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View Full Version : Rapita un'italiana in Afghanistan


Amu_rg550
16-05-2005, 18:43
Rapita un'italiana in Afghanistan

La donna, Clementina Cantoni, che lavora per l'organizzazione umanitaria, Care International, sequestrata da 4 uomini armati

KABUL - Una cittadina italiana è stata rapita in Afghanistan. La donna, Clementina Cantoni, è originaria della Lombardia. La volontaria, che lavora per l'organizzazione umanitaria Care International, è stata sequestrata da 4 uomini armati che l'hanno caricata su una Toyota bianca. La conferma del rapimento dall'ambasciata italiana a Kabul.

La cooperante italiana, rapita oggi a Kabul, è stata bloccata verso le 20:30 ora locale nel centro di Kabul mentre con un'amica canadese e un autista locale stava andando a cena in un ristorante della capitale. Lo hanno riferito fonti della Farnesina. Il portavoce del ministero dell'Interno afghano, Lutfulah Mashal, ha spiegato che quattro uomini armati, a bordo di una Toyota Corolla di colore bianco, hanno intercettato la macchina della Cantoni in una strada del quartiere di Qala-e-Mosa, l'hanno fatta scendere e portata via. Sempre fonti della Farnesina hanno riferito che l'amica canadese della Cantoni e l'austista sono interrogati dalle forze dell'Isaf a Kabul e l'ambasciatore italiano Ettore Sequi è sul posto.

Care International è la stessa organizzazione di cui faceva parte Margaret Hassan la cittadina britannica rapita in Iraq e mai più ritrovata.
La Cantoni è responsabile del programma di assistenza umanitaria alle vedove afghane (Hawa). Prima di entrare a far parte di Care International lavorava per il Consiglio europeo per i profughi e gli esuli, un raggruppamento di 76 organizzazioni di 30 Paesi.

Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini - di ritorno da Varsavia, dove ha partecipato al vertice del Consiglio d'Europa - è stato informato del rapimento della cooperante italiana ed ha chiesto di dare la «massima priorita» alla vicenda. L'Unità di crisi della Farnesina è «pienamente mobilita» e l'ambasciata italiana segue da vicino l'evolversi della situazione.

Un italiano e due cittadini statunitensi erano sfuggiti ad un tentativo di sequestro il 7 maggio a Kabul. I tre probabilmente sono dipendenti della Banca Mondiale. Il ministero degli Esteri non ha diffuso il nominativo dell'italiano. Il tentativo di sequestro è avvenuto nel centro della capitale mentre i tre uomini erano diretti ad un ristorante. La macchina è stata bloccata da un'altra vettura a bordo della quale c'erano diversi afghani armati. Il guidatore della macchina dei tre occidentali, pur sotto la minaccia delle armi, è riuscito con una rapida manovra a ripartire sfuggendo così all'agguato.
16 maggio 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/05_Maggio/16/rapita.shtml

:(

Jaguar64bit
16-05-2005, 18:51
E te pareva , se non se la prendono sempre con i volontari delle associazioni umanitarie.....bah.

Onisem
16-05-2005, 19:28
Proviamo a giocare d'anticipo: se l'è cercata, giusto?

FastFreddy
16-05-2005, 20:01
Proviamo a giocare d'anticipo: se l'è cercata, giusto?

Certo, ed è pure amica dei terroristi.... :O

Jamal Crawford
16-05-2005, 20:08
Ma come e' possibile, e' tutta brava gente

beppegrillo
16-05-2005, 20:10
E' iniziato male stò thread..
Proviamo a raddrizzarlo?
Da quale gruppo terroristico sarebbe stata rapita?

kellone
16-05-2005, 20:58
C'è poco da raddrizzare.
Se hai voglia di aiutare stai a casetta tua ed aiuti chi hai intorno.
Accompagni gli anziani, accudisci i bambini, porti a spasso i cani.
Se vai fuori sono ..zzi tuoi.

TXFW
16-05-2005, 21:07
Proviamo a giocare d'anticipo: se l'è cercata, giusto?No.

Ci hanno pensato altri.

