Radical
28-04-2005, 11:26
In caso di crash del vostro PC, zio Bill potrà leggere anche l'e-mail che stavate scrivendo o sapere il sito che stavate visitando. Opportuno informarsi per evitare gaffe
[/ZEUS News/ - www.zeusnews.it - 27-04-2005]
[Il logo di Longhorn]
Un logo di Windows Longhorn
Bill Gates ha annunciato http://news.zdnet.com/Microsoft+to+add+%27black+box%27+to+Windows/2100-9588_22-5684051.html?part=netscape-zdnet&tag=mynetscape&subj=technews due giorni fa che la prossima versione di Windows, denominata /Longhorn/, *conterrà una sorta di "scatola nera"*, simile a quella degli aerei, allo scopo di capire e prevenire i crash del sistema inoltrando a Microsoft informazioni tecniche sullo stato del computer al momento del collasso.
Quello che lascia sconcertati i tecnici attenti alla privacy è che la "scatola nera" *potrà passare a Microsoft anche il contenuto dei documenti che erano aperti*. Le aziende potranno inoltre scegliere se i dati passati a Microsoft verranno trasmessi anche ai propri amministratori di sistema.
Per il PC domestico, *la scelta di cosa mandare sarà determinata dall'utente*, che vedrà un messaggio dal quale potrà scegliere quali informazioni vuole inoltrare, con la facoltà, per esempio, di non inoltrare il contenuto di un e-mail che stava scrivendo al momento del crash. I dati, inoltre, saranno in forma anonima, dice Microsoft, anche se è difficile considerare anonimo un e-mail contenente informazioni personali di chi l'ha scritto.
Il problema di questo approccio è che obbliga gli utenti a una scelta attenta e continua di cosa mandare e cosa no. Addirittura, dice Greg Sullivan di Microsoft, l'utente privato potrà scegliere /"lettera per lettera"/ cosa mandare. Questo significa che* se Microsoft non cambia approccio, alla perdita di tempo causata dal crash seguirà un'ulteriore perdita di tempo* dovuta alla gimcana di domande e di scelte su quali informazioni spedire e quali cancellare.
C'è poi il problema che molte delle informazioni contenute nel rapporto sono *indecifrabili per l'utente*, che quindi non potrà decidere in modo informato. Mi riferisco, per esempio, a dati tecnici come le impostazioni del registro di sistema, che possono rivelare ben più del previsto e del lecito (i nomi dei file aperti di recente, i programmi installati per i quali magari la licenza non è del tutto a posto, eccetera). Per non parlare del cronico problema dell'utente distratto che clicca /Sì/ senza aver letto tutto il messaggio informativo e si ritrova a mandare a Microsoft i dettagli delle sue attività personali o lavorative.
*Nelle aziende, invece, saranno gli amministratori di sistema a decidere*. Le informazioni che potranno raccogliere includeranno, per esempio, il sito che veniva visitato dall'utente o il contenuto di una /chat/ aperta con un'altra persona. Le possibilità di violazione delle leggi sulla privacy nelle aziende sono sconfinate.
In sostanza, salvo ripensamenti di Microsoft che possono scaturire soltanto dalla reazione indignata degli utenti, *questo strumento di analisi dei crash diventa uno strumento di sorveglianza*. In altre parole, /spyware/ integrato direttamente nel sistema operativo.
Viene anche spontaneo chiedersi se non sia meglio dedicare più attenzione alla prevenzione dei crash piuttosto che alla loro cura, considerato che zio Bill ha affermato http://www.theinquirer.net/?article=12143 che *per Longhorn verranno spesi più soldi di quanti ne siano stati investiti nello sbarco sulla Luna*. Per quel genere di fantastiliardi è lecito pretendere delle prestazioni decisamente spaziali.
.................Ma ... non sarebbe meglio spegnerlo il picci ?
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Bill Gates ha annunciato http://news.zdnet.com/Microsoft+to+add+%27black+box%27+to+Windows/2100-9588_22-5684051.html?part=netscape-zdnet&tag=mynetscape&subj=technews due giorni fa che la prossima versione di Windows, denominata /Longhorn/, *conterrà una sorta di "scatola nera"*, simile a quella degli aerei, allo scopo di capire e prevenire i crash del sistema inoltrando a Microsoft informazioni tecniche sullo stato del computer al momento del collasso.
Quello che lascia sconcertati i tecnici attenti alla privacy è che la "scatola nera" *potrà passare a Microsoft anche il contenuto dei documenti che erano aperti*. Le aziende potranno inoltre scegliere se i dati passati a Microsoft verranno trasmessi anche ai propri amministratori di sistema.
Per il PC domestico, *la scelta di cosa mandare sarà determinata dall'utente*, che vedrà un messaggio dal quale potrà scegliere quali informazioni vuole inoltrare, con la facoltà, per esempio, di non inoltrare il contenuto di un e-mail che stava scrivendo al momento del crash. I dati, inoltre, saranno in forma anonima, dice Microsoft, anche se è difficile considerare anonimo un e-mail contenente informazioni personali di chi l'ha scritto.
Il problema di questo approccio è che obbliga gli utenti a una scelta attenta e continua di cosa mandare e cosa no. Addirittura, dice Greg Sullivan di Microsoft, l'utente privato potrà scegliere /"lettera per lettera"/ cosa mandare. Questo significa che* se Microsoft non cambia approccio, alla perdita di tempo causata dal crash seguirà un'ulteriore perdita di tempo* dovuta alla gimcana di domande e di scelte su quali informazioni spedire e quali cancellare.
C'è poi il problema che molte delle informazioni contenute nel rapporto sono *indecifrabili per l'utente*, che quindi non potrà decidere in modo informato. Mi riferisco, per esempio, a dati tecnici come le impostazioni del registro di sistema, che possono rivelare ben più del previsto e del lecito (i nomi dei file aperti di recente, i programmi installati per i quali magari la licenza non è del tutto a posto, eccetera). Per non parlare del cronico problema dell'utente distratto che clicca /Sì/ senza aver letto tutto il messaggio informativo e si ritrova a mandare a Microsoft i dettagli delle sue attività personali o lavorative.
*Nelle aziende, invece, saranno gli amministratori di sistema a decidere*. Le informazioni che potranno raccogliere includeranno, per esempio, il sito che veniva visitato dall'utente o il contenuto di una /chat/ aperta con un'altra persona. Le possibilità di violazione delle leggi sulla privacy nelle aziende sono sconfinate.
In sostanza, salvo ripensamenti di Microsoft che possono scaturire soltanto dalla reazione indignata degli utenti, *questo strumento di analisi dei crash diventa uno strumento di sorveglianza*. In altre parole, /spyware/ integrato direttamente nel sistema operativo.
Viene anche spontaneo chiedersi se non sia meglio dedicare più attenzione alla prevenzione dei crash piuttosto che alla loro cura, considerato che zio Bill ha affermato http://www.theinquirer.net/?article=12143 che *per Longhorn verranno spesi più soldi di quanti ne siano stati investiti nello sbarco sulla Luna*. Per quel genere di fantastiliardi è lecito pretendere delle prestazioni decisamente spaziali.
.................Ma ... non sarebbe meglio spegnerlo il picci ?