View Full Version : Il Corano e la donna: il film di Van Gogh TelePordenone rompe la censura del produtto
madaboutpc
16-04-2005, 14:57
TelePordenone rompe la censura del produttore
Il Corano e la donna: il film di Van Gogh
L'anteprima su una tv friulana. Ma solo di due minuti e mezzo su dodici
PORDENONE - Due minuti e mezzo su dodici, ma è già stato un atto di coraggio. Targato Nord Est, un Nord Est speciale che ha ascoltato la preghiera di una bellissima ragazza islamica che racconta in flash back il suo innamoramento e amore per Raman, incontrato al Suk. Il film più «invisibile» di questi ultimi anni, Submission di Theo Van Gogh, il regista olandese assassinato da un marocchino, ha avuto una mezza anteprima ieri sera su una tv privata del Friuli, Telepordenone, in un venerdì, giorno di preghiera islamica. Il produttore, minacciato dal fanatismo islamico, ha bloccato qualunque proiezione pubblica del suo film. Per non incorrere in sanzioni, è stato possibile rendere pubblica solo la prima parte. «Anche se non è - dicono - più violento di un qualunque telegiornale delle 20». Però quello sguardo di donna resta dentro, sedimenta.
In pochi minuti Van Gogh riesce a costruire un percorso narrativo: con il Corano disegnato sulla schiena, una schiena che sussulta di dolore, la donna, coperto il viso, parla con gli occhi dell’amore e parla del verdetto di colpevolezza, dei 100 colpi di frusta che riducono il suo corpo a un ammasso di umiliazioni. Parla del marito che più di una volta la settimana le dà un pugno sul viso. La macchina del regista ondeggia tra violenza e dolcezza, tra puro e impuro; poi la poveretta si permette quasi una virata ironica e insiste su Allah misericordioso, racconta che abbassa lo sguardo, ha delle fantasie sul vento che attraversa i capelli, il sole sulla pelle. In casa però confessa che è stata violentata dallo zio, fratello del padre, che si sente in gabbia. In una cornice di ritualità religiosa la donna ribadisce la sua obbedienza ma, e qui c’è il colpo più violento, si stupisce del silenzio di Allah: insomma, nessuno risponde, come nel «Diavolo e il buon Dio» di Sartre. Ma non ho altro, dice, che tornare da te e desiderare la tomba. La tv privata ha trasmesso l’avvio di questo film che, una volta completata la trilogia poteva essere esplosivo, preceduto da una discussione cultural politica.
E’ il «corto» che ha messo paura a tutti i festival e che ancora oggi costringe la sceneggiatrice Hirsi Ali, che lunedì parteciperà a «Otto e mezzo», a vivere nascosta. Il regista, iniziando un progetto di trilogia ovviamente ora abbandonato, polemizza con il mondo islamico soprattutto per la situazione della donna. Probabilmente anche Pietro Germi quando fece «Divorzio all’italiana» ruppe molti tabù, ma fu libero di farlo, non fu lapidato. Torna in primo piano nel film di Van Gogh il senso del peccato, il melodramma, la storia del desiderio che per l’Italia ricorda gli anni 50, espresso in un monologo femminile scritto da Ayaan Hirsi Ali, oggi deputata olandese. La protagonista prega chiedendosi come Allah possa disapprovare questo amore, mentre lei è stata costretta dal padre a sposare il promesso Aziz, secondo un rituale che si vede bene in molti film recenti in cui i conflitti di sentimenti e religione sono molto ben posti e raccontati, dall’ultimo Ken Loach alla «Sposa turca». «Submission», la cui copia è arrivata dall’Olanda dove si trova in Dvd, avrà comunque una curiosa serie di anteprime in Italia: l’onorevole Leghista Eduard Ballaman se lo porterà appresso lunedì alla Camera, martedì al Senato e mercoledì al Parlamento europeo, ma vuole fare girare il film anche nel Nord Italia, anche se ovviamente il diktat del produttore, che vuole soprattutto evitare incidenti, avrà il suo peso.
Conviene ricordare che Van Gogh non voleva né offendere, né insultare, ma sollevare il caso. «Ho conosciuto il regista anni fa - dice Felice Laudadio - ospite nei festival che dirigevo e non mi pareva un estremista ideologico ma solo un regista attento e polemico verso la situazione sociale della sua Olanda».
