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View Full Version : Assurdo - UE minaccia Cina su Export


PaTLaBoR
25-04-2005, 10:48
Ue: monito a Cina su export prodotti tessili

BRUXELLES - Nuovo monito dell'Unione Europea alla Cina. L'Ue minaccia di reintrodurre misure protezionistiche se il Paese asiatico non ridurra' le esportazioni di prodotti tessili, limitando l'import da Pechino. A questo scopo il commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, ha annunciato l'apertura di un'inchiesta su nove tipi di prodotti cinesi. (Agr)


siamo arrivati al ridicolo proprio :rolleyes:
chi si crede di essere questa unione europea?
Minaccia? ma chi minaccia?? :rolleyes:
La Cina è un fenomeno ormai inarrestabile e poi da quando un altro continente minaccia???
in passato queste cose facevano scoppiare guerre! altrochè! :mbe:

Gnappoide
25-04-2005, 10:56
Si saranno accorti solo adesso che che i cinesi vendono i prodotti tessili a costo ancora inferiore di quello di produzione :D

Ciauz!!!

Zebiwe
25-04-2005, 11:23
Scopo della UE è difendere i suoi cittadini.
Se la Cina li danneggia è chiamata ad intervenire.

Non mi sembra niente di strano o assurdo, anzi: mi stupisco che a Bruxelles c'abbiano messo tanto a capirla.
Il liberismo si basa su assunti ben definiti (rispetto leggi, base etica comune,..). Il Sig. Smith la sapeva più lunga di quanto si creda! ;)

PaTLaBoR
25-04-2005, 11:35
Scopo della UE è difendere i suoi cittadini.
Se la Cina li danneggia è chiamata ad intervenire.

Non mi sembra niente di strano o assurdo, anzi: mi stupisco che a Bruxelles c'abbiano messo tanto a capirla.
Il liberismo si basa su assunti ben definiti (rispetto leggi, base etica comune,..). Il Sig. Smith la sapeva più lunga di quanto si creda! ;)

si ma esiste anche il libero commercio. Il problema sta sicuramente sui prezzi molto più concorrenziali rispetto a quelli che ci sono in europa e sui quali gravano decine di tasse, dazi e minchiate varie.
La ue non pensa affatto ai propri cittadini se vogliamo dirla bene. E specialmente in italia sappiamo tutti che su un prodotto che acquistiamo il 60% sono tasse, forse anche di più.
Lo stesso prodotto, se lo compro in Cina mi costa 3 quarti meno. (cosa che so e che ho provato perchè ho amici cinesi)
Un portatile che io ho comprato 1400 euro li ne vostava 600/700 :rolleyes:
Non ti dico sui vestiti poi.... un paio di jeans 80/90 euro :rolleyes:
Quindi ben venga un paese che crea concorrenza, perchè allo stato attuale, l'europa, secondo me, si merita il tracollo economico. Specialmente l'italia che fotte i cittadini ogni giorno imponendo tasse e minchiate varie sui prodotti(non contenti delle tasse che pagano chi li produce e chi li vende) :rolleyes:

riaw
25-04-2005, 11:49
Quindi ben venga un paese che crea concorrenza, p




ahahahahah

cazzo sembra il mondo di memole :D:D:D:D:D

wolf64
25-04-2005, 12:03
si ma esiste anche il libero commercio. Il problema sta sicuramente sui prezzi molto più concorrenziali rispetto a quelli che ci sono in europa e sui quali gravano decine di tasse, dazi e minchiate varie.
La ue non pensa affatto ai propri cittadini se vogliamo dirla bene. E specialmente in italia sappiamo tutti che su un prodotto che acquistiamo il 60% sono tasse, forse anche di più.
Lo stesso prodotto, se lo compro in Cina mi costa 3 quarti meno. (cosa che so e che ho provato perchè ho amici cinesi)
Un portatile che io ho comprato 1400 euro li ne vostava 600/700 :rolleyes:
Non ti dico sui vestiti poi.... un paio di jeans 80/90 euro :rolleyes:
Quindi ben venga un paese che crea concorrenza, perchè allo stato attuale, l'europa, secondo me, si merita il tracollo economico. Specialmente l'italia che fotte i cittadini ogni giorno imponendo tasse e minchiate varie sui prodotti(non contenti delle tasse che pagano chi li produce e chi li vende) :rolleyes:

Inizialmente ero un po critico sul tuo post d'apertura, però leggendo quest'ultimo messaggio non posso che darti ragione, o almeno, in particolare sul discorso della tassazione che c'è da noi in particolare.

Penso anch'io che se l'Europa non si sveglia e se non la smette di tenere una politica per la quale fa la pignola sulle pagliuzze e non cura le travi, arriveremo al tracollo economico di cui parli.
L'Europa sembra cullarsi nel suo ruolo di "culla della civiltà" occidentale, e sembra anche che ci dorma in questa "culla", mentre altre nazioni stanno affrontando il mercato con maggiore aggressività e "badando di più al sodo".

Con quest'ultima frase non voglio dire che approvo cose che a volte accadono in molti paesi emergenti come lo sfruttare l'uomo e l'ambiente in nome del massimo profitto e della massima concorrenzialità dei propri prodotti, intendiamoci, mi sono sempre battuto contro queste cose, però mi sembra che in Europa siamo diventati un branco di pappamolla più attenti a fare i perfettini tra di noi piuttosto che ad adottare politiche comuni che facciano di questa unione una comunità economico-commerciale vincente.

Purtroppo questo andazzo lo teniamo da molto, troppo tempo, e adesso rischiamo di dover ricorrere a politiche protezionistiche anche dubbie giusto per non picchiare il muso per terra!

riaw
25-04-2005, 12:07
ma si dai.......
imponiamo agli operai 20 ore di lavoro al giorno sabato e domenica compresi e nessun giorno di ferie all'anno.......

leviamo qualsiasi legge sugli infortuni sul lavoro e chiudiamo la sanità pubblica....

già che ci siamo togliamo anche le leggi sanitarie per i luogi pubblici e quelli di lavoro.

in ultimo istituiamo la pena di morte e poi così FORSE faremo concorrenza alla cina :)

thotgor
25-04-2005, 12:17
ma si dai.......
imponiamo agli operai 20 ore di lavoro al giorno sabato e domenica compresi e nessun giorno di ferie all'anno.......

leviamo qualsiasi legge sugli infortuni sul lavoro e chiudiamo la sanità pubblica....

già che ci siamo togliamo anche le leggi sanitarie per i luogi pubblici e quelli di lavoro.

in ultimo istituiamo la pena di morte e poi così FORSE faremo concorrenza alla cina :)

quotone. Vorrei inoltre far notare che l'UE è la maggior potenza economica mondiale (superiamo di poco gli USA, ma li superiamo)

IpseDixit
25-04-2005, 12:22
Scopo della UE è difendere i suoi cittadini.
Se la Cina li danneggia è chiamata ad intervenire.

Non mi sembra niente di strano o assurdo, anzi: mi stupisco che a Bruxelles c'abbiano messo tanto a capirla.
Il liberismo si basa su assunti ben definiti (rispetto leggi, base etica comune,..). Il Sig. Smith la sapeva più lunga di quanto si creda! ;)
Meglio acquistare lo stesso prodotto made in Romania a 100 o made in China a 50 ?

wolf64
25-04-2005, 12:27
ma si dai.......
imponiamo agli operai 20 ore di lavoro al giorno sabato e domenica compresi e nessun giorno di ferie all'anno.......

leviamo qualsiasi legge sugli infortuni sul lavoro e chiudiamo la sanità pubblica....

già che ci siamo togliamo anche le leggi sanitarie per i luogi pubblici e quelli di lavoro.

in ultimo istituiamo la pena di morte e poi così FORSE faremo concorrenza alla cina :)

Beh Riaw, spero che tu non ti riferisca al mio post, se noti ho scritto:


Con quest'ultima frase non voglio dire che approvo cose che a volte accadono in molti paesi emergenti come lo sfruttare l'uomo e l'ambiente in nome del massimo profitto e della massima concorrenzialità dei propri prodotti, intendiamoci, mi sono sempre battuto contro queste cose


..questo vuol dire che non auspico di certo quanto scrivi nel tuo post, però siamo in un'Europa dove sembra sia più importante misurare dimensioni e forma dei cetrioli (non è un paragone a sfondo sessuale! :D) piuttosto che intraprendere iniziative comuni concrete ed efficaci per risultare vincenti nel mercato globale (vedi ad esempio la "solita" ricerca), un Europa dove si approvano delle leggi come quella sui brevetti software che andrà a penalizzare la stragrande maggioranza della aziende del settore europee a favore delle concorrenti di oltreoceano, un Europa dove, detto in poche parole, è più importante la forma che la sostanza, e se riduciamo il tutto al modello italiano, addirittura dove si pensa di risolvere tutti i problemi dello stato semplicemante aumentando il carico fiscale (già peraltro insostenibile!), con il risultato che la concorrenzialità delle nostre aziende perde sempre più terreno in quanto oppressa da questa politica, e, sempre per lo stesso motivo, perde il potere di acquisto lo stipendio dei lavoratori dipendenti.

Sicuramente l'ultima cosa da fare sarebbe fare lavorare la gente 20 ore al giorno e togliere i giusti diritti acquisiti in tanti anni, piuttosto attuare politiche realmente efficaci per l'economia, che guardino realmente al concreto, e meno a... "la misura dei cetrioli"! :boh:

beppegrillo
25-04-2005, 12:45
si ma esiste anche il libero commercio. Il problema sta sicuramente sui prezzi molto più concorrenziali rispetto a quelli che ci sono in europa e sui quali gravano decine di tasse, dazi e minchiate varie.
La ue non pensa affatto ai propri cittadini se vogliamo dirla bene. E specialmente in italia sappiamo tutti che su un prodotto che acquistiamo il 60% sono tasse, forse anche di più.
Lo stesso prodotto, se lo compro in Cina mi costa 3 quarti meno. (cosa che so e che ho provato perchè ho amici cinesi)
Un portatile che io ho comprato 1400 euro li ne vostava 600/700 :rolleyes:
Non ti dico sui vestiti poi.... un paio di jeans 80/90 euro :rolleyes:
Quindi ben venga un paese che crea concorrenza, perchè allo stato attuale, l'europa, secondo me, si merita il tracollo economico. Specialmente l'italia che fotte i cittadini ogni giorno imponendo tasse e minchiate varie sui prodotti(non contenti delle tasse che pagano chi li produce e chi li vende) :rolleyes:
Hihi , fatti un giro nelle fabbriche cinesi e vedi le reali condizioni dei lavoratori, quanto guadagnano e quali diritti ottengono. Forse per quello li paghi 1/10?
Se vuoi ritorniamo a quella situazione anche quì in Italia, ma non ti lamentare dopo :)
Altro che fenomeno cinese..
Credo che la decisione dell'UE sia più che giusta, e non solo su questo genere di prodotti, fin quando il governo di pechino manterrà quella linea, non possiamo sacrificare i nostri progressi sindacali per il mercato "concorrenziale".

PaTLaBoR
25-04-2005, 12:49
:asd: mi diverto a sentì leggere certe cose.
Ma secondo te, un italiano o un tedesco o un europeo è più libero di un cinese? :asd:
Lavoriamo(io compreso) otto/nove ore al giorno. considerando che c'è una MAREA di gente che fa gli straordinari perchè non ce la fa a mantenere la famiglia.
La mattina ci svegliamo e andiamo a chiuderci in quattro mura fino all'ora di pranzo, abbiamo 2/3 ore per vedere la famiglia e mangiare(il paragone con i maiali nell'ovile è azzeccatissimo, mi sento un maiale infatti) e poi di nuovo a lavorare fino alla sera.
Poi la sera siamo finalmente Liberiii! evvai.. come i vampiri abbiamo la possibilità di uscire solo la sera/notte. :rolleyes:
E il bello è che l'UE ci dice che noi italiani lavoriamo pochissimo, pensiamo sempre a festeggiare e che nel nostro calendario ci sono troppe feste(lo scorso anno infatti ci hanno richiamati proprio per questo, sti ignoranti)

E allora.. tu credi di essere più libero di un cinese? :rolleyes:
Forse bisogna fermarsi a riflettere un pochetto sulla condizione umana nella società moderna ma il discorso forse è troppo complicato per molti assuefatti dalla routine.

