazionale ha dovuto fare mea culpa. Lo ha fatto in sordina; non certo con l'enfasi con cui aveva pubblicizzato il premio di "migliore azienda dell'anno per le relazioni umane" decretatole dalla rivista Fortune nel 2004. Ma attraverso una dichiarazione ufficiale firmata da Robin Giampa, direttore delle relazioni esterne della Timberland, ora i vertici ammettono esplicitamente: "Siamo consapevoli che quella fabbrica ha avuto dei problemi relativi alle condizioni di lavoro. Siamo attualmente impegnati ad aiutare i proprietari della fabbrica a migliorare".

I "problemi relativi alle condizioni di lavoro" però non sono emersi durante le regolari ispezioni che la Timberland fa alle sue fabbriche cinesi (due volte l'anno), né risultano dai rapporti del suo rappresentante permanente nell'azienda. Sono state necessarie le testimonianze disperate che gli operai hanno confidato agli attivisti umanitari, rischiando il licenziamento e la perdita del salario se le loro identità vengono scoperte.
"In ogni reparto lavorano ragazzi tra i 14 e i 16 anni", dicono le testimonianze interne: uno sfruttamento di minori che in teoria la Cina ha messo fuorilegge. La giornata di lavoro inizia alle 7.30 e finisce alle 21 con due pause per pranzo e cena, ma oltre l'orario ufficiale gli straordinari sono obbligatori.

Nei mesi di punta d'aprile e maggio, in cui la Timberland aumenta gli ordini, "il turno normale diventa dalle 7 alle 23, con una domenica di riposo solo ogni 2 settimane; gli straordinari s'allungano ancora e i lavoratori passano fino a 105 ore a settimana dentro la fabbrica". Gli informatori dall'interno dello stabilimento hanno fornito 4 esemplari di buste paga a China Labor Watch.
La paga mensile è di 757 yuan (75 euro) "ma il 44% viene dedotto per coprire le spese di vitto e alloggio". Vitto e alloggio significa camerate in cui si ammucchiano 16 lavoratori su brandine di metallo, e una mensa dove "50 lavoratori sono stati avvelenati da germogli di bambù marci".
In fabbrica i manager mantengono un clima d'intimidazione "incluse le violenze fisiche; un'operaia di 20 anni picchiata dal suo caporeparto è stata ricoverata in ospedale, ma l'azienda non le paga le spese mediche".

Un mese di salario viene sempre trattenuto dall'azienda come arma di ricatto: se un lavoratore se ne va lo perde.
Altre mensilità vengono rinviate senza spiegazione. L'estate scorsa il mancato pagamento di un mese di salario ha provocato due giorni di sciopero.
Anche il fornitore della Puma è nel Guangdong, località Dongguan. Si chiama Pou Yuen, un colosso da 30.000 dipendenti. In un intero stabilimento, l'impianto F, 3.000 operai fanno scarpe sportive su ordinazione per la multinazionale tedesca.

La lettera di un'operaio descrive la sua giornata-tipo nella fabbrica. "Siamo sottoposti a una disciplina di tipo militare. Alle 6.30 dobbiamo scattare in piedi, pulirci le scarpe, lavarci la faccia e vestirci in 10 minuti. Corriamo alla mensa perché la colazione è scarsa e chi arriva ultimo ha il cibo peggiore, alle 7 in punto bisogna timbrare il cartellino sennò c'è una multa sulla busta paga. Alle 7 ogni gruppo marcia in fila dietro il caporeparto recitando in coro la promessa di lavorare diligentemente.
Se non recitiamo a voce alta, se c'è qualche errore nella sfilata, veniamo puniti. I capireparto urlano in continuazione. Dobbiamo subire, chiunque accenni a resistere viene cacciato. Noi operai veniamo da lontani villaggi di campagna. Siamo qui per guadagnare. Dobbiamo sopportare in silenzio e continuare a lavorare. (...) Nei reparti-confezione puoi vedere gli operai che incollano le suole delle scarpe. Guardando le loro mani capisci da quanto tempo lavorano qui. Le forme delle mani cambiano completamente. Chi vede quelle mani si spaventa. Questi operai non fanno altro che incollare... Un ragazzo di 20 anni ne dimostra 30 e sembra diventato scemo. La sua unica speranza è di non essere licenziato. Farà questo lavoro per tutta la vita, non ha scelta. (...) Lavoriamo dalle 7 alle 23 e la metà di noi soffrono la fame. Alla mensa c'è minestra, verdura e brodo. (...) Gli ordini della Puma sono aumentati e il tempo per mangiare alla mensa è stato ridotto a mezz'ora. (...) Nei dormitori non abbiamo l'acqua calda d'inverno". Un'altra testimonianza rivela che "quando arrivano gli uomini d'affari stranieri per un'ispezione, gli operai vengono avvisati in anticipo; i capi ci fanno pulire e disinfettare tutto, lavare i pavimenti; sono molto pignoli".

Minorenni alla catena di montaggio, fabbriche gestite come carceri, salari che bastano appena a sopravvivere, operai avvelenati dalle sostanze tossiche, una strage di incidenti sul lavoro.
Dietro queste piaghe c'è una lunga catena di cause e di complicità. Il lavoro infantile spesso è una scelta obbliga per le famiglie. 800 milioni di cinesi abitano ancora nelle campagne dove il reddito medio può essere inferiore ai 200 euro all'anno. Per i più poveri mandare i figli in fabbrica, e soprattutto le figlie, non è la scelta più crudele: nel ricco Guangdong fiorisce anche un altro mercato del lavoro per le bambine, quello della prostituzione.
Gli emigranti che arrivano dalle campagne finiscono nelle mani di un capitalismo cinese predatore, avido e senza scrupoli, in un paese dove le regole sono spesso calpestate.
Alla Kingmaker che produce per la Timberland, gli operai dicono di non sapere neppure "se esiste un sindacato; i rappresentanti dei lavoratori sono stati nominati dai dirigenti della fabbrica".