Maurizio Porro
16 aprile 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2005/04_Aprile/16/filmvangogh.shtml
*sasha ITALIA*
16-04-2005, 15:26
Ieri sono andato ad un convegno e c'era il rappresentante dei giovani musulmani d'Italia... non immaginate che pena quando la moglie per salutare il tizio seduto vicino a lei ha dovuto chiedere il permesso al marito :rolleyes:
*sasha ITALIA*
16-04-2005, 15:30
tra l'altro ho notato che mi guardava male (ero in prima fila ) (non che io lo guardassi bene il soggetto....) e poi forse ho capito: ero vestito verde leghista! :Prrr:
e poi forse ho capito: ero vestito verde leghista! :Prrr:
Azz urge foto. :eek: :D
tra l'altro ho notato che mi guardava male (ero in prima fila ) (non che io lo guardassi bene il soggetto....) e poi forse ho capito: ero vestito verde leghista! :Prrr:
Da noi quando uno non è particolarmente intelligente si dice che è "una pianta" :asd:
Anche Tele Padania Lunedi trasmettera' il cortometraggio submission.........
madaboutpc
17-04-2005, 15:08
Ho letto oggi che lunedi' 18 aprile il cortometraggio verra' messo in onda su Canale Italia alle 21.30 con ospiti Adel Smith, la Santanchè di AN, un rappresentante dell'organizzazione Sos Italia, il leghista Edouard Ballaman che ha personalmente portato il filmato in Italia dall'Olanda (teatro dell'assassino del regista del film Theo Van Gogh da parte di un estremista islamico che gli ha tagliato la gola per strada ad Amsterdam)
Personalmente sono molto curioso di vedere
Tenuto sacrosanto il diritto di denuncia, io non capisco però il titolo di questo thread.
Voglio dire: "Cosa c'entra il Corano?". Nel Corano non esiste praticamente alcuna parola che incoraggi queste pratiche barbare, è come se dicessimo che il Vangelo ha la responsabilità dei roghi... è di una inesattezza clamorosa.
Mi fa una rabbia vedere questi tentativi di denuncia andare sprecati nel colpire un "falso bersaglio" con direi quasi una certa pervicacia.
Ditemi ad esempio che senso ha, CHE SENSO HA, invitare ad un dibattito televisivo su di un documentario tanto importante un emerito IGNORANTE come Adel Smith che rappresenta, e lo si è ripetuto più volte, si e no 500 iscritti alla sua ridicola associazione.
Si poteva invitare l'Iman di Torino, quello di Roma, un professore di teologia... no, si invita Adel Smith... e tanti saluti alla memoria di Theo Van Gogh che verrà dimenticata nella inevitabile rissa tra Smith e la Santache (anche lì, non c'erano ospiti migliori?).
:muro: :muro: :muro:
madaboutpc
18-04-2005, 10:06
Tenuto sacrosanto il diritto di denuncia, io non capisco però il titolo di questo thread.
Voglio dire: "Cosa c'entra il Corano?". Nel Corano non esiste praticamente alcuna parola che incoraggi queste pratiche barbare, è come se dicessimo che il Vangelo ha la responsabilità dei roghi... è di una inesattezza clamorosa.
sicuro che non c'è proprio nessun riferimento?
Mi fa una rabbia vedere questi tentativi di denuncia andare sprecati nel colpire un "falso bersaglio" con direi quasi una certa pervicacia.
Ditemi ad esempio che senso ha, CHE SENSO HA, invitare ad un dibattito televisivo su di un documentario tanto importante un emerito IGNORANTE come Adel Smith che rappresenta, e lo si è ripetuto più volte, si e no 500 iscritti alla sua ridicola associazione.
Si poteva invitare l'Iman di Torino, quello di Roma, un professore di teologia... no, si invita Adel Smith... e tanti saluti alla memoria di Theo Van Gogh che verrà dimenticata nella inevitabile rissa tra Smith e la Santache (anche lì, non c'erano ospiti migliori?).
completamente d'accordo con te sul discorso Adel Smith
probabilmente cio' che si vuole è che esca solo cagnara
:muro: :muro: :muro:
vedremo stasera
vedremo stasera
E' che la cosa già parte male...
E' come se una TV americana, in un dibattito sulla Mafia, invitasse a rappresentare la comunità italiana Frankye Costello... come MINIMO mi verrebbe da pensare che intendono dare una certa immagine.