Pazienza :boh:

PaTLaBoR
25-04-2005, 12:50
Hihi , fatti un giro nelle fabbriche cinesi e vedi le reali condizioni dei lavoratori, quanto guadagnano e quali diritti ottengono. Forse per quello li paghi 1/10?
Se vuoi ritorniamo a quella situazione anche quì in Italia, ma non ti lamentare dopo :)
Altro che fenomeno cinese..
Credo che la decisione dell'UE sia più che giusta, e non solo su questo genere di prodotti, fin quando il governo di pechino manterrà quella linea, non possiamo sacrificare i nostri progressi sindacali per il mercato "concorrenziale".


vabbè tu ti sei fatto influenzare troppo dalle idee americane :D
"my way or the highway?" :D ;)

thotgor
25-04-2005, 12:55
:asd: mi diverto a sentì leggere certe cose.
Ma secondo te, un italiano o un tedesco o un europeo è più libero di un cinese? :asd:
Lavoriamo(io compreso) otto/nove ore al giorno. considerando che c'è una MAREA di gente che fa gli straordinari perchè non ce la fa a mantenere la famiglia.
La mattina ci svegliamo e andiamo a chiuderci in quattro mura fino all'ora di pranzo, abbiamo 2/3 ore per vedere la famiglia e mangiare(il paragone con i maiali nell'ovile è azzeccatissimo, mi sento un maiale infatti) e poi di nuovo a lavorare fino alla sera.
Poi la sera siamo finalmente Liberiii! evvai.. come i vampiri abbiamo la possibilità di uscire solo la sera/notte. :rolleyes:
E il bello è che l'UE ci dice che noi italiani lavoriamo pochissimo, pensiamo sempre a festeggiare e che nel nostro calendario ci sono troppe feste(lo scorso anno infatti ci hanno richiamati proprio per questo, sti ignoranti)

E allora.. tu credi di essere più libero di un cinese? :rolleyes:
Forse bisogna fermarsi a riflettere un pochetto sulla condizione umana nella società moderna ma il discorso forse è troppo complicato per molti assuefatti dalla routine.

Pazienza :boh:



il tuo discorso è ragionevolissimo, acnh'io ci penso spesso. Ma cosa ci vuoi fare??

beppegrillo
25-04-2005, 12:58
vabbè tu ti sei fatto influenzare troppo dalle idee americane :D
"my way or the highway?" :D ;)
Oddio non sò a quale idee ti riferisci, ma quotando anche il tuo post precedente.
Il problema non è lavorare sodo (8/9 ore al giorno), ma sai che nella maggioranza degli impianti cinesi non sono rispettati le minime regole di protezione? Se un operaio si trancia un braccio, lo mandano a cagare, dandogli quattro soldi per farlo tacere. Che i sindacati sono banditi e quando cerchi lavoro al colloquio deve specificare che non sei iscritto a nessun sindacato?
Se credi siano cose inventate dal nulla, e che la Cina sia il paese delle meraviglie , trasferisciti in Cina e buon divertimento :asd:

P.s C'è northern antartica che ha lavorato per un breve periodo in una fabbrica cinese, come addetto alla sicurezza, fatti dire come sono andate le cose ;)

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:01
il tuo discorso è ragionevolissimo, acnh'io ci penso spesso. Ma cosa ci vuoi fare??

E infatti ho detto "pazienza :boh:" a 40 anni so che mi ritirerò in un isola tropicale e non farò un cazzo dalla mattina alla sera, alla faccia di questa "società moderna progreditablabla" :rolleyes:

Comunque tutto questo era per dire che quasi quasi la colpa è nostra che non lavoriamo tanto :mbe: e che abbiamo troppi diritti :mbe:
Secondo voi i capoccioni che stanno ai vertici non ci pensano? sicuramente però non possono imporci di lavorare tanto e di rinunciare alla pensione alla sanità etc etc perchè (dicono) siamo in democrazia e allora che fanno? minacciano la cina di produrre di meno, pena il blocco delle importazioni :asd: cioè.. assurdo :asd:

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:05
Oddio non sò a quale idee ti riferisci, ma quotando anche il tuo post precedente.
Il problema non è lavorare sodo (8/9 ore al giorno), ma sai che nella maggioranza degli impianti cinesi non sono rispettati le minime regole di protezione? Se un operaio si trancia un braccio, lo mandano a cagare, dandogli quattro soldi per farlo tacere. Che i sindacati sono banditi e quando cerchi lavoro al colloquio deve specificare che non sei iscritto a nessun sindacato?
Se credi siano cose inventate dal nulla, e che la Cina sia il paese delle meraviglie , trasferisciti in Cina e buon divertimento :asd:

P.s C'è northern antartica che ha lavorato per un breve periodo in una fabbrica cinese, come addetto alla sicurezza, fatti dire come sono andate le cose ;)

ok affarazzi loro, se permetti.
Uno stato, o meglio una nazione intera, NON può obbligare niente a nessuno, ne tantomeno minacciare.
E' tanto difficile da capire?
Non riesci a capir che la Cina è un problema per le economie di tutto il mondo? :mbe: e che si stanno cagando in mano tutti, america in primis?
Ok la situazione dei lavoratori sarà sicuramente pessima ma questo non impone che una nazione minacci l'altra in questo modo.

riaw
25-04-2005, 13:06
:asd: mi diverto a sentì leggere certe cose.
Ma secondo te, un italiano o un tedesco o un europeo è più libero di un cinese? :asd:
Lavoriamo(io compreso) otto/nove ore al giorno. considerando che c'è una MAREA di gente che fa gli straordinari perchè non ce la fa a mantenere la famiglia.
La mattina ci svegliamo e andiamo a chiuderci in quattro mura fino all'ora di pranzo, abbiamo 2/3 ore per vedere la famiglia e mangiare(il paragone con i maiali nell'ovile è azzeccatissimo, mi sento un maiale infatti) e poi di nuovo a lavorare fino alla sera.
Poi la sera siamo finalmente Liberiii! evvai.. come i vampiri abbiamo la possibilità di uscire solo la sera/notte. :rolleyes:
E il bello è che l'UE ci dice che noi italiani lavoriamo pochissimo, pensiamo sempre a festeggiare e che nel nostro calendario ci sono troppe feste(lo scorso anno infatti ci hanno richiamati proprio per questo, sti ignoranti)

E allora.. tu credi di essere più libero di un cinese? :rolleyes:
Forse bisogna fermarsi a riflettere un pochetto sulla condizione umana nella società moderna ma il discorso forse è troppo complicato per molti assuefatti dalla routine.

Pazienza :boh:


più libero perchè lavoro 8 ore invece di 20? sì
più libero perchè se mi faccio male ho qualcuno che mi cura? sì
più libero perchè un giorno avrò una pensione? sì
più libero perchè non mangio in mezzo ai ratti? sì
più libero perchè dove lavoro ho delle scarpe antinfurtinistiche? sì
più libero perchè se mi scambiano per qualcun altro in tribunale ho diritto a difendermi senza che il giorno dopo mi fucilino per direttissima ? sì

visto che per te italia e cina sono la stessa cosa ma in italia te lo mettono in quel posto tutti i giorni con le tasse e perchè i governanti sono dei cattivoni, la domanda che mi piacerebbe farti è una sola: perchè non ti sei già trasferito in cina? per il clima?

easyand
25-04-2005, 13:07
:asd: mi diverto a sentì leggere certe cose.
Ma secondo te, un italiano o un tedesco o un europeo è più libero di un cinese? :asd:
Lavoriamo(io compreso) otto/nove ore al giorno. considerando che c'è una MAREA di gente che fa gli straordinari perchè non ce la fa a mantenere la famiglia.
La mattina ci svegliamo e andiamo a chiuderci in quattro mura fino all'ora di pranzo, abbiamo 2/3 ore per vedere la famiglia e mangiare(il paragone con i maiali nell'ovile è azzeccatissimo, mi sento un maiale infatti) e poi di nuovo a lavorare fino alla sera.
Poi la sera siamo finalmente Liberiii! evvai.. come i vampiri abbiamo la possibilità di uscire solo la sera/notte. :rolleyes:
E il bello è che l'UE ci dice che noi italiani lavoriamo pochissimo, pensiamo sempre a festeggiare e che nel nostro calendario ci sono troppe feste(lo scorso anno infatti ci hanno richiamati proprio per questo, sti ignoranti)

E allora.. tu credi di essere più libero di un cinese? :rolleyes:
Forse bisogna fermarsi a riflettere un pochetto sulla condizione umana nella società moderna ma il discorso forse è troppo complicato per molti assuefatti dalla routine.

Pazienza :boh:

Si, credo di essere MOLTO più libero di un cinese, se tu lavori 8/9 ore al giorno, loro ne lavorano 18, senza diritti (ovviamente le ferie non esistono), e spesso l'unico compenso è una scodella di riso al giorno!
Se tu alla sera puoi uscire "come un vampiro" loro manco quello possono fare.
Dovresti ringraziare dio ogni giorno di essere nato in Europa e non in Cina!

easyand
25-04-2005, 13:10
Quindi ben venga un paese che crea concorrenza, perchè allo stato attuale, l'europa, secondo me, si merita il tracollo economico. Specialmente l'italia che fotte i cittadini ogni giorno imponendo tasse e minchiate varie sui prodotti(non contenti delle tasse che pagano chi li produce e chi li vende) :rolleyes:

si dai!!che l'economia tracolli!!

Cosi andiamo tutti a chiedere la carità per strada...

:doh:


Dovevano svegliarsi prima a fare ste misure protezionistiche.

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:15
più libero perchè lavoro 8 ore invece di 20? sì
più libero perchè se mi faccio male ho qualcuno che mi cura? sì
più libero perchè un giorno avrò una pensione? sì
più libero perchè non mangio in mezzo ai ratti? sì
più libero perchè dove lavoro ho delle scarpe antinfurtinistiche? sì
più libero perchè se mi scambiano per qualcun altro in tribunale ho diritto a difendermi senza che il giorno dopo mi fucilino per direttissima ? sì

visto che per te italia e cina sono la stessa cosa ma in italia te lo mettono in quel posto tutti i giorni con le tasse e perchè i governanti sono dei cattivoni, la domanda che mi piacerebbe farti è una sola: perchè non ti sei già trasferito in cina? per il clima?

:rolleyes:
è così che ci fregano, non bisogna pensare a "quanto sono più libero rispetto a chi.."
non è sulla quantità di ore, o sui finti diritti che mi danno, se faccio la differenza fra un cinese e un italiano...

Tu un giorno avrai una pensione? ne sei convinto? bene.. fatti una pensione privata, ti do questo consiglio ;)
I cinesi non mangiano in mezzo ai ratti... :eek:

Ma poi non volevo fare la differenza fra cina e italia :eek: si sa che li le cose sono peggio di qua. ma dire che anche noi siamo liberi.... :rolleyes: beh mi pare che non riflettiamo affatto :rolleyes:
sicuramente un cinese è più libero di un afganistano... che cazz di differenze fate?

Enel
25-04-2005, 13:18
:asd: mi diverto a sentì leggere certe cose.
Ma secondo te, un italiano o un tedesco o un europeo è più libero di un cinese? :asd:
Lavoriamo(io compreso) otto/nove ore al giorno. considerando che c'è una MAREA di gente che fa gli straordinari perchè non ce la fa a mantenere la famiglia.
La mattina ci svegliamo e andiamo a chiuderci in quattro mura fino all'ora di pranzo, abbiamo 2/3 ore per vedere la famiglia e mangiare(il paragone con i maiali nell'ovile è azzeccatissimo, mi sento un maiale infatti) e poi di nuovo a lavorare fino alla sera.
Poi la sera siamo finalmente Liberiii! evvai.. come i vampiri abbiamo la possibilità di uscire solo la sera/notte. :rolleyes:
E il bello è che l'UE ci dice che noi italiani lavoriamo pochissimo, pensiamo sempre a festeggiare e che nel nostro calendario ci sono troppe feste(lo scorso anno infatti ci hanno richiamati proprio per questo, sti ignoranti)

E allora.. tu credi di essere più libero di un cinese? :rolleyes:
Forse bisogna fermarsi a riflettere un pochetto sulla condizione umana nella società moderna ma il discorso forse è troppo complicato per molti assuefatti dalla routine.

Pazienza :boh:

:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
Senti, perchè non te ne vai a vivere in Cina? ;)

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:20
:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
Senti, perchè non te ne vai a vivere in Cina? ;)

magari :D :D
vabbè con te non voglio parlare, tu non rifletti proprio :O :O
Se io devo andare in cina, tu pensa a riflettere sulla tua condizione sociale amico ;)

riaw
25-04-2005, 13:25
:rolleyes:
è così che ci fregano, non bisogna pensare a "quanto sono più libero rispetto a chi.."
non è sulla quantità di ore, o sui finti diritti che mi danno, se faccio la differenza fra un cinese e un italiano...



finto diritto? se ti fai male o ti tranci un braccio sotto una pressa qua hai una pensione sociale a vita, là ti danno una pedata nel culo e muori di fame.

svegliati che tu il tunnel della droga te lo sei arredato.

Enel
25-04-2005, 13:26
TESSILE: CINA, NO DECISO A RESTRIZIONI ESPORTAZIONI
La Cina si "oppone fermamente" alle restrizioni che altri paesi intendono imporre nei confronti delle sue esportazioni tessili. Lo ha detto il ministro del Commercio, Bo Xilai, facendo implicitamente riferimento alle misure che l'Ue intende varare in questo senso.