Le imprese che lavorano su licenza delle multinazionali occidentali, come la Kingmaker e la Pou Yuen, non sono le peggiori. Ancora più in basso ci sono i padroncini cinesi che producono in proprio. Per il quotidiano Nanfang di Canton, i due giornalisti Yan Liang e Lu Zheng sono riusciti a penetrare in un distretto dell'industria tessile dove il lavoro minorile è la regola, nella contea di Huahu. Hanno incontrato Yang Hanhong, 27 anni, piccolo imprenditore che recluta gli operai nel villaggio natale. Ha 12 minorenni alle sue dipendenze. Il suo investimento in capitale consiste nell'acquisto di forbici e aghi, con cui i ragazzini tagliano e cuciono le rifiniture dei vestiti. "La maggior parte di questi bambini - scrivono i due reporter - soffrono di herpes per l'inquinamento dei coloranti industriali. Con gli occhi costretti sempre a fissare il lavoro degli aghi, tutti hanno malattie della vista. Alla luce del sole non possono tenere aperti gli occhi infiammati. Lamentano mal di testa cronici. Liu Yiluan, 13 anni, non può addormentarsi senza prendere 2 o 3 analgesici ogni sera. Il suo padrone dice che Liu gli costa troppo in medicinali".

Se mai un padrone venisse colto in flagrante reato di sfruttamento del lavoro minorile, che cosa rischia? Una multa di 10.000 yuan (mille euro), cioè una piccola percentuale dei profitti di queste imprese. La revoca della licenza invece scatta solo se un bambino "diventa invalido o muore sul lavoro". Comunque le notizie di processi e multe di questo tipo scarseggiano. La battaglia contro lo sfruttamento del lavoro minorile non sembra una priorità per le forze dell'ordine.
Tra le marche straniere Timberland e Puma sono il campione rappresentativo di una realtà più vasta.

Per le opinioni pubbliche occidentali le multinazionali compilano i loro Social Reports, quei "rapporti sulla responsabilità sociale d'impresa" di cui la Nike è stata il precursore. Promettono trasparenza sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche dei loro fornitori. Salvo "scoprire" con rammarico che i loro ispettori non hanno visto, che gli abusi continuano.

Diversi auditor denunciano il fatto che in Cina ora prolifera anche la contraffazione delle buste-paga, i falsi cartellini orari, le relazioni fasulle degli ispettori sanitari: formulari con timbri e numeri artefatti per simulare salari e condizioni di lavoro migliori, documenti da dare alle multinazionali perché mettano a posto le nostre coscienze. La Nike nel suo ultimo Rapporto Sociale dice delle sue fabbriche cinesi che "la falsificazione da parte dei manager dei libri-paga e dei registri degli orari di lavoro è una pratica comune".

La parte delle belle addormentate nel bosco non si addice alle multinazionali. I loro ispettori possono anche essere ingenui ma i numeri, i conti sul costo del lavoro, li sanno leggere bene in America e in Germania (e in Francia e in Italia).
La Puma sa di spendere 90 centesimi di euro per un paio di sneakers, gli stessi su cui poi investe ben 6 euro in costose sponsorizzazioni sportive. La Timberland sa di pagare mezzo euro l'operaio che confeziona scarpe da 150 euro.

Hu Jintao, presidente della Repubblica popolare e segretario generale del partito comunista cinese, ha accolto lunedì a Pechino centinaia di top manager, industriali e banchieri stranieri venuti per il Global Forum di Fortune. Il discorso di Hu di fronte ai rappresentanti del capitalismo mondiale è stato interrotto da applausi a scena aperta. Il quotidiano ufficiale China Daily ha riassunto il suo comizio con un grande titolo in prima pagina: "You come, you profit, we all prosper". Voi venite, fate profitti, e tutti prosperiamo. Non è evidente chi sia incluso in quei "tutti", ma è chiaro da che parte sta Hu Jintao.

(19 maggio 2005)


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SaMu
19-05-2005, 10:46
P.S. I Dazi che aveva proposto Bertinotti alcuni anni fà, basati sulle differenze riguardanti tenore di vita, diritti e stato sociale disponibile tra i nostri paesi e quelli in concorrenza, mi sembrerebbero i più adeguati.

Ma non vorrebbe dire condannare i poveri a restare poveri?

flisi71
19-05-2005, 11:25
Ma non vorrebbe dire condannare i poveri a restare poveri?

Non credo che le attuali cavallette del turbocapitalismo senza regole facciano arricchire i poveri.
L'articolo di cui sopra ne da testimonianza.


Ciao

Federico

SaMu
19-05-2005, 11:41
Non credo che le attuali cavallette del turbocapitalismo senza regole facciano arricchire i poveri.
L'articolo di cui sopra ne da testimonianza.


Ciao

Federico

Perchè i cinesi emigrano dalle ridenti campagne maioste verso le fabbriche delle multinazionali cattive? Chi o cosa glielo fa fare?

flisi71
19-05-2005, 11:53
Perchè i cinesi emigrano dalle ridenti campagne maioste verso le fabbriche delle multinazionali cattive? Chi o cosa glielo fa fare?

Stessi meccanismi che avvennero anche qui in Europa nel corso dei secoli scorsi.
Ho bisogno di spiegarteli di nuovo?
Erano tutti contenti di andare a lavorare in fabbrica con turni disumani e senza alcuna tutela?
E sopratutto, erano consapevoli di ciò che andavano incontro?


Ciao

Federico

Andala
19-05-2005, 12:36
C'è da considerare anche un altro aspetto molto negativo di queste delocalizzazioni.
Le compagnie occidentali hanno spostato in Asia con la produzione anche le competenze, quindi in futuro ci troveremmo di fronte a quei quasi tre miliardi di persone tra Cinesi, Indocinesi,Indiani ecc... con istruzione di ottimo livello e un sistema industriale moderno ed efficiente.

Stupiadamente i governi occidentali non hanno fatto nulla per evitare che le fabbriche fossero spostate e si ritorcerà contro di noi.
Oggi siamo ancora in tempo per dettare le regole, domani come potremmo se anche le turbine delle navi, dei jet, i pezzi di ricambio militari ecc fossero Made in Asia?

Per quanto folle un conflitto sembra inevitabile. Forse l'opzione che potrebbe garantirci un certo successo con perdite modeste è l'uso di vettori selettivi genetici basati su HLA. Sarebbe la prima guerra genetica mondiale.

Andala :(

jumpermax
19-05-2005, 12:45
Stessi meccanismi che avvennero anche qui in Europa nel corso dei secoli scorsi.
Ho bisogno di spiegarteli di nuovo?
Erano tutti contenti di andare a lavorare in fabbrica con turni disumani e senza alcuna tutela?
E sopratutto, erano consapevoli di ciò che andavano incontro?