Dal caso Sgrena, invece di silenzio, e' nata una polemica interna e esterna paurosa che ha fatto il giro del mondo sul fatto che il governo italiano abbia pagato un riscatto corposo.

Se il messaggio che comunichiamo con le polemiche e' che come nazione e come popolo paghiamo i riscatti a delinquenti e terroristi, esponiamo le nostre persone all'estero a fare il proprio lavoro, che sia volontariato o giornalismo, a ulteriori pericoli.

Vorrei precisare che il mio non e' un commento sull'opportunita' di pagare o di prendere altre iniziative. La signora Sgrena andava riportata a casa. Punto.
Il mio e' un commento sull'autolesionismo rappresentato dalle polemiche che sono seguite.

Come credo tutti, mi auguro che anche questa situazione si risolva. Con costi se possibile solo economici. E magari senza parlarne tanto, se no non la finiremo mai piu'.

In una nota a parte, vorrei precisare che trovo comunque sbagliato cercare colpe esterne (del governo, di giornalisti e volontari "che se le cercano", dei militari) per questi episodi. Le colpe sono solo dei rapitori.
Se decido di camminare tra due case su un cavo teso e il cavo si spezza, non e' colpa del cavo, e' colpa mia.
Se decido di "cercarmela" andando da giornalista o da volontario in un luogo pericoloso, probabilmente avrei potuto esercitare maggiore prudenza, ma con la prudenza non si cambia nulla e comunque non vado li' per far danno, anzi. Un rapimento non avviene per ragioni fisiche da cui non si puo' prescindere. I rapitori hanno la possibilita' di scegliere.

majin mixxi
16-05-2005, 22:01
C'è poco da raddrizzare.
Se hai voglia di aiutare stai a casetta tua ed aiuti chi hai intorno.
Accompagni gli anziani, accudisci i bambini, porti a spasso i cani.
Se vai fuori sono ..zzi tuoi.


italiani brava gente :D

kellone
16-05-2005, 22:11
Vicentini magnagatti. :D

jumpermax
16-05-2005, 23:33
No.

Ci hanno pensato altri.

Dal caso Sgrena, invece di silenzio, e' nata una polemica interna e esterna paurosa che ha fatto il giro del mondo sul fatto che il governo italiano abbia pagato un riscatto corposo.

Se il messaggio che comunichiamo con le polemiche e' che come nazione e come popolo paghiamo i riscatti a delinquenti e terroristi, esponiamo le nostre persone all'estero a fare il proprio lavoro, che sia volontariato o giornalismo, a ulteriori pericoli.

Vorrei precisare che il mio non e' un commento sull'opportunita' di pagare o di prendere altre iniziative. La signora Sgrena andava riportata a casa. Punto.
Il mio e' un commento sull'autolesionismo rappresentato dalle polemiche che sono seguite.

Come credo tutti, mi auguro che anche questa situazione si risolva. Con costi se possibile solo economici. E magari senza parlarne tanto, se no non la finiremo mai piu'.

In una nota a parte, vorrei precisare che trovo comunque sbagliato cercare colpe esterne (del governo, di giornalisti e volontari "che se le cercano", dei militari) per questi episodi. Le colpe sono solo dei rapitori.
Se decido di camminare tra due case su un cavo teso e il cavo si spezza, non e' colpa del cavo, e' colpa mia.
Se decido di "cercarmela" andando da giornalista o da volontario in un luogo pericoloso, probabilmente avrei potuto esercitare maggiore prudenza, ma con la prudenza non si cambia nulla e comunque non vado li' per far danno, anzi. Un rapimento non avviene per ragioni fisiche da cui non si puo' prescindere. I rapitori hanno la possibilita' di scegliere.

l'errore per me è stato proprio pagare i riscatti. Per ogni persona che si salva ne metti altre mille in pericolo... se passa il messaggio che lo stato italiano paga per ogni italiano sequestrato... ogni italiano diventa un bersaglio.

Amu_rg550
17-05-2005, 08:31
Da Care International un rapporto sulla difficile situazione della sicurezza

Rivendicato il rapimento da banda criminale

I malviventi avrebbero chiesto in cambio del rilascio la liberazione del loro capo e altri complici.