COMANDI! :D
Origin: Fanno quel ca**o che gli pare... :ciapet:

ironmanu
25-04-2005, 13:28
ok affarazzi loro, se permetti.
Uno stato, o meglio una nazione intera, NON può obbligare niente a nessuno, ne tantomeno minacciare.
E' tanto difficile da capire?
Non riesci a capir che la Cina è un problema per le economie di tutto il mondo? :mbe: e che si stanno cagando in mano tutti, america in primis?
Ok la situazione dei lavoratori sarà sicuramente pessima ma questo non impone che una nazione minacci l'altra in questo modo.

si vabbè quà ti stai attaccando piu' alla forma che alla sostanza,inoltre nn credo si tratti di un ultimatum come dici tu.Magari chi ha riportato la notizia ha alzato un po' il phatos... :D

dantes76
25-04-2005, 13:38
Si saranno accorti solo adesso che che i cinesi vendono i prodotti tessili a costo ancora inferiore di quello di produzione :D

Ciauz!!!

le aziende tessili italiane(all estero) fanno il contrario, figurati

dantes76
25-04-2005, 13:39
A quando i dazi, della Cina sui prodotti Italiani? sperem presto :)

Banus
25-04-2005, 13:39
Le misure protezionistiche non mi sembrano una gran soluzione al problema. O costruisci un blocco mondiale contro le esportazioni della Cina, oppure i produttori cinesi piangeranno per qualche soldo perso sui mercati europei, ma si riempiranno ugualmente le casse. E noi paghiamo prodotti più costosi per mantenere in piedi la nostra industria...

La Cina sta già lavorando per conquistare altri campi (ad esempio, il recente accordo con l'India sullla IT), e anche se non saremo invasi dai vestiti made in China, ci sorbiremo lo stesso computer, telefonini, console, macchinari. Inoltre anche la Cina sta adottando da tempo misure protezioniste (esempio, richiesta che il 50% del software nelle istituzioni pubbliche sia di produzione cinese), con la differenza che la Cina è un'economia con alto tasso di export, e la moneta è legata con cambio fisso al dollaro.

Soluzioni semplici non ne vedo. Si dovrebbe investire maggiormente sulle tecnologie (prima di essere superati definitivamente dai colossi asiatici) e cercare di esportare in quel paese, che sta diventando un enorme mercato.

dantes76
25-04-2005, 13:42
Le misure protezionistiche non mi sembrano una gran soluzione al problema. O costruisci un blocco mondiale contro le esportazioni della Cina, oppure i produttori cinesi piangeranno per qualche soldo perso sui mercati europei, ma si riempiranno ugualmente le casse. E noi paghiamo prodotti più costosi per mantenere in piedi la nostra industria...

La Cina sta già lavorando per conquistare altri campi (ad esempio, il recente accordo con l'India sullla IT), e anche se non saremo invasi dai vestiti made in China, ci sorbiremo lo stesso computer, telefonini, console, macchinari. Inoltre anche la Cina sta adottando da tempo misure protezioniste (esempio, richiesta che il 50% del software nelle istituzioni pubbliche sia di produzione cinese), con la differenza che la Cina è un'economia con alto tasso di export, e la moneta è legata con cambio fisso al dollaro.

Soluzioni semplici non ne vedo. Si dovrebbe investire maggiormente sulle tecnologie (prima di essere superati definitivamente dai colossi asiatici) e cercare di esportare in quel paese, che sta diventando un enorme mercato.


Tutte le grandi multinazionali, replicano i propi stabilimenti in cina, tutti cercano accordi, tranne uno, l italia

riaw
25-04-2005, 13:42
Le misure protezionistiche non mi sembrano una gran soluzione al problema. O costruisci un blocco mondiale contro le esportazioni della Cina, oppure i produttori cinesi piangeranno per qualche soldo perso sui mercati europei, ma si riempiranno ugualmente le casse. E noi paghiamo prodotti più costosi per mantenere in piedi la nostra industria...
.


un mercato da 240 milioni di clienti io non lo chiamo quattro soldi, ma evidentemente è una questione di punti di vista...

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:43
finto diritto? se ti fai male o ti tranci un braccio sotto una pressa qua hai una pensione sociale a vita, là ti danno una pedata nel culo e muori di fame.

svegliati che tu il tunnel della droga te lo sei arredato.

:eek: ma io non mi riferivo a quello, l'ho detto prima che molte cose sono sbagliate in cina! :eek: aho ma capisci quello che vuoi capire te? e poi chi azzarola ti ha offeso? :mbe: :mbe:

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:44
TESSILE: CINA, NO DECISO A RESTRIZIONI ESPORTAZIONI
La Cina si "oppone fermamente" alle restrizioni che altri paesi intendono imporre nei confronti delle sue esportazioni tessili. Lo ha detto il ministro del Commercio, Bo Xilai, facendo implicitamente riferimento alle misure che l'Ue intende varare in questo senso.



COMANDI! :D
Origin: Fanno quel ca**o che gli pare... :ciapet:

ben fatto :D :D
e speriamo che l'ue non insista, sennò la cina s'incazza davvero...

Enel
25-04-2005, 13:44
un mercato da 240 milioni di clienti io non lo chiamo quattro soldi, ma evidentemente è una questione di punti di vista...

Poi, quanti sono i cinesi che hanno stipendi di almeno 1000$ ai quali possiamo vendere i nostri prodotti?

Zebiwe
25-04-2005, 13:45
si ma esiste anche il libero commercio. Il problema sta sicuramente sui prezzi molto più concorrenziali rispetto a quelli che ci sono in europa e sui quali gravano decine di tasse, dazi e minchiate varie.


Il padre del libero commercio è, come ti avevo già indicato nel post precedente, Adam Smith che era docente di filosofia morale.
Tutto l'impianto liberesti (di cui per altro sono sostenitore) poggia sulla parità di condizioni di partenza e su un sostrato etico comune (leggi: diritti dei lavoratori, minimo di attenzine all'ambiente,...) se questo viene meno la concorrenza non funziona.
L'anti-dumping serve appunto a correggere questi elementi di differenza in termini economici.

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:46
Tutte le grandi multinazionali, replicano i propi stabilimenti in cina, tutti cercano accordi, tranne uno, l italia

vuoi ridere? :D

Lo scorso anno l'italia ha regalato centinaia di autobus ultratecnologici alla cina, spendendo centinaia di milioni di euro, soldi nostri, e invece in italia abbiamo autobus di merda :asd: :asd: aha.. mi fanno morire sti politici

dantes76
25-04-2005, 13:46
http://auto.tom.com/autoimg/upload_dir/760/1114168496_37480.jpg
http://auto.tom.com/autoimg/upload_dir/760/1114168495_91334.jpg
http://auto.tom.com/autoimg/upload_dir/760/1114168495_13076.jpg

:help:

jumpermax
25-04-2005, 13:51
Il padre del libero commercio è, come ti avevo già indicato nel post precedente, Adam Smith che era docente di filosofia morale.
Tutto l'impianto liberesti (di cui per altro sono sostenitore) poggia sulla parità di condizioni di partenza e su un sostrato etico comune (leggi: diritti dei lavoratori, minimo di attenzine all'ambiente,...) se questo viene meno la concorrenza non funziona.
L'anti-dumping serve appunto a correggere questi elementi di differenza in termini economici.
E' questo infatti il nocciolo del problema. Se dall'altra parte si possono permettere manodopera a costo quasi nullo perchè i lavoratori non hanno diritti e nemmeno possibilità di reclamarli la concorrenza diventa impossibile. Io non riesco a capire i toni entusiastici pro Cina di alcuni di quelli che sono intervenuti... il modello cinese funziona finanto che ci sono zone ricche dove le persone possono permettersi di comprare certi prodotti, cosa che la stragrande maggioranza dei lavoratori cinesi non può fare con stipendi di 90€ al mese...

easyand
25-04-2005, 13:55
ben fatto :D :D
e speriamo che l'ue non insista, sennò la cina s'incazza davvero...

e che s'incazzi!
tanto anche se si incazzano che fanno?sospendono le esportazioni?tanto meglio per noi

dantes76
25-04-2005, 13:56
E' questo infatti il nocciolo del problema. Se dall'altra parte si possono permettere manodopera a costo quasi nullo perchè i lavoratori non hanno diritti e nemmeno possibilità di reclamarli la concorrenza diventa impossibile. Io non riesco a capire i toni entusiastici pro Cina di alcuni di quelli che sono intervenuti... il modello cinese funziona finanto che ci sono zone ricche dove le persone possono permettersi di comprare certi prodotti, cosa che la stragrande maggioranza dei lavoratori cinesi non può fare con stipendi di 90€ al mese...


Non posso avere entusiasmo per la classe imprenditoriale italiana...

jumpermax
25-04-2005, 13:57
Non posso avere entusiasmo per la classe imprenditoriale italiana...
non è questione di entusiasmo. E' questione che tolti loro vorrei sapere poi di cosa dovremmo campare...

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:57
Il padre del libero commercio è, come ti avevo già indicato nel post precedente, Adam Smith che era docente di filosofia morale.
Tutto l'impianto liberesti (di cui per altro sono sostenitore) poggia sulla parità di condizioni di partenza e su un sostrato etico comune (leggi: diritti dei lavoratori, minimo di attenzine all'ambiente,...) se questo viene meno la concorrenza non funziona.
L'anti-dumping serve appunto a correggere questi elementi di differenza in termini economici.

filosofia morale?.... apparte che la morale con l'economia poco c'azzecca :eek: ;)

Ma poi è così poco evidente che l'europa si sente minacciata dal modello economico cinese? :sofico: dai ammettetelo economisti studiosi laureati del forum.
E per favore non propinatemi leggi di libero mercato ;)
La cina è stata buona per i fatti suoi per anni e anni, ha raggiunto il massimo di espansione interno e rischia di scoppiare se non esporta i suoi prodotti(frall'altro di qualità superiore rispetto ai nostri) nel resto del mondo..

aho ma poi non capisco, L'america si e la cina no??? :mbe: :mbe: :mbe:

recoil
25-04-2005, 13:59
PaTLaBoR dato che dici di avere amici cinesi fatti dire da loro come si sta in quei paesi. io ho idea che torneresti qui anche a piedi dopo qualche mese.

probabilmente il fatto di vivere in un paese come il nostro fa perdere a te e anche agli altri (me compreso) il senso della libertà. noi diamo per scontate troppe cose ma nonostante le inculate quotidiane siamo in una delle nazioni dove si sta meglio in tutta la terra.
come ci si può lamentare delle 8-10 ore al giorno di ufficio quando c'è gente che anche qui in Italia, abusivamente, deve lavorare per il doppio del tempo in condizioni disastrate?
per non parlare di tutti quei paesi (non solo la Cina) in cui la maggior parte della popolazione è ridotta alla fame o ha un tenore di vita molto basso

noi occidentali dobbiamo svegliarci ogni giorno e ringraziare Dio (o la fortuna, per chi non è credente) di essere nati in Europa (o negli USA).

la soluzione migliore, più che quella dei dazi da parte nostra, sarebbe nella "rivolta" operaia in Cina che costringa i datori di lavoro (forzato) ad aumentare gli stipendi e a garantire qualche diritto in più. in modo che i loro prodotti costino il giusto e che anche da loro ci possa essere del benessere.

PaTLaBoR
25-04-2005, 13:59
http://auto.tom.com/autoimg/upload_dir/760/1114168496_37480.jpg
:help:

oddio che merd di macchina :D :cry:

jumpermax
25-04-2005, 14:01
filosofia morale?.... apparte che la morale con l'economia poco c'azzecca :eek: ;)

Ma poi è così poco evidente che l'europa si sente minacciata dal modello economico cinese? :sofico: dai ammettetelo economisti studiosi laureati del forum.
E per favore non propinatemi leggi di libero mercato ;)
La cina è stata buona per i fatti suoi per anni e anni, ha raggiunto il massimo di espansione interno e rischia di scoppiare se non esporta i suoi prodotti(frall'altro di qualità superiore rispetto ai nostri) nel resto del mondo..

aho ma poi non capisco, L'america si e la cina no??? :mbe: :mbe: :mbe:
Qualità superiore un accidente... se ancora ci salviamo è perché comunque qua da noi la manodopera è più qualificata che da loro. Per il resto in america i lavoratori hanno diritti e soprattutto uno stipendio che si può definire tale, cosa che in Cina manca del tutto, come manca totalmente la libertà di stampa e le norme basi di diritti umani e democrazia. Se non cambiano le regole da loro, pagheremo anche noi le conseguenze...