E questo non era certo l'interesse di Van Gogh a cui non interessava "dare immagini" ma, in quanto documentarista, "documentare la realtà" in modo che altri potessero agire per modificarla.
P.S.: hai incluso parte del tuo commento nel "quote" :D
J.Lennon
18-04-2005, 19:51
Speriamo che il documentario venga trasmesso al più presto su una tv nazionale per mostrare a tutti le barbarie di questa opprimente e crudele religione. W la libertà di tutti i popoli, uomini e donne!
lupandre
18-04-2005, 20:47
Speriamo che il documentario venga trasmesso al più presto su una tv nazionale per mostrare a tutti le barbarie di questa opprimente e crudele religione. W la libertà di tutti i popoli, uomini e donne!
Con un nick del genere nn mi aspettavo questa uscita.
nn dipende dalla religione ma dalla cultura di alcuni popoli, mischiata alla religione, certo ma non dipendente da essa.
Come già detto da cerbert, che quoto, è come se si condannasse il vangelo e la religione cristiana per aver generato mostri come la santa inquisizione, il nazismo ecc ecc... nn ha senso.
Aggiungo che nn farò altri post in questo thread, già raramente lo faccio.
ho smesso di discutere coi leghisti da tempo ormai, dopo che mi sono inimicato parte dei miei parenti.
Date certe uscite di alcuni leghisti a proposito della religione islamica mi vergogno di essere bergamasco...
J.Lennon
18-04-2005, 21:27
Con un nick del genere nn mi aspettavo questa uscita.
nn dipende dalla religione ma dalla cultura di alcuni popoli, mischiata alla religione, certo ma non dipendente da essa.
Come già detto da cerbert, che quoto, è come se si condannasse il vangelo e la religione cristiana per aver generato mostri come la santa inquisizione, il nazismo ecc ecc... nn ha senso.
Aggiungo che nn farò altri post in questo thread, già raramente lo faccio.
ho smesso di discutere coi leghisti da tempo ormai, dopo che mi sono inimicato parte dei miei parenti.
Date certe uscite di alcuni leghisti a proposito della religione islamica mi vergogno di essere bergamasco...
D'accordo, ma siccome io non credo in nessuna religione monoteista trovo quanto mai assurdo che una fede religiosa, a prescindere dall'interpretazione data al testo di riferimento, imponga una serie di costrizioni tra cui un trattamento così discriminante delle donne .Poi sul fatto che l'Islam non susciti le mie simpatie è un altro discorso.Ad ogni modo ognuno la pensi come vuole , ma per me la libertà individuale è un diritto che non deve essere calpestato indipendentemente dal proprio credo.
von Clausewitz
18-04-2005, 23:24
Tenuto sacrosanto il diritto di denuncia, io non capisco però il titolo di questo thread.
Voglio dire: "Cosa c'entra il Corano?". Nel Corano non esiste praticamente alcuna parola che incoraggi queste pratiche barbare, è come se dicessimo che il Vangelo ha la responsabilità dei roghi... è di una inesattezza clamorosa.
siamo sempre al tuo consueto relativismo culturale?
una grande differenza culturale e di mentalità dell'occidente rispetto a molte altre civiltà ed aree geografiche, risiede proprio nella tutela che è riuscita ad assicurare all'altra metà del cielo sin dal tempo romano da cui parti quell'evoluzione nel campo del diritto che doveva ampliare la sfera dei diritti soggettvi delle donne in tutti i campi, partendo da una condizione d'inferiorità che si attenuerà nel corso dei secoli sino a cessare del tutto in alcuni istituti, per esempio l'istituto della tutela muliebre che scomparve alla fine del III secolo, dopo che nei secoli precedenti era stato vistosamente ridimensionato
il cristianesimo s'innesto su questa tradizione in modo quasi del tutto naturale visto il messaggio di cui era portatore: ama il prossimo tuo come te stesso, le meretrici sono più meritevoli ad entrare nel mondo dei cieli rispetto ad altri ecc. ecc.
viceversa nel corano sono contenuti passaggi inequivocabili che sanciscono la condizione d'inferiorità della donna, partendo dal velo, sino al fatto che la sua testimonianza valeva la metà di quella di un uomo, la poligamia, il ripudio unilaterale da parte del marito ecc. ecc.
e tu mi equipari le cose perchè a cavallo fra il medioevo e il rinascimento in un clima religioso-culturale particolare delle frange d'idioti e criminali sono riusciti a mandare al rogo delle donne (ma al rogo in quel periodo ci finirono anche uomini, you remember Giordano Bruno?) perchè accusate di stregoneria?