Notte di attesa in casa Cantoni

Una banda criminale afghana ha rivendicato il rapimento di Clementina Cantoni, l'italiana sequestrata ieri sera a Kabul. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, i malviventi chiedono in cambio del rilascio della volontaria la liberazione del loro capo e di altri complici detenuti. Il capobanda si chiama Tela Mohammed. Lo ha annunciato Abdul Jamil, direttore del dipartimento Indagini Penali della polizia di Kabul, che in precedenza aveva escluso la pista del terrorismo fondamentalista. «Il gruppo criminale di Tela Mohammed, che si trova in custodia di polizia, ci ha contattati e si è attribuito la responsabilità del rapimento della cittadina italiana», ha spiegato Jamil, che aveva definito «famigerati» e dunque ben noti agli inquirenti i presumibili autori del sequestro di Cantoni. L'ambasciata italiana in Afghanistan si mantiene in costante contatto con le autorità locali.

Un funzionario dell’ambasciata italiana a Kabul, che non ha voluto essere citato, ha riferito alle agenzie che l’Ambasciata non ha al momento alcun contatto con i rapitori di Clementina Cantoni. Le forze di sicurezza afgane hanno lavorato ai posti di blocco per tutta la notte, ma non hanno trovato traccia della donna.

In Italia, intanto, a Milano, quella appena trascorsa è stata una notte di ansia e di attesa nell'elegante palazzo di via Giorgio Jan, alle spalle del centrale corso Buenos Aires, dove vivono i genitori di Clementina. Molte telefonate si sarebbero susseguite con la Farnesina, per monitorare l'evolversi della situazione e cercare di capire la matrice del sequestro di Clementina.

La volontaria milanese dell’organizzazione umanitaria internazionale Care, è stata rapita ieri sera verso le 8.30 (le 18 in Italia) a Kabul da quattro uomini armati che l’hanno caricata a forza su una Toyota Corolla bianca e sono fuggiti via. La donna ha 32 anni. La notizia del rapimento di un’italiana è stata confermata prima da fonti dell’ambasciata italiana a Kabul, poi dalla Farnesina.
Paul Barker, direttore dell’agenzia internazionale in Afghanistan, ha confermato i fatti: «Quattro uomini armati di Kalashnikov hanno spaccato il finestrino della sua macchina e l’hanno portata via. Hanno detto all’autista di non muoversi o gli avrebbero sparato». Barker ha aggiunto che l’automobile aveva appena lasciato un’altra impiegata dell’organizzazione. Nessuna richiesta, ha aggiunto, è stata ancora avanzata per il rilascio della donna.

La donna, impegnata in assistenza a donne afghane, è la prima italiana rapita in Afghanistan. Il sequestro ha creato nella comunità di circa 2000 stranieri il timore che i ribelli antigovernativi possano aver iniziato una serie di rapimenti in stile iracheno, ma gli investigatori sospettano che i responsabili siano criminali e non talebani o militanti di al Qaeda. Il quartiere dove la donna è stata rapita, pieno di ristoranti e hotel frequentati da stranieri, è già stato bersaglio di attacchi. L'ultimo, l'8 maggio scorso, distrusse un Internet café, uccidendo anche un operatore birmano delle Nazioni Unite.

Che per gli operatori umanitari la situazione in Afghanistan fosse difficile lo si sapeva. E proprio Care International, l’organizzazione a cui appartiene la cittadina italiana rapita oggi a Kabul, aveva pubblicato questo mese un rapporto intitolato «Ngo Insecurity in Afghanistan», che è disponibile presso il sito canadese dell’organizzazione. «L’insicurezza continua a essere una questione seria in Afghanistan», spiega il rapporto. «Un numero senza precedenti - aggiunge - di vittime delle Ong hanno reso più difficile soddisfare» i bisogni delle zone anche più remote del paese, in cui non c’è la presenza del governo e delle Nazioni Unite.