PaTLaBoR
25-04-2005, 14:03
PaTLaBoR dato che dici di avere amici cinesi fatti dire da loro come si sta in quei paesi. io ho idea che torneresti qui anche a piedi dopo qualche mese.


vabbè il mio discorso era molto esasperato, è partiva proprio dalle basi della libertà sociale verso la quale putroppo adesso non si può più tornare indietro ;)
Comunque non ho detto che in italia si sta peggio della cina :eek:
Che siamo più liberi è vero, è palese, ma dire che siamo "liberi" è sbaglato..
siamo "più liberi di loro" ;) questo volevo dire...

i miei amici cinesi se la passavano bene un pò di anni fa :confused:
ma mi han detto che hanno raggiunto la massima espansione "interna".. ecco ilperchè di tanti cinesi sparsi in giro per il mondo

Banus
25-04-2005, 14:06
un mercato da 240 milioni di clienti io non lo chiamo quattro soldi, ma evidentemente è una questione di punti di vista...
Una delle prime cose che ho letto quando ho imparato a leggere era "made in China" :D
Il mercato tessile europeo non sarà piccolo in termini assoluti, ma non credo sia determinante per la crescita economica cinese. Non mi risulta che il Giappone abbia esportato molti prodotti tessili in Europa, ma questo non ha impedito che diventasse la seconda economia mondiale. In Cina sono prodotte scarpe, chip, maniglie, mobili, palline da ping-pong (:eek: ) e via dicendo. Dovremo bloccare tutte le importazioni della Cina per avere qualche speranza.

Condivido le critiche alle condizioni lavorative e alle politiche cinesi (che ho anche citato), ma voglio far capire che non possiamo metterci a incrociare le braccia sperando che i cinesi si intimoriscano.

dantes76
25-04-2005, 14:06
partendo dal presupposto che 1/3 della manodopera europea nel settore tessile si trova in italia(Italia=Bulgaria. Romania. RepCeca)
che l italia non ha nulla da esportare se non il prosciutto. le magliette e qualche lustrino

i dazi(ipotetici dazi) della cina in ambito tessile colpirebbero solo un paese in particolare...

la bmw ,il gruppo aeg, alcatel, infineon, marconi, mercedes, gruppo vw, michelin, siemens, viessman, bosh, gruppo psa, Bp, ,elf non sono marchi Italiani


PS: per chi dice del modo e del rispetto dei lavoratori, non mi ricordo che in italia durante il boom industriale c'e' ne fosse, lo statuto dei lavoratori venne molto dopo

recoil
25-04-2005, 14:20
PS: per chi dice del modo e del rispetto dei lavoratori, non mi ricordo che in italia durante il boom industriale c'e' ne fosse, lo statuto dei lavoratori venne molto dopo

senza pensare allo statuto basta chiedere ai propri nonni per rendersi conto di quanto sono cambiate le cose, in Italia, negli ultimi decenni. loro stavano a casa giusto la domenica e qualche volta andavano a lavorare ugualmente.
si svegliavano al mattino prestissimo (magari alle 5 o addirittura prima) e tornavano la sera.

la nostra società è quella dello stress, una volta era quella della fatica. ma in ogni caso credo che si stia meglio adesso che una volta, siamo fin troppo cullati e viziati e non ce ne rendiamo conto

dantes76
25-04-2005, 14:32
senza pensare allo statuto basta chiedere ai propri nonni per rendersi conto di quanto sono cambiate le cose, in Italia, negli ultimi decenni. loro stavano a casa giusto la domenica e qualche volta andavano a lavorare ugualmente.
si svegliavano al mattino prestissimo (magari alle 5 o addirittura prima) e tornavano la sera.

la nostra società è quella dello stress, una volta era quella della fatica. ma in ogni caso credo che si stia meglio adesso che una volta, siamo fin troppo cullati e viziati e non ce ne rendiamo conto

se le uniche argomentazioni per preservare le nostre industrie( non ne vedo io): sono le tue e i dazi... non vedo un grande futuro

jumpermax
25-04-2005, 14:36
se le uniche argomentazioni per preservare le nostre industrie( non ne vedo io): sono le tue e i dazi... non vedo un grande futuro
ma insomma io vorrei capire... secondo te do cosa dovremmo campare se non preserviamo le industrie?

dantes76
25-04-2005, 14:40
ma insomma io vorrei capire... secondo te do cosa dovremmo campare se non preserviamo le industrie?


jumper come le preservi? come???!!!?? con i dazi!? e dopo??

dantes76
25-04-2005, 14:44
Roma, 15:25

TESSILE: MARONI A COMMISSIONE UE, ANNUNCI NON BASTANO

"Bene gli annunci, ma non sono sufficienti. Ora servono i fatti, non c'e' altro da attendere". Cosi' il ministro del Welfare, Roberto Maroni, interpellato dall'Agi, commenta l'annuncio della Commissione Ue che si dice pronta ad esaminare la richiesta di una procedura d'urgenza al fine di contrastare l'invasione di importazioni di prodotti tessili provenienti dalla Cina.

"Gli annunci non servono alle imprese. Servono i fatti che mi auguro siano conseguenti a tali annunci", ha detto Maroni spiegando che "ogni giorno che passa causa danni incalcolabili alle nostre imprese".

Secondo alcuni studi, ha riferito il ministro, ogni giorno di 'ritardo' "sono circa 2 milioni di Euro in piu' che lo Stato deve spendere per garantire la Cig e gli ammortizzatori sociali alle imprese colpite dalla concorrenza sleale della Cina. Spero - ha aggiunto - che la Commissione lo sappia e voglia intervenire". ()

Zebiwe
25-04-2005, 14:51
filosofia morale?.... apparte che la morale con l'economia poco c'azzecca :eek: ;)


Questa è infatti una cosa che pochi, sfortunatamente, sanno: Adam Smith (Autore de La ricchezza delle Nazioni, ovvero del "atto costitutivo" del liberismo) era un filosofo morale. Lo stesso Freeman deve riconoscere la necessità di un quadro normativo\etico comune. Se così non fosse addio assiomi della concorrenza perfetta.

Quanto al modello cinese..ovviamente mi fa paura: dormire in fabbrica, prostituire la mia mente al partito e dover pagare i proiettili con i quali vengono eseguite le sentenze di morte dei miei parenti, non mi pare un luogo decente in cui vivere. Meglio la nostra Italia (o UE), seppur con tutti i suoi difetti.

dantes76
25-04-2005, 14:56
Arese (MI):
La svendita di questa fabbrica è avvenuta nel 1986 durante il governo Craxi e con Prodi (proprio lui) presidente dell’IRI (l’ente di stato proprietario dell’Alfa), fu definita all’epoca un vero e proprio ‘regalo di Stato alla famiglia Agnelli’. La Ford fece un’offerta di 3.300 miliardi di lire in contanti (valore dell’epoca), ma si preferì l’offerta Fiat di 1.072 miliardi, pagati in 5 rate e senza interessi… a decorrere dal 1993 (un valore reale di soli 400 miliardi di lire tra l’altro non ancora interamente versato).

Da allora tutti in governi che si sono succeduti (ed i collegati sindacati confederali e ‘autonomi’) hanno sempre avallato il sistematico saccheggio aziendale di decine e decine di migliaia di miliardi di lire di finanziamenti pubblici erogati dallo Stato ‘a perdere’, senza alcun vincolo o controllo sui Piani Industriali e delle ricadute sociali ed occupazionali.

Sono state portate le produzioni della 166 a Mirafiori e della Spyder alla Pininfarina con le conseguenti riduzioni degli organici che si sono andate ad aggiungere a quelle precedenti e che hanno portato il numero dei lavoratori al 10% di quello della fine degli anni 80.
Perché lo Stato non chiede conto alla Fiat del finanziamento di 350 miliardi di vecchie lire per la produzione, ad Arese, delle vetture ecologiche? E perché la Regione Lombardia non chiede conto dei ben 700 miliardi dati per la stessa ragione? Non dovevano questi soldi (specie quelli della Regione) essere spesi per difendere i posti di lavoro ad Arese?
Perché è stato consentito alla Fiat di portare a termine l’affare della vendita dell’area di Arese che ha portato nelle sue casse oltre 1000 miliardi?

Grazie a questa politica del lasciar fare, oggi la Fiat è l’azienda privata che ha ricevuto più finanziamenti pubblici di qualsiasi altra azienda in Italia (280mila miliardi di lire solo per Gig e Cigs) , e ancora ‘batte cassa’ per spuntare l’ennesimo buon affare per la ‘Famiglia Agnelli & Soci’ nella già concordata vendita del Gruppo alla GM.

io dovrei avere fiducia, a chi urla dazi, dazi, o cerca solo aiuti economici? no grazie gia hanno mangiato tutti abbastanza

jumpermax
25-04-2005, 14:57
jumper come le preservi? come???!!!?? con i dazi!? e dopo??
ah non lo so ma se non ci si prova nemmeno...

dantes76
25-04-2005, 14:57
Quanto al modello cinese..ovviamente mi fa paura: dormire in fabbrica, prostituire la mia mente al partito e dover pagare i proiettili con i quali vengono eseguite le sentenze di morte dei miei parenti, non mi pare un luogo decente in cui vivere. Meglio la nostra Italia (o UE), seppur con tutti i suoi difetti.

ok, abbiamo trovato la risposta a tutti i nostri mali

dantes76
25-04-2005, 15:01
ah non lo so ma se non ci si prova nemmeno...

no, io voglio sapre cosa facciamo dopo aver messo i dazi; evitiamo la mentalita' di italiaca fiat che diceva una cosa, anzi no', prometteva una cosa e dopo ne spuntava un altra,
fino a prova contraria con i soldini dello stato hanno mangiato tutti,(dx,sx ecc) se permetti adesso basta :)

-kurgan-
25-04-2005, 15:11
strafavorevole ai dazi alla cina, come ho sempre sostenuto qui sopra: l'europa senza il mercato cinese può sopravvivere tranquillamente.. non so quanto si può dire del contrario.
tolta l'europa e gli usa a chi possono vendere loro? ai paesi africani e sudamericani? all'australia?

von Clausewitz
25-04-2005, 15:16
ben fatto :D :D
e speriamo che l'ue non insista, sennò la cina s'incazza davvero...


la cina non solo riesce a produrre prodotti sottocosto grazie al bassissimo costo della amnodopera supersfruttata ma produce manufatti e macchinari clonando la teconolgia occidentale, clonazione della quale ovviamente non risponde
questo imprimatura gli è stato dato dalla sua classe dirigente, la rivoluzione contadina di massa da tempo ha esaurito ils uo compito, ma la cina se vuole diventare padrona del suo destino deve clonare la tecnologia occidentale, in tutti i campi, anche quello militare, recenti sono state diatribe per casi di spionaggio della tecnologia militare americana
è inutile farsi illusioni, la cina per ora è solo un competitor, ma in un prossimo futuro è destinata a diventare un nemico, già ci sono le prime avvisaglie col giappone, su chi debba essere la nazione guida dell'asia
ma allora se è così, tanto vale conoscerlo il futuro nemico, invece di tifare per lui ;)

von Clausewitz
25-04-2005, 15:17
vuoi ridere? :D

Lo scorso anno l'italia ha regalato centinaia di autobus ultratecnologici alla cina, spendendo centinaia di milioni di euro, soldi nostri, e invece in italia abbiamo autobus di merda :asd: :asd: aha.. mi fanno morire sti politici

mi sembra strano, link alle tue affermazioni?

Marlex
25-04-2005, 16:05
:confused:

ragazzi... sinceramente mi fanno un po' ridere queste "levate di scudi" contro la Cina, questa invocazione di misure protezionistiche, questo gridare allo scandalo ecc... ecc... :O

avete detto bene, la Cina è sempre stata (e lo sarà ancora per qualche tempo) la patria del lavoro "a basso costo" data dalle centinaia DI MILIONI di contadini che vanno a lavorare nelle grandi fabbriche, con poca o nessuna tutela del lavoratore, e condizioni di vita e lavoro decisamente basse per gli standard europei, eccetera... ma...

vi faccio una sola domanda: per CHI lavora la stragrande maggioranza di questi cinesi sottopagati e sovrasfruttati ???

ve lo dico io: LE MULTINAZIONALI EUROPEE O AMERICANE !!!

la stragrande maggioranza dei lavoratori tessili cinesi lavora per rifornire gli scaffali dei vari WALMART (enorme catena di supermercati) distribuiti in america e nel mondo... oltre alle varie "grandi firme" italiane della moda...

inoltre, tanto per citarne alcune:
Volkswagen

La Volkswagen (China) S.r.l. con gli investimenti della casa madre tedesca ha creato due joint- ventures per la fabbricazione di auto e alcune imprese di componenti a Shanghai e Changchun, creando anche più di 100 centri di fornitura di componenti.