Ciao

Federico
La vera domanda è quanto dovevano star male prima se comunque preferivano andare in fabbrica... avete mai dato un occhio alle statistiche sulla speranza di vita media nell'era pre-industriale? Un'idea del perchè ce la possono dare...

jumpermax
19-05-2005, 12:48
C'è da considerare anche un altro aspetto molto negativo di queste delocalizzazioni.
Le compagnie occidentali hanno spostato in Asia con la produzione anche le competenze, quindi in futuro ci troveremmo di fronte a quei quasi tre miliardi di persone tra Cinesi, Indocinesi,Indiani ecc... con istruzione di ottimo livello e un sistema industriale moderno ed efficiente.

Stupiadamente i governi occidentali non hanno fatto nulla per evitare che le fabbriche fossero spostate e si ritorcerà contro di noi.
Oggi siamo ancora in tempo per dettare le regole, domani come potremmo se anche le turbine delle navi, dei jet, i pezzi di ricambio militari ecc fossero Made in Asia?

Per quanto folle un conflitto sembra inevitabile. Forse l'opzione che potrebbe garantirci un certo successo con perdite modeste è l'uso di vettori selettivi genetici basati su HLA. Sarebbe la prima guerra genetica mondiale.

Andala :(

Hai voglia di scherzare? Una guerra che coinvolga la Cina e gli USA tanto per citare due nazioni a caso potrebbe voler dire la fine della nostra civiltà...

jumpermax
19-05-2005, 12:51
P.S. I Dazi che aveva proposto Bertinotti alcuni anni fà, basati sulle differenze riguardanti tenore di vita, diritti e stato sociale disponibile tra i nostri paesi e quelli in concorrenza, mi sembrerebbero i più adeguati.
Ci sarebbe forse qualche soluzione più semplice, basterebbe imporre ai prodotti la certificazione di qualità per poter essere venduti sui nostri mercati. Certificazione che dovrebbe comprendere anche norme di sicurezza per chi lavora e orari più umani... insomma garantire che nella competitività non si giochi a ribasso sulla pelle dei lavoratori. Questo andrebbe a vantaggio nostro e loro...

Andala
19-05-2005, 13:03
Hai voglia di scherzare? Una guerra che coinvolga la Cina e gli USA tanto per citare due nazioni a caso potrebbe voler dire la fine della nostra civiltà...

No e sono certo che qualcuno abbia già progettato in dettaglio una eventualità del genere. Una guerra genetica selettiva comporterebbe una drastica contrazione della popolazione bersaglio, costi contenuti e possibile dipendenza dei sopravvissuti nell'acquisto presso le case farmaceutiche occidentali di vaccino a tempo.
Questa può sembrare fantascienza ora, ma domani una realtà cui fare l'abitudine. Dipenderà tutto da chi prenderà l'iniziativa, se non l'avesse già presa. :(

Andala

flisi71
19-05-2005, 13:14
Ci sarebbe forse qualche soluzione più semplice, basterebbe imporre ai prodotti la certificazione di qualità per poter essere venduti sui nostri mercati. Certificazione che dovrebbe comprendere anche norme di sicurezza per chi lavora e orari più umani... insomma garantire che nella competitività non si giochi a ribasso sulla pelle dei lavoratori. Questo andrebbe a vantaggio nostro e loro...

Certo, questo sarebbe un punto importante.
L'assenza di regole comporta sempre un vantaggio solo per il più forte. I più deboli (i lavoratori, di quà e di là) ci rimettono o al limite possono sperare nelle briciole.

Ciao

Federico

flisi71
19-05-2005, 13:16
La vera domanda è quanto dovevano star male prima se comunque preferivano andare in fabbrica... avete mai dato un occhio alle statistiche sulla speranza di vita media nell'era pre-industriale? Un'idea del perchè ce la possono dare...

Non confondere i progressi della scienza e della tecnica nella società industriale con le condizioni di lavoro degli operai.


Ciao

Federico

jumpermax
19-05-2005, 13:31
Non confondere i progressi della scienza e della tecnica nella società industriale con le condizioni di lavoro degli operai.


Ciao

Federico
sono tutti frutto della stessa società... progresso scientifico, miglioramento delle condizioni di vita e capacità produttiva hanno subito un incremento esponenziale di pari passo, non credo proprio che sia un caso. L'equilibrio nelle società preindustriali si traduce in un'aspettativa di vita più che dimezzata rispetto alla nostra, una mortalità infantile spaventosa e nessun controllo sulle nascite. L'industrializzazione è una fase di transizione, chiaro che non può essere l'unico fenomeno in gioco, ci deve essere al contempo un governo rappresentativo del paese e ci deve essere una dialettica interna che possa portare i lavoratori a veder riconosciuti i loro diritti. In Cina questo manca totalmente ed è il grosso problema, a questo si aggiunge un altro grossissimo problema che contrariamente al periodo di espansione delle nostre economie, oggi esistono già mercati forti in cui vendere e non c'è bisogno di sollecitare la domanda interna per accrescere i volumi di vendita... metti assieme tutto questo e capisci come il meccanismo che ha funzionato per noi non è per niente certo che funzioni per loro... anzi...

SaMu
19-05-2005, 13:47
Certo, questo sarebbe un punto importante.
L'assenza di regole comporta sempre un vantaggio solo per il più forte. I più deboli (i lavoratori, di quà e di là) ci rimettono o al limite possono sperare nelle briciole.

Ciao

Federico

Infatti gli operai italiani che venivano dalle campagne negli anni '50, dopo mezzo secolo di sfruttamento turbocapitalista, stanno molto peggio dei contadini cinesi cresciuti col libretto rosso di Mao...

jumpermax
19-05-2005, 13:54
Infatti gli operai italiani che venivano dalle campagne negli anni '50, dopo mezzo secolo di sfruttamento turbocapitalista, stanno molto peggio dei contadini cinesi cresciuti col libretto rosso di Mao...
Samu scusa eh, ma non capisco la correlazione tra quello che hai quotato e quello che hai detto. Leggiti il post che ha commentato flisi prima perchè il discorso che facevo io è ben diverso...

flisi71
19-05-2005, 14:01
Infatti gli operai italiani che venivano dalle campagne negli anni '50, dopo mezzo secolo di sfruttamento turbocapitalista, stanno molto peggio dei contadini cinesi cresciuti col libretto rosso di Mao...