fantastico, sublime, è come se equiparassi l'intera resistenza italiana alo scempio dei corpi di mussolini, della Pettacci e di altri gerarchi che fu fatto a piazzale loreto, e non nel XV sec., bensì nel 1945
ora siccome non siamo nel 1945 e tanto meno nel XV sec., ma nel 2005, ti riporto un articolo di un uomo di cultura francese sull'argomento
scritto nel 2005, ovviamente :rolleyes:
Andre' Glucksmann: L'Occidente in ostaggio
Christian Chesnot e Georges Malbrunot, due giornalisti francesi, sono a loro volta minacciati di morte.
Questa volta, nessuno può continuare a sbraitare assurdamente «è colpa di Bush». Questa volta la Francia governata da Chirac, l’anti-Bush mondiale, è a sua volta sottoposta al ricatto infetto degli assassini islamici. Un fascista non ha il senso delle sfumature: Parigi è contro l’intervento della coalizione in Iraq, e allora? Credete che i pendolari massacrati nella stazione di Atocha a Madrid fossero a favore?
Pensate che a Enzo Baldoni sia stato chiesto un parere? Nessun rifugio per i giornalisti, nessun rifugio per le democrazie, nessun rifugio per i civili, camionisti turchi, lavoratori kuwaitiani, kenioti, americani, studentesse e studenti iracheni, nottambuli di Parigi o di Casablanca.
La Francia si credeva al riparo, e il suo governo è stato piuttosto avaro di messaggi di sostegno e di compassione per gli italiani sottoposti da mesi agli atroci ultimatum dei ricattatori.
L’Europa scopre che non serve a niente fare gli struzzi, con la testa nella sabbia, e deve ricordarsi che la guerra condotta dall’islamismo radicale non è cominciata con George Bush ma con Khomeini, e che questa sovversione terrorista pretende di essere senza frontiere.
Ha luogo nelle scuole francesi come nel mausoleo di Alì contro tutti quelli che non ubbidiscono, credenti o non, musulmani o infedeli.
Teheran, 1979. Portato al potere da manifestazioni gigantesche dove liberali, rivoluzionari e religiosi si confondono, l’ayatollah Khomeini ordina immediatamente che le donne portino il chador. Tutte le iraniane devono nascondere il loro corpo sotto veli neri. Tutte, giovani, anziane, credenti e non credenti, dalla testa ai piedi, sotto pena di prigione, flagellazione, lapidazione e altre inezie, morte compresa.
La guida suprema, ansioso di istituzionalizzare la sua rivoluzione islamica, vuole dare al nuovo regime fondamenta di roccia. E questa roccia è lo statuto di inferiorità concesso alle donne. Il velo dovrà rendere eterno il suo potere.
Alcune donne di Teheran non si lasciarono ingannare. Lungi dal considerare l’editto sul velo come un aspetto secondario, scesero in strada, ruppero con l’unanimismo che fino ad allora circondava il regime di Khomeini e lanciarono la prima manifestazione anti-islamista della storia.
Furono abbandonate dagli uomini. Tutti, liberali, rivoluzionari, religiosi, credenti e non credenti.
Alcuni versavano lacrime di coccodrillo e le richiamavano alla ragione. Il destino «spiacevole» promesso alle figlie dell’Iran non era che il danno collaterale di una liberazione, quanto al resto, generale.
La strategia khomeinista si rivelò fruttuosa e contagiosa. Il pezzo di tessuto che le brigate dell’ordine morale imponevano a Teheran diventò uno stendardo politico universale, uno strumento di conquista, un’uniforme degna delle SA naziste, dice la mia amica Khalida Messaoudi, femminista algerina.
Gli integralisti, tanto sunniti che sciiti, si erano ormai impossessati del messaggio: perseguitare, amputare, lapidare, sgozzare le donne che si ostinavano a rifiutare il velo.
L’ayatollah ha fatto scuola ad Algeri, e il tentativo di velare le liceali, coltello alla gola, porterà a una serie di massacri senza precedenti, dove chi si oppone, bambini compresi, ha il collo tagliato come i montoni della Eid el-Adha, la festa del sacrificio. La sorte riservata alle donne prefigura la punizione di tutta una società.