Attualmente la Volkswagen di Shanghai, con investimenti totali superiori a 1,89 miliardi di Yuan, moneta cinese, produce decine di tipi di auto di 5 serie, ossia Santana, Santana 2000, Passat, Polo e Gol, mentre la Volkswagen di Changchun, con più di 1,11 miliardi di Yuan, moneta cinese, di investimenti, ha creato 2 marche e 5 serie, ossia Audi A6, Audi A4, Bora, Jetta e Golf. Grazie al suo stile innovativo e al servizio in continuo migliormento, la Volkswagen è ormai diventata la maggiore joint- venture automobilistica della Cina, con un gran numero di consumatori cinesi.

Attualmente la Cina è ormai diventata il secondo mercato mondiale del gruppo Volkswagen. In 5 anni a partire dal 2004, la Volkswagen continuerà a investire più di 5 miliardi di euro nel mercato cinese.



Boeing

La storia della cooperazione di amicizia fra la Cina e la Società Boeing è cominciata nel 1972. La Boeing ha attivato in Cina la formazione nei settori dell’aviazione, manutenzione e amministrazione per fornire garanzie al funzionamento dei propri aerei. Nel frattempo ha anche creato negli aereoporti un sistema di servizi di rappresentanza, supporto logistico e tecnologico, aiutando anche la CAAC ad elevare il suo livello di amministrazione del traffico aereo e della sicurezza.

Inoltre la Boeing ha anche sviluppato un’ampia cooperazione nella produzione con l’industria manifatturiera cinese, fondando nuove imprese per la fabbricazione di materiali sintetici, per la trasformazione e la manutenzione degli aerei e il servizio di fornitura di componenti e pezzi di ricambio.

Attualmente i maggiori componenti e parti assemblate di 3300 aerei Boeing in servizio nel mondo sono prodotti in Cina.



Nokia

Sin dagli anni ‘50 del secolo scorso la Nokia ha allacciato rapporti commerciali con la Cina. Nel 1985 la Nokia ha aperto il suo primo ufficio a Pechino, iniziando così il suo processo di sviluppo iniziale in Cina. Verso la metà degli anni ‘90, la Nokia ha realizzato la localizzazione della produzione attraverso la fondazione in Cina di imprese in joint-venture, trasformandole nella sua principale base di produzione mondiale. Con l’ingresso nel nuovo secolo, la Nokia ha partecipato allo sviluppo dell’industria dell’informazione cinese con il rafforzamento della cooperazione nel settore delle tecnologie più avanzate, impegnandosi nel fare della Cina la sua base mondiale di personale specializzato.

La Nokia ha creato in Cina 2 centri di ricerca di livello globale, con uffici diffusi in tutto il paese e 4500 dipendenti. Tutti i principali prodotti della Nokia sono già prodotti in Cina, ivi compresi i cellulari dell’ultima generazione, stazioni di base, apparecchiature di controllo delle stazioni di base, MSC, impianti di connessione e di scambio digitale e prodotti terminali digitali multimedia.



Microsoft

La Microsoft è arrivata in Cina nel 1992, investendo enormi somme nella costruzione del suo Centro cinese di ricerca e sviluppo, del suo Istituto asiatico di ricerca e del suo Centro tecnologico mondiale. Queste tre strutture di sviluppo, ricerca scientifica e supporto tecnologico di livello mondiale hanno reso la Microsoft-Cina la filiale più multifunzionale della Microsoft all’esterno degli Stati Uniti.

Finora la Microsoft ha investito in 2 joint-ventures di software in Cina: 19 milioni di Yuan sono serviti per creare la S.r.l. di software Zhongguangcun con il Gruppo Stone e la S.r.l. Gruppo per lo sviluppo scientifico Zhongguancun, mentre la Shanghai Wicresoft Software Company, Ltd. ha come partner la Shanghai Alliance Investment. Inoltre la Microsoft ha fondato in joint-venture l’Istituto Microsoft all’Università delle comunicazioni di Shanghai e la S.r.l di servizi tecnologici per il software alla stessa università insieme alla Shanghai Alliance Investment e alla S.r.l del Parco del software Pudong. La Microsoft ha investito complessivamente 4 milioni di Yuan, moneta cinese, pari al 10% del totale.

La Microsoft ha trasferito in Cina la produzione dell’Xbox, molto di moda in tutto il mondo. Inoltre la Microsoft produce mouse nella provincia cinese del Guangdong imballandoli all’estero, con un valore annuale pari a 100 milioni di dollari.

...ed il discorso potrebbe continuare...

quindi ripeto, non è un po' RIDICOLO che chi si allarma tanto per la "competitività sleale" della CINA siano coloro che PER ANNI L'HANNO SFRUTTATA E CONTINUANO A FARLO ??? :rolleyes:

Mailandre
25-04-2005, 17:00
:confused:

.....................................

vi faccio una sola domanda: per CHI lavora la stragrande maggioranza di questi cinesi sottopagati e sovrasfruttati ???

ve lo dico io: LE MULTINAZIONALI EUROPEE O AMERICANE !!!

.................................

:rolleyes:

Ti condivido l'osservazione....

Che ha detto il Luca Zemolino ......."la CINA E' un'oppurtunita'"......!!
chiaramente per quelli come lui......
Resta un piccolo problemino....questi la delocalizzazione la fanno "pagare" allo Stato....CIG e Mobilità a Go-Go.......baracchini senza "know how" che restano senza lavoro terzista.....un mercato regolato dal WTO che tende a dare profitti alle grandi lobby.....e poi pensiamo che mettere un "dazio" per raddoppiare il prezzo delle mutande ,da 5 € la dozzina a 10 € , sarà la panacea del problema???
ciao

P.s. ma perchè non si demonizza la NIKE ?? ....sfrutta i "musi Gialli" ...e spenna i "visi Pallidi"......!!
Questo però va bene....ma non riesco a capire che ci viene in tasca!!???
CARO E' BELLO........????

jumpermax
25-04-2005, 17:05
:confused:

ragazzi... sinceramente mi fanno un po' ridere queste "levate di scudi" contro la Cina, questa invocazione di misure protezionistiche, questo gridare allo scandalo ecc... ecc... :O

avete detto bene, la Cina è sempre stata (e lo sarà ancora per qualche tempo) la patria del lavoro "a basso costo" data dalle centinaia DI MILIONI di contadini che vanno a lavorare nelle grandi fabbriche, con poca o nessuna tutela del lavoratore, e condizioni di vita e lavoro decisamente basse per gli standard europei, eccetera... ma...

vi faccio una sola domanda: per CHI lavora la stragrande maggioranza di questi cinesi sottopagati e sovrasfruttati ???

ve lo dico io: LE MULTINAZIONALI EUROPEE O AMERICANE !!!

la stragrande maggioranza dei lavoratori tessili cinesi lavora per rifornire gli scaffali dei vari WALMART (enorme catena di supermercati) distribuiti in america e nel mondo... oltre alle varie "grandi firme" italiane della moda...

inoltre, tanto per citarne alcune:


...ed il discorso potrebbe continuare...

quindi ripeto, non è un po' RIDICOLO che chi si allarma tanto per la "competitività sleale" della CINA siano coloro che PER ANNI L'HANNO SFRUTTATA E CONTINUANO A FARLO ??? :rolleyes:

ma guarda infatti che le vittime qua sono prima di tutto i lavoratori di casa nostra....

Mailandre
25-04-2005, 17:10
ma guarda infatti che le vittime qua sono prima di tutto i lavoratori di casa nostra....


Quindi Jumper ...sarai d'accordo con il dire che i "Cinesi" son quelli che lavorano e si fanno sfruttare ,....ma le Multinazionali (capitaliste) , ci "sfruttano" tutti a 360°.......oh sbaglio !????
ciao

wolf64
25-04-2005, 17:11
ma guarda infatti che le vittime qua sono prima di tutto i lavoratori di casa nostra....

e sì Jumper, e purtroppo questa sembra essere una cosa che sfugge a molti, considerando poi che il numero di queste vittime è in ascesa... :(

dantes76
25-04-2005, 17:16
e sì Jumper, e purtroppo questa sembra essere una cosa che sfugge a molti, considerando poi che il numero di queste vittime è in ascesa... :(


mha... e la colpa e delle magliettine cinesi se il metallurgico, l industria pesante(???) il terziario avanzato, e tutto il resto arranca? vedi che il signor NordEst prima che delle magliettine cinesi gia aveva esportato imprese all est..

Mailandre
25-04-2005, 17:17
WTO PROVOCA LICENZIAMENTO DI 30 MILIONI DI TESSILI

Il 2005 porterà una vera e propria rivoluzione liberista nell'industria tessile globale e la conseguenza più probabile sarà la perdita di circa 30 milioni di posti di lavoro, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Da ieri non è più in vigore il cosiddetto "accordo multifibra", che da circa trent'anni favorisce l'esportazione dei paesi più poveri attraverso un sistema di quote e tariffe agevolate. La paura maggiore è che la completa liberalizzazione, voluta dall'Organizzazione mondiale del commercio, Omc-Wto, avvantaggerà i sistemi economici che più facilmente competono sul costo della manodopera, non prevedendo i diritti sindacali elementari e non rispettando gli standard minimi del lavoro. È il caso noto della Cina, che potrebbe passare da una quota di mercato mondiale del 17 per cento, nel 2003, a una quota superiore al 50 per cento nel giro di un solo anno. Molti di quelli che perderanno il posto nel sudest asiatico saranno costretti a emigrare proprio in Cina. In questi giorni la Federazione ha chiesto di incontrare i vertici della Wto per elaborare urgentemente un programma di ammortizzatori sociali e di occupazione alternativa da proporre ai governi dei paesi più colpiti. In Bagladesh, più di un milione di tessili, in gran parte giovani e donne, sono destinati a restare senza lavoro. Da giorni migliaia di operai stanno manifestando per la difesa del posto ma anche contro le nuove leggi del governo che ha portato a 72 ore l'orario standard settimanale.

dantes76
25-04-2005, 17:18
ma guarda infatti che le vittime qua sono prima di tutto i lavoratori di casa nostra....

adesso che abbiamo trovato la causa e la cura, il B potra' realizzare 1.5mln di posti..
fammi il piacere jumper...

dantes76
25-04-2005, 17:19
WTO PROVOCA LICENZIAMENTO DI 30 MILIONI DI TESSILI

Il 2005 porterà una vera e propria rivoluzione liberista nell'industria tessile globale e la conseguenza più probabile sarà la perdita di circa 30 milioni di posti di lavoro, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Da ieri non è più in vigore il cosiddetto "accordo multifibra", che da circa trent'anni favorisce l'esportazione dei paesi più poveri attraverso un sistema di quote e tariffe agevolate. La paura maggiore è che la completa liberalizzazione, voluta dall'Organizzazione mondiale del commercio, Omc-Wto, avvantaggerà i sistemi economici che più facilmente competono sul costo della manodopera, non prevedendo i diritti sindacali elementari e non rispettando gli standard minimi del lavoro. È il caso noto della Cina, che potrebbe passare da una quota di mercato mondiale del 17 per cento, nel 2003, a una quota superiore al 50 per cento nel giro di un solo anno. Molti di quelli che perderanno il posto nel sudest asiatico saranno costretti a emigrare proprio in Cina. In questi giorni la Federazione ha chiesto di incontrare i vertici della Wto per elaborare urgentemente un programma di ammortizzatori sociali e di occupazione alternativa da proporre ai governi dei paesi più colpiti. In Bagladesh, più di un milione di tessili, in gran parte giovani e donne, sono destinati a restare senza lavoro. Da giorni migliaia di operai stanno manifestando per la difesa del posto ma anche contro le nuove leggi del governo che ha portato a 72 ore l'orario standard settimanale.

650.000 gia' sono andati. senza la cina,

wolf64
25-04-2005, 17:27
mha... e la colpa e delle magliettine cinesi se il metallurgico, l industria pesante(???) il terziario avanzato, e tutto il resto arranca? vedi che il signor NordEst prima che delle magliettine cinesi gia aveva esportato imprese all est..