Io ho due mele, ma lo sai che le tue due pere non hanno lo stesso colore, e anzi hanno anche sapore diverso?
Come te lo spieghi?

Ciao

Federico

FastFreddy
19-05-2005, 14:05
Stessi meccanismi che avvennero anche qui in Europa nel corso dei secoli scorsi.
Ho bisogno di spiegarteli di nuovo?
Erano tutti contenti di andare a lavorare in fabbrica con turni disumani e senza alcuna tutela?
E sopratutto, erano consapevoli di ciò che andavano incontro?


Ciao

Federico

Forse perchè i contadini all'epoca erano nella stessa condizione dei servi della gleba, dove il 90% del raccolto (ottenuto spaccandosi la schiena tutti i giorni) andava al padrone?

flisi71
19-05-2005, 14:21
Forse perchè i contadini all'epoca erano nella stessa condizione dei servi della gleba, dove il 90% del raccolto (ottenuto spaccandosi la schiena tutti i giorni) andava al padrone?

Penso che il 90% sia un tantino alto, visto ad esempio che qui in Toscana con la mezzadria si stava sul 50%.
;)

Ciao

Federico

FastFreddy
19-05-2005, 14:29
Penso che il 90% sia un tantino alto, visto ad esempio che qui in Toscana con la mezzadria si stava sul 50%.
;)

Ciao

Federico

In che anno? Fino ai tempi del fascismo la mezzadria stava intorno all'85% e la percentuale è andata via via diminuendo fino alla scomparsa della mezzadria stessa...

SaMu
19-05-2005, 14:34
Io ho due mele, ma lo sai che le tue due pere non hanno lo stesso colore, e anzi hanno anche sapore diverso?
Come te lo spieghi?

Ciao

Federico

Insomma stai dicendo che gli operai italiani del 2004 stanno peggio dei contadini italiani del 1950?

E che quindi, visto che la storia si ripete e le categorie di analisi sono sempre le stesse, gli operai cinesi del 2030 staranno peggio dei contadini cinesi del 1980?

flisi71
19-05-2005, 14:37
In che anno? Fino ai tempi del fascismo la mezzadria stava intorno all'85% e la percentuale è andata via via diminuendo fino alla scomparsa della mezzadria stessa...

In Toscana si chiamava MEZZAdria.
;)

Ciao

Federico

flisi71
19-05-2005, 14:46
Insomma stai dicendo che gli operai italiani del 2004 stanno peggio dei contadini italiani del 1950?

E che quindi, visto che la storia si ripete e le categorie di analisi sono sempre le stesse, gli operai cinesi del 2030 staranno peggio dei contadini cinesi del 1980?

Mi risulta difficile comprendere cosa stai dicendo.

Secondo te le multinazionali vanno nei paesi poveri per portare benessere e ricchezza a tali popolazioni.
:rolleyes:
Non pare che le cose vadano così, non perchè lo dico io ma lo dicono i fatti.
Quando i lavoratori iniziano a reclamare ed ottenere miglioramenti, e lo ripeto, NON PER GENTILE CONCESSIONE DELLA MULTINAZIONALE MA GRAZIE ALLE LORO RIVENDICAZIONI E/O PER PRESSIONI ESTERNE, ecco che i tuoi campioni iniziano la ricerca di un altro posto ancora più povero dove trasferirsi per poter continuare ad agire senza regole.

Affermare come fai tu, che le multinazionali portano ricchezza in quei paesi è una tesi piuttosto azzardata.

;)

Ciao

Federico

SaMu
19-05-2005, 15:19
Mi risulta difficile comprendere cosa stai dicendo.

Secondo te le multinazionali vanno nei paesi poveri per portare benessere e ricchezza a tali popolazioni.
:rolleyes:

No guarda, questo l'hai detto tu.

Io ho detto che le fabbriche che aprono là sono generalmente migliori di quelle delle imprese locali, e sicuramente rispetto al lavoro in campagna, e questo spiega perchè c'è la fila di persone per farsi assumere.

Se le cose fossero come dici tu, mi immaginerei il contrario. E infatti il problema lo risolvi dicendo che i cinesi sono soggetti ad un abbaglio collettivo.. non capiscono.. il maoismo era meglio.. coltivare riso in campagna è meglio.. il turbocapitalismo.. le multinazionali.. compagni.. etc. etc.


Non pare che le cose vadano così, non perchè lo dico io ma lo dicono i fatti.
Quando i lavoratori iniziano a reclamare ed ottenere miglioramenti, e lo ripeto, NON PER GENTILE CONCESSIONE DELLA MULTINAZIONALE MA GRAZIE ALLE LORO RIVENDICAZIONI E/O PER PRESSIONI ESTERNE, ecco che i tuoi campioni iniziano la ricerca di un altro posto ancora più povero dove trasferirsi per poter continuare ad agire senza regole.


A tuo avviso allora i cinesi delle campagne per diventare ricchi devono solo organizzare la lotta? La lotta per cosa, per spartirsi le briciole di riso?

E' inutile continuare a discutere, manca l'accordo di base sull'alfabeto mi sa.. hai un'idea del benessere come lotta che semplicemente non sta in piedi. Se uno produce riso con la vanga può lottare da qui al 2050 ma non ha nulla da dividere.

SaMu
19-05-2005, 15:21
Ti chiederei a questo punto di indicarmi passo passo il metodo con cui, un contadino cinese potrebbe diventare benestante.

Con le lotte? Contro chi? Per che cosa?

flisi71
19-05-2005, 15:48
...
Io ho detto che le fabbriche che aprono là sono generalmente migliori di quelle delle imprese locali, e sicuramente rispetto al lavoro in campagna, e questo spiega perchè c'è la fila di persone per farsi assumere.


Se vuoi continuamente spostare l'ambito del discorso, abbi almeno l'accortezza di modificare i tuoi interventi precedenti......
Pagina 2, tua risposta a Proteus. Non credo di dover aggiungere altro.



A tuo avviso allora i cinesi delle campagne per diventare ricchi devono solo organizzare la lotta? La lotta per cosa, per spartirsi le briciole di riso?


Cosa stai inventando?
Ho risposto alla tua invenzione che le condizioni di vita qui da noi, e in futuro anche da loro, migliorano solo per il benessere portato dalle aziende che producono lì.
Se fosse vero, queste adotterebbero da subito lo stesso modo di lavorare che adoperano qui in occidente, se non lo fanno da cosa dipende?
A) non glielo lasciano fare
b) qui sono costrette a farlo, perchè la nostra legislazione prevede tutele ben precise.