Con inquietudine, il rapporto segnala che nel 2003 gli uomini delle Ong rimasti uccisi sono 12, mentre nel 2004 sono stati 24. Anche nel 2005, fino al primo maggio, ci sono stati cinque morti tra gli operatori della organizzazioni umanitarie. Proprio a Care International apparteneva Margaret Hassan, cittadina britannica, irlandese ed irachena rapita in Iraq lo scorso 19 ottobre; si ritiene che sia stata uccisa, sebbene non il suo corpo non sia mai stato ritrovato. 17 maggio 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/05_Maggio/17/rapita.shtml

juninho85
17-05-2005, 09:08
Proviamo a giocare d'anticipo: se l'è cercata, giusto?
io sono di questo avviso:boh:

Alessandro Bordin
17-05-2005, 09:10
Usiamo il thread per aggiornamenti e cosiderazioni, non per flame, grazie.

nathanx
17-05-2005, 10:03
l'errore per me è stato proprio pagare i riscatti. Per ogni persona che si salva ne metti altre mille in pericolo... se passa il messaggio che lo stato italiano paga per ogni italiano sequestrato... ogni italiano diventa un bersaglio.
Concordo in pieno. ;)

Ciaba
17-05-2005, 10:33
...ecco allora dato che nn dobbiamo pagare i riscatti(tutti finocchi col culo degli altri), proporrei una cosa: dato che ci hanno fatto fuori il miglior uomo dei servizi, che in casi come questi ci sguizzava in mezzo come un'anguilla a Lamporecchio, facciamo una telefonatina ali ameregani e gli diciamo: "Ok(che fa figo), o vediamo voi cosa sapete fare,...andate a riprendercela con i vostri metodi da deficenti!"

parax
17-05-2005, 10:43
Bhe se è una di quei fancazzisti delle associazioni umanitarie che vanno in giro a trovare l'avventura se l'è cercata sicuramente e sia chiaro stavolta la lasciamo la, se invece lavora per qualche multinazionale che sta ricostruendo l'Afghanistan, porella era andata a cercare lavoro a 10.000 euro al mese visto che l'ingrata Italia non gli offriva nulla.

RiccardoS
17-05-2005, 10:51
C'è poco da raddrizzare.
Se hai voglia di aiutare stai a casetta tua ed aiuti chi hai intorno.
Accompagni gli anziani, accudisci i bambini, porti a spasso i cani.
Se vai fuori sono ..zzi tuoi.

:mano:

stra-d'accordo! ;)

pensiamo solo agli ospedali italiani: pieni di bambini (e non solo) malati per i quali una visita, uno svago, un volontario, un sorriso, sono la cosa più bella che possa loro capitare nell'intera giornata, nonchè aiuto per la guarigione: questo, per me, è volontariato.

jumpermax
17-05-2005, 11:12
il thread sta prendendo una brutta piega... visto che la notizia è importante non verrà ovviamente chiuso quindi eviterei commenti polemici come quelli che ho visto qua sopra. Chi vuole polemizzare si apra un altro thread, possibilmente con interventi più costruttivi di quelli visti fino ad ora.

parax
17-05-2005, 11:33
:mano:

stra-d'accordo! ;)

pensiamo solo agli ospedali italiani: pieni di bambini (e non solo) malati per i quali una visita, uno svago, un volontario, un sorriso, sono la cosa più bella che possa loro capitare nell'intera giornata, nonchè aiuto per la guarigione: questo, per me, è volontariato.

Care, in lotta contro la povertà
L'organizzazione opera a favore di 30 milioni di persone nel mondo

Fondata negli Stati Uniti nel 1945, Care opera a favore di trenta milioni di persone nei 72 Paesi più poveri di Asia, Africa, America Latina, Medio Oriente e Europa orientale.
L'organizzazione è stata molto attiva anche in zone ad altissimo rischio, come l'Afghanistan e l'Iraq, dove era impegnata soprattutto con progetti sulla salute (ospedali) e con la realizzazione di sistemi idrici.