In Afghanistan, gli uomini rincararono la dose nel vietare l’esposizione di ogni più piccola parte di pelle. Il burqa , il velo integrale nella quale la donna soffoca e vede con difficoltà, si propagò e divenne l’emblema della dittatura dei talebani.
Nelle scuole europee, nelle periferie delle metropoli, nel cuore delle zone alla deriva, ma anche nei quartieri alti, ragazze giovanissime, con le buone o con le cattive, si fecero strumenti visibili di un Islam aggressivo e conquistatore.
Dei ragazzi, padri, soprattutto fratelli, si misero a dividere le donne in «puttane» (senza velo) o «sottomesse» (con il velo).
Il trattamento delle «puttane» passa per gli insulti, i pugni, gli stupri e le tournantes , le violenze di gruppo. A Ivry, Francia, Souad viene bruciata viva.
L’odio anti-occidentale è evidente. La nudità, la sessualità, l’uguaglianza degli uomini e delle donne sono regali avvelenati dei quali l’Occidente, nella sua grande perversione, si serve per sconvolgere le anime e i corpi.
Khomeini ha visto giusto. Risvegliare un antagonismo che da millenni divide l’umanità non è un atavismo oscurantista destinato, a più o meno lungo termine, alla spazzatura della storia. Rischia, al contrario, di incendiare il XXI secolo per bruciare tutto il Pianeta.
Ricordiamo che la legge francese proibisce di portare il velo solo nelle scuole primarie e secondarie (elementari e liceo, ndr ), e non certo per strada. Niente di più totalitario della pretesa di decidere il regolamento interno di licei e collegi delle banlieues francesi attraverso una cattura di ostaggi in Iraq! E perché non intervenire, allora, anche sul menu delle mense scolastiche? E la promiscuità nelle piscine? Il terrorismo senza frontiere, né scrupoli, né tabù, è una spada di Damocle sospesa su tutte le democrazie d’Europa.
Spetta a chi assassina i giornalisti, a chi lapida le donne, alle bombe umane, di decretare come deve vivere, insegnare e divertirsi chi abita a Roma, Londra, Parigi? Non Bush, ma i terroristi islamici hanno cominciato le ostilità.
Presto o tardi gli europei scopriranno la necessità di resistere e di resistere insieme.
La mancanza di solidarietà delle autorità europee che ha accompagnato le uccisioni di Quattrocchi e di Baldoni è una vergogna.
Andrè Glucksmann - Corriere della Sera
ma tu mi raccomando continua a insistere col tuo relativismo culturale
è la strada giusta per migliorare le condizioni di vita di quelle infelici :rolleyes:
jumpermax
18-04-2005, 23:53
ps a proposito di 1945 e dintorni, perchè hai chiuso la discussione sul 25 aprile?
non mi pare ci fossero i presupposti per chiuderla
certe cose le dovresti chiederle in privato, ma soprattutto non le dovresti mescolare con le discussioni normali... non mi sembra una richiesta eccessiva...
von Clausewitz
19-04-2005, 00:02
certe cose le dovresti chiederle in privato, ma soprattutto non le dovresti mescolare con le discussioni normali... non mi sembra una richiesta eccessiva...
mamma mia come siete fiscali
adesso edito
e poi come ho detto mi è venuto in mente come ps e per via della citazione fatta sul 1945
e poi cosa vuoi che mi mandi pvt con cerbert?
sono tre anni di dialoghi fra sordi e uitimamente c'è stato anche qualche pvt non carinissimo fra noi, non mi sembra il caso
oppure non so se editare, magari pensa che gli ho scritto quacosa di ostile :sofico:
Guarda che ti sospende anche stavolta!
:D :banned: :ciapet:
Ciaozzz
von Clausewitz
19-04-2005, 00:15
Guarda che ti sospende anche stavolta!
:D :banned: :ciapet:
Ciaozzz
ma cosa sto dicendo di sbagliato :cry:
jumpermax
19-04-2005, 00:24
ma cosa sto dicendo di sbagliato :cry:
eddai su, non facciamo giochini... sono una perdita di tempo eccessiva anche per perditempo patentati come noi... ;)
ChristinaAemiliana
19-04-2005, 00:26
Ma guarda questi due...:D
von Clausewitz
19-04-2005, 00:29
eddai su, non facciamo giochini... sono una perdita di tempo eccessiva anche per perditempo patentati come noi... ;)
sono solo scimprori (sciocchezze in sardo) jumper
non mi sembra di aver posto la domanda in modo scorretto anche per il fatto che in quella discussione dovevo una risposta
cmq edito
Ma guarda questi due...:D
tali e quali a sandra e raimondo!