Da noi la legislazione ha introdotto parecchie tutele grazie alle rivendicazioni dei lavoratori nei lustri scorsi, non per gentile concessione delle aziende. Sarebbe meglio che ti leggessi un pò di storia contemporanea.



E' inutile continuare a discutere, manca l'accordo di base sull'alfabeto mi sa.. hai un'idea del benessere come lotta che semplicemente non sta in piedi.

Quando terminerai l'università e uscirai nel modo reale, ti accorgerai che parecchie teorie che hai studiato non si adattano a descrivere il mondo reale.
Forse il risveglio sarà brusco, preparati.


Ciao

Federico


P.S. mi permetto di sottolineare ancora alcuni punti.

...un produttore multinazionale, per cui il costo del lavoro nel manifatturiero è l'1% del prezzo di vendita al pubblico, farà di tutto per ridurre ulteriormente questo costo?

certo che no, vanno in Cina perchè l'aria è buona...


..Andrà a scegliere le fabbriche più assurde e disastrate, per risparmiare lo 0,1% con il rischio di avere prodotti scadenti? O viceversa andrà a scegliersi le fabbriche migliori in Cina, o aprirà le fabbriche migliori, attirando i lavoratori già esperti

Per produzioni di manifattura non servono grandi competenze, lo dovresti sapere, o no?

.. e non quelli provenienti dalle campagne, in quanto dare il 20% in più di salario corrisponde si e no a uno 0,2% del prezzo finale?

Gli danno uno stipendio migliore? E dove è scritto di grazia? Hai dati reali? Dall'articolo di Rampini non traspare nulla di idilliaco...

CYRANO
19-05-2005, 16:27
No guarda, questo l'hai detto tu.

Io ho detto che le fabbriche che aprono là sono generalmente migliori di quelle delle imprese locali, e sicuramente rispetto al lavoro in campagna, e questo spiega perchè c'è la fila di persone per farsi assumere.

Se le cose fossero come dici tu, mi immaginerei il contrario. E infatti il problema lo risolvi dicendo che i cinesi sono soggetti ad un abbaglio collettivo.. non capiscono.. il maoismo era meglio.. coltivare riso in campagna è meglio.. il turbocapitalismo.. le multinazionali.. compagni.. etc. etc.





beh un pugno in faccia e' meglio di un calcio nei coglioni , in effetti...




Ciaozzz

SaMu
19-05-2005, 16:40
Se fosse vero, queste adotterebbero da subito lo stesso modo di lavorare che adoperano qui in occidente, se non lo fanno da cosa dipende?
A) non glielo lasciano fare
b) qui sono costrette a farlo, perchè la nostra legislazione prevede tutele ben precise.

Da noi la legislazione ha introdotto parecchie tutele grazie alle rivendicazioni dei lavoratori nei lustri scorsi, non per gentile concessione delle aziende. Sarebbe meglio che ti leggessi un pò di storia contemporanea.

forse continua a sfuggirti qualcosa Federico.. secondo te è tutta e solo una questione di legislazione? Di regole? Di divisione della torta?

la ricchezza non si crea per legge, finchè i rossi tuoi amici (o ex amici?) hanno condannato i cinesi a zappare la terra con la vanga, non c'era nulla da dividere.. e guarda caso, il problema cina non esisteva

jumpermax
19-05-2005, 18:45
forse continua a sfuggirti qualcosa Federico.. secondo te è tutta e solo una questione di legislazione? Di regole? Di divisione della torta?

la ricchezza non si crea per legge, finchè i rossi tuoi amici (o ex amici?) hanno condannato i cinesi a zappare la terra con la vanga, non c'era nulla da dividere.. e guarda caso, il problema cina non esisteva
Forse ti sfugge un piccolo dettaglio il problema Cina è prima di tutto nostro e non loro :D Continua pure a pensare che sia solo una questione di manodopera... la Cina sforna qualcosa come 300'000 ingegneri l'anno pagati un decimo dei nostri... come credi che possa competere un'azienda se non delocalizza verso la Cina? Questo a discapito quindi dei nostri lavoratori e non dei Cinesi... l'assenza di diritti da loro implica che le aziende che lavorano la si trovano ad avere un vantaggio competitivo rispetto alle nostre locali, il problema è che la Cina non è un piccolo paese che ha impatto nullo su scala mondiale, da soli sono più di un sesto della popolazione. Dai per scontati una serie di fattori che non è minimamente detto che ci siano. Da noi per avere progresso sociale c'è stato bisogno di democrazia, sindacati e necessità di mercato interno. Perchè è inutile che avvi una produzione industriale di massa se la massa non si può comprare i prodotti... questo è un problema che ai Cinesi non si pone visto che c'è già un mercato in cui entrare. Il problema qua non è l'operaio sfruttato 70 ore a settimana in Cina il problema è l'operaio che si ritrova ad essere senza lavoro qua da noi... è nostro interesse questo fenomeno prima che loro, a loro comunque va già meglio così rispetto a prima. Se imponiamo condizioni di lavoro più umane ci saranno vantaggi per entrambi.... un sistema di deregolazione totale nella situazione attuale è una follia che NOI in primis potremo pagar caro.

CYRANO
19-05-2005, 18:49
Meno peggio Cyrano, solo meno peggio. :D :D :D :D

Ciao

si scusa..era giusto " meno peggio "
che e' poi il concetto cardine del mio post colorito :D

non e' che passando dai campi alle industrie i cinesi siano passati da una situazione schifosa ad una decente..ma ad una leggerissimamente meno schifosa! :D




Ciaozzz

flisi71
20-05-2005, 07:27
forse continua a sfuggirti qualcosa Federico.. secondo te è tutta e solo una questione di legislazione? Di regole? Di divisione della torta?


Per quanto riguarda i diritti dei lavoratori: SI.



la ricchezza non si crea per legge...

E chi dice il contrario?

I miei post sono incentrati sui diritti dei lavoratori e sulle loro condizioni; non a caso ho ripreso l'articolo di Rampini pubblicato su Repubblica.

Sul problema di quello che tu chiami abbaglio collettivo, non so dare spiegazioni uniche; di certo non è che vengono via dalle campagne perchè c'è la carestia, ma per migliorare la loro condizione. Che poi nella maggior parte dei casi la loro condizione sia di semischiavitù, questo è ampiamente dimostrato.