e le persone che lavorano per questa organizzazione per te cosa sarebbero? Certo andare ad aiutare persone che muoiono di fame e che gli ospedali nemmeno sanno cosa sono non è altrettanto nobile come andare nell'ospedale sotto casa a mettersi il naso da clown per giocare con i bambini Italiani che hanno bisogno di un sorriso. :nono:

Amu_rg550
17-05-2005, 11:47
per capire chi è e cosa fa l'italiana rapita:

Clementina «la peste» che difende le donne

Milanese, 32 anni, guida un progetto per le vedove afghane «La vita da ufficio? Non è per me: io voglio rendermi utile»

«Il mio nome non mi rende giustizia. Ma quale Clementina... Io non sono clemente per niente, soprattutto con i maschi e i maschilisti di questo Paese ». Le chiama «pillole di saggezza», o, più milanesamente, «stupidate», queste e altre freddure con cui Clementina Cantoni è solita «raggelare» amici, colleghi e conoscenti nei sempre più rari momenti di relax della vita a Kabul. «Di solito mi vengono meglio la sera, e qui ora è mattina — ci ha scritto in una email dall’Afghanistan— purtroppo vedo che la mia vena si sta esaurendo. Vorrei scrivere un libro con queste mie parole di saggezza nate fra queste aride montagne (oh! quanto mi manca la mia Valtellina!) e che hai avuto la fortuna di sentire con le tue orecchie. Ti autorizzo, dall’alto della mia magnanimità, a citarle quando rientri nella mia Milano». Può sembrare fuori luogo, in un momento come questo, ricordare la Clementina Cantoni rapita ieri sera nel centro di Kabul piena di ironia, beffarda, allegra, impertinente, tagliente di lingua e — solo apparentemente — spigolosa di carattere. Clementina la peste, l’ha ribattezzata infatti la comunità italiana in Afghanistan, che ha cominciato a conoscerla 3 anni fa, quando è sbarcata nel Centro Asia per l’organizzazione danese Care, di cui cura un programma di assistenza per 10 mila vedove nei distretti 5-6-7-8 della capitale. Perché Clementina non fa sconti a nessuno sia quando scherza sia quando lavora. Ma dietro l’essenzialità e la serietà lombarde nasconde un animo giulivo, solare, mediterraneo. Non cela per nulla invece la sua volontà ferrea e la sua dedizione per gli altri, soprattutto le «vedove di Kabul. Sono tante, almeno 60 mila — ripete Clementina —e sono le più sfortunate, le più reiette». La filosofia di vita di Clementina è molto semplice e lineare, ma radicale: «Non sono fatta per la vita di ufficio, non sopporto la vita da impiegata: se devo faticare per vivere, preferisco farlo servendo gli altri e rendendomi utile a chi ha bisogno. Non amo la Milano da bere, preferisco una birra, se la trovo».

Eppure non le mancava nulla per vivere meno pericolosamente, per una vita di successo nella sua «grand Milàn»: di famiglia per bene, nata in una zona per bene, nel cuore di Città Studi, corso di laurea all’estero, un fratello a New York (dove vive la sua adorata nipotina), un altro in un’altra parte del mondo — come ha ricordato ieri sera un cugino a Milano, che ha fatto da portavoce e da scudo alla famiglia, schiantata dalla notizia del sequestro. «Ci scriveva ogni giorno — ha detto — era serena come sempre, certo non si poteva immaginare un evento simile». E’ stata lei stessa una sera in cui era particolarmente loquace per la felicità di andarsene in ferie, prima in Valtellina, poi a New York e quindi a Boston, a tracciare una sua succinta biografia: «Sono nata a Milano nel 1973 (due giorni fa ha compiuto 32 anni, ndr), ho due fratelli, Stefano e Davide, un nipotino in America. Sono a Kabul dall’inizio del 2002, ma ho cominciato a fare lavoro umanitario nel 1977: ho lavorato in Bulgaria, in Kosovo... Ho tanti amici. Etanta pazienza per vivere in Afghanistan ». Pazienza per le condizioni di vita oppressive imposte anche (soprattutto) alle donne occidentali, da una società «maschilista». Concetto che ribadì quando la intervistammo per «Io Donna» con altre italiane impegnate in Afghanistan, proprio sulla condizione di «espatriata» in un Paese islamico e conservatore appena uscito dal medioevo talebano. «Mi sento onorata di essere intervistata su un tema serio quale quello delle donne occidentale in un Paese come questo, dove non si sopravvive se non fosse per il nostro senso umoristico e un po’ cinico», rispose, usando quasi le stesse parole di Simona Lanzoni, responsabile di Pangea, di Silvye Garoia, unica occidentale in Procura a Kabul, di Carla Ciavarella e Carmen Colitti che lavorano per il progetto giustizia in Afghanistan, dell’architetto Anna Soave dell’Aga Khan Trust. «Ma sì — specificò Clementina — i pesi della vita qui non sono tanto il poter prendersi una vacanza solo ogni tre mesi, anche se una volta ho battuto il record di permanenza senza interruzione: ben 6 mesi! Ciò che è insopportabile è la mancanza di ogni libertà, di privacy.. Quando esci sei sempre scrutata, qualche volta insultata dai uomini afghani, non puoi guidare l’auto, la security. Insomma le solite menate..»

