IpseDixit
10-05-2005, 11:04
Ho trovato questo articolo (http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/scienza_e_tecnologia/fiori/fiori/fiori.html) che mi pare interessante :)
LONDRA - La prossima volta che regalate un mazzo di rose, di tulipani o di semplici margherite, chiedetevi se siete voi a "usare" quei fiori, per fare bella figura con qualcuno, o sono stati loro a usare voi, per sopravvivere. Una ricerca condotta da psicologi e genetisti americani, subita ribattezzata "Big Bloom Theory", la teoria del Grande Sboccio, sostiene infatti che i fiori, nel corso dei millenni, hanno sviluppato odori, colori e forme particolari con il preciso scopo di compiacere gli esseri umani, e così rafforzare la propria strategia riproduttiva. "Perché un fiore è profumato?" sembra un quesito da filosofia zen: invece pare che abbia una risposta concreta, legata all'evoluzione della specie.
È una tesi meno fantascientifica di quanto appaia, osserva l'Independent di Londra, che ha anticipato la notizia. Tutti sappiamo che c'è qualcosa di psicologicamente molto forte nei fiori: che siano donati per sedurre o per commemorare, per celebrare o per ringraziare, poche cose hanno un effetto altrettanto potente e universale. Finora non esistevano studi scientifici su questo argomento, sebbene i fiori rappresentino anche un enorme interesse economico, un'industria con un fatturato di cinque miliardi di dollari l'anno soltanto negli Stati Uniti.
Proprio dagli Usa, forse non a caso, giunge adesso una ricerca nel campo della "psicologia evoluzionista" secondo la quale i fiori sono una specie praticamente senza uguali sulla terra, per quanto riguarda la loro capacità di indurre emozioni positive nell'uomo (e nella donna). La ricerca suggerisce perfino che i fiori potrebbero essersi evoluti in modo da sfruttare, a proprio vantaggio, l'effetto particolarmente positivo che hanno sugli umani.
Che il mondo vegetale, a differenza di quello minerale, fosse vivo e in grado di comunicare con quello animale, era noto. Ma la ricerca compiuta da psicologi e genetisti della Rutgers State University, nel New Jersey, dimostrerebbe che la "co-evoluzione" tra fiori e uomini è basata sulla ricompensa emotiva che i primi riservano ai secondi. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti, regalando fiori o cioccolatini al medesimo campione di persone, oppure fiori a sconosciuti che prendevano l'ascensore, o fiori alla stessa gente per un prolungato periodo di tempo, studiandone le reazioni.
La teoria che hanno ricavato è che l'uomo ha una preferenza estetica per cose che "crescono", come fiori e piante, collegandole inconsciamente all'esperienza dei propri antenati preistorici, quando un campo di fiori poteva essere indice di una terra più fertile, dunque migliore per seminare e avere abbondanza di cibo.
Poiché un cavolfiore non suscita lo stesso effetto positivo di una rosa, altri elementi contribuirebbero alla predilezione umana per i fiori: l'odore, il colore, la simmetria della forma. L'idea che i fiori, nel corso dell'evoluzione, abbiano sviluppato queste qualità per compiacere l'uomo, dicono gli scienziati della Rutgers University, è simile a quella del lupo diventato cane e di altri animali selvatici che si sono poco per volta "addomesticati".
Certo, l'amore dell'uomo per i fiori ha spesso un esito fatale: un gambo strappato dalla radice, legato ai suoi simili e impacchettato come regalo. Ma intanto, come specie, il fiore cresce e si moltiplica lo stesso.
"Cogito, ergo sum", dice l'homo sapiens. "Profumo, dunque sono", potrebbe rispondergli la rosa.
LONDRA - La prossima volta che regalate un mazzo di rose, di tulipani o di semplici margherite, chiedetevi se siete voi a "usare" quei fiori, per fare bella figura con qualcuno, o sono stati loro a usare voi, per sopravvivere. Una ricerca condotta da psicologi e genetisti americani, subita ribattezzata "Big Bloom Theory", la teoria del Grande Sboccio, sostiene infatti che i fiori, nel corso dei millenni, hanno sviluppato odori, colori e forme particolari con il preciso scopo di compiacere gli esseri umani, e così rafforzare la propria strategia riproduttiva. "Perché un fiore è profumato?" sembra un quesito da filosofia zen: invece pare che abbia una risposta concreta, legata all'evoluzione della specie.
È una tesi meno fantascientifica di quanto appaia, osserva l'Independent di Londra, che ha anticipato la notizia. Tutti sappiamo che c'è qualcosa di psicologicamente molto forte nei fiori: che siano donati per sedurre o per commemorare, per celebrare o per ringraziare, poche cose hanno un effetto altrettanto potente e universale. Finora non esistevano studi scientifici su questo argomento, sebbene i fiori rappresentino anche un enorme interesse economico, un'industria con un fatturato di cinque miliardi di dollari l'anno soltanto negli Stati Uniti.
Proprio dagli Usa, forse non a caso, giunge adesso una ricerca nel campo della "psicologia evoluzionista" secondo la quale i fiori sono una specie praticamente senza uguali sulla terra, per quanto riguarda la loro capacità di indurre emozioni positive nell'uomo (e nella donna). La ricerca suggerisce perfino che i fiori potrebbero essersi evoluti in modo da sfruttare, a proprio vantaggio, l'effetto particolarmente positivo che hanno sugli umani.
Che il mondo vegetale, a differenza di quello minerale, fosse vivo e in grado di comunicare con quello animale, era noto. Ma la ricerca compiuta da psicologi e genetisti della Rutgers State University, nel New Jersey, dimostrerebbe che la "co-evoluzione" tra fiori e uomini è basata sulla ricompensa emotiva che i primi riservano ai secondi. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti, regalando fiori o cioccolatini al medesimo campione di persone, oppure fiori a sconosciuti che prendevano l'ascensore, o fiori alla stessa gente per un prolungato periodo di tempo, studiandone le reazioni.
La teoria che hanno ricavato è che l'uomo ha una preferenza estetica per cose che "crescono", come fiori e piante, collegandole inconsciamente all'esperienza dei propri antenati preistorici, quando un campo di fiori poteva essere indice di una terra più fertile, dunque migliore per seminare e avere abbondanza di cibo.
Poiché un cavolfiore non suscita lo stesso effetto positivo di una rosa, altri elementi contribuirebbero alla predilezione umana per i fiori: l'odore, il colore, la simmetria della forma. L'idea che i fiori, nel corso dell'evoluzione, abbiano sviluppato queste qualità per compiacere l'uomo, dicono gli scienziati della Rutgers University, è simile a quella del lupo diventato cane e di altri animali selvatici che si sono poco per volta "addomesticati".
Certo, l'amore dell'uomo per i fiori ha spesso un esito fatale: un gambo strappato dalla radice, legato ai suoi simili e impacchettato come regalo. Ma intanto, come specie, il fiore cresce e si moltiplica lo stesso.
"Cogito, ergo sum", dice l'homo sapiens. "Profumo, dunque sono", potrebbe rispondergli la rosa.