:D
Ciaozzz
jumpermax
19-04-2005, 00:32
sono solo scimprori (sciocchezze in sardo) jumper
non mi sembra di aver posto la domanda in modo scorretto anche per il fatto che in quella discussione dovevo una risposta
dimentichi sempre una questione... fare da moderatore mentre partecipi ad una discussione è una cosa problematica il più delle volte devi rinunciare ad una delle due. Non vedo perchè impegnare Cerbert come moderatore in una discussione in cui non se ne sente il bisogno... tanto più che ha molto il sapore di una frecciatina... lasciamo stare editi il post e io edito il thread così mi vado a nanna tranquillo? Grazie..
von Clausewitz
19-04-2005, 00:33
tali e quali a sandra e raimondo!
:D
Ciaozzz
in effetti, però io sono raimondo e jumper è quella rompi@@@@@ di sandra :sofico:
jumpermax
19-04-2005, 00:38
in effetti, però io sono raimondo e jumper è quella rompi@@@@@ di sandra :sofico:
sempre io e te tu ed io ma guarda che son stufa eh... :O Dai mo edita e qua pulisco, il thread era serio prima di questo siparietto... ;)
ChristinaAemiliana
19-04-2005, 00:40
tali e quali a sandra e raimondo!
:D
Ciaozzz
Uguali, uguali...:D
lupandre
19-04-2005, 08:10
se si vuole fare scontro tra culture ogni considerazione è buona..
rispondo solo a lennon e poi mi eclisso completamente dalla discuss, stai ancora confondendo i dettami della religione e la sua interpretazione.
il Corano non dice nulla a proposito delle donne, nn + della Bibbia quanto meno. pertanto il problema nn è religioso ma è culturale. il problema risiede in una interpretazione del testo sacro islamico che penalizza pesantemente le donne, non dal testo sacro in se. pertanto il titolo del thread, e non ho capito se anche del documentario, è sbagliato.
o meglio, sbagliato se si vuole fare una presentazione giusta e trasparente dell'argomento, giustissimo se, come mi sembra, si vuole indirizzare la discussione verso argomenti del tipo "Ma guarda come sono stronzi 'sti arabi con le donne, bombardiamoli tutti!".
Arrivederci.
Amu_rg550
19-04-2005, 14:13
La marocchina Souad Sbai: «Eccessive le scritte coraniche sulla schiena»
Le musulmane: no alle censura su Van Gogh
Le esponenti delle comunità in Italia: vietare il film sarebbe come uccidere di nuovo il regista. «Però fateci spiegare»
C’è tanta paura tra le musulmane d’Italia. La gran parte preferisce non confrontarsi con quella donna seminuda sulla cui schiena sono stati riprodotti dei versetti coranici, mentre denuncia le violenze subite dai parenti e da una società maschilista. Chi tra loro ha accettato di esprimersi sul discusso film «Submission» di Theo van Gogh, ha sì condannato il barbaro assassinio del regista, ha sì difeso il diritto di proiettare il film in pubblico, ma in un modo o nell’altro ha preso le distanze dai suoi contenuti e dal messaggio che lancerebbe.
Indubbiamente le più sensibili e colpite dalla vicenda che ruota attorno a «Submission» sono le donne somale, connazionali della sceneggiatrice del film Ayaan Hirsi Ali. «Ho avuto modo di conoscere la sorella di Ayaan. E’ un’amica lineare, tranquilla. Ha studiato in Italia. Si è laureata in Medicina a Catania e si è specializzata in Ginecologia a Roma. Ora si è trasferita in Gran Bretagna dove vive insieme alla sua famiglia », racconta Saida Ahmed Qacle, somala, consulente legale impegnata nella difesa degli immigrati, residente a Torino.
«Sinceramente parlando, il padre di Ayaan, che viene descritto come un carnefice, è uno dei maggiori letterati e poeti somali. E’ una persona che noi rispettiamo tanto. Non credo proprio che sia il tipo che voglia costringere la figlia a sposarsi in tenera età. Certamente esistono questi matrimoni combinati che nella maggioranza dei casi riguardano famiglie non abbienti che pensano di sistemare in qualsiasi modo le proprie figlie. Mala famiglia di Ayaan non appartiene a questa categoria».