No Dante, la mia era più che altro una riflessione alle osservazioni di alcuni, non parlo per forza del thread in cui stiamo scrivendo, e neanche per forza del forum, parlo più in generale, che si atteggiano a dire "poverini i cinesi", quando ok "poverini i cinesi", ma qui stiamo andando verso il "poverini gli italiani".
Penso che in questo momento non siamo nelle condizioni dei ricchi che possono aiutare i poveri cinesi, la povertà sta crescendo a dismisura nel nostro paese (e se andiamo avanti così la cosa coinvolgerà anche il resto dell'Europa), e qualcosa va fatto, magari anche un po egoisticamente, non so... :boh:

Il fatto che il tutto arranca, come giustamente dici, beh, avevo già espresso dei miei pareri in altri topic, la Cina è l'ultimo dei problemi, nota, non in ordine di importanza, ma in ordine cronologico, purtroppo qua in Italia abbiamo da mantenere un "carrozzone" che se quando l'economia andava piuttosto bene ce lo si riusciva a portare dietro, adesso questo carrozzone rischia di far affondare tutto il paese!
Ma questo è un discorso molto più generale del "problema Cina", e anche molto più complesso. :rolleyes:

dantes76
25-04-2005, 17:31
Il problema è che la maggior parte delle industrie che ci sono in Cina sono americane, dato che loro hanno iniziato a colonizzare tutto il golobo mentre noi ancora stavamo ricostruendo l'Europa dopo la guerra, poi c'è qualcosa di europeo, soprattutto di quei paesi + lungimiranti, + disposti al rischio e meno tradizionalisti e infine l'Italia si è svegliata da pochissimo, ma che ci volete fare, è sempre così, siamo tradizionalisti in economia come per quanto riguarda la morale o il progresso scientifico, questo già lo sapevamo, fatto sta che non saremo mai in grado di trascinare il mondo da nessuna parte, siamo l'ultima ruota del carro con il carro dei paesi emergenti che tenterà di affiancarci prima o poi...
Partendo da questo punto mi pare ovvio che gli Americani abbiano meno paura di noi: producono in molti settori d'avanguardia per ora inarrivabili per chiunque eccetto il Giappone e per tutti gli altri settori si sono trasferiti in parte in Cina per abbattere i costi e far si che i lavoratori cinesi lavorino per le loro aziende piuttosto che creare concorrenza. Sommando questo al fatto che pian piano i diritti dei lavoratori aumentano anche lì e sempre + gente comincia a potersi permettere qualcosa, ecco che si crea pian piano un nuovo immenso mercato che garantirà profitto per 30 anni almeno (e questo dovrebbe essere il bello del capitalismo: qualcuno guadagna enormemente e tutti gli altri guadagnano un po' di + e si possono permettere un frigorifero, un forno, una macchina, un computer, un telefono etc.). L'europa invece ha più paura e secondo me fa bene ad utilizzare misure protezionistiche per 5-10 anni, riducendole di anno in anno, per far si che l'economia si attivi a sia pronta a gestire l'ondata cinese, tra l'altro in questi anni le condizioni di vita aumenteranno in Cina, lo sappiamo tutti, entro breve cominceranno le rivolte dei lavoratori e le concessioni, a quel punto la concorrenza sarà meno sleale. Dato che non abbiamo la forza di imporci in quel mercato ora come ora, forse il male minore è chiuderci un po' un attimo: se noi non riusciamo a fare chissa che cosa lì, che almeno anche loro non facciano troppo qui.
Gli americani sono partiti in una posizione di troppo vataggio rispetto all'Europa, che da parte sua ha già da sfruttare l'Est europeo e da insediarsi nella Russia occidentale, non può occuparsi di tutto :D .
In tutto questo il problema principale dell'Italia, oltre la mancanza di coraggio, è che produce beni che interessano sempre meno a tutti. Mi spiego: questo Natale le vendite di quasi tutto sono scese in Italia. E' vero che c'è la crisi, ma ad esempio gli alimentari sono andati bene perchè pare che alle abbuffate non ci vuole rinunciare nessuno che proprio non sia al lastrico, ma i vestiti sono ormai anni che calano da far spavento, molto + del resto. Sappiamo che all'estero danno meno importanza al vestire (parlo dei non ricchi), noi siamo sempre stati esagerati e legati alle nostre grandi marche, alla qualità dei tessuti etc. ma fatto sta che con quasi ogni genere di prodotti in calo quest'anno la tecnologia (soprattutto i lettori DVD) ha fatto registrare ottimi incassi (anche + 100% in alcuni ambiti), nonostante la crisi. Sappiamo anche come è andata con i cellulari, conosco molti ragazzi le cui famiglie fanno difficoltà ad arrivare a fine mese che però hanno il cellulare nuovo costosissimo, credo che abbiamo superato 1 telefono per abitante ormai, come vendite globali. I gusti stanno cambiando e noi non produciamo NULLA ad alto contenuto tecnologico, importiamo tutto, ed i vestiti cinesi, anche qualora avessero i diritti dei lavoratori etc., costerebbero cmq meno, ne produrrebbero di +, certamente di qualità inferiore, ma alla fine che ce ne importa? Poche settimane fa sono andato da Ikea per comprare una sedia-poltrona: di comode ce n'erano 2, una costava 90€ l'altra 230€. Ho chiesto la differenza: la prima era fatta in Cina, con un design "anni 80" ed era in finta-pelle; l'altra era fatta in Italia, con un design "nuovo" ed "elegante" ed era in pelle vera. Dato che non ho una casa ed un mobilio strafigo ho preso senza dubbi la prima, io la volevo comoda, e comoda era. IMHO se avessero i diritti dei lavoratori sarebbe costata 170€ e io l'avrei comprata lo stesso: di pagare il designer non me ne frega nulla, tanto meno che sia in pelle vera. Spero che l'esempio sia calzante. IMHO le piccole aziende del biellese e del vercellese le possiamo aiutare con tutti i fondi che vogliamo, semplicemente non hanno senso di esistere oggigiorno, sono "vecchie" e lagate ad un modo di produrre "vecchio", dato che per la "facia bassa" ci sono i prodotti industriali, per quella altissima ci sono i grandi marchi e quella "medio-alta" si è accorta in buona parte che è meglio avere lo schermo al plasma e il dolby surround con la console di ultima generazione per il figlio, oltre alla fibra ottica etc., piuttosto che l'abito all'ultimo grido (imitazione meno cara di un grande marchio), che è effettivamente sempre meno "di moda"...e non posso che concordare con questo atteggiamento, abbiamo scoperto, soprattutto i giovani, la nuova ondata di tecnologia, meglio tardi che mai (e di persone che vestono roba costosa e non hanno una lavastoviglie è ancora pieno, all'estero la lavastoviglie è estremamente più diffusa anche in paesi meno ricchi).
Il sistema produttivo italiano scricchiola, se qualche anno di protezionismo può incentivare ad una ristrutturazione radicale è il benvenuto, anche se non so cosa dovrebbero fare queste aziende :confused: . Il problema è che non so cosa faremo dato che non si improvvisa dal nulla un settore ad alto contenuto tecnologico, ormai per molte cose abbiamo perso il treno (tra cui sia l'hardware che il software). Speriamo solo che nel breve periodo non migliorino troppo gli OGM e non diventino sicuri al 100%, se accadesse e ci togliessero anche parte del settore alimentare che ci compete, dato che mi sa tanto che anche qui "non inizieremo mai" la ricerca in tal senso chiudendoci a riccio sui nostri (ottimi, finchè nessuno fa di meglio) prodotti, a quel punto si salvi chi può!

P.S.: Non commento le infelici, immature, e non dico cos'altro, uscite di Patlabor che dimostra di non meritare i diritti che ci siamo conquistati, spesso con il sangue e la sofferenza, in Europa. Accendere il cervello prima di scrivere non farebbe mai male, no? :mad: Ti chiedo quindi per la seconda volta in 3 discussioni, quanti anni hai?? Se ne hai 16 passi, ma usa + la testa, altrimenti.... :(

gia' sento odore di finanziamenti (grossi) per i poveri imprenditori a cui non e' bastato spostare la produzione nelll est europa( e sottopagare e sfruttare, e schiavizzare la manodopera locale, o scusate quei lavoratori non contano, solo quelli cines vanno di moda) e vendere la stessa merce allo stesso prezzo di quando era prodotta in italia......sa che fine ha fatto il surplus..

dantes76
25-04-2005, 17:35
No Dante, la mia era più che altro una riflessione alle osservazioni di alcuni, non parlo per forza del thread in cui stiamo scrivendo, e neanche per forza del forum, parlo più in generale, che si atteggiano a dire "poverini i cinesi", quando ok "poverini i cinesi", ma qui stiamo andando verso il "poverini gli italiani".
Penso che in questo momento non siamo nelle condizioni dei ricchi che possono aiutare i poveri cinesi, la povertà sta crescendo a dismisura nel nostro paese (e se andiamo avanti così la cosa coinvolgerà anche il resto dell'Europa), e qualcosa va fatto, magari anche un po egoisticamente, non so... :boh:

Il fatto che il tutto arranca, come giustamente dici, beh, avevo già espresso dei miei pareri in altri topic, la Cina è l'ultimo dei problemi, nota, non in ordine di importanza, ma in ordine cronologico, purtroppo qua in Italia abbiamo da mantenere un "carrozzone" che se quando l'economia andava piuttosto bene ce lo si riusciva a portare dietro, adesso questo carrozzone rischia di far affondare tutto il paese!
Ma questo è un discorso molto più generale del "problema Cina", e anche molto più complesso. :rolleyes:


io sono favorevole ai dazi,o a misure protezionistiche, ma vedendo i passati italiaci, so' che no daranno nessun apporto
perche una politica fatta solo di dazi, non coaudiavata da un piano industriale e di ricerca serio, non dara' nessun frutto; inoltre dovrebbero appesantire le pene per chi procura danni a gruppi industriali,(i pochi che ci restano) patrimonio dello stato, non del singolo...

Mailandre
25-04-2005, 17:38
E ancora.....ci diamo le mazzate sulle p@ll&...!! :D



"Cassazione penale - Si consolida l'orientamento sull'applicazione delle sanzioni a difesa delle aziende nazionali

Beni prodotti all'estero: più tutele
L'impresa può affiancare il nome dell'Italia al marchio della ditta anche nel caso di merce realizzata in Cina

BEATRICE DALIA


ROMA - Sono italiane anche t-shirt e felpe prodotte in Cina. L'imprenditore che delocalizza il processo produttivo, facendo fabbricare all'estero la propria merce per sfruttare il minor costo del lavoro, può tranquillamente stampare la bandiera italiana sull'etichetta. Non commette il reato di commercializzazione di prodotti con indicazione di origine o provenienza "falsa" o "fallace". Ne è sicura la Corte di cassazione che, nella sentenza 13712 del 14 aprile (di prossima pubblicazione su «Guida al Diritto»), precisa ancora di più i termini dell'innovazione contenuta nella Finanziaria 2004. Almeno sul fronte giurisprudenziale, dunque, la normativa a tutela della qualità conquista un po' di quella chiarezza che la legislazione non è ancora in grado di offrire.
Già lo scorso febbraio i magistrati della terza sezione penale si erano cimentati nella corretta lettura dell'articolo 4 della legge 350/2003, inaugurando l'indirizzo interpretativo sul tema (si veda «Il Sole-24 Ore» del 4 febbraio 2005). Questo secondo intervento della Corte, però, non è meno privo di interesse e di pregio. Dal punto di vista degli Alti giudici, la qualità italiana risulta garantita ogni volta che si verifica il giusto equilibrio tra esigenze imprenditoriali, ordine economico e fede pubblica.
L'origine e la provenienza. Probabilmente l'operazione più complessa al momento, per i nostri magistrati, è proprio quella di conciliare Codice penale, regolamenti comunitari e legislazione nazionale. È evidente lo sforzo europeo di preservare le tipicità dei singoli Stati. La Cassazione ha faticato a riepilogare, seppure schematicamente, le numerose disposizioni dedicate alla difesa della qualità dei prodotti di origine nazionale; a cominciare dai marchi "Dop" e "Igp", i segni inequivocabili di appartenenza territoriale che contraddistinguono i prodotti agricoli e alimentari. La stessa operazione di radicamento qualitativo, ammette la Corte, è più difficile nelle ipotesi di prodotti industriali. In questi casi, infatti, la qualità del manufatto può essere racchiusa in un processo produttivo privo di vincoli geografici.
Il nuovo reato. Siccome la nuova figura criminosa introdotta dalla Finanziaria 2004 (commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza) richiama espressamente «la normativa europea sull'origine», i giudici hanno dovuto chiarire proprio il significato comunitario di "provenienza". Con il seguente risultato: «relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affidabilità tecnica del produttore, per origine del prodotto deve intendersi quella imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economia e tecnica del processo produttivo»; «relativamente ai prodotti agricoli o alimentari, per origine del prodotto deve intendersi propriamente la sua origine geografica o territoriale».
Fatta questa premessa, sono inevitabilmente caduti i presupposti di punibilità dell'imprenditore che etichetta come italiani i capi sportivi prodotti all'estero (il caso deciso dai giudici). Per la Corte, per quanto riguarda i prodotti industriali, la provenienza e l'origine sono sempre in funzione della qualità del prodotto. E tale qualità è assicurata «dalla materia prima e dalla tecnica produttiva usate e non certo dall'ambiente territoriale dove il processo produttivo si svolge». Forse davvero l'unica conclusione possibile nell'applicazione della tutela di un marchio («made in Italy») che, di fatto, ancora non c'è.