Ti riporto un esempio con alcune analogie: le ragazze dell'est che vengono a prostituirsi in Italia, partono dal loro paese perhè muoiono di fame? Non credo, non si hanno notizie di carestie.
Sono già consapevoli di quale lavoro andranno a fare? In parecchi casi sembra di no. O almeno così scrivono gli articoli di giornale ogni volta che viene sgominata una banda dedita allo sfruttamento della prostituzione.
Quindi perchè vengono? Perchè gli viene promesso un lavoro (onesto e non specializzato) che frutti tanti soldi (almeno per i loro standard).
Non è questo un miraggio?

Ciao

Federico

lucio68
20-05-2005, 07:59
Da molti anni, dal 1990 precisamente, pavento simili scenari in considerazione dei progressi in biologia ed in genetica. Si potrebbe pure arrivare a virus selettivi che colpiscono, ad esempio, chi ha il gene degli occhi a mandorla, la pelle ricca di melanina, africani, oppure viceversa, indoeuropei, ed oltre. Potrebbe essere una guerra "silenziosa", "invisibile" e mai dichiarata, la quale potrebbe facilmente passare per una pandemia senza scatenare ritorsioni per l'impossibilità di individuare da dove sia giunto l'attacco e probabilmente neppure immaginarlo un attacco del genere.

Ciao
Qualcosa tipo la SARS? :eek:
In effetti qualche anno fa mi era capitato di leggere che inglesi e americani stavano studiando queste armi genetiche, in grado di colpire selettivamente chi possieda determinate caratteri tipici delle diverse etnie.

IpseDixit
20-05-2005, 09:40
Qualcosa tipo la SARS? :eek:
In effetti qualche anno fa mi era capitato di leggere che inglesi e americani stavano studiando queste armi genetiche, in grado di colpire selettivamente chi possieda determinate caratteri tipici delle diverse etnie.
Magari con l'aiuto degli alieni ? :ciapet:

lucio68
20-05-2005, 09:54
Magari con l'aiuto degli alieni ? :ciapet:
Anche senza.
Se fai una ricerca in rete su "armi genetiche" trovi diverse notizie che confermerebbero quello che ho letto anni fa.
Del resto è ipotizzabile che si possa creare un gene in grado di colpire, ad esempio, solo coloro che hanno il gene della calvizie dominante o qualsiasi altra caratteristica genetica.

LightIntoDarkness
20-05-2005, 10:04
Ti chiederei a questo punto di indicarmi passo passo il metodo con cui, un contadino cinese potrebbe diventare benestante.
Mi sono tenuto fuori dalla discussione, ma vorrei sottolineare una sfumatura da questa tua richiesta.
Detta così suona come se un contadino non abbia diritto di fare una vita dignitosa pur rimanendo contadino, e che per poter vivere decentemente dovrebbe diventare "benestante".
E IMHO questa logica non può funzionare... probabilmente ho frainteso il tuo messaggio, comunque credo che l'ordine di importanza delle cose dovrebbe essere DIRITTO ALLA VITA --> POSIZIONE ECONOMICA e non il contrario!

:)

SaMu
20-05-2005, 11:27
Mi sono tenuto fuori dalla discussione, ma vorrei sottolineare una sfumatura da questa tua richiesta.
Detta così suona come se un contadino non abbia diritto di fare una vita dignitosa pur rimanendo contadino, e che per poter vivere decentemente dovrebbe diventare "benestante".
E IMHO questa logica non può funzionare... probabilmente ho frainteso il tuo messaggio, comunque credo che l'ordine di importanza delle cose dovrebbe essere DIRITTO ALLA VITA --> POSIZIONE ECONOMICA e non il contrario!

:)

Reddito=benessere mi sembra la logica di fondo adottata implicitamente da tutti, in questa ed altre discussioni, sia da chi sostiene una posizione che l'opposto.

a2000.1
20-05-2005, 19:43
Si, ma la sars è una mutazione naturale e non è mirata ad un particolare tipo di genoma umano.

Certamente è possibile, se io ho ipotizzato in tal senso all'inizio degli anni 90 puoi star certo che qualcuno, chi non saprei dire però, è andato ben oltre. Non credo sarebbe un ostacolo insormontabile far si che un virus si attivi in presenza, ad esempio, del gene che fa si che i cinesi abbiano gli occhi a mandorla.

o di chi, da altra parte, abbia la testa di cazzo.

Lucio Virzì
21-05-2005, 09:29
Yuh-huu... sono tornaaaato.... :D:D

LuVi

Enel
21-05-2005, 10:44
La nota fabbrica di caschi da moto AGV di Alessandria, sponsor di Valentino Rossi, ha chiuso l’azienda e spostato la produzione in Cina.

La Cina è una grande opportunità per le imprese e anche questa volta si sono raggiunti buoni risultati:
- 205 dipendenti licenziati
- caschi prodotti in Cina a bassissimo costo di produzione venduti in Italia al costo di produzione italiana e con la bandierina tricolore
- soldi per pagare Valentino Rossi


Valentino, sei un campione ed un esempio per tanti ragazzi. Fai sentire il rombo della tua voce, non quello della tua marmitta.
Magari non avrai il plauso di milioni di persone, ma solo di 205 famiglie.
Un po’ di palle, rivestiti di nuovo, Valentino.

dal blog di b. grillo

Lucio Virzì
21-05-2005, 17:35
La nota fabbrica di caschi da moto AGV di Alessandria, sponsor di Valentino Rossi, ha chiuso l’azienda e spostato la produzione in Cina.

La Cina è una grande opportunità per le imprese e anche questa volta si sono raggiunti buoni risultati:
- 205 dipendenti licenziati
- caschi prodotti in Cina a bassissimo costo di produzione venduti in Italia al costo di produzione italiana e con la bandierina tricolore
- soldi per pagare Valentino Rossi


Valentino, sei un campione ed un esempio per tanti ragazzi. Fai sentire il rombo della tua voce, non quello della tua marmitta.
Magari non avrai il plauso di milioni di persone, ma solo di 205 famiglie.
Un po’ di palle, rivestiti di nuovo, Valentino.

dal blog di b. grillo

E' la logica turbocapitalista.
Un nostro conoscente, titolare di una avviatissima ditta industriale nel nord est, oggi è in prima fila con i leghisti a urlare "dazi! dazi!", ma 20 anni fa è stato fra i primi ad aprire fabbriche in cina... :rolleyes:

La conclusione di questo processo non potrà essere che amarissima; non se ne esce, la sconfitta commerciale è inevitabile.