Saida è estremamente chiara: «Non cedere al terrorismo è una questione di principio. Sono contraria a qualsiasi censura. Il film va visto. Così come sono contro l’assassinio di una persona. Ma gli italiani generalizzano. Mi fermano per strada per domandarmi: "Ma perché obbligate le vostre bambine a sposarsi? Ma allora siete voi che l’avete ammazzato!". Da laica dico che la religione è un fatto privato. L’islam non c’entra. E’ l’educazione la causa della violenza, anche quella contro le donne».
Souad Sbai, presidente della Confederazione delle associazioni della comunità marocchina in Italia, direttrice della rivista Al Maghrebiya, è categorica: «Non proiettare il film di van Gogh sarebbe come ucciderlo due volte. Sarebbe un grave errore cedere al ricatto del terrorista che l’ha ucciso». Souad sottolinea che «secondo me l’opposizione al film non si deve tanto alla constatazione dell’esistenza della violenza contro le donne musulmane, che è un fatto incontestabile, quanto l’esposizione di scritte coraniche sulla schiena di una donna nuda. Credo che ci voglia sempre il rispetto per la religione. Bisogna dialogare tra le religioni, non promuovere lo scontro di religione».
Amina Donatella Salina, italiana convertita all’islam, collaboratrice del sito www.ildialogo. org, sollecita a non confondere la religione con la tradizione: «E’ una cosa grave che sia stato assassinato van Gogh. E’ un crimine proibito dall’islam. Secondome il film può essere proiettato. Poi però ci dovrebbe essere la possibilità di discuterlo con i musulmani. Bisogna vedere se la tesi del regista è giusta oppure se fa confusione tra religione e tradizione». Amina spiega che «ci sono delle tradizioni, ad esempio le donne acidificate nel Bangladesh e in Pakistan, che sono contrarie all’islam, questi sono dei crimini condannati dall’islam».
Gulshan Jivraj Antivalle, presidente Comunità ismailita italiana, ha un approccio tranquillo: «Se siamo liberi, se viviamo in un mondo libero, ognuno deve avere la libertà di vedere un film. So che è un film forte, è un po’ esagerato, mai film devono essere visti per poterli giudicare ». Tuttavia Gulshan non è così fiduciosa sull’impatto del film: «Certamente possiamo parlare dei problemi delle donne musulmane. Ma non so se ciò effettivamente aiuterà a cambiare la situazione. La premio Nobel per la pace, l’iraniana Shirin Ebadi, ritiene che la rivoluzione delle donne debba avvenire da parte delle stesse donne che vivono all’interno del Paese. Un dibattito sulle donne in Italia, che influenza ha sulle donne in Arabia Saudita? Stiamo parlando di società dominate da maschi».
Irta Lama, esponente di spicco delle donne albanesi musulmane in Italia, titolare dell’azienda informatica Its Associates di Milano, ha un approccio decisamente laico: «Non proiettare il film di van Gogh sarebbe un’ingiustizia nell’ingiustizia. Non solo per la donna musulmana, ma per la donna in genere. Io dico che bisogna far trionfare sempre l’essere umano, indipendentemente dal sesso. In realtà tutto gira intorno a alcuni interessi forti. In questo caso è l’uomo che vuole avere il potere contro le donne. Vuole difendere con il fanatismo ciò che ha creduto sempre possibile ».
Sono dei passi in avanti nella crescita della società civile musulmana. E le donne sono all’avanguardia.Macertamente siamo ancora lontani dal livello di rispetto dell’altro che ha ad esempio consentito la proiezione di film criticati anche duramente dalla Chiesa, come «L’Ultima tentazione di Cristo » di Martin Scorsese o il più recente «La Passione di Gesù» di Mel Gibson, senza che si scateni quel clima di odio che, nel caso di «Submission », ha generato il terrorista che lo scorso 2 novembre ha sgozzato van Gogh nel centro di Amsterdam. Magdi Allam 19 aprile 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/04_Aprile/19/mussulmane.shtml
lupandre
19-04-2005, 20:09
"L’islam non c’entra. E’ l’educazione la causa della violenza, anche quella contro le donne"
queste parole dicono tutto.
Io sono d'accordo con Lupandre e Cerbert.