Così Clementina, con ennesimo tocco di milanesità, liquidava i pericoli insiti nel suo lavoro e nel suo risiedere in Afghanistan. Non certo perché fosse incosciente, soprattutto dopo gli ultimi allarmi su possibili sequestri di occidentali, lanciati in questi giorni dall’organizzazione che si occupa della sicurezza degli stranieri impegnati nell’Onu o nelle varie agenzie umanitarie. Era molto prudente, come tutte le sue amiche e colleghe. Ogni sera rispondeva all’appello radio, non si muoveva da sola. Ma ieri sera tutte le precauzioni non sono bastate. Resta una email sul computer: «Che cosa mi ha spinto a fare tutto ciò? Boh, non riesco a fare lavoro d'ufficio e se devo stare 8/10 ore ogni giorno a guadagnarmi il pane quotidiano, preferisco farlo impegnandomi in un’attività che m'appassiona: lavorare in Paesi post-conflict con le persone del posto, a cercare di ricostruire il loro Paese, insieme».

Paolo Foschini Costantino Muscau
17 maggio 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/17/lapeste.shtml

juninho85
17-05-2005, 11:50
«Il mio nome non mi rende giustizia. Ma quale Clementina... Io non sono clemente per niente, soprattutto con i maschi e i maschilisti di questo Paese »
dopo aver letto questo sono contento di ciò che è accaduto:D

jumpermax
17-05-2005, 12:18
dopo aver letto questo sono contento di ciò che è accaduto:D
Non è proprio il momento nè il luogo per fare questo genere di battute, ok? :mbe:

juninho85
17-05-2005, 14:56
Non è proprio il momento nè il luogo per fare questo genere di battute, ok? :mbe:
vabbeh non è mica un funerale....sdrammatizzare proprio no eh?!:mbe:

Onisem
17-05-2005, 17:48
Comunque pare che per il momento la ragazza stia bene. Forse è stato chiesto uno scambio di ostaggi da parte dei rapitori.

tatrat4d
17-05-2005, 17:50
Speriamo si possa liberare senza pagare riscatti in moneta o politici. Non fosse possibile, con tutte le cautele del caso, forse sarebbe giusto che il governo ripensasse alla strategia tenuta fino ad ora.

Onisem
17-05-2005, 17:55
Speriamo si possa liberare senza pagare riscatti in moneta o politici. Non fosse possibile, con tutte le cautele del caso, forse sarebbe giusto che il governo ripensasse alla strategia tenuta fino ad ora.

Io sono per la linea che contempla tutte le opzioni, pur di riportare a casa un connazionale. Ovviamente la cessione di una contropartita non dovrebbe essere la prima.

tatrat4d
17-05-2005, 17:57
Io sono per la linea che contempla tutte le opzioni, pur di riportare a casa un connazionale. Ovviamente la cessione di una contropartita non dovrebbe essere la prima.