Vorrei capire cosa vuole SaMu, cosa vuole dimostrare, dove vuole arrivare; sinceramente non lo capisco.

Per quanto attiene la vicenda di cronaca, vorrei leggere qui i vari paladini del prodotto griffato, quelli che "sono perchè ho", quelli che "se compro un rolex voglio che non ce l'abbiano tutti i poveracci, altrimenti che lo compro a fare".
Secondo voi e secondo loro, ruba di più chi vende l'imitazione, proveniente dal mercato parallelo, a 10 oppure la casa madre, che ha pagato un imprenditore cinese per poter evitare di dover sottostare alle leggi italiche e poterlo pagare 45 centesimi a pezzo senza garantire alcuna tutela?

Io il ladro l'ho già individuato e noi siamo tutti correi.

LuVi

cerbert
23-05-2005, 07:46
o di chi, da altra parte, abbia la testa di cazzo.

Meglio che ripassi il manuale minimo di educazione.
Sei ammonito a tenere un comportamento irreprensibile da ora in poi.

flisi71
23-05-2005, 08:06
Un nuovo articolo, sulle condizioni in Cina per il lavoro minorile.

http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/economia/nostrolusso/cinminb/cinminb.html

Denunciare gli sfruttamenti dei ragazzi è un reato punito col carcere
Ma sui giornali del Guandong qualche vicenda sfugge al silenzio
Cina, le "città segrete"
del lavoro minorile
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


PECHINO - Jimi: in cinese è l'equivalente di "top secret". Nel 2000 il ministero del Lavoro e l'Ufficio di polizia per la protezione dei segreti di Stato hanno varato un regolamento che all'articolo 3 comma 1 classifica come jimi la "diffusione di informazioni sul lavoro minorile". Chiunque contribuisca a rivelare casi di sfruttamento di bambini nelle fabbriche cinesi è quindi imputabile di avere tradito "segreti di Stato". È un crimine per il quale si rischia l'arresto immediato, una condanna per le vie brevi senza avvocato difensore, e pesanti pene in carcere.

Questo spiega perché sia molto difficile trovare informazioni sul lavoro infantile, una piaga sociale che secondo le stime più prudenti colpisce almeno 10 milioni di bambini in Cina (ma è ben più drastico l'Ufficio internazionale del lavoro con sede a Ginevra: calcola siano fino all'11,6% i minorenni costretti a lavorare, cioè molte decine di milioni). Eppure sui giornali del Guangdong - la regione meridionale che è il cuore della potenza industriale cinese - qualche vicenda sfugge alla legge del silenzio. Il sito online del quotidiano di Nanfang espone un'inchiesta sui lavoratori immigrati: c'è la foto di un sedicenne con un dito amputato da un incidente in fabbrica. Un'altra immagine, ripresa da lontano con il teleobiettivo, mostra una piccola impresa di giocattoli: tanti bambini lavorano seduti dietro i banconi.

Si scopre che uno dei paraventi utilizzati per nascondere il lavoro minorile è camuffarlo come apprendistato organizzato dalle scuole. Zhang Li, un ragazzo di 15 anni, ha rivelato che la sua scuola tecnica lo ha portato insieme con altri 40 studenti (alcuni di soli 13 anni) a lavorare in una fabbrica elettronica di Shenzhen. Salario: dai 600 agli 800 yuan (60-80 euro) al mese per lavorare dall'alba a mezzanotte, e dormire stipati in 12 per stanza. L'inganno delle scuole usate come una copertura per far lavorare i ragazzi venne alla luce per la prima volta con una sciagura del 2001, riportata anche dai mass media nazionali. 42 bambini delle elementari morirono nel rogo di una scuola dello Jianxi. L'incendio era scoppiato perché quella in realtà non era una scuola ma una fabbrica di fuochi d'artificio. Non ha "bucato" i filtri della censura, invece, una tragedia più recente. È accaduta due giorni prima dello scorso Natale nel paesino di Beixinzhuang. Cinque ragazzine quattordicenni sono morte soffocate dal fumo nel sonno, nel minuscolo dormitorio adiacente alla fabbrica di tessuti in cui lavoravano. Particolare atroce, si sospetta che un paio di loro siano state sepolte ancora agonizzanti dal padrone dell'azienda che aveva fretta di fare sparire i corpi.

Lo si è saputo cinque mesi dopo, e solo grazie all'associazione umanitaria Human Rights in China. Sun Jiangfen, la mamma di una delle ragazzine morte, si è spiegata così: "Nelle campagne noi non possiamo permetterci di mandare i figli a scuola come fanno i cittadini. In questo villaggio ogni famiglia ha dei figli che lavorano in fabbrica". Sua figlia Jia Wanyun era diventata operaia a 14 anni perché i genitori potessero pagare gli studi al fratello. Le era stato promesso un salario di 85 euro al mese per lavorare dodici ore al giorno, sette giorni alla settimana, senza ferie. Quando è morta era in fabbrica già da più di un mese ma il padrone non le aveva versato lo stipendio, con la scusa che era ancora una apprendista.

Le organizzazioni umanitarie che si battono per proteggere i bambini contestano la credibilità delle multinazionali che subappaltano la produzione in Cina, quando i manager occidentali affermano che nelle loro fabbriche i diritti umani sono rispettati. In realtà nelle aziende cinesi che riforniscono le multinazionali, i manager locali obbligano gli operai a imparare a memoria le risposte false che devono dare in caso di ispezione. Gli operai dell'azienda He Yi di Dongguan sono riusciti a procurare all'associazione China Labor Watch un esemplare originale delle "istruzioni per l'inganno": è un questionario in 28 punti distribuito dai capi, per preparare i lavoratori ad affrontare una visita dei rappresentanti di Wal-Mart, la grande catena di ipermercati americani. Una delle domande-risposte da imparare a memoria: "Avete mai visto lavorare dei minorenni in questa fabbrica? No, mai". Sono in tutto 28 domande, dal salario agli orari di lavoro, dalle ferie allo spazio vitale nei dormitori. Su ogni punto gli operai sono addestrati in anticipo, con l'obbligo di mentire se non vogliono perdere il posto. È previsto che rispondano di sì anche alla domanda: "Qui siete felici?"