Ho letto alcune sure del Corano e non mi sembravano voler condannare le donne alla schiavitù e alla sottomissione..anzi in alcuni casi è erano anche fonte di diritti [come quello di voto]
Alcuni "diritti" dell'uomo come la poligamia sono regolati in modo preciso: ad esempio non è possibile avere più di tre mogli, ogni moglie dev'essere a conoscenza e d'accordo con la nuova unione ed ognuna dev'essere trattata nello stesso identico modo rispetto alle altre [es. se fai un regalo ad una devi farlo anche alle altre]
Infatti la moglie del mio capo dice sempre: "ormai è una regola troppo vecchia, adesso come adesso è già tanto mantenerne una" :D
Il problema è come sempre l'interpretazione strumentalizzata dalle società prevalentemente maschiliste.
Senza contare poi chi, contravvenendo alle vere regole, rigira a proprio favore gli insegnamenti.
La condizione della donna nel mondo islamico comunque varia parecchio da paese a paese e ovviamente a seconda della fortuna/sfortuna di incontrare persone giuste o meno sul proprio cammino.
Le donne appartenenti alla famiglia del mio titolare, ad esempio, non vivono sicuramente nelle stesse condizioni della ragazza che ha ideato questo film..
madaboutpc
23-04-2005, 00:10
Ufficialmente è una questione di "rispetto per i cittadini di fede islamica" e di "dialogo moderato tra le religioni", ma, visti i precedenti, è quantomeno lecito supporre che dietro ci sia dell''altro. Fatto sta che la messa in onda di "Submission", il documentario-denuncia sulla drammatica condizione delle donne nell''Islam realizzato dal regista olandese Theo Van Gogh e pagato dal cineasta con la vita (Van Gogh fu ucciso nel novembre scorso da un integralista musulmano), è stata bloccata a due ore dal via dai vertici di Canale Italia, l''emittente padovana che ne aveva programmato ed annunciato la trasmissione.
L''azienda ha motivato l''altolà diffondendo un comunicato (letto in diretta dal giornalista Gianluca Versace) in cui si spiegava come la messa in onda del cortometraggio - peraltro nemmeno integrale, ma a spezzoni - avrebbe mancato di rispetto ai musulmani italiani e non avrebbe favorito il dialogo tra le confessioni religiose. Voci che trapelano da Canale Italia, però, sostengono che la scelta dei vertici aziendali di stoppare in corsa la proiezione del film di Van Gogh non sia stata motivata esclusivamente dalle ragioni di cui sopra. Non è un mistero che "Submission" sia visto come il fumo negli occhi dai musulmani più o meno integralisti, così come non è un mistero che chi abbia osato trasmetterlo è stato prontamente subissato di minacce ed intimidazione da parte di sedicenti estremisti islamici. Questo,del resto, è quanto successo a TelePordenone: dopo avere trasmesso, qualche sera fa, alcune scene (tre minuti in tutto) del cortometraggio, il centralino dell''emittente ha ricevuto decine di telefonate minatorie da parte di arabi e maghrebini per niente contenti. Gli stessi produttori del film, d''altro canto, hanno bloccato quante più proiezioni possibili per il medesimo motivo: la sicurezza. La casa di produzione "Column productions", infatti, ha precisato che il divieto di trasmettere il film (fatte salve le clip promozionali come quella utilizzata da TelePordenone e, nelle intenzioni, da Canale Italia) è dettato, per citare il numero uno di Column, Gijs van de Westelaken, "dall''esigenza di non mettere in pericolo quanti hanno lavorato al progetto". Un morto, fanno capire i manager olandesi, basta e avanza: se avete cara la pelle, evitate di far vedere in giro come si vive in un Paese islamico. L''interdetto, poi, non si restringe alle emittenti televisive o ai festival del cinema come quelli di Rotterdam e Locarno, che si sono visti ritirare il cortometraggio dalla Column per i motivi di cui sopra) ma anche alle istituzioni. Così, la proiezione di "Submission" al Parlamento europeo di Bruxelles, annunciata dall''eurodeputato Mario Borghezio e dal parlamentare di Montecitorio Edoardo Ballaman, entrambi leghisti, per ieri pomeriggio, è andata a carte quarantotto. Inutili le proteste del Carroccio: "Eventuali proiezioni pubbliche non autorizzate", si sono affrettati a spiegare, imbarazzati, i vertici di Bruxelles, "esporrebbero il Parlamento a problemi legali". E farebbero anche saltare definitivamente la mosca al naso ai fanatici islamisti. E allora meglio censurare.
di Marco Gorra per "Libero" © - 21.4.2005
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