Infatti non sono tassativo, anche se alla fine credo una linea come quella tenuta fino ad ora diventi di caso in caso più scivolosa. Più cedimenti si hanno avuti e più è difficile resistere in seguito. :(

easyand
17-05-2005, 18:37
Comunque pare che per il momento la ragazza stia bene. Forse è stato chiesto uno scambio di ostaggi da parte dei rapitori.

è solo una banda di briganti che ha chiesto la liberazione del loro capo, Mohammed Tali.

mrmic
19-05-2005, 14:05
è solo una banda di briganti che ha chiesto la liberazione del loro capo, Mohammed Tali.

veramente è una "banda" che tra le tante rivendicazioni ha chiesto la chiusura di un canale televisivo ed ha chiesto un rispetto più rigoroso della moralità islamica al governo afghano

non mi stupirei che qualcun'altro loro amico avesse partecipato all'uccisione della presentatrice di Tolo tv denunciata da Emergency

criminali che non hanno alcuna voce in capitolo, e che per fortuna hanno poco da spartire con l'iraq sequestri S.p.A........

ciao

mrmic
19-05-2005, 14:08
Apc-CANTONI/ BONIVER: NO A STRUMENTALIZZAZIONI DEL SEQUESTRO
Le Ong hanno chiesto alla Nato di restare ed estenere missione

Roma, 19 mag. (Apcom) - Nella comunicazione alle Commissioni
Esteri di Camera e Senato, il sottosegretario agli Esteri
Margherita Boniver ha sottolineato la volonta' del governo di
"vigilare sul rischio di strumentalizzazioni" politiche del
sequestro di Clementina Cantoni. "A quanti hanno tratto spunto
dal rapimento di Clementina Cantoni per chiedere il ritiro delle
truppe italiane dall'Afghanistan - ha detto Boniver - vorrei
ricordare che è un dato di fatto che erano state proprio le ong,
e soprattutto Care International (l'organizzazione per cui lavora
Cantoni, ndr) a chiedere con forza fin dall'autunno 2003 che la
Nato consolidasse la propria missione nel territorio afgano, e
addirittura la espandesse".

Le organizzazioni non governative, ha sottolineato Boniver,
"sostengono infatti la richiesta del governo Karzai di una
presenza internazionale di sicurezza che contribuisca alla
stabilizzazione del Paese". E' un appello, ha proseguito il
sottosegretario, che "non possiamo disattendere".

La comunità internazionale, e la Nato in particolare, ha
ricordato Boniver, "dovrebbero aumentare i loro sforzi per
garantire una presenza adeguata e nella misura richiesta dalle
autorità afgane". L'Italia e' presente in Afghanistan con circa
500 militari nell'ambito della missione Isaf, guidata dalla Nato.
------

Quello che ho evidenziato mi sembra un passaggio molto interessante

easyand
19-05-2005, 14:14
infatti è stato fatto, sono attivi in Afghanistan 5 PRT (provincial recostruction teams), in particolare quello di Herat è affidato agli Italiani in collaborazione con francesi e ungheresi

mrmic
20-05-2005, 11:18
si certo, avremo tra poco anche il comando ISAF, oltre ad avere gistito sin dall'inizio il Lead Giustizia, ovviamente non ancora concluso...

Vorrei aggiungere che mi amareggia molto leggere oggi sui giornali le polemiche sulla mancata partecipazione dell'opinione pubblica a questa vicenda...

Amu_rg550
21-05-2005, 09:54
Fassino: sosterremo il governo. La donna avrebbe parlato al telefono

Cantoni: si tratta fra allarmi e smentite

I rapitori: «L'abbiamo uccisa». Ma il governo di Kabul nega: «Le abbiamo parlato». Inviti nelle moschee: basta azioni disumane

KABUL - Il susseguirsi di allarmi e smentite sul sequestro di Clementina Cantoni fa pensare a tempi lunghi e a un gioco al rialzo per liberarla. È quello che temono gli investigatori che parlano di «una matassa intricata». E pensare che solo giovedì si credeva di essere vicini alla svolta. «Il governo afghano - dicevano - ha aperto alle richieste dei rapitorii». Nella confusione che regna a Kabul - con caos che sembra riflettersi nelle notizie contraddittorie, nello stillicidio delle informazioni date e poi smentite - è come essere tornati al primo giorno quando ancora non si sapeva dove andare a parare.