La He Yi di Dongguan è al centro di uno scandalo che colpisce una delle marche americane più celebri in tutto il pianeta, la Walt Disney. Alla He Yi nella stagione di punta (maggio-ottobre) 2.100 operai fabbricano bambole e giocattoli di plastica con il marchio Disney. Dall'interno della fabbrica gli operai insieme con il "manuale delle bugie" hanno fatto giungere agli attivisti umanitari anche le fotocopie dei veri cartellini orari, le buste paga autentiche. Fanno turni quotidiani che con gli straordinari obbligatori possono raggiungere le 18 ore al giorno. Hanno una settimana lavorativa di sette giorni su sette, con un solo giorno di riposo al mese. Le paghe sono di 13 centesimi di euro all'ora, inferiori perfino al salario minimo legale cinese. I ritardi nel pagare i salari sono frequenti, e 50 operai sono stati licenziati nel gennaio 2004 dopo aver osato protestare perché la paga non arrivava. Non c'è pensione, né assistenza sanitaria in caso di malattia. Nei dormitori vengono stipati venti operai per stanza. E si riducono a una farsa le ispezioni della Walt Disney: vengono annunciate con ben venti giorni di anticipo al management della He Yi, che obbliga gli operai a recitare una versione dei fatti più rassicurante. La Disney, messa di fronte a questi documenti, è costretta ad ammettere. Ho scritto alla direttrice delle Corporate Communications della Walt Disney Consumer Products negli Stati Uniti, Nidia Caceros Tatalovich, per avere una reazione ufficiale dell'azienda di fronte allo scandalo dei "giocattoli della miseria". Mi ha risposto che "una verifica condotta dalla Disney (in seguito alle denunce delle associazioni umanitarie, ndr) ha confermato la validità di varie accuse". La direttrice delle relazioni esterne aggiunge che adesso la Disney sta "incoraggiando" il management dell'azienda a migliorare le condizioni in fabbrica.

Gli attivisti di China Labor Watch non vogliono aizzare il protezionismo anti-cinese in Occidente. Le loro denunce si concludono sempre con un appello: "Questa non è una campagna per il boicottaggio dei prodotti cinesi. Non vogliamo spingere le multinazionali americane ad annullare i loro acquisti. I lavoratori che ci hanno rivelato queste notizie non possono permettersi di perdere il posto. È meglio essere sfruttati che essere disoccupati. Loro chiedono solo di poter essere trattati come esseri umani". In questo avvertimento c'è una preoccupazione comprensibile. Le inchieste che cominciano a spezzare l'omertà sul lavoro minorile in Cina, sullo sfruttamento e sui soprusi contro i lavoratori, possono portare a conclusioni pericolose: un alibi per i paesi ricchi che vogliono chiudere le frontiere.

Gli operai cinesi stanno indicando che un'altra soluzione è possibile. Nella stessa città di Dongguan c'è un gigante dell'industria calzaturiera che si chiama Stella International: 42.000 operai. Il nome di quell'azienda sta diventando il simbolo di una nuova èra per la Cina, la stagione delle lotte operaie. L'anno scorso il malcontento è esploso, la Stella è stata paralizzata dagli scioperi spontanei. Ci sono state anche manifestazioni violente, centinaia di operai hanno saccheggiato alcuni stabilimenti, hanno ferito un dirigente, finché un esercito di poliziotti ha riconquistato la fabbrica e arrestato i leader della rivolta. Tutta la vicenda è stata isolata da un cordone sanitario di censura. Ma di recente è trapelata una notizia sorprendente. Dieci leader della protesta operaia, condannati in primo grado a tre anni e mezzo di carcere, sono stati assolti dalla corte d'appello del Guangdong. È un segnale di speranza per i tanti altri conflitti sociali che sono già esplosi, e per quelli che covano sotto la cenere. Dalla protezione dei bambini agli aumenti salariali, dal diritto di sciopero al Welfare, i lavoratori cinesi cominciano a battersi per le loro conquiste sociali. In un paese dove la Asian Development Bank stima vi siano 230 milioni di persone sotto la soglia della povertà assoluta - un dollaro al giorno - la strada è ancora lunga.

(23 maggio 2005)

evelon
23-05-2005, 13:52
Per quanto attiene la vicenda di cronaca, vorrei leggere qui i vari paladini del prodotto griffato, quelli che "sono perchè ho", quelli che "se compro un rolex voglio che non ce l'abbiano tutti i poveracci, altrimenti che lo compro a fare".
Secondo voi e secondo loro, ruba di più chi vende l'imitazione, proveniente dal mercato parallelo, a 10 oppure la casa madre, che ha pagato un imprenditore cinese per poter evitare di dover sottostare alle leggi italiche e poterlo pagare 45 centesimi a pezzo senza garantire alcuna tutela?

A me della "griffe" non frega una mazza ma, non per romeperti le uova nel paniere, il ladro del tuo esempio è il primo..

evelon
23-05-2005, 13:53
Non credo sarebbe un ostacolo insormontabile far si che un virus si attivi in presenza, ad esempio, del gene che fa si che i cinesi abbiano gli occhi a mandorla

yuhh-hhuuu
Alto, bianco e occidentale...sono salvo :yeah:

:D:D

Mica avranno fatto un virus che controlla la nazionalità sul passaporto? :stordita:

lucio68
23-05-2005, 14:09
yuhh-hhuuu
Alto, bianco e occidentale...sono salvo :yeah:

:D:D

Mica avranno fatto un virus che controlla la nazionalità sul passaporto? :stordita:
Considerando che gli studi nel settore sono portati avanti soprattutto dagli americani, e il fatto che per anni in passato abbiamo subito diverse occupazioni (dai greci ai normanni passando per gli arabi), noi italiani non credo che possiamo stare troppo tranquilli ;)

IpseDixit
23-05-2005, 21:37
Non ci sono più confini, la mozzarella più venduta in Italia è prodotta in Slovacchia :mbe:

a2000.1
23-05-2005, 22:22
Meglio che ripassi il manuale minimo di educazione.
Sei ammonito a tenere un comportamento irreprensibile da ora in poi.

non si può simpatizzare con il glorioso und sboronen popolo cinese ? :cool:


http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/chinabuild/ansa62619242305103940_big.jpg