Mercoledí 20 Aprile 2005 "
da : http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=651433&chId=30


ciao

dantes76
25-04-2005, 17:40
E ancora.....ci diamo le mazzate sulle p@ll&...!! :D



"Cassazione penale - Si consolida l'orientamento sull'applicazione delle sanzioni a difesa delle aziende nazionali

Beni prodotti all'estero: più tutele
L'impresa può affiancare il nome dell'Italia al marchio della ditta anche nel caso di merce realizzata in Cina

BEATRICE DALIA


ROMA - Sono italiane anche t-shirt e felpe prodotte in Cina. L'imprenditore che delocalizza il processo produttivo, facendo fabbricare all'estero la propria merce per sfruttare il minor costo del lavoro, può tranquillamente stampare la bandiera italiana sull'etichetta. Non commette il reato di commercializzazione di prodotti con indicazione di origine o provenienza "falsa" o "fallace". Ne è sicura la Corte di cassazione che, nella sentenza 13712 del 14 aprile (di prossima pubblicazione su «Guida al Diritto»), precisa ancora di più i termini dell'innovazione contenuta nella Finanziaria 2004. Almeno sul fronte giurisprudenziale, dunque, la normativa a tutela della qualità conquista un po' di quella chiarezza che la legislazione non è ancora in grado di offrire.
Già lo scorso febbraio i magistrati della terza sezione penale si erano cimentati nella corretta lettura dell'articolo 4 della legge 350/2003, inaugurando l'indirizzo interpretativo sul tema (si veda «Il Sole-24 Ore» del 4 febbraio 2005). Questo secondo intervento della Corte, però, non è meno privo di interesse e di pregio. Dal punto di vista degli Alti giudici, la qualità italiana risulta garantita ogni volta che si verifica il giusto equilibrio tra esigenze imprenditoriali, ordine economico e fede pubblica.
L'origine e la provenienza. Probabilmente l'operazione più complessa al momento, per i nostri magistrati, è proprio quella di conciliare Codice penale, regolamenti comunitari e legislazione nazionale. È evidente lo sforzo europeo di preservare le tipicità dei singoli Stati. La Cassazione ha faticato a riepilogare, seppure schematicamente, le numerose disposizioni dedicate alla difesa della qualità dei prodotti di origine nazionale; a cominciare dai marchi "Dop" e "Igp", i segni inequivocabili di appartenenza territoriale che contraddistinguono i prodotti agricoli e alimentari. La stessa operazione di radicamento qualitativo, ammette la Corte, è più difficile nelle ipotesi di prodotti industriali. In questi casi, infatti, la qualità del manufatto può essere racchiusa in un processo produttivo privo di vincoli geografici.
Il nuovo reato. Siccome la nuova figura criminosa introdotta dalla Finanziaria 2004 (commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza) richiama espressamente «la normativa europea sull'origine», i giudici hanno dovuto chiarire proprio il significato comunitario di "provenienza". Con il seguente risultato: «relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affidabilità tecnica del produttore, per origine del prodotto deve intendersi quella imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economia e tecnica del processo produttivo»; «relativamente ai prodotti agricoli o alimentari, per origine del prodotto deve intendersi propriamente la sua origine geografica o territoriale».
Fatta questa premessa, sono inevitabilmente caduti i presupposti di punibilità dell'imprenditore che etichetta come italiani i capi sportivi prodotti all'estero (il caso deciso dai giudici). Per la Corte, per quanto riguarda i prodotti industriali, la provenienza e l'origine sono sempre in funzione della qualità del prodotto. E tale qualità è assicurata «dalla materia prima e dalla tecnica produttiva usate e non certo dall'ambiente territoriale dove il processo produttivo si svolge». Forse davvero l'unica conclusione possibile nell'applicazione della tutela di un marchio («made in Italy») che, di fatto, ancora non c'è.


Mercoledí 20 Aprile 2005 "
da : http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=651433&chId=30


ciao


i miei piu vivi complimenti.. e cercano pure i dazi, credo che siamo alla frutta, e la colpa non viene dall estero..

wolf64
25-04-2005, 17:42
io sono favorevole ai dazi,o a misure protezionistiche, ma vedendo i passati italiaci, so' che no daranno nessun apporto
perche una politica fatta solo di dazi, non coaudiavata da un piano industriale e di ricerca serio, non dara' nessun frutto; inoltre dovrebbero appesantire le pene per chi procura danni a gruppi industriali,(i pochi che ci restano) patrimonio dello stato, non del singolo...


D'accordo dalla prima all'ultima parola!

dantes76
25-04-2005, 17:49
E ancora.....ci diamo le mazzate sulle p@ll&...!! :D



"Cassazione penale - Si consolida l'orientamento sull'applicazione delle sanzioni a difesa delle aziende nazionali

Beni prodotti all'estero: più tutele
L'impresa può affiancare il nome dell'Italia al marchio della ditta anche nel caso di merce realizzata in Cina

BEATRICE DALIA


ROMA - Sono italiane anche t-shirt e felpe prodotte in Cina. L'imprenditore che delocalizza il processo produttivo, facendo fabbricare all'estero la propria merce per sfruttare il minor costo del lavoro, può tranquillamente stampare la bandiera italiana sull'etichetta. Non commette il reato di commercializzazione di prodotti con indicazione di origine o provenienza "falsa" o "fallace". Ne è sicura la Corte di cassazione che, nella sentenza 13712 del 14 aprile (di prossima pubblicazione su «Guida al Diritto»), precisa ancora di più i termini dell'innovazione contenuta nella Finanziaria 2004. Almeno sul fronte giurisprudenziale, dunque, la normativa a tutela della qualità conquista un po' di quella chiarezza che la legislazione non è ancora in grado di offrire.
Già lo scorso febbraio i magistrati della terza sezione penale si erano cimentati nella corretta lettura dell'articolo 4 della legge 350/2003, inaugurando l'indirizzo interpretativo sul tema (si veda «Il Sole-24 Ore» del 4 febbraio 2005). Questo secondo intervento della Corte, però, non è meno privo di interesse e di pregio. Dal punto di vista degli Alti giudici, la qualità italiana risulta garantita ogni volta che si verifica il giusto equilibrio tra esigenze imprenditoriali, ordine economico e fede pubblica.
L'origine e la provenienza. Probabilmente l'operazione più complessa al momento, per i nostri magistrati, è proprio quella di conciliare Codice penale, regolamenti comunitari e legislazione nazionale. È evidente lo sforzo europeo di preservare le tipicità dei singoli Stati. La Cassazione ha faticato a riepilogare, seppure schematicamente, le numerose disposizioni dedicate alla difesa della qualità dei prodotti di origine nazionale; a cominciare dai marchi "Dop" e "Igp", i segni inequivocabili di appartenenza territoriale che contraddistinguono i prodotti agricoli e alimentari. La stessa operazione di radicamento qualitativo, ammette la Corte, è più difficile nelle ipotesi di prodotti industriali. In questi casi, infatti, la qualità del manufatto può essere racchiusa in un processo produttivo privo di vincoli geografici.
Il nuovo reato. Siccome la nuova figura criminosa introdotta dalla Finanziaria 2004 (commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza) richiama espressamente «la normativa europea sull'origine», i giudici hanno dovuto chiarire proprio il significato comunitario di "provenienza". Con il seguente risultato: «relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affidabilità tecnica del produttore, per origine del prodotto deve intendersi quella imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economia e tecnica del processo produttivo»; «relativamente ai prodotti agricoli o alimentari, per origine del prodotto deve intendersi propriamente la sua origine geografica o territoriale».
Fatta questa premessa, sono inevitabilmente caduti i presupposti di punibilità dell'imprenditore che etichetta come italiani i capi sportivi prodotti all'estero (il caso deciso dai giudici). Per la Corte, per quanto riguarda i prodotti industriali, la provenienza e l'origine sono sempre in funzione della qualità del prodotto. E tale qualità è assicurata «dalla materia prima e dalla tecnica produttiva usate e non certo dall'ambiente territoriale dove il processo produttivo si svolge». Forse davvero l'unica conclusione possibile nell'applicazione della tutela di un marchio («made in Italy») che, di fatto, ancora non c'è.


Mercoledí 20 Aprile 2005 "
da : http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=651433&chId=30


ciao


avrei la curiosita' di sapere chi e stato a iniziare questo iter giudizario..

PS: certe notizie fanno bollire il sangue :mad:
PPS: questa sentenza ha un non so che' di paraculismo: sara che a tutti gli imprenditori italiani sentendo parlare di dazi sui prodotti tessili cinesi(o italiani prodotti in cina), gli si e congelato il sangue? adesso con questa sentenza gli si riscaldera'

Mailandre
25-04-2005, 17:56
avrei la curiosita' di sapere chi e stato a iniziare questo iter giudizario..

PS: certe notizie fanno bollire il sangue :mad:

La parola d'ordine è ...."DARE LA CACCIA AL CINESE"....
Noi invece gli diamo di "dazio" e "detassazione d'impresa".........
Musi gialli .......banzai....... :muro:

P.s. Imprese Bresciane in "ristrutturazione" (Calo di personale)...oltre che rivolgersi ad ammortizzatori Sociali ,..si beccano defiscalizzazioni,...le quali sevono x investire in Cina..!!
La colpa , a detta loro ,..è il differente costo del lavoro!!
A proposito,...i costi dei prodotti restano invariati,...piuttosto parlerei di "differente introito sul lavoro"..alle spalle della società!!
Questo Capitalismo va terminato...sono sempre più convinto!!
ciao

dantes76
25-04-2005, 18:03
La parola d'ordine è ...."DARE LA CACCIA AL CINESE"....
Noi invece gli diamo di "dazio" e "detassazione d'impresa".........
Musi gialli .......banzai....... :muro:

P.s. Imprese Bresciane in "ristrutturazione" (Calo di personale)...oltre che rivolgersi ad ammortizzatori Sociali ,..si beccano defiscalizzazioni,...le quali sevono x investire in Cina..!!
La colpa , a detta loro ,..è il differente costo del lavoro!!
A proposito,...i costi dei prodotti restano invariati,...piuttosto parlerei di "differente introito sul lavoro"..alle spalle della società!!
Questo Capitalismo va terminato...sono sempre più convinto!!
ciao

in Italia non e' mai esistito ne il capitalismo, ne i capitalisti...al massimo un pseudocapitalismo di italiaca memoria, dove si diventa presidente del piu grande gruppo industriale non per merito, ma per diritto di parentela

Mailandre
25-04-2005, 18:12
Bè,..allora Bertinotti quando parla di "Proprietà Privata & alienazione dei mezzi di produzione" si riferisce ai proletari?? :D
ciao

Zebiwe
25-04-2005, 18:19
La parola d'ordine è ...."DARE LA CACCIA AL CINESE"....

http://www.lucaghiglione.com/festaunita/_Img_1589%20Sergio%20Cofferati%20LGCOM.jpg

:asd: :asd:

thotgor
25-04-2005, 18:24
e' incredibile come siamo retrogradi. Sono senza parole. Ci diamo la zappa sui piedi da soli praticamente.

Mailandre
25-04-2005, 18:24
Si..si...sempre sul filone de "la CACCIA ALLE STREGHE"....pure lui ha il suo " Wanted"..ma adesso non è di moda!!
ciao Zeb... :)

dantes76
25-04-2005, 18:26
http://www.lucaghiglione.com/festaunita/_Img_1589%20Sergio%20Cofferati%20LGCOM.jpg

:asd: :asd:

lol, non intendeva quello :O :asd:

Tenebra
25-04-2005, 19:30
in Italia non e' mai esistito ne il capitalismo, ne i capitalisti...al massimo un pseudocapitalismo di italiaca memoria, dove si diventa presidente del piu grande gruppo industriale non per merito, ma per diritto di parentela

Amen e alleluia.
La competenza degli imprenditori italiani è la più bassa in tutta europa; i mezzi per creare reddito sono gestiti come titoli feudali.
In Brianza, nelle aziende del mobile (capitale EUROPEA del mobile, pensa un po') dove ho lavorato per anni, gira un detto: "il padre crea, il figlio mantiene, il nipote distrugge" che si riferisce benissimo all'andazzo, ma va inteso legato ad un particolare periodo storico dove differente era la mentalità. Ora chi salva da questa legge lo fa solo grazie a connivenze politiche e regalie di stato.
Il fatto stesso che per la quasi totalità degli "imprenditori" italiani sia normalissimo delocalizzare, diminuire il costo del prodotto ad un decimo facendo gravare i costi della delocalizzazione sullo Stato e sui lavoratori e poi rivendere in Italia ALLO STESSO PREZZO a cui veniva venduto il prodotto quando i costi erano dieci volte superiori, e adesso anche con la burla del "made in Italy" quando chi monta e smonta ha gli occhi a mandorla, è indice lampante ed inoppugnabile del fatto che a questa classe di "imprenditori" serve una seria e definitiva mazzata sui denti.
E l'immane faccia tosta di chiedere dazi con la mano destra quando con la sinistra hanno approfittato alla grande della stessa situazione, e certo NON reinvestendo l'enorme incremento di utile ma incamerandolo e nascondendolo in conti all'estero, direi che è il giusto epitaffio da mettere sulle belle facce sorridenti che di "imprenditore" hanno dimenticato anche il significato.

Se si vogliono dare "aiuti" agli imprenditori, li si diano solo a chi dimostra di non aver mai delocalizzato al di fuori dell'Italia. In quanti li prenderebbero? Forse l'uno per cento di quelli che oggi si ergono indignati. :rolleyes:

Nemini
25-04-2005, 21:02
ma si dai.......
imponiamo agli operai 20 ore di lavoro al giorno sabato e domenica compresi e nessun giorno di ferie all'anno.......

leviamo qualsiasi legge sugli infortuni sul lavoro e chiudiamo la sanità pubblica....

già che ci siamo togliamo anche le leggi sanitarie per i luogi pubblici e quelli di lavoro.

in ultimo istituiamo la pena di morte e poi così FORSE faremo concorrenza alla cina :)

Dimentichi "liberalizziamo la clonazione dei marchi di produzione" (vabbè che è pratica ampiamente diffusa un pò ovunque :D )

Iolao
26-04-2005, 00:34
sono sconvolto da alcune affermazioni che ho letto su questo thread :eek:
Non è un reato non conoscere un minimo di teoria economica, ma trovo piuttosto spiacevole quando si leggono giudizi definitivi senza alcuna cognizione di causa; per non parlare della spiacevole sensazione di un diffuso pregiudizio nei confronti di ogni meccanismo economico che porta a pensare che ci sia sempre qualcosaltro sotto (di losco ovviamente).
Ad esempio non riesco davvero a capire come si possa sostenere una posizione pro Cina in questo momento, etichettandola come vantaggiosa per la concorrenza che induce :confused:
Ed è assurdo il solo pensare di paragonare due realtà come Italia e Cina :doh:
La Cina è oggi una grande potenza economica e lo è ancor di più in prospettiva in virtù della sua enorme estensione e popolazione che la porta ad avere una stratosferica forza lavoro e un peso totale sulla bilancia globale economica piuttosto rilevante; tutto ciò grazie ad un "sistema economico", lo stesso che qualcuno qui ha addirittura descritto come migliore del nostro :doh:, che, basandosi essenzialmente su dei vuoti normativi e su una generale disomogeneità dal nostro corrispondente, diventa straordinariamente competitivo sul piano dei costi privandosi di qualsiasi forma di assistenza statale (sanità, pensioni, garanzia dei diritti umani fondamentali) che ha conseguenze ben note ai più, ricordate in precedenza da riaw (che saluto! :D). Senza contare la tradizionale "scorrettezza" dei cinesi che, oltre ad usufruire di uno spietato taglio ai costi, tendono a rubare le idee in giro per il mondo (in italia fanno le foto alle vetrine dei negozi di abbigliamento, per non parlare delle auto...), appropriandosi quindi di un altro forte vantaggio sui costi in ricerca e in sviluppo; tutto ciò per me è molto oltre che eticamente scorretto e leggere affermazioni superficiali in merito è davvero deprimente.
In questo contesto molte aziende si trovanno assolutamente in difficoltà perchè non riescono a competere in nessun modo sul piano leale, per cui in questo caso la tanto auspicata da qualcuno qui concorrenza ha l'effetto distorsivo di incentivare i comportamenti opportunistici o eticamente non corretti (e la delocalizzazione selvaggia è l'immediata conseguenza), di diventare un fattore critico ai fini degli equilibri di gettito fiscale e di bilancia commerciale a livello nazionale. Per non parlare poi della graduale ma incessante distruzione della nostra invidiatissima manodopera qualificata che sta lentamente scomparendo :(
A questo punto vorrei chiedere a chi è così entusiasta del fenomeno Cina, visto che non approva le misure restrittive ipotizzate, a quale soluzione pensa che sia in grado di far fronte ai problemi che ho sollevato. :rolleyes:

Iolao
26-04-2005, 00:43
Amen e alleluia.
La competenza degli imprenditori italiani è la più bassa in tutta europa; i mezzi per creare reddito sono gestiti come titoli feudali.
In Brianza, nelle aziende del mobile (capitale EUROPEA del mobile, pensa un po') dove ho lavorato per anni, gira un detto: "il padre crea, il figlio mantiene, il nipote distrugge" che si riferisce benissimo all'andazzo, ma va inteso legato ad un particolare periodo storico dove differente era la mentalità. Ora chi salva da questa legge lo fa solo grazie a connivenze politiche e regalie di stato.
Il fatto stesso che per la quasi totalità degli "imprenditori" italiani sia normalissimo delocalizzare, diminuire il costo del prodotto ad un decimo facendo gravare i costi della delocalizzazione sullo Stato e sui lavoratori e poi rivendere in Italia ALLO STESSO PREZZO a cui veniva venduto il prodotto quando i costi erano dieci volte superiori, e adesso anche con la burla del "made in Italy" quando chi monta e smonta ha gli occhi a mandorla, è indice lampante ed inoppugnabile del fatto che a questa classe di "imprenditori" serve una seria e definitiva mazzata sui denti.
E l'immane faccia tosta di chiedere dazi con la mano destra quando con la sinistra hanno approfittato alla grande della stessa situazione, e certo NON reinvestendo l'enorme incremento di utile ma incamerandolo e nascondendolo in conti all'estero, direi che è il giusto epitaffio da mettere sulle belle facce sorridenti che di "imprenditore" hanno dimenticato anche il significato.

Se si vogliono dare "aiuti" agli imprenditori, li si diano solo a chi dimostra di non aver mai delocalizzato al di fuori dell'Italia. In quanti li prenderebbero? Forse l'uno per cento di quelli che oggi si ergono indignati. :rolleyes:

Quoto al 100%

Aggiungo che essendo l'economia italiana composta essenzialmente da piccole imprese (la stragrande maggioranza) e grandi imprese, mancando dunque le medie imprese, il tessuto imprenditoriale è fossilizzato, "feudale" come l'hai definito in opposizione a quella meritocrazia che dovrebbe esserne la radice naturale. Purtroppo una delle maggiori lacune del governo attuale è stata la mancata definizione di meccanismi di incentivazione mirati, ma al contrario abbiamo assistito alla sconcertante riduzione dei fondi e allo stupro delle leggi che regolano gli incentivi che hanno distorto l'originaria finalità a favore dei soliti ignoti.

Marlex
26-04-2005, 09:26
:muro:

notizia di oggi:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/04_Aprile/26/india.shtml

L’India corregge i compiti degli studenti britannici
Valutazioni via email per i questionari di storia, francese, tedesco e italiano. Critici i presidi

LONDRA - La delocalizzazione, parola bruttissima per dire una cosa semplicissima, ha raggiunto un nuovo traguardo: i compiti d’esame degli studenti inglesi verranno corretti in India, dove l’operazione costa meno. Ovvio che s’alzino proteste, perché è inaccettabile che il destino dei nostri figli sia deciso «a cinquemila miglia di distanza», come nota il Daily Telegraph . E si può aggiungere che esportare la correzione dei lavori è offensivo anche per gl’insegnanti. Ma la realtà, benché sorprendente, è meno sconcertante: se pure il controllo degli esami è diventato una routine, non c’è motivo per non esportarlo, come l’assemblaggio di prodotti industriali. Forse è la scuola che, a questo punto, s’è fatta troppo meccanica.

La notizia, nuda a cruda, è questa: l’Aqa (Assessment and Qualifications Alliance), uno dei tre principali organismi che in Inghilterra e Galles esaminano i test degli studenti che sostengono il Gcse, l’esame che a 16 anni conclude la scuola dell’obbligo, ha deciso di mandare in India mezzo milione di elaborati per stabilire il voto finale. I test riguardano quattro materie: storia, francese, tedesco e italiano. Ce n’è abbastanza da rizzare le orecchie: forse gli esaminatori indiani conoscono così bene l’italiano da poter giudicare il tema di uno studente? La risposta è questa: potranno fare il loro lavoro anche senza sapere una parola della nostra lingua.

Spiegazione. Nel Regno Unito gli elaborati degli esami finali, sia nei licei che nelle università, non sono corretti dai docenti che hanno insegnato ai ragazzi, ma da commissioni indipendenti, che stabiliscono le graduatorie. I risultati dell’esame vengono poi inviati agli studenti entro l’estate, in modo che ciascuno possa decidere il futuro: proseguire dopo il Gcse con i due anni che portano alla maturità (chiamata A Level) oppure iniziare a lavorare.

Ma perché l’esame sia uguale per tutti (e il giudizio sia equanime) bisogna che il test sia standardizzato: in genere si tratta di questionari, sia con risposte multiple o con una sola risposta, che lo studente annota nello spazio apposito. Saranno proprio questi test quelli che verranno selezionati in India, da operatori elettronici che poi invieranno l’esito, via e-mail, a Londra. Con questo accorgimento, dicono, l’Aqa spenderà un quinto di quanto avrebbe speso trattando i dati nel Regno Unito.

C’è da gridare allo scandalo? No, gli unici che possono lamentarsi sono coloro che perderanno il lavoro a vantaggio di sconosciuti impiegati indiani. Ma il mondo ormai funziona così: anche lo Stato italiano una volta mandò a elaborare i dati del catasto in Albania (è la nostra India alle porte di casa, evidentemente) e pure la Pennsylvania ha scoperto che far leggere le radiografie da ottimi medici indiani costa meno che esaminarle a Los Angeles. A Londra, poi, ogni azienda di medie dimensioni ha capito da tempo che i «call center» e i servizi informazioni funzionano meglio a Bangalore che a Reading: uno chiama la British Gas perché trova che la bolletta è troppo salata e si sente rispondere con una deferenza («Good morning, sir», anche di notte) ormai introvabile in Europa.

Naturalmente la delocalizzazione telefonica comporta qualche problema. Agli inizi, i clienti delle banche protestavano perché gli addetti indiani non capivano l’inglese (ed era colpa della loro pronuncia, magari, più che dell’udito degli indiani). Adesso pure a Bangalore si sono fatti più esperti e, anzi, simulano l’accento scozzese che, nel suddito britannico, suscita fiducia più dell’«Estuary English», la parlata popolare dell’East End. Ma naturalmente succedono errori: si cita il caso del paziente che ricevette un referto in cui gli si comunicava che soffriva di «Euston Tube malfunction», una disfunzione alla metropolitana della stazione di Euston.

I test d’esame da smarcare in India, così, non sono un problema. Certo, bisognerà che i risultati non subiscano ritardi e tornino in tempo per permettere le scelte degli studenti. Qualcuno spera in un fallimento: la Secondary Heads Association, che riunisce i presidi delle scuole secondarie, dice che l’opzione indiana è «un modo disperato di mantenere un sistema che affonda». Forse preferiscono che affondi nella Manica, piuttosto che nell’Oceano Indiano.

Alessio Altichieri
26 aprile 2005

protezionismo??? PROTEZIONISMO ??? :muro: :muro: :muro: ... che faccia tosta :rolleyes:

PaTLaBoR
26-04-2005, 09:28
:eek: :eek: questa notizia è veramente assurda :eek:
ci vuole un topic "ad hoc"

Enel
26-04-2005, 09:42
Beh, se è per questo la compagnia telefonica TRE vuole spostare i call center in Albania (dove molta gente sa l'Italiano)...

-kurgan-
26-04-2005, 09:55
Beh, se è per questo la compagnia telefonica TRE vuole spostare i call center in Albania (dove molta gente sa l'Italiano)...

strano, gli operatori di call center hanno già stipendi albanesi qui in italia.

Iolao
26-04-2005, 09:58
strano, gli operatori di call center hanno già stipendi albanesi qui in italia.
perchè ti risulta che l'operatore call center sia un lavoro molto qualificato?

-kurgan-
26-04-2005, 10:03
perchè ti risulta che l'operatore call center sia un lavoro molto qualificato?

in alcuni casi si.. in altri no ;)

per me sono molto meno qualificate certe figure inutili che si vedono nelle multinazionali, come quelli che vedevo in vodafone che facevano le campagne di pubblicità interne per motivare i dipendenti :D
giravano per l'azienda appiccicando adesivi pure nei bagni e mettendo ovunque manifesti di modelle e modelli sotto l'effetto di cocaina che saltavano e ridevano.

Iolao
26-04-2005, 10:07
in alcuni casi si.. in altri no ;)

per me sono molto meno qualificate certe figure inutili che si vedono nelle multinazionali, come quelli che vedevo in vodafone che facevano le campagne di pubblicità interne per motivare i dipendenti :D
giravano per l'azienda appiccicando adesivi pure nei bagni e mettendo ovunque manifesti di modelle e modelli sotto l'effetto di cocaina che saltavano e ridevano.

:eek:

fabio80
26-04-2005, 10:33
ma qualcuno crede seriamente che la paccottiglia cinese di importazione un domani avrà prezzo cinese? così per curiosità, eh, semplice informazione....