L'ALLARME - E in questo contesto è piombata venerdì l'indiscrezione peggiore, quella dell'uccisione di Clementina Cantoni. Timoor Shah, il presunto rapitore che nei giorni scorsi aveva fatto sentire la sua voce tramite un'emittente radiofonica, ha detto che la donna è stata uccisa dopo che il presidente Karzai ha rifiutato di accettare le sue richieste. «L'abbiamo strangolata con una corda alle 9 di giovedì sera» ha detto contattato attraverso il cellulare della Cantoni. «Non consegnerò il suo corpo a nessuno», ha aggiunto.

SMENTITE - Una versione smentita da diverse fonti afghane. Una di queste ha riferito che Clementina Cantoni è viva, sta bene, e avrebbe parlato al telefono alcune ore fa con una autorità afghana che è in contatto con i rapitori. Un'altra smentita alla voce dell'uccisione della giovane arriva da Jawed Ludin, portavoce di Karzai: «Sta mentendo. Ha fatto questi commenti per fare pressione sul governo», ha affermato il portavoce. «Ho assicurazioni dal ministero degli Interni che è viva. Le trattative vanno avanti».
Anche l'intelligence italiana non crede alle notizie sull'uccisione diffusa da Kabul. E liquida la questione come un modo per rilanciare la trattativa per la liberazione delle volontaria italiana. La Cantoni, secondo le stesse fonti, «è viva, sta bene, e i canali per ottenere la sua liberazione sono tutti aperti».

IPOTESI - Ma allora perché questa uscita di Timor Shah? «Forse per disorientare, per gettare benzina sul fuoco. O forse è in difficoltà: non riesce più a gestire il sequestro all'interno di un gruppo che è diventato sempre più numeroso», dice una fonte molto vicina all'inchiesta. L'importanza della vicenda, esaltata dai media, avrebbe infatti suscitato gli appetiti di molti. Finora, a quanto si è appreso, non si è parlato di soldi. In corso, potrebbe esserci un regolamento di conti per la leadership della banda. E questo, ovviamente, non aiuta gli investigatori e gli uomini dell'intelligence. Questi, con le tecniche di indagine tradizionali, sarebbero riusciti a circoscrivere la possibile area del covo, ma oggi non si parla più di rastrellamenti, dopo che il presidente Karzai ha assicurato che «nessuna azione verrà fatta senza il consenso italiano». «Anche perchè - aggiunge la fonte - è assai probabile che i componenti della banda siano divisi in rifugi diversi e che l'ostaggio, oggi, non si trovi più dove era ieri».

LEADER TRIBALI E MULLAH IN CAMPO - Nessuna pista resta intentata. Un gruppo di leader religiosi e tribali - componenti della Jirga, cioè il consiglio degli anziani, e dell'associazione delle scuole coraniche - è stato attivato per fare pressioni sui rapitori e un primo contatto lo avrebbero avuto in giornata. Anche i mullah sono stati invitati a fare appelli dalle loro moschee. Così è avvenuto anche nella principale moschea della capitale: «Dio mi chiede di fermare ogni azione disumana» ha detto il mullah parlando ai fedeli e con implicito riferimento al sequestro della cooperante italiana.
In Italia, intanto, si continuano a vivere ore di apprensione. La Farnesina resta mobilitata e proseguono le iniziative diplomatiche e di intelligence. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha invece fatto sapere che la Quercia darà tutta la collaborazione necessaria al governo affinché si giunga rapidamente alla liberazione della ragazza.
Infine arrivano le parole di Care International in Afghanistan, l'organizzazione per la quale Clementina lavora. Il portavoce Paul Barker ha detto di non sapere cosa c'è di vero nelle ultime voci: «Non sappiamo se le ultime informazioni sono accurate o meno, continuiamo a fare il possibile per lei».

21 maggio 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/05_Maggio/20/mullah